Ted Bundy - Fascino Criminale |
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Un film di Joe Berlinger.
Con Zac Efron, Lily Collins, Kaya Scodelario, John Malkovich.
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Titolo originale Extremely Wicked, Shockingly Evil and Vile.
Biografico,
Ratings: Kids+13,
durata 110 min.
- USA 2019.
- Notorious Pictures
uscita giovedì 9 maggio 2019.
MYMONETRO
Ted Bundy - Fascino Criminale
valutazione media:
2,71
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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il mostro è un simpatico squaletto?di carloalbertoFeedback: 51365 | altri commenti e recensioni di carloalberto |
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giovedì 16 maggio 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Pellicola ibrida che si colloca a metà strada tra un docufilm biografico (il regista Joe Berlinger infatti è un esperto documentarista) sulla vita privata e pubblica di un famigerato serial killer, Ted Bundy, specialmente nella seconda parte del film incentrata sulle dirette televisive del processo a suo carico che andarono in onda nell’America degli anni ’70 e che lo videro protagonista nella duplice veste di imputato e di avvocato difensore di sé stesso, e un drammatico intimista che ha come focus il rapporto sentimentale del tutto “normale” che il maniaco pluriomicida ebbe con una single madre di una bambina, ignara di chi realmente fosse il suo compagno. Gli attori sono stati scelti con cura maniacale vista l’estrema somiglianza con i protagonisti reali della vicenda, le cui immagini scorrono accanto ai titoli di coda del film. Il cast è ottimo, da Zac Efron, che riproduce fedelmente il Ted Bundy fotogenico dei cinegiornali dell’epoca, a John Malkovich, che sebbene faccia una piccola parte, il giudice, impreziosisce il film con una recitazione istrionica, dimostrando, per l’occasione, doti attoriali da consumato caratterista per poter rendere, in pochi minuti di girato, vero ed icastico un personaggio che altrimenti sarebbe stato relegato sullo sfondo nel ruolo di una delle tante comparse. Predominante è il punto di vista intimista, con l’effetto paradossale di rendere quasi simpatico “il mostro”, responsabile nella realtà di decine e decine di efferati omicidi, con particolari macabri come la decapitazione delle vittime e lo stupro dei cadaveri delle stesse, visto attraverso gli occhi di una bambina e raffigurato in un disegno infantile come uno squaletto azzurro che divora un piccolo pesce o attraverso lo sguardo innamorato della sua compagna o delle teenagers che seguirono come fans il suo processo. La domanda che resta dopo aver visto il film è: perché il regista per raccontare la storia terribile di un assassino predatore psicopatico assume il punto di vista di una bambina o di una adolescente incantata dal fascino magnetico degli occhi di Zac alias Ted Bundy? Agli psicoteraupeti l'ardua sentenza.
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