mimmo
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lunga vita a bond
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"La morte può attendere" è certamente un film ad alta tecnologia, se mi si passa la definizione. Ciononostante è stato criticato per il senso di déjà-vu che suscitano alcune sue scene. Tutti a dire che il personaggio risente troppo dell'usura del tempo, che è preda di troppe banalità, che il film si basa esclusivamente sugli effetti speciali, che non riesce più a far vedere nulla di nuovo perché troppe scene ricordavano accadimenti dei precedenti film. Ma, mi chiedo, questi signori critici sono a conoscenza del fatto che tali reminiscenze sono tutte volute e ricercate? Hanno preso in considerazione il fatto che la lavorazione dell'ultimo 007 coincideva con il 40° anniversario delle sue avventure cinematografiche? L'entrata in scena di Jinx è un omaggio a Ursula Andress, la "battaglia al laser" intendeva ricordare alcune scene di "Goldfinger", il satellite killer riporta a "Una cascata di diamanti", l'abbandono dell'aereo ingovernabile ha qualche similitudine con quanto avvenuto in "Zona pericolo", e via dicendo.
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"La morte può attendere" è certamente un film ad alta tecnologia, se mi si passa la definizione. Ciononostante è stato criticato per il senso di déjà-vu che suscitano alcune sue scene. Tutti a dire che il personaggio risente troppo dell'usura del tempo, che è preda di troppe banalità, che il film si basa esclusivamente sugli effetti speciali, che non riesce più a far vedere nulla di nuovo perché troppe scene ricordavano accadimenti dei precedenti film. Ma, mi chiedo, questi signori critici sono a conoscenza del fatto che tali reminiscenze sono tutte volute e ricercate? Hanno preso in considerazione il fatto che la lavorazione dell'ultimo 007 coincideva con il 40° anniversario delle sue avventure cinematografiche? L'entrata in scena di Jinx è un omaggio a Ursula Andress, la "battaglia al laser" intendeva ricordare alcune scene di "Goldfinger", il satellite killer riporta a "Una cascata di diamanti", l'abbandono dell'aereo ingovernabile ha qualche similitudine con quanto avvenuto in "Zona pericolo", e via dicendo. Per fare da collante tra il passato e il futuro di Bond si è fatto un massiccio ricorso agli effetti speciali, che comunque non sono mai stati assenti nei film di 007. Ma gli effetti speciali non incidono sulla grande forza psicologica di quest'ultimo Bond, capace di reagire al tracollo che più volte lo ha insidiato da vicino. "La morte può attendere" narra una storia surreale e avvincente, in cui qualche disfattista ha visto il preludio della fine di Bond, ma nella quale è in realtà contenuto il seme da cui germoglieranno le nuove e splendide avventure di 007. Brosnan ha traghettato Bond nel nuovo millennio, lui – o chi per lui – saprà anche far evolvere ulteriormente l'agente segreto più famoso del mondo.
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gipinna
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domenica 25 novembre 2012
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immensa noia
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Vedendo il film mai titolo fu poi così sbagliato, almeno in italiano: perchè la 'morte' del personaggio 007 si era prolungata nel tempo, almeno intendendo per personaggio la spia seria che Fleming creò negli anni 50 come eroe della guerra fredda, l'unico vero eroe europeo alternativo al Marlowe americano in quanto a leggenda continuativa. Una morte iniziata nel fumetto di 'Si vive solo due volte, degenerata in Moonraker, e poi salvata a più riprese con tentativi degli sceneggiatori (del passato, come Maibaum) di tenere James Bond coi piedi per terra, meglio....sulla terra. Il duemila inizia malissimo per 007, tra minchiate tecnolgiche alla Diabolik (auto-invisibile), scene d'azione girate malissimo ed infarcite di effetti digitali che anzichè emozionare alla lunga causano un fortissimo senso di nausea, battute degne di Steve Segal, personaggi che non esistono e che recitano a mossette e digrignano i denti.
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Vedendo il film mai titolo fu poi così sbagliato, almeno in italiano: perchè la 'morte' del personaggio 007 si era prolungata nel tempo, almeno intendendo per personaggio la spia seria che Fleming creò negli anni 50 come eroe della guerra fredda, l'unico vero eroe europeo alternativo al Marlowe americano in quanto a leggenda continuativa. Una morte iniziata nel fumetto di 'Si vive solo due volte, degenerata in Moonraker, e poi salvata a più riprese con tentativi degli sceneggiatori (del passato, come Maibaum) di tenere James Bond coi piedi per terra, meglio....sulla terra. Il duemila inizia malissimo per 007, tra minchiate tecnolgiche alla Diabolik (auto-invisibile), scene d'azione girate malissimo ed infarcite di effetti digitali che anzichè emozionare alla lunga causano un fortissimo senso di nausea, battute degne di Steve Segal, personaggi che non esistono e che recitano a mossette e digrignano i denti. L'inizio in Corea del Nord è ottimo, dopo la canzone (orrenda) di Madonna il 20esimo Boind scade nel peggior esempio del cinema commerciale per teenager, girato e recitato come un lunghissimo video-clip, stile MTV, con protagonisti e storia più virtuali degli stessi effetti. La Berry, bellissima, è del tutto sprecata, Brosnan non crede nel film e infatti lascerà il ruolo, i suoi nemici....chi se li ricorda? Addirittura la plastica facciale da europeo del coreano traditore, peggiori trovate gli sceneggiatori (Purvis e Wade) non potevano trovare. A questo si aggiunge la storia che poi non è altro che l'ennesimo remake di spezzoni dei film precedenti, da 'Una cascata di diamanti' a Moonraker....un rifacimento del peggio...per la serie che al peggio non c'è mai fine. "La morte può attendere"....ci penserà Daniel Craig a resuscitare Bond, nei bellissimi 'Casinò Royale' e soprattutto 'Skyfall'.
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jekyll
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domenica 13 dicembre 2015
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ambivalenza di bond
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Il più nostalgico, nonostante il suo sforzo di modernità, dei film della serie. Cita qualcosa da ciascuno dei precedenti, ma ha spunti originali sorprendenti, come un buon film di 007 deve fare. Pierce Brosnan ha il giusto fascino assassino. Halle Berry, che appare, bellissima, in un bikini color pesca, é la tipica donna dei film di Bond come "Goldfinger": intelligente, intraprendente, dura ma simpatica, guerriera, potenzialmente malefica ma comunque sempre deliziosa, con lo stesso senso dello stile, lo stesso atteggiamento disinvolto verso il sesso di Bond. Anche la bella Rosamund Pike brilla, perfetta nella implacabilità del suo personaggio. Rick Yune è molto efficace nel ruolo di spia coreana.
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Il più nostalgico, nonostante il suo sforzo di modernità, dei film della serie. Cita qualcosa da ciascuno dei precedenti, ma ha spunti originali sorprendenti, come un buon film di 007 deve fare. Pierce Brosnan ha il giusto fascino assassino. Halle Berry, che appare, bellissima, in un bikini color pesca, é la tipica donna dei film di Bond come "Goldfinger": intelligente, intraprendente, dura ma simpatica, guerriera, potenzialmente malefica ma comunque sempre deliziosa, con lo stesso senso dello stile, lo stesso atteggiamento disinvolto verso il sesso di Bond. Anche la bella Rosamund Pike brilla, perfetta nella implacabilità del suo personaggio. Rick Yune è molto efficace nel ruolo di spia coreana. Samantha Bond ha uno dei migliori momenti di Moneypenny. John Cleese, ex Monty Python, é ottimo nei panni di Q. Judi Dench é un M di acciaio e, se necessario, spietato. Gli effetti speciali non deludono. Ice Palace è meravigliosamente stravagante. La regia di Lee Tamahori, secca, vivida e vibrante, conferisce al film il giusto scatto. Un buon Bond, accattivante, piacevole, divertente. Madonna canta "Die another die", co-scritta dalla stessa con l'emergente star francese dela musica elettronica Mirwais Ahmadzaï, e appare in un cameo come maestra d'armi. Tra quelli cui il film é piaciuto, nel suo stile, nei suoi personaggi, nelle sue scene, nei suoi ambienti, sono d'accordo con la parte della critica favorevole, che tra i vari elogi ha visto in Tamahori un regista che "ha ristabilito la sensualità pop della serie" ("Entertainmente Weekly"). Per i film di 007 può valere quello che ha fatto il successo di Gioachino Rossini, ovvero la paradossale quanto armoniosa convivenza di un messaggio conservatore entro forme innovatrici.
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sgomma_fozzie
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gli amici mi chiamano james bond
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Solo la passione per James Bond può far dare questo voto, me ne rendo conto, ma come potremmo fare senza James Bond?
Gli ingredienti ci sono tutti e l'azione tiene incollati alla poltrona. Si possono perdonare alcuni peccati veniali, in fondo i coreani non possono investire molto in tecnologia, quindi non faremo caso al fatto che la tecnologia utilizzata era un invenzione che Zio paperone usava già nel 1977!!!
Vedi:Topolino 1107 - 1108 del 13/02/1977 e del 20/02/1977 - Zio Paperone e lo specchio solare (2 puntate).
I Bassotti, comunque, erano più simpatici dei nemici di James, ed avevano più rispetto degli anziani! Il nonno Bassotto, quello con la scritta Grazia, era ascoltato dai suoi nipoti!!!
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angelino67
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sabato 30 aprile 2016
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un film godibilissimo
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Il film conclude un ciclo (i film di 007 vanno a cicli, anche politici come vedremo), quello di Brosnan, riportando un ruolo alla conquista militare nel Bond post guerra fredda. L'attore lo ha amato molto e ha dato il suo meglio avendo bene in testa come doveva interpretarlo. Non poteva essere più indovinata la scelta del nemico: il governo della Corea del Nord a tutt'oggi, approfittando di condizioni favorevoli, minaccia l'occidente con un leader che potrebbe figurare tra i migliori (o peggiori) vilain della serie; ma la figura del generale padre del colonnello Noon, che ha una scena intensa e insolita nel drammatico confronto col figlio malvagio – più che dignitosamente interpretato dal bel Toby Stephens, eccellenti le scene di scherma con Brosnan -, indica rispetto verso i nordcoreani.
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Il film conclude un ciclo (i film di 007 vanno a cicli, anche politici come vedremo), quello di Brosnan, riportando un ruolo alla conquista militare nel Bond post guerra fredda. L'attore lo ha amato molto e ha dato il suo meglio avendo bene in testa come doveva interpretarlo. Non poteva essere più indovinata la scelta del nemico: il governo della Corea del Nord a tutt'oggi, approfittando di condizioni favorevoli, minaccia l'occidente con un leader che potrebbe figurare tra i migliori (o peggiori) vilain della serie; ma la figura del generale padre del colonnello Noon, che ha una scena intensa e insolita nel drammatico confronto col figlio malvagio – più che dignitosamente interpretato dal bel Toby Stephens, eccellenti le scene di scherma con Brosnan -, indica rispetto verso i nordcoreani. La canzone dei titoli di coda, "Die Another Day - Dirty Vegas remix", scelta per concludere in allegria, è migliore della versione originale dei titoli di testa (entrambe di Madonna), una canzone che anch'essa migliora con gli ascolti, accattivante, eccitante. Il direttore della fotografia David Tattersall usa la luce in modo magistrale e i set progettati da Peter Lamont, degno erede del grande Ken Adam, sono stupendi, con ambientazioni tra le più spettacolari e creative di tutta la serie. Ottimi i costumi di Lindy Hemming. Il film ha una sua originalità: Lee Tamahori dirige con intelligenza e abilità spesso sul filo del rasoio, sapendo quando, dove e come osare; la più grande libertà che si prende – con eccellenti risultati, anche perché coincide con l'inizio di Bond, una specie di sfida interna tra tutti i film della serie, - é un lungo contrasto iniziale con la formula di Bond, uno straordinario pezzo di cinema, venti minuti con il più scuro tono che un film di 007 abbia mai avuto prima di virare nel consueto, vivace e spensierato della ricetta classica, con una serie di citazioni (per 007 anche questo non é una novità) dei precedenti Bond ma non solo. Ci sono bellissime atmosfere. L'immagine é di una bellezza grezza e lo scenario offre forti contrasti e trasalimenti (e qui siamo tra i momenti migliori degli 007 migliori). Tamahori sperimenta e, come i grandi registi, esibisce la stessa finzione cinematografica in una lunga scena d'azione esagerata quanto divertente grazie agli effetti visuali di Mara Bryan. Il montaggio di Christian Wagner é scattante, ci sono molti colpi di scena, la sceneggiatura di Neal Purvis e Robert Wade ha piccole e grandi trovate bizzarre fino all'assurdo, ma questo é il mondo di 007: bigger than life, e far apparire normale, anche in un contesto esclusivo, ciò che un prodotto della fantasia. Bella l'idea della scena di realtà virtuale tra Bond e Moneypenny verso la fine. Halle Berry – una grande donna - è bella e brava in una parte calda in amore e dura, all'occorrenza spietata nella lotta mentre l'esordiente Rosamund Pike brilla nel ruolo della cattiva. Le due donne rappresentano anche i poli opposti della sesso (non a caso la gelida doppiogiochista si chiama Frost). Nell'ultima mezz'ora siamo nel fumetto, una delle classiche tendenze del Bond (interi film della serie lo sono). La colonna sonora di David Arnold si attiene alle musiche tipiche (fu proprio il grande John Barry a consigliarlo alla produzione) di Bond. Ci sono da rimarcare un paio di cose. Non si manca di far dire una battuta sul miglior servizio sanitario del mondo a Cuba, paese per il quale traspare una generale ammirazione, ricreato in bellissima ambientazione, una vita dolce che si addice a Bond. Inoltre, in una scena mentre Bond sorseggia il suo Martini sull'aereo di ritorno in Inghilterra, si sente “London Calling” dei Clash. Cosa sorprendente non solo perchè si tratta dell'unico caso in cui in un film di Bond compare un brano già noto – di 23 anni prima-, ma anche perché di un gruppo fantastico ma ideologicamente tutt'altro che fedele a Sua Maestà (a meno di non pensarla come chi li considera dei burattini parte del gioco). Forse é una citazione ironica, forse un calcolo di marketing considerando l'antiamericanismo molto diffuso nel mondo all'epoca, di sicuro una dimostrazione della complessità e delle contraddizioni della civiltà occidentale, già rappresentate dagli 007 degli anni '60: una delle ragioni del successo di James Bond é che si tratta di un personaggio ideologicamente complesso. I Clash avevano una grande coscienza politica; sono stati una specie di radio rock che ha informato i giovani inglesi e americani sul fatto che i loro governi tutto erano tranne che i salvatori e i liberatori del mondo (confrontare con il Bond degli anni '80, quello del thatcheriano John Glen, che in “Octopussy” - spettacolarmente un ottimo film – liquida gli europacifisti come utili idioti alla causa dei nemici del mondo libero; dopo i progressisti “La spia che mi amava” - forse il più bel film della serie - e “Moonraker” - il più sottovalutato - diretti da Lewis Gilbert nella seconda metà dei '70). Contraddizioni che Hollywood rappresenta pienamente, essendo sempre stata molto diffusa (vedi l'autobiografia di Kirk Douglas “Io sono Spartaco” o “Reds” di Warren Beatty) nei suoi studi una posizione politica di sinistra liberal vicina al comunismo, guardato con simpatia da molti intellettuali occidentali. La questione porterebbe lontano. Quello che qui voglio sottolineare é che “La morte può attendere” é un gradevolissimo spettacolo. Grazie anche ai produttori Barbara Broccoli e Michael Wilson, che hanno scelto e accettato un regista di talento (che a sua volta sapeva i limiti entro i quali poteva e doveva muoversi) e aiutato gli sceneggiatori nell'orientarsi tra gli spunti possibili dai romanzi di Fleming, con le questioni fondamentali attinenti alla attualità.
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paolo1967
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lunedì 1 maggio 2023
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si muore un''altra volta, ma non james bond...
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Dato più volte cinematograficamente morto (è anche una trovata dell'inizio di più di un film della serie) James Bond è sempre tornato. Anche se non sempre con film veramente ottimi. Ma può essere uno dei peggiori film di 007 della serie ufficiale un cattivo film? Per i critici, forse, ma non per il pubblico. Uno dei migliori dizionari dei film definisce questo una specie di catalogo di citazioni valido solo per i fan più fedeli (come pure altri della serie). 007 aveva già ogni tanto mostrato la corda ma è fatto in modo da garantire sempre spettacolo, divertimento per il vasto pubblico con gli ingredienti fondamentali aggiornati ai tempi ma rispettando sempre quello che il pubblico vuole che 007 mostri, dal divertimento fanciullesco ai toni seri da guerra fredda (già Goldfinger stemperava il cinismo col fumetto) o da poliziesco violento.
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Dato più volte cinematograficamente morto (è anche una trovata dell'inizio di più di un film della serie) James Bond è sempre tornato. Anche se non sempre con film veramente ottimi. Ma può essere uno dei peggiori film di 007 della serie ufficiale un cattivo film? Per i critici, forse, ma non per il pubblico. Uno dei migliori dizionari dei film definisce questo una specie di catalogo di citazioni valido solo per i fan più fedeli (come pure altri della serie). 007 aveva già ogni tanto mostrato la corda ma è fatto in modo da garantire sempre spettacolo, divertimento per il vasto pubblico con gli ingredienti fondamentali aggiornati ai tempi ma rispettando sempre quello che il pubblico vuole che 007 mostri, dal divertimento fanciullesco ai toni seri da guerra fredda (già Goldfinger stemperava il cinismo col fumetto) o da poliziesco violento. Si vede che io fan di 007 lo sono davvero, perché la prima volta che vidi questo film in televisione (dove non fece un buon ascolto, ma la prima serata sè una brutta bestia) non mi deluse. Bisogna aspettare quasi mezz'ora per vedere il vero 007 (con uno di quegli scarti degni dei migliori titoli della serie, cesura con la prima parte del film). Le parti nella falsa Cuba (a quella vera non si poteva per l'embargo) sono molto belle e altrettanto lo sono le scenografie di Peter Lamont (formatosi col grande Ken Adam, uno dei geni che hanno fafto fare la differenza a 007 coi normali buoni film). Lee Tamahori si prende qualche licenza personale (come tutti i registi della serie). Insomma, spesso nei film di 007 c'è poco di nuovo, ma poco importa, perchè continuano a riflettere, sotto forma spettacolare, la vita che il pubblico conduce o vorrebbe condurre, con tutte le sue caratteristiche - sempre esagerate rispetto alla della realtà - con qualche ritorno al minimalismo dei romazi di Flemimg, ma più spesso non lesinando in tutto ciò che fa spettacolo (e comfort materiale e ideologico per gli spettatori) anche se, come aveva notato Fellini, sotto la superifcie smalttata e brillante si possono avvertire (e qualche volta fanno capolino anche nei film più fanciulleschi) aspetti non poco inquietanti (in fondo anch'essi a soddisfazione catartica nel profondo per lo spettatore). Questi film non sono mai banali anche quando lo sembrano. I grandi 007 torneranno coi titoli successivi, guarda caso col primo (uno dei tanti ritorni) romanzo di Fleming.
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paolo
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l'agente segreto si è sgonfiato
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Eccomi qui a fare la mia personalissima recensione su 007.
Se devo essere sincero nel complesso il film non mi è piaciuto. Lo sviluppo dell'elettronica ha tolto ogni limite all'immaginazione e questo segna la condanna del cinema del mitico agente segreto.
Inoltre mi fa pensare che quasi tutte le persone che vedono una volta queste pellicole non sono in grado successivamente di raccontarne con precisione la trama: è tutto un intreccio di nomi cinesi, russi, arabi pronunciati qua e là, di facce che mutano, di identità trasformate, tuttavia la gente continua a seguire il film perchè fondamentalmente riesce facile seguire l'unica regola certa: da una parte c'è 007 e dall'altra parte ci sono i suoi nemici.
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Eccomi qui a fare la mia personalissima recensione su 007.
Se devo essere sincero nel complesso il film non mi è piaciuto. Lo sviluppo dell'elettronica ha tolto ogni limite all'immaginazione e questo segna la condanna del cinema del mitico agente segreto.
Inoltre mi fa pensare che quasi tutte le persone che vedono una volta queste pellicole non sono in grado successivamente di raccontarne con precisione la trama: è tutto un intreccio di nomi cinesi, russi, arabi pronunciati qua e là, di facce che mutano, di identità trasformate, tuttavia la gente continua a seguire il film perchè fondamentalmente riesce facile seguire l'unica regola certa: da una parte c'è 007 e dall'altra parte ci sono i suoi nemici. Tutto il resto non conta. Ci si diverte perchè le classiche fissazioni di Bond non mancano mai: il Martini agitato e non mescolato, i gingilli di Q inesorabilmente distrutti, le mancate consumazioni con Moneypenny, le donne con i coltelli nelle giarrettiere, e così via; se si azzerasse la memoria storica nello spettatore, egli non si stupirebbe tanto quanto con Minority Report o Mission Impossible...
A mio avviso dopo gli eccellenti primi film della serie Brosnam che avevano, a dire la verità, risollevato il giudizio su 007 dopo i "comici" episodi con Moore, si è ritornati in una fase calante, a cominciare dalla sigla iniziale, non all'altezza delle precedenti: mai nella stessa era stato inserito un elemento narrativo del film (i flashback sui 14 anni trascorsi nel carcere coreano).
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jackpug
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venerdì 14 agosto 2015
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james bond protagonista di assurdità
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Eccoci al quarto ed ultimo capitolo dei film interpretati da Pierce Brosnan nella saga cinematografica di James Bond ... che dire : non potrebbe andare peggio di così !
Ne abbiamo viste tante con i film di 007 : dai momenti ridicoli di "Una cascata di diamanti" alle banalità de "L'uomo dalla pistola d'oro" fino alle scene da cartoon di "Moonraker" e alla scontatissima quanto inutile ed eccessiva violenza di "Vendetta privata" ma mai la saga si è trovata a raggiungere il limite del peggio ... fino a quando non è uscito "La morte può attendere" !
Diciamo che "La morte può attendere" è il "Batman & Robin" del franchise di James Bond : infatti questi film "fatti fuori" dalla critica e anche da alcuni fans sono noti come "ammazza-franchise" ovvero film che rovinano o rompono completamente una serie cinematografica.
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Eccoci al quarto ed ultimo capitolo dei film interpretati da Pierce Brosnan nella saga cinematografica di James Bond ... che dire : non potrebbe andare peggio di così !
Ne abbiamo viste tante con i film di 007 : dai momenti ridicoli di "Una cascata di diamanti" alle banalità de "L'uomo dalla pistola d'oro" fino alle scene da cartoon di "Moonraker" e alla scontatissima quanto inutile ed eccessiva violenza di "Vendetta privata" ma mai la saga si è trovata a raggiungere il limite del peggio ... fino a quando non è uscito "La morte può attendere" !
Diciamo che "La morte può attendere" è il "Batman & Robin" del franchise di James Bond : infatti questi film "fatti fuori" dalla critica e anche da alcuni fans sono noti come "ammazza-franchise" ovvero film che rovinano o rompono completamente una serie cinematografica.
Questa pellicola è tra le più assurde che abbia mai visto e se poi penso che si tratta ( o meglio che dovrebbe trattarsi ) di un film di una saga come quella dell'agente 007 mi viene da piangere e/o da ridere di fronte alla banalità e alla ridicolaggine prensente !
Una trama praticamente inesistente, momenti di completa stupidità o sciocchezza ( l'Aston Martin Vanquish invisibile !? la battaglia del laser !? ) e un uso davvero eccessivo di CGI ( nemmeno fosse un kolossal del genere fantasy o fantascientifico ! ); i personaggi sembrano quasi di plastica : troviamo degli antagonisti davvero poco convincenti ( Zao con l'acne di diamanti !? ) mentre le bellissime Halle Berry e Rosamund Pike interpretano due Bond Girls che sarebbero interessanti se non fosse per il fatto che sembrano davvero poco e mal delineate; e le battute di Bond ( da notare quelle quando arriva nel club di scherma e incontra Madonna ) che sembrano più da cine-panettone che da un qualsiasi film di spionaggio ? e la theme song di Madonna che è eccessiva in un modo incredibile a causa delle parti elettroniche ?
Insomma un film davvero deludente che porrà fine alla prima serie di James Bond ma che ( come accaduto con la prima serie di Batman, fallita con "Batman & Robin" ma risollevata dal regista Christopher Nolan con un reboot che inizia con "Batman Begins" ) ridarà alla luce una nuova serie di film di 007 più interessanti e più moderni.
Almeno il film è servito a questo ...
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alessandro
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martedì 9 dicembre 2003
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007 la morte può venire anche subito se si continua così
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Ventesimo capitolo della serie, sicuramente uno dei peggiori (al pari con ‘Moonraker’ e ‘Bersaglio Mobile’), ‘La morte può attendere’ ha il gran difetto di non somigliare ad uno 007: sarà per la title track techno di Madonna, sarà per le battutine sessuali degne di Boldi e De Sica, sarà per la tecnologia onnipresente e male usata, che da un senso di falso. La storia attinge (forse troppo) al passato, con rimandi ai primi film con Connery, ma il tutto somiglia più simile a Mission Impossibile o a Charlie’s Angels che a Bond. Lee Tamahori è negato, Pierce Brosnan ne esce dignitosamente, Halle Berry ancheggia, sorride e sfoggia bikini modello filo interdentale, ma viene da chiedersi come abbia potuto vincere un oscar.
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Ventesimo capitolo della serie, sicuramente uno dei peggiori (al pari con ‘Moonraker’ e ‘Bersaglio Mobile’), ‘La morte può attendere’ ha il gran difetto di non somigliare ad uno 007: sarà per la title track techno di Madonna, sarà per le battutine sessuali degne di Boldi e De Sica, sarà per la tecnologia onnipresente e male usata, che da un senso di falso. La storia attinge (forse troppo) al passato, con rimandi ai primi film con Connery, ma il tutto somiglia più simile a Mission Impossibile o a Charlie’s Angels che a Bond. Lee Tamahori è negato, Pierce Brosnan ne esce dignitosamente, Halle Berry ancheggia, sorride e sfoggia bikini modello filo interdentale, ma viene da chiedersi come abbia potuto vincere un oscar. I cattivi sono più improbabili che mai, quasi da fumetto, ma anche poco brillanti. Nel complesso una vera e propria delusione, ma probabilmente i cultori del 'pop-corn movie' e chiunque accetta di spegnere il cervello per due ore e dieci (lentissime) si divertiranno. Gli altri aspettino pure Bond 21.
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[+] dove è finito lo stile 007
(di aieie)
[ - ] dove è finito lo stile 007
[+] where are bond??
(di pep)
[ - ] where are bond??
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(di spalla)
[ - ] ha ha ha!
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