Nata per te

Nato nel Centro sperimentale il talento diretto di Luca ( e Alba)

La commozione può essere un metro di giudizio di un film? Se siamo seduti al buio davanti allo schermo e d'improvviso ci emozioniamo profondamente per quella storia, per quelle immagini, siamo solo spettatori fragili di nervi oppure il film ha colpito il segno, riuscendo persino a inumidirci il ciglio per un momento? Credo che Fabio Molli abbia girato un'opera davvero convincente, capace di farmi palpitare sotto la pellaccia ruvida di " critico cinematografico". Il male spesso è avvincente, ma spesso il bene è commovente: " Nata per me" non è affatto un film buonista con violini e pedale spinto al massimo sulle facili emozioni, è un'opera che ha senso della misura, compostezza, ma che sa come arrivare al cuore. In breve la vicenda, una storia realmente accaduta e già raccontata da Luca Trapanese in un libro edito da Einaudi: un uomo single, proprio Luca, vuole adottare una bambina subito abbandonata dalla madre, lui è gay e la bambina ha la sindrome down. Luca è una persona perbene, un cattolico che si è prodigato nel volontariato e che ora lavora in un centro per disabili. È stato in seminario perché voleva farsi prete, ma poi ha capito che la sua strada era diversa: continua a frequentare la chiesa e a pregare, continua a sentire la necessità di dedicarsi agli altri, ad amare i più sfortunati, però la giudice che decide le adozioni non lo considera un padre affidabile, vorrebbe una famiglia tradizionale per Alba, la neonata, anche se tutte le famiglie contattate si sono tirate indietro davanti alla possibilità di adozione. Luca non demorde, trova un'avvocata un po' squinternata ma decisa ad aiutarlo fino in fondo. E così Luca riesce a ottenere un affido temporaneo, solo un mese, poi si vedrà. Le scene tra quel padre amoroso e impacciato, che si dispera perché la bambina piange a dirotto e non vuole mangiare, sono le più toccanti. Un uomo solo, una bambina sola, entrambi guardati con sospetto dal mondo e dalla giustizia, che improvvisamente diventano una nuova famiglia, capace di affrontare e superare ogni difficoltà. Ama e fa ciò che vuoi, diceva Sant'Agostino, perché chi ama non si sbaglia mai, va oltre le regole scritte sulla carta, oltre le leggi degli uomini, arrivando al centro della vita. Luca è sorretto dai suoi familiari, una madre straordinaria, un padre comprensivo, un fratello, tanti zii che provano ad aiutarlo in ogni modo, anche cambiando i pannolini e preparando il biberon. Ma più di tutti lo sostiene quell'avvocatessa, che capisce quello che neanche Luca ancora capisce, cioè che questa è una battaglia di civiltà, un viaggio verso un mondo migliore, perché " un pezzo alla volta si arriva su Marte". E alla fine Alba verrà data in adozione a Luca, la bambina che nessuno voleva a un padre single e gay. Non c'è retorica nel film, tutto è asciutto, diretto, sincero, e gli spettatori si ritrovano accanto a Luca e ad Alba, convinti e commossi da quel bisogno d'amore. Un film da vedere assolutamente, da proiettare in prima serata su Rai Uno, perché sa raccontare una vicenda sociale come una grande e nobile avventura. Luca Molli ha studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia della Tuscolana, recentemente al centro di molte polemiche: e speriamo che quella scuola continui a formare nuovi registi, perché in questi anni ha cresciuto molti talenti.
Da La Repubblica, 14 ottobre 2023


di Marco Lodoli, 14 ottobre 2023