Shutter Island |
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Un film di Martin Scorsese.
Con Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Michelle Williams, Patricia Clarkson.
continua»
Drammatico,
durata 138 min.
- USA 2010.
- Medusa
uscita venerdì 5 marzo 2010.
- VM 14 -
MYMONETRO
Shutter Island ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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formalmente perfetto: ma algido e senz'anima...
di Francesco1960Feedback: 483 | altri commenti e recensioni di Francesco1960 |
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lunedì 22 marzo 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Basta uno sguardo alla filmografia di Scorsese per osservare come il grandissimo regista italoamericano attraversi punte particolarmente intense nei suoi lunghi cicli di introspezione. "Taxi Driver", "L'Ultima Tentazione di Cristo", lo stesso "The Departed" sono esempi altissimi di cinema che offre una visione realistica, strutturata e allo stesso tempo disincantata dell'uomo e dei suoi limiti, valicabili solo da una pietas che si astenga da ogni giudizio. "Shutter Island" si pone in questo contesto: l'orrore vissuto dal protagonista in due momenti-chiave della sua esistenza (Dachau e il massacro dei tre figli da parte della moglie) lo porta a una fuga dalla realtà talmente strutturata - ma anche talmente motivata - da portare gli stessi inquietanti dottori che lo devono curare a decidere di diventarne complici e coprotagonisti (ma con quale fine? la sua guarigione o piuttosto la validazione del metodo di cura "innovativo" su cui si basa l'isola stessa?). Lungo tutto il film - evidente - vi è un richiamo, altissimo, con Hitchcock. Scorsese lo cita di continuo, sia nelle movenze stesse dei protagonisti che nell'uso della musica e soprattutto della fotografia in diverse scene: Di Caprio a Dachau e sulla scogliera, ma anche la scena del faro e quelle con la moglie. In questa struttura rigorosamente e intellettualmente formale e in questo richiamo classico stanno tuttavia, a mio avviso, anche i limiti invalicabili del film: un esercizio tecnicamente perfetto - supportato da interpretazioni notevoli anche se non indimenticabili - ma fondamentalmente algido, senz'anima. Questo - si badi - è un'osservazione che vale nel contesto di un regista comunque sublime: il film è assolutamente "worth the money", vale il biglietto, ma non rimane dentro.
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