montefalcone antonio
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lunedì 15 aprile 2024
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sequel godibile, ma meno riuscito del precedente
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In “Ghostbusters: Minaccia Glaciale”, la famiglia Spengler torna dove tutto è iniziato, l’iconica caserma dei pompieri di New York, e si unisce agli Acchiappafantasmi originali che hanno sviluppato un laboratorio di ricerca top-secret per portare la lotta ai fantasmi a un livello superiore. Quando la scoperta di un antico artefatto scatenerà una forza malvagia, i vecchi e nuovi Ghostbusters dovranno unire le forze per proteggere la loro casa e salvare il mondo da una seconda era glaciale.
Cambio di regia per questo secondo film del nuovo franchise. Gil Kenan (regista del remake di “Poltergeist”), sostituisce (con meno inventiva) Jason Reitman, ma entrambi continuano a firmare la sceneggiatura proprio come avevano fatto con “Legacy”
Il nuovo capitolo è un’avventura vecchio stile che alterna spettacolo, azione e umorismo, esalta e l’importanza del lavoro di squadra e dei legami familiari (molto coinvolgenti le dinamiche familiari degli Spengler), e ci dice anche qualcosa sul mondo attuale in cui viviamo e sulle sue derive/disumanità.
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In “Ghostbusters: Minaccia Glaciale”, la famiglia Spengler torna dove tutto è iniziato, l’iconica caserma dei pompieri di New York, e si unisce agli Acchiappafantasmi originali che hanno sviluppato un laboratorio di ricerca top-secret per portare la lotta ai fantasmi a un livello superiore. Quando la scoperta di un antico artefatto scatenerà una forza malvagia, i vecchi e nuovi Ghostbusters dovranno unire le forze per proteggere la loro casa e salvare il mondo da una seconda era glaciale.
Cambio di regia per questo secondo film del nuovo franchise. Gil Kenan (regista del remake di “Poltergeist”), sostituisce (con meno inventiva) Jason Reitman, ma entrambi continuano a firmare la sceneggiatura proprio come avevano fatto con “Legacy”
Il nuovo capitolo è un’avventura vecchio stile che alterna spettacolo, azione e umorismo, esalta e l’importanza del lavoro di squadra e dei legami familiari (molto coinvolgenti le dinamiche familiari degli Spengler), e ci dice anche qualcosa sul mondo attuale in cui viviamo e sulle sue derive/disumanità.
La pellicola, ammiccante, citazionista e nostalgica (forse pure troppo), seppur divertente, godibile e tutto sommato accettabile, dà l’impressione di essere meno riuscita rispetto al capitolo precedente.
Appare in sé più incolore e insipida, senza particolari guizzi nella narrazione e nella messinscena, e, a parte un inizio molto efficace e alcune intriganti premesse, non offre sequenze e immagini incisive, perdendosi in una trama piuttosto piatta o poco interessante (che vede inoltre un basso livello d’intensità persino nell’umorismo, nei brividi, nella tensione e nel mistero legati alla minaccia glaciale).
Ci sono troppi personaggi e troppe sotto-trame eterogenee e separate tra loro che rischiano di far risultare prevedibile, contorto e approssimato il tutto; e stavolta quello che manca davvero, rispetto all’episodio precedente, è non soltanto un equilibrio di fondo, ma anche l’empatia tra la vecchia e la nuova generazione di acchiappa-fantasmi (i nuovi ghostbusters latitano ancora di approfondimento, mentre i vecchi sembrano lontani o svogliati – però le scene con il Ray Stantz di Dan Aykroyd sono tutte azzeccate; così come sentita e toccante è la dedica finale a Ivan Reitman, regista del film originale e padre di Jason, morto poco più di un paio di anni fa). Il problema principale è forse proprio nel punto di forza che è alla base del nuovo franchise. Se da una parte infatti la sceneggiatura continua a camminare nel solco della formula vincente a metà tra remake e reboot, tra operazione nostalgia/omaggio al passato e apertura al futuro, da un’altra parte questa formula inizia già a soffrire di ripetitività e mancanza di mordente e vera ispirazione.
In conclusione, “Ghostbusters: Frozen Empire” è nel complesso un film di modesta fattura che pur possedendo in sé alcuni motivi di intrattenimento e diversi momenti molto piacevoli, purtroppo funziona veramente solo in parte o a tratti. Voto (in decimi): 6
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fabal
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venerdì 26 aprile 2024
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la minaccia del troppo
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Dopo i fatti di Summerville, la famiglia Spengler si è trasferita nella storica caserma dei pompieri di New York e i Ghostbusters hanno ufficialemente ripreso la loro attività. Ai nuovi si affiancano due vecchie conoscenze: Winston, finanziatore del progetto, che insieme al buon vecchio Ray dirige un laboratorio di ricerca sul paranormale. Giovani e meno giovani dovranno affrontare una nuova minaccia e salvare New York come ai bei tempi.
Due stelle e mezzo. Nella sua costruzione narrativa tutt'altro che perfetta, Ghostbusters Legacy era stato comunque salvato dal commovente omaggio ad Harold Ramis: amore e citazionismo trasudavano da ogni parte nella pellicola creando un prodotto tutto sommato coinvolgente.
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Dopo i fatti di Summerville, la famiglia Spengler si è trasferita nella storica caserma dei pompieri di New York e i Ghostbusters hanno ufficialemente ripreso la loro attività. Ai nuovi si affiancano due vecchie conoscenze: Winston, finanziatore del progetto, che insieme al buon vecchio Ray dirige un laboratorio di ricerca sul paranormale. Giovani e meno giovani dovranno affrontare una nuova minaccia e salvare New York come ai bei tempi.
Due stelle e mezzo. Nella sua costruzione narrativa tutt'altro che perfetta, Ghostbusters Legacy era stato comunque salvato dal commovente omaggio ad Harold Ramis: amore e citazionismo trasudavano da ogni parte nella pellicola creando un prodotto tutto sommato coinvolgente.
A Minaccia glaciale, invece, non spetta il compito "rompere il ghiaccio": deve mostrare la nuova direzione del franchise, in cui giovani e vecchi personaggi affrontano un'inedita sfida paranormale.
L'inizio è convincente, nessuna introduzione passatista: vediamo un flashback che accenna al nuovo villain e poi la famigliola Spengler in attività tra le strade di Manhattan, a bordo dell'iconica Ecto 1, a caccia di un fantasma mai visto prima. I tempi sembrano giusti, la comparsa dei (tanti, troppi) personaggi non è dispersiva e anche i nostalgici più intransigenti possono tirare un sospiro di sollievo nel vedere che almeno il "cuore" degli Acchiappafantasmi pulsa ancora, perché il ruolo di Dan Aykryod è ben più che un semplice cameo. Anche le divagazioni sul passato sono garbate, non pappagallesche dei primi due film, scaldano il cuore senza intaccare la novità della storia.
A una convincente prima parte si affianca, però, uno sviluppo caotico che condensa nel poco tempo rimasto tutta la carne al fuoco offerta fin qui. I troppi passaggi per l'apparizione di Garraka tolgono fluidità a uno svolgimento già rallentato dalle lunghe sequenze in laboratorio e in biblioteca, a cui si aggiunge una non necessaria concessione al sentimentalismo nel rapporto tra Phoebe e la ragazza fantasma.
Nella seconda parte, purtroppo, i difetti tanto temuti e intuibili dai trailer (uno su tutti il sovrannumero dei personaggi) si fanno sentire eccome: l'azione, così come le linee di dialogo, diventano frammentate e sprecano (ahinoi) la presenza di Venkman, tanto attesa quanto sudata, ridotta a "gettone" così come quella di Janine. Persino Garraka, demone di spessore anche visivo, non viene sfruttato a dovere, comparendo troppo tardi quando ormai devono vincere i buoni, in un caotico scontro finale dove pure il "mastro di fuoco" sembra soltanto far numero.
Minaccia glaciale è, in buona sostanza, prigioniero del "troppo": non solo per la quantità di comprimari difficili da approfondire ma anche per una trama eccessivamente contorta che toglie il respiro, non al pubblico ma agli attori stessi. Le diverse velocità a cui corre Frozen Empire non ne fanno, tuttavia, un film da bocciare senza appello: aumentano semmai i rimpianti per un risultato che poteva essere decisamente migliore. E, nonostante le imperfezioni, l'obiettivo sembra raggiunto: il nuovo Ghostbusters è costruito come l'episodio di una nuova saga, in cui è stato dimostrato che Aykroyd e Hudson possono credibilmente stare al fianco dei protagonisti più giovani e generare altri possibili sequel.
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mjb83
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giovedì 18 aprile 2024
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incomprensibile la resa pratica del plot
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Il film ha la classica impostazione di una pellicola dove c'è un villain: la fase introduttiva, la conoscenza del nemico, la vittoria sul nemico. E fin qui, come in ogni Ghostbusters. Bene. Peccato che ogni tempo tecnico è decisamente fuori luogo. A parte l'inizio dove tutto scorre piacevolmente, dopo i primi cinque minuti cala l'attenzione. Inizia una lenta e lunga fase che non ha nessun "spike" sul pubblico. I due Ghostbusters adulti, la madre e il prof. Gruberson, sembrano stare lì quasi per sbaglio. La retorica woke che esce fuori dal rapporto fra Phoebe e l'amica fantasma (in una sorta di amicizia che quasi sfocia in amore) è stucchevole. Il villain dura in tutto 21' da quando si sprigiona la sua essenza.
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Il film ha la classica impostazione di una pellicola dove c'è un villain: la fase introduttiva, la conoscenza del nemico, la vittoria sul nemico. E fin qui, come in ogni Ghostbusters. Bene. Peccato che ogni tempo tecnico è decisamente fuori luogo. A parte l'inizio dove tutto scorre piacevolmente, dopo i primi cinque minuti cala l'attenzione. Inizia una lenta e lunga fase che non ha nessun "spike" sul pubblico. I due Ghostbusters adulti, la madre e il prof. Gruberson, sembrano stare lì quasi per sbaglio. La retorica woke che esce fuori dal rapporto fra Phoebe e l'amica fantasma (in una sorta di amicizia che quasi sfocia in amore) è stucchevole. Il villain dura in tutto 21' da quando si sprigiona la sua essenza. A morire ci mette due minuti e in maniera banale. Il ruolo dei vecchi Ghostbusters è marginale, addirittura Venkman sembra partecipare alle azioni come un anziano in piena senilità che entra in una stanza non sapendo cosa accade. Il sindaco Peck, l'ex ambientalista, anche stavolta vuole togliergli la licenza da acchiappafantasmi senza motivo, solo per partito preso. Risbuca alla fine del film continuando a rompere l'anima, per poi rimangiarsi ciò che dice quando viene incalzato dai Ghostbusters stessi e dalla gente fuori la caserma appena ucciso il demone. E la gente che inneggia ai Ghostbusters neanche sa cosa sia accaduto dentro la caserma, li acclamano quando escono senza capire nulla. Patetico. Bello il villain, bello il mastro di fuoco, bella l'idea della nuova generazione di GB e dello studio scientifico del paranormale dotato di uffici e laboratori, ma il film è veramente girato coi piedi. In confronto il Ghostbusters al femminile è un vero capolavoro.
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