
La storia di un cavaliere mongolo che si reiventa come performer. Presentato in Concorso alla 21. edizione delle Giornate degli Autori.
di Tommaso Tocci
I paesaggi di una Mongolia stepposa e invernale fanno da sfondo alla storia di Saina, mandriano alle prese con condizioni climatiche ed economiche che rendono sempre più insostenibile il suo lavoro e la sua esistenza. Mentre tutti intorno a lui sono costretti a vendere pecore e cavalli a causa della siccità che riduce le aree di pascolo, Saina si ostina a rimanere aggrappato alla vita del ranch in cui è cresciuto assieme al padre. Il contrasto tra la sua routine quotidiana e lo scenografico lavoro serale come cavallerizzo per degli spettacoli si fa sempre più critico.
Quello della regista Xiaoxuan Jiang è un percorso classico nel cinema d’autore contemporaneo: lavori notevoli nel cortometraggio, sviluppo di progetti nei lab dei festival internazionali, e infine un ritorno al luogo natale come spunto per il film d’esordio. La Mongolia, ritratta in un dramma delicato sulla resilienza, appare quindi filtrata da una prospettiva che si interroga sui compromessi necessari nella vita; lavoro e passione, persistenza e pragmatismo, autentica appartenenza e rappresentazione spettacolare.
{{PaginaCaricata()}}