
Anno | 2025 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Louise Hémon |
Attori | Samuel Kircher, Galatéa Bellugi, Matthieu Lucci, Sharif Andoura . |
Tag | Da vedere 2025 |
MYmonetro | 3,75 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 15 maggio 2025
Nel 1899, una giovane insegnante arriva in un remoto villaggio alpino e porta modernità, ma si scontra con credenze oscure e misteri nascosti.
CONSIGLIATO SÌ
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È una notte tempestosa dell'inverno 1899 quando Aimée, una giovane ed emancipata insegnante, arriva in un villaggio innevato sperduto tra le Alpi italo-francesi. Vincendo l'iniziale diffidenza degli abitanti locali, Aimée inizia a diffondere una certa modernità di pensiero laddove ancora resistono oscure credenze. Ma nulla è come sembra... Il sibilo del vento in tormenta rompe i silenzi delle nevi alpine. È buio pesto, ma sullo sfondo compaiono due minuscole luci che si avvicinano al punto di osservazione. Sembrano occhi accesi pronti a illuminare l'oscurità. La sensazione è confermata dall'approssimarsi del soggetto in scena: il volto luminosissimo di una giovane donna riceve ed emana luce, gli occhi chiari e grandi esprimono più curiosità che timidezza.
Si dice che la qualità di un film sia già contenuta nella prima inquadratura. Nel caso de L'engloutie si può dire che la sua regista abbia già le idee chiarissime rispetto a quanto andrà a raccontare.
Perché l'esordio nel "lungo" di finzione di Louise Hémon è una sofisticata opera di contrasti, polarizzata tra il nero assoluto e il bianco abbacinante, tra i silenzi e i suoni/musiche assordanti, tra la civiltà e la forza irresistibile della wilderness, tra il buio delle antiche credenze e la luce della ragione. Intersezione fra generi e filoni consolidati - horror, thriller, feminist movie, sensual drama - senza dimenticare il documentario antropologico e sul folklore di cui è già composta parte della filmografia di Hémon, L'engloutie, che letteralmente significa "il sommerso" e si ispira a remote esperienze nella famiglia della cineasta, è soprattutto una fiaba nera che affonda negli abissi del mistero, delle inquietudini, del misticismo.
Anche la protagonista Aimée - incarnata da una perfetta Galatea Bellugi, dal volto e corpo "di-per-sé" luminosi - è e resta una figura misteriosa e decisamente complessa benché le apparenze ne colorino i tratti razionali, colti, portatori dell'emancipazione che fiorirà col nuovo secolo, non casualmente celebrato in una vivace e caotica scena in cui si festeggia il passaggio di un'epoca. La modernità incombe ma il villaggio chiuso nel suo dialetto occitano e nelle sue tradizioni sembra non esserne intaccato. Anzi, è la giovane repubblicana a farsi contagiare dai balli, i canti, i bizzarri rituali, facendosi fatalmente attrarre da alcuni giovani del posto. Ma il mistero, si diceva, è chiamato a prevalere. È lo "shining" accecante della terra innevata a esaltarlo. Sicuramente nutrita dal gotico e dal realismo magico in letteratura e cinema, Hémon utilizza con grande maestria i codici "di genere" riuscendo a inserirli in una consapevolezza autoriale basata sulla potenza del fuori campo e su inquadrature interessanti, contrastive, certamente mai banali. Ne fa contrappunto una colonna musicale eccezionale capace di amplificare tensioni e sospensioni.
Nuova maestra per i bimbi di un microscopico villaggio alpino, alle soglie del 1900, la giovane mademoiselle Lazare tenta di inculcare nella comunità l'interesse per il francese, la geografia e la modernità che le ribolle dentro, con scarsi risultati. Ma a ribollire nel suo corpo è anche un desiderio divorante, più arcaico e illetterato dei suoi ordinati quaderni: Lazare incarna il futuro, il Novecento, [...] Vai alla recensione »
Cannes Aimée Lazare è una giovanissima maestra mandata a insegnare in un villaggio remoto delle Hautes Alpes, dove nel lungo inverno le donne si fermano a valle per lavorare come domestiche, e lassù rimangono solo gli uomini e i pochi bambini. La sua è una classe di cinque o sei allievi, lei insegna loro a leggere e a scrivere, sfidando gli sguardi poco amichevoli specie delle anziane del villaggio [...] Vai alla recensione »
Quando Aimée (Galatea Bellugi) arriva a Soudain, un piccolo borgo delle alpi francesi, per insegnare nella minuscola scuola locale, è una notte di tempesta del dicembre 1899. Un inizio da manuale, l'arrivo in una piccola comunità di un corpo estraneo, destinato a stravolgere gli eventi e diventare portatrice di cambiamento, a generare inquietudine ed a sfidare le regole abitudinarie del villaggio. Vai alla recensione »