Habemus Papam |
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Un film di Nanni Moretti.
Con Michel Piccoli, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Franco Graziosi, Camillo Milli.
continua»
Commedia,
durata 104 min.
- Italia, Francia 2011.
- 01 Distribution
uscita venerdì 15 aprile 2011.
MYMONETRO
Habemus Papam
valutazione media:
3,73
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un film spiazzante (I Parte)di Federico BernardiniFeedback: 272 | altri commenti e recensioni di Federico Bernardini |
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sabato 17 dicembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dopo aver letto un gran numero di recensioni, quasi tutte positive, ma con qualche distinguo da parte cattolica, e conoscendo la filmografia e la poetica di Moretti, immaginavo un film "psicanalitico" incentrato sul tema della depressione, dell'inadeguatezza, del fallimento. Tutto mi induceva a pensarlo, la scelta del nome del protagonista, ad esempio: Melville, come l'autore di "Bartleby lo scrivano" che, qualunque cosa gli si chieda, risponde: "Preferisco di no" e rappresenta, come ha osservato Achille Bonito Oliva, la più efficace rappresentazione letteraria della depressione. Come Bartleby, anche il cardinale Melville, una volta eletto, risponde all'Habemus Papam: "Preferisco di no", viene colto da un attacco di panico e si rifiuta di affacciarsi alla loggia di San Pietro. Il Sacro collegio decide, di fronte a un evento così imprevisto e drammatico, di sottoporlo alle cure di uno psicanalista, ma lui si sottrae, elude la sorveglianza e si perde per le vie di Roma, smemorato, sconfitto, del tutto incapace di accettare l'enorme responsabilità alla quale è chiamato. Alla fine, ritorna in Vaticano e si affaccia alla Loggia delle benedizioni, ma solo per proclamare la sua rinuncia al papato. Questa, in estrema sintesi, la trama del film. La maggior parte dei critici ha visto, in questa parabola, la denuncia di una condizione umana, segnata dall'inadeguatezza e dal fallimento, che ci accomuna tutti e può segnare anche la sorte di chi è chiamato ad una delle più alte responsabilità. Un film psicologico o psicanalitico, insomma, un'interpretazione superficiale, riduttiva, che non mette al centro dell'opera quella che secondo me è invece una visione morettiana della Chiesa e del papato, nella sua grandezza e nella sua fragilità. Un film, insomma, con ambizioni teologiche. vediamo perché. Anche se è evidente che il film faccia riferimento a una condizione esistenziale comune, che induce persino gli scettici cardinali a sottoporre il neoeletto alle cure di uno psicanalista (uno psicanalista da psicanalizzare, quello interpretato da Moretti), in esso c'è di più: un riferimento a una condizione specifica, del tutto eccezionale, e cioè quella di un uomo che si veda all'improvviso investito della più alta autorità spirituale. In una delle sequenze iniziali vediamo il Sacro Collegio riunito in conclave in una Sistina perfettamente ricostruita. Il regista si sofferma sui cardinali, ciascuno dei quali, nella sua lingua, invoca il Signore di risparmiargli un peso troppo grave per le sue fragili spalle di "povero cristiano". Le loro voci si sovrappongono, in un crescendo che culmina in una invocazione corale. Un'immagine che stride con quella consueta di un conclave dominato dall'ambizione e dagli intrighi. Un immagine che non è casuale ma, fin dall'inizio, ci fa capire come Moretti abbia l'ambizione di darci una sua personalissima visione della Chiesa e del papato. Una visione che, nel dipanarsi della storia, si rivela, pur con qualche venatura ironica, ma mai volgarmente macchiettistica, densa di umanità e di poesia, pervenendo, in alcune memorabili sequenze, a un'intensià drammatica e a una potenza espressiva straordinarie e commoventi. I cardinali, in attesa che il Papa "rinsavisca", sono tenuti all'oscuro della sua fuga e vengono intrattenuti dallo psicanalista, segregato a sua volta in Vaticano, che si inventa, come attività ricreativa, un torneo di pallavolo. Secondo Luca Pellegrini, di Radio Vaticana...
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