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L'amore dei francesi per il cinema è noto e ogni tanto produce atti di passione totale com'è questo The Artist di Hazanavicius.
Film tributo ad un'epoca, ad un genere, storia d'amore dura e pura ma non intesa come commedia romantica bensì come dono emotivo da parte di un regista che ha voluto giocare pesante, rischiando. Un film coraggioso e azzardato, quindi, ma per produrre un lavoro di buon livello non basta il coraggio: serve la bravura.
Hazanavicius in questo risulta all'altezza perché in oltre un'ora e mezza di film muto non ci fa rimpiangere la parola, anzi, al contrario, ce la fa dimenticare con briosa eccentricità. La storia del divo del muto nella Hollywood che cambia è una fiaba per tutti e per tutti è la sua capacità di mescolare intelligenza creativa (in certe scene surreali e oniriche), dramma sottile, comicità fisica e divertimento.
Atto d'amore, dicevamo, teso a farci riscoprire un universo cinematografico ormai desueto ma capace di meraviglie: la macchina del cinema al suo meglio, non necessita di colore, voce, 3d o altri artifici per intrattenere e stupire.
Ma di bravi attori si: in questo c'è da fare un plauso particolare al gigantesco Jean Dujardin che in quest'opera fa di tutto e di più (tranne parlare) reggendo buona parte della pellicola su una bravura davvero d'altri tempi.
The Artist, insomma, è un film ben orchestrato e ben realizzato. Non un lavoro di filologia ma solo uno sguardo passionale al cinema che fu filtrato da una sensibilità tutto sommato contemporanea ma sufficentemente romantica da non far scadere mai l'operazione nel kitch o nel banale.
Bravo Hazanavicius.
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