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Scorzese si esibisce in un buon film, con attori quasi del tutto integrati nel personaggio e nella trama. Un film fatto di frammenti. Frammenti onirici, frammenti visionari, discorsi frammentari, lampi che spazzano i colori e musiche che spezzano i silenzi di discorsi innaturali. La luce, che supporta costantemente la trama giocando un ruolo di protagonista (forse surclassando Di Caprio), porta a riflettere sulla verità che sempre trascende il reale. Su quelle conoscenze che l'uomo rifiuta coscientemente perchè possibili ponti oltre limiti non più accessibili, per qualche motivo. Coprotagonista una follia dal gusto razionale, adiuvata dal rosso di un sangue dal retrogusto retrò, che segue costantemente i nostri passi fuori e dentro le porte delle abitazioni; possibili prede, probabili carnefici quando le regole di una morale imposta socialmente non possono più valere. Film ricco di capolgimenti e con un finale che forse ricalca qualche cliché, ma comunque del tutto piacevole. Precisando troppo alcuni punti la durata della pellicola risulta essere un po' eccessiva. Il risultato comunque intriga i meccanismi cerebrali.
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