
Titolo originale | Január 2 |
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Ungheria |
Durata | 86 minuti |
Regia di | Zsófia Szilágyi |
Attori | Csenge Jóvári, Zsuzsanna Konrád . |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento sabato 31 agosto 2024
Una donna lascia il marito e decide di andare via da casa. Ad aiutarla c'è la sua migliore amica.
CONSIGLIATO N.D.
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Klára lascia la sua abitazione ed ha molte cose da portare via. L'aiuta l'amica Ági che possiede un'auto. Saranno necessari diversi viaggi nel corso dei quali emergeranno dettagli delle vite di entrambe.
Una separazione posta sotto la lente di ingrandimento dello spettatore che, come Ági, osserva e cerca di capire.
Ci sono molti modi per raccontare una separazione e il cinema sembrava averceli proposti ormai tutti. In questo film di Zsófia Szilágyi assistiamo ad un'ulteriore lettura che risulta decisamente originale. Veniamo di fatto invitati ad accompagnare Klára in quella che apparentemente è solo una pratica che abbisogna di un mezzo di locomozione più o meno capiente e delle braccia di qualcuno che coadiuvi il trasporto. In realtà si tratta di un'operazione che implica un distacco profondo da persone e luoghi che finisce con il far emergere anche rancori mai sopiti e reazioni inattese. Ciò che però interessa maggiormente alla regia è la relazione tra le due amiche collocandola in una precisa datazione. Quel numero 2 ci ricorda che il Capodanno, con il suo seguito di festeggiamenti più o meno allegri e riusciti, sia appena trascorso. È in questo clima che veniamo chiamati a percorrere il tratto di strada tra la casa ormai da lasciare e la nuova abitazione di Klàra. Progressivamente finiamo con il conoscere, anche solo con due battute e poche azioni, le persone che la separazione coinvolge. Veniamo anche chiamati ad osservare le reazioni, spesso quasi imperscrutabili ma comunque presenti, dell'amica Ági la quale, a sua volta, non sta trascorrendo il periodo migliore della propria relazione di coppia.
Veniamo così immersi, pacco dopo pacco, scatolone dopo scatolone, in una situazione in cui la separazione diviene occasione per scrutare le reazioni degli esseri umani. A partire dai più piccoli, che occupano la parte iniziale del film, per arrivare a persone che finiscono con l'incontrarsi solo in questa occasione. Con in più un elemento che finisce con il divenire simbolico: chiavi che faticano ad aprire cancelli o porte quasi che volessero frapporre un ultimo ostacolo a un evento che si presenta come irreversibile nel momento in cui si sta verificando. Ági, così come gli spettatori, è chiamata ad osservare e ad ascoltare senza attribuire torti o ragioni (non avendone gli elementi) ma solo ed esclusivamente per cercare di capire quanto accade facendo propria la lezione eventualmente appresa.
Una separazione posta sotto la lente di ingrandimento dello spettatore che, come Ági, osserva e cerca di capire. Ci sono molti modi per raccontare una separazione e il cinema sembrava averceli proposti ormai tutti. In questo film di Zsófia Szilágyi assistiamo ad un’ulteriore lettura che risulta decisamente originale.
Veniamo immersi, pacco dopo pacco, scatolone dopo scatolone, in una situazione in cui la separazione diviene occasione per scrutare le reazioni degli esseri umani. A partire dai più piccoli, che occupano la parte iniziale del film, per arrivare a persone che finiscono con l’incontrarsi solo in questa occasione.
Ági, così come gli spettatori, è chiamata ad osservare e ad ascoltare senza attribuire torti o ragioni (non avendone gli elementi) ma solo ed esclusivamente per cercare di capire quanto accade facendo propria la lezione eventualmente appresa.