great steven
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giovedì 8 maggio 2014
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benigni poeta spensierato colpito dalla guerra.
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LA TIGRE E LA NEVE (IT, 2005) diretto da ROBERTO BENIGNI. Interpretato da ROBERTO BENIGNI – NICOLETTA BRASCHI – JEAN RENO – EMILIA FOX – TOM WAITS – GIUSEPPE BATTISTON – ANDREA RENZI – CHIARA PIRRI – ANNA PIRRI § Attilio De Giovanni è un ispirato insegnante di poesia, separato dalla moglie, padre di due figlie che incontra spesso e innamorato di Vittoria, scrittrice che sta componendo la biografia di Fuad, poeta persiano. Durante il tragitto in Iraq, Vittoria viene travolta dal crollo di un palazzo e finisce in coma. Attilio parte immediatamente per il paese asiatico e fa di tutto per garantire la sopravvivenza alla donna amata in stato incosciente, aiutato da Fuad che gli impartisce consigli e suggerimenti su come destreggiarsi nel paese devastato dalla guerra e invaso dagli americani.
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LA TIGRE E LA NEVE (IT, 2005) diretto da ROBERTO BENIGNI. Interpretato da ROBERTO BENIGNI – NICOLETTA BRASCHI – JEAN RENO – EMILIA FOX – TOM WAITS – GIUSEPPE BATTISTON – ANDREA RENZI – CHIARA PIRRI – ANNA PIRRI § Attilio De Giovanni è un ispirato insegnante di poesia, separato dalla moglie, padre di due figlie che incontra spesso e innamorato di Vittoria, scrittrice che sta componendo la biografia di Fuad, poeta persiano. Durante il tragitto in Iraq, Vittoria viene travolta dal crollo di un palazzo e finisce in coma. Attilio parte immediatamente per il paese asiatico e fa di tutto per garantire la sopravvivenza alla donna amata in stato incosciente, aiutato da Fuad che gli impartisce consigli e suggerimenti su come destreggiarsi nel paese devastato dalla guerra e invaso dagli americani. Imprigionato da questi ultimi perché ritenuto alleato degli irakeni, Attilio viene in seguito liberato per ordine del suo avvocato e, rientrato a Roma, rincontra Vittoria. Dopo i caratteri giocosi e picareschi di Pinocchio (2002), Benigni approda nuovamente alle atmosfere magiche e poetiche de La vita è bella (1997), creando una pellicola che si interroga sul potere innovativo e forte della poesia e cercando di cogliere il carpe diem oraziano nella vita di tutti i giorni che mette di fronte a prove complicate e pericolose come la missione di Attilio in Iraq per salvare Vittoria, assistito da Fuad finché questi non si suicida, e questo segna il passaggio dall’ottimismo candido alla dura e cruda realtà che trascende i significati velati e le amarezze quotidiane. Il film è stato girato in Tunisia, nonostante l’ambientazione mediorientale. Inseguendo un sogno a doppio volto (e con finale a sorpresa), Benigni ripercorre le orme dello stralunato ma convintissimo professor John Keating (interpretato da Robin Williams) de L'attimo fuggente, che insegna ai suoi alunni la forza della poesia come inno all’amore. Nelle sequenze oniriche appaiono, grazie alla computer graphic, Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, Jorge Luis Borges e Marguerite Yourcenar. Stroncato perentoriamente dalla critica americana e definito da essi come un film che cerca di proporre la durevole forza dell’ottimismo, la futilità della guerra e la potenza dell’amore barcamenandosi però nell’innocenza della persona del regista-attore che, una volta attraente, s’è ora inacidita. Altri ancora più severi hanno liquidato il film come una sciocchezza vergognosa, del tutto prevedibile, cupa e poco divertente, o anche come un affronto bruciante all’intelligenza degli italiani, degli irakeni e del popolo cinematografico mondiale in generale, e Benigni è stato definito come indulgente con sé stesso e insopportabile. A mio parere, il film propone certi temi e li affronta sviscerandoli in un modo non troppo autocompiacente e sufficientemente completo ed esaustivo, aiutato anche dalla sceneggiatura del bravo e fedele Vincenzo Cerami in combutta con Benigni, che lascia trasparire la comprensività rigorosa della poesia di ogni epoca e stile nonché la bellezza intrinseca e intima dell’animo umano che si trova costretto a passare da una vita di comodità e agi sia materiali che spirituali a un’esistenza di sofferenze, stenti, perdite, dispiaceri e teatralità assurde. Non troppo convincente il finale, che lascia troppe cose in sospeso e non risolve il fine che il film s’era proposto, ossia la realizzazione dell’amore fra i personaggi di Benigni e della Braschi (forse anche più brava del solito). Bella fotografia a colori di Fabio Cianchetti, che carezza i paesaggi metropolitani di Roma altrettanto bene che le lande desolate tunisine sconvolte dal conflitto ivi rappresentato teatralmente. La scenografia di Maurizio Sabatini è abbastanza persuasiva e si distingue per un gusto amarognolo e agrodolce che gusta agli occhi dello spettatore. Nicola Piovani s’è occupato di comporre le musiche, e le sue arie fanno sempre sognare e procurano calore al cuore, come la struggente canzone interpretata da T. Waits al pianoforte nella scena iniziale del film. Non un capolavoro, ecco, ma un’opera che si prende sul serio e non manca di impressionare almeno parzialmente e con allegra positività, senza ricattare o annoiare. Prodotto dalla Melampo cinematografica. Premiato con due Nastri d’argento: miglior soggetto e migliore fotografia.
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fabolando
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mercoledì 3 luglio 2013
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solito benigni post-lavitaèbella
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...si poetico e contro la guerra, ma il film è lento, noioso e scontato.
Dopo la vita è bella (film molto bello ma non certo un capolavoro) Benigni ha perso la sua verve di comico demenziale per cercare a tutti i costi il film "profondo", che lo consacri fra i grandi del cinema, ma i risultati sono pessimi
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toty bottalla
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mercoledì 4 luglio 2012
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le favole di benigni!
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Sotto forma di favola il film ti coinvolge, anche se sai già come va a finire, ma pensa un po', proprio quando vittoria guarisce, come ulisse davanti a itaca, attilio torna indietro...beh! le medicine a baghdad non si trovano ma fiori e scarpe eh! avoglia, non sarà un grandissimo film ma benigni resta un "grande" buona la fotografia. Saluti.
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elizabeth 91
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domenica 24 luglio 2011
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buona la prima!
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Non era esattamente ciò che mi aspettavo. Benigni ha dato il suo massimo nel film 'La vita è bella' e tutta la drammacità e l'emozione l'ha lasciata lì, irripetibile.
Purtroppo 'La tigre e la neve' è solo una copia sbiadita del primo film citato. La guerra e il disperato tentativo di conquistare la donna dei sogni sono tematiche già viste e qui ripresentate in maniera poco fantasiosa. Perchè per noi quella donna l'ha già conquistata ne 'La vita è bella', è assurdo che cerchi di riconquistarla in un altro film e che riutilizzi le stesse bellissime frasi.
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giuseppeponticello
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giovedì 31 marzo 2011
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benigni e la poesia: la tigre e la neve
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La poesia è la miglior arma contro la guerra e la comicità è la miglior qualità di Roberto Benigni. Dopo il capolavoro de "La vita è bella" per cui vinse il premio Oscar, era piuttosto difficile non deludere le aspettative del suo pubblico, di quel pubblico che lo segue da anni e da anni apprezza i suoi lavori, i suoi successi e anche i suoi film con meno successo come fu per Pinocchio. La Tigre e la neve è una pellicola che lascia incantati perchè arriva a toccare alcune corde sepolte dentro di noi, arriva in fondo con una delicatezza estrema, nessun monologo strappalacrime ma l'ingenuità e la comicità di un uomo che ama profondamente quella donna, la sua donna, Vittoria. L'inizio del film dettato dal matrimonio tra i due, un altare in un posto profano, la voce e la musica di Tom Waits che ci seguirà per tutto il film (colonna sonora stupenda "You Can Never Hold Back Spring ")e la promesse in rima della moglie che lo perseguierà in tutto il film.
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La poesia è la miglior arma contro la guerra e la comicità è la miglior qualità di Roberto Benigni. Dopo il capolavoro de "La vita è bella" per cui vinse il premio Oscar, era piuttosto difficile non deludere le aspettative del suo pubblico, di quel pubblico che lo segue da anni e da anni apprezza i suoi lavori, i suoi successi e anche i suoi film con meno successo come fu per Pinocchio. La Tigre e la neve è una pellicola che lascia incantati perchè arriva a toccare alcune corde sepolte dentro di noi, arriva in fondo con una delicatezza estrema, nessun monologo strappalacrime ma l'ingenuità e la comicità di un uomo che ama profondamente quella donna, la sua donna, Vittoria. L'inizio del film dettato dal matrimonio tra i due, un altare in un posto profano, la voce e la musica di Tom Waits che ci seguirà per tutto il film (colonna sonora stupenda "You Can Never Hold Back Spring ")e la promesse in rima della moglie che lo perseguierà in tutto il film. Un poeta, come Dante lo stesso dice ai soldati, che gira tra i campi minati di Baghdad per dare al suo unico amore la speranza di poter continuare a vivere perchè senza di lei "tutta questa sceneggiata del sole che gira intorno alla terra per lui non ha più senso". La delicatezza trova il suo apice quando la donna per cui ha rischiato la vita scopre che è stato proprio lui il misterioso salvatore solo tramite che collanina che aveva perso a Baghdad, terra della sua desolazione, terra distrutta, terra lontana. La sceneggiatura firmata dallo stesso Benigni e dal suo fedele Cerami è stupenda, la regia dello stesso Benigni stupenda, prodotto dalla moglie sia nella vita che nel film Nicoletta Braschi; le scenografie anche loro sono stupende e delicate, l'altare iniziale è minimalista come un matrimonio debba essere, il resto tutta in una Roma ben incorniciata e le riprese a Baghdad son state fatte in Tunisia e come non rimanere affascinati nell'inquadratura dei due poeti seduti uno accanto all'altro a guardare il cielo stellato e illuminato dai missili mentre la testa del dittatore giace ai suoi piedi.GLi americani non hanno accolto bene questo film, pochi incassi statenutensi, non c'è da stupirsi, il tema è un pò scomodo mostra la loro invasione in una terra già deserta di suo e poi giusta battuta di Benigni quando con lo scacciamoschedice dice alla moglie in coma di aver trovato trovato l'arma di distruzione di massa, l'unica che posseggono. Personalmente amo Benigni, per me è patrimonio nazionale, trovo la sua interpretazione unica, mi piace molto l'interpretazione della Braschi, sileziosa ma espressiva, e in fine adoro questo film; la poesia che contiene èla migliore della armi possibili contro la guerra, molti americani non avranno capito, ma si sa la poesia è difficile da tradurre.
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lady libro
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domenica 6 marzo 2011
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grazie maestro!
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Roberto Benigni ha realizzato il suo ennesimo capolavoro.
Mi è piaciuto moltissimo, perchè l'ho trovato molto poetico, ricco di sensibilità ed emozionante come pochi film al mondo.
Ovviamente, oltre alle tematiche profonde, non mancano mai le sue simpatiche gag comiche che divertono sempre.
Recita e dirige da favola, non ci sono parole per descrivere le sue splendide capacità (che sono tante per essere elencate...)
Anche Jean Reno è stato veramente bravo.
Tutto l'opposto, invece, è Nicoletta Braschi che proprio non riesce a recitare e non è minimamente capace: è inespressiva, non cambia mai tono di voce quando interpreta diversi stati d'animo, è rigida come un pezzo di legno nei movimenti e non sa dare nemmeno un po' di personalità ai ruoli da lei interpretati (anche se la sua perfomance peggiore, a mio parere, l'ha data ne "Il piccolo diavolo").
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Roberto Benigni ha realizzato il suo ennesimo capolavoro.
Mi è piaciuto moltissimo, perchè l'ho trovato molto poetico, ricco di sensibilità ed emozionante come pochi film al mondo.
Ovviamente, oltre alle tematiche profonde, non mancano mai le sue simpatiche gag comiche che divertono sempre.
Recita e dirige da favola, non ci sono parole per descrivere le sue splendide capacità (che sono tante per essere elencate...)
Anche Jean Reno è stato veramente bravo.
Tutto l'opposto, invece, è Nicoletta Braschi che proprio non riesce a recitare e non è minimamente capace: è inespressiva, non cambia mai tono di voce quando interpreta diversi stati d'animo, è rigida come un pezzo di legno nei movimenti e non sa dare nemmeno un po' di personalità ai ruoli da lei interpretati (anche se la sua perfomance peggiore, a mio parere, l'ha data ne "Il piccolo diavolo"). E'quella che rovina sempre i film di Benigni ma, per fortuna, ci pensa la magia dell'amore a risolvere tutto.
Le scenografie sono bellissime e ben realizzate.
Grazie Maestro per questo stupendo film!
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(di lady libro)
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qiovanni
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lunedì 31 gennaio 2011
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benigni ci mette tutto se stesso.
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Un film dove Benigni esprime tutto se stesso, in modo poetico, emozionante, fantasioso, buffo, geniale, addirittura profetico.
Un prodotto non ben reclamizzato, sembrava un film che volesse vivere sulla scia del successo di "La vita è bella" , insomma mi aspettavo qualcosa di diverso e sono rimasto piacevolmente sorpreso.
Certamente La vita è bella è un prodotto molto piu commercializzabile e più importante dato il tema che ha affrontato, ma a mio parere "La tigre e la neve" è un espressione migliore del talento e la profondità d'animo di Roberto Benigni.
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conte di bismantova
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venerdì 28 maggio 2010
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poesia totale
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l'insegnamento su cos'è la poesia, quell'appello ad innamorarsi, il disperato appello a quel farmacista anziano che diventa monologo sull'inutilità della vita senza amore, la fotografia di una zona di guerra che rende l'idea sotto quelle braccia con le sciabole, la figura struggente di Fuad, quella magica di Tom Waits. Un film immenso, se non come opera cinematografica almeno come poesia d'amore. Per l'amata, per il mondo, per gli uomini, per la vita. Non ho altro da aggiungere, chi non ama questo cinema è troppo distante da me per un confronto, in nessuna sala ci litigheremo scranno e popcorn, di sicuro.
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egyfilm
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venerdì 8 gennaio 2010
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bello
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Io lo visto ieri sera, mi è piaciuto molto.
Mi piaciuto tanto, la scena soprattutto dove (Benigni) cercava di salvare (Nicoletta Braschi, che nella vita vera è sua moglie) e poi ci riuscì.
Quella scena è la più bela di tutte.
Chiunque non l'abbia visto se lo veda subito!
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pischio
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domenica 27 aprile 2008
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quello non è un film ma una poesia!
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Bisogna ammetterlo questo è un altro capolavoro di Benigni.
Molte frasi sono dedicate alla vita di tutti i giorni in oltre un cast veramente eccezzionale.
nella prima ora del film il titolo sembra non centrare con il film ma Benigni ha usato una tecnica poco usata nel cinema e molto nei libri, cioè fà capire il titolo nelle ultime righe.
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