Anno | 2025 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Germania, Italia |
Durata | 113 minuti |
Regia di | Alissa Jung |
Attori | Luca Marinelli, Joy Falletti Cardillo, Arturo Gabbriellini, Juli Grabenhenrich Gaia Rinaldi. |
Uscita | giovedì 15 maggio 2025 |
Tag | Da vedere 2025 |
Distribuzione | Vision Distribution |
MYmonetro | 3,34 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 25 marzo 2025
Un padre non ha la minima idea di come reagire quando si ritrova davanti Leo, la figlia tedesca adolescente mai conosciuta.
CONSIGLIATO SÌ
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Quando scopre di avere un padre italiano, l'adolescente tedesca Leo prende il primo treno per l'Italia, smaniosa di conoscerlo. Incontrerà Paolo, un uomo sorpreso e impaurito, che non sa minimamente come rapportarsi a lei e come giustificare un'assenza così importante dalla sua vita. Nel frattempo Leo stringerà amicizia con Edoardo, un ragazzo incompreso dal padre violento, e con la piccola Emilia, altra figlia - questa volta riconosciuta e considerata come tale- di Paolo.
È un coming of age energico, insieme tenero e rabbioso Paternal Leave, film che segna il debutto dietro la cinepresa di Alissa Jung, moglie di Luca Marinelli. L'attore, non nuovo a esperienze internazionali tra Le otto montagne, Trust e M. Il Figlio del secolo, interpreta qui il non facile ruolo di Paolo, padre tutt'altro che nato per esserlo.
Inadeguato, vulnerabile, irrisolto, non ha la minima idea di come reagire quando si ritrova davanti Leo, la figlia tedesca adolescente mai conosciuta. La interpreta in modo convincente e misurato Juli Grabenhenrich, anche lei al suo debutto sullo schermo. Il rapporto tra Leo e Paolo è da subito altalenante, complicato, fatto di improvvisazioni, goffaggini, recriminazioni e paure. Paura dell'ennesimo rifiuto da parte della figlia, che non capisce come mai suo padre non abbia voluto conoscerla e crescerla. Come mai non abbia voluto farle da padre, mentre con la piccola Emilia, nata da una nuova relazione, sembra riuscirci. Paura anche da parte del padre, perché Paolo non sa proprio che pesci prendere. Troppo semplice liquidarlo come "immaturo", è un uomo poco incline ad assumersi le proprie responsabilità e molto tendente alla fuga. Ma scappare può essere una soluzione momentanea, non è mai risolutiva, la paura deve essere affrontata. Ecco che il coming of age diventa di entrambi, figlia e padre, adolescente e adulto in formazione a confronto, dentro un doloroso gioco di specchi che la regista ha il merito di portare sullo schermo con sobrietà, misura e senza retorica. A parte qualche urlo di troppo alla Muccino, funziona il racconto di questo rapporto tutto da costruire che si nutre di paste improvvisate, canzoni, bagni, illustrazioni di tatuaggi, sorrisi e silenzi condivisi.
Jung firma un dramma familiare a tratti molto duro, con un padre che si ostina a ricadere nell'errore e nascondere a tutti questa figlia ritrovata e il dolore di quest'ultima, che sente tutto il peso dell'impropria etichetta dell'errore. Ma anziché firmare un film "camera e cucina", la regista ha il merito di far respirare i suoi personaggi, e il pubblico con loro, attraverso campi lunghi, panorami ampi, spazi romagnoli in cui perdersi con lo sguardo, come fanno in diverse scene i protagonisti, gettando lo sguardo verso il mare o i fenicotteri. Pur essendoci altri personaggi significativi nel mezzo, come il fattorino Edoardo (Arturo Gabbriellini) che fa da compagnia e da spalla alla protagonista, condividendo con lei le difficoltà con la figura paterna, il focus del film sta tutto nella relazione a due tra figlia e padre, imperfetta, difettosa, frangibile che sa trovare la sua verità taciuta - e la sua emozione - in un abbraccio insperato. Guai ad alzarsi ai titoli di coda: oltre alle foto di backstage, c'è la voce di Marinelli che delizia il pubblico interpretando il poetico brano di Giorgio Poi "Solo per gioco" che racchiude bene il senso del film: "E tutte le paure/ Certo spariranno in un momento/ E ridere per questo/ Vivere per questo, diventare questo".
Luca Marinelli torna a recitare col suo volto, riposto il trucco di M - Il figlio del secolo, nell'esordio al lungometraggio della moglie e attrice Alissa Jung, Paternal Leave, coproduzione italo-tedesca presentata alla Berlinale nella sezione Generation 14Plus, prossimamente nelle sale italiane. Un film archetipo, basato sul topos immortale del padre e figlia sconosciuti tra loro, che percorre e rimette [...] Vai alla recensione »
Sullo sfondo delle saline e delle paludi di Comacchio, a Nord di Ravenna, si svolge la storia di Paternal Leave, il film di esordio di Alissa Jung, girato quasi tutto in lingua inglese. È in queste acque fangose sulla costa, che i fenicotteri rosa rimangono ora, grazie alle temperature miti dell'inverno marino e senza più bisogno di migrare, anche d'inverno.
E' noto come spesso, nelle situazioni di tensione familiare o di stallo emotivo, i bambini più piccoli siano in grado di assumere la leadership del momento, portando gli adulti a prendere decisioni e a smuovere incertezze nell'arco di pochi attimi, quando i piccoli assumono senza esitazioni un comportamento deciso e diretto: ed è esattamente quello che accade, nel bell'esordio di Alissa Jung, all'interno [...] Vai alla recensione »