sergio dal maso
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martedì 16 gennaio 2024
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famiglie d''italia
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“L’unica famiglia è quella naturale: padre, madre e figli. Altre non ne esistono” (un politico)
“L’unica famiglia è quella felice” (un bambino)
Un ragazzo single e omosessuale, credente, in passato seminarista, operatore sociale nonché fondatore di una comunità che si occupa di disabili. Ha un profondo desiderio di paternità e il sogno di diventare genitore.
Una neonata con la sindrome di down, abbandonata in ospedale dalla madre dopo il parto e rifiutata da decine di coppie in attesa di un bambino da adottare.
Per la legge italiana le vite di Luca e Alba non avrebbero avuto nessuna possibilità di incontrarsi, l’adozione per i single non è prevista.
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“L’unica famiglia è quella naturale: padre, madre e figli. Altre non ne esistono” (un politico)
“L’unica famiglia è quella felice” (un bambino)
Un ragazzo single e omosessuale, credente, in passato seminarista, operatore sociale nonché fondatore di una comunità che si occupa di disabili. Ha un profondo desiderio di paternità e il sogno di diventare genitore.
Una neonata con la sindrome di down, abbandonata in ospedale dalla madre dopo il parto e rifiutata da decine di coppie in attesa di un bambino da adottare.
Per la legge italiana le vite di Luca e Alba non avrebbero avuto nessuna possibilità di incontrarsi, l’adozione per i single non è prevista. Dal punto di vista meramente giuridico, il destino di Alba, dopo l’ennesimo rifiuto da parte delle famiglie tradizionali, non poteva che essere l’assegnazione a un Istituto per bambini disabili.
E invece, a volte la vita riserva sorprese inaspettate, svolte imprevedibili. Nel buio di una legislazione sulle adozioni antiquata, la luce può filtrare tra le pieghe di un articolo di legge che ha lasciato un piccolo spiraglio aperto.
Nata per te è la storia di questo incontro impossibile, del coraggio e dell’ostinazione del protagonista e della pasionaria avvocata nel percorrere, un passo alla volta, un cammino impervio e apparentemente senza uscita. Ma l’adozione di Alba, la prima in Italia da parte di un single, è anzitutto una grande storia d’amore, un inno alla vita e alla speranza.
Assolutamente condivisibile la scelta del regista di evitare la polemica diretta o la conflittualità tra posizioni ideologiche difficilmente conciliabili, privilegiando invece una dimensione più intima e privata della vicenda. Non c’è nessuna frase urlata, la rabbia è trattenuta, trasformata in dialettica e in sentimento.
Il percorso giuridico è raccontato senza asprezza, con la consapevolezza che per raggiungere l’obiettivo “servirà costruire un pezzo alla volta, fino a Marte”.
Ne risulta un film dai toni gentili, delicato ed emozionante. A qualcuno è sembrato un po' buonista o patinato, in realtà la storia è vera in tutti i suoi passaggi e i protagonisti reali si sono pienamente riconosciuti nei personaggi.
Nata per te è anche, inevitabilmente, un film politico, nel senso più nobile del termine, perché racconta la trasformazione della società odierna affrontando tematiche importanti come l’omosessualità e la disabilità.
Proprio la disabilità, che per il regista “rappresenta il più grande tabù sociale di oggi, ormai più dell’omosessualità”, è uno dei temi centrali della storia. Alba, infatti, per la sindrome di down è stata rifiutata da più di venti coppie in attesa di adozione.
“Non ho mai visto la disabilità come un problema” racconta il vero Luca Trapanese“per me è sempre stata una ricchezza, una possibilità in più. Io non sono un eroe, sono al pari di tutti gli altri e quando ho scelto di diventare padre e iniziare il percorso per adottare Alba non immaginavo tutto questo. La mia è la storia di una famiglia e della possibilità di esserlo”. Il film, tra l’altro, è stato girato anche nella vera onlus da lui fondata, facendo partecipare alcuni ospiti della struttura.
Il protagonista del film, Pierluigi Gigante, ha passato molto tempo nella struttura per conoscere i ragazzi e per potersi rapportare con loro in modo naturale. Oltre alla sua interpretazione, toccante e credibile, anche gli altri personaggi, in particolar modo quelli femminili, sono ben costruiti e interpretati magnificamente, da Teresa Saponangelo, l’agguerrita avvocata mai doma, a Barbora Bobulova, la giudice inizialmente ligia al rigoroso rispetto della legge, fino ad Antonia Truppo, l’infermiera, e Iaia Forte, la madre di Luca.
Con Nata per te il regista Fabio Mollo è tornato alle tematiche a lui più congeniali, come il sentimento di paternità o le dinamiche famigliari, già raccontate nello splendido Il padre d’Italia e nel folgorante esordio Il sud è niente. Il regista calabrese non cerca la polemica ad effetto né il clamore mediatico fine a sé stesso, la sua via per i diritti è quella di raccontare l’umanità e i sentimenti. “Questo film è la storia di un uomo che vede il mondo con occhi diversi,” ha spiegato “capace di trasformare la disabilità in bellezza e l’impossibilità in realtà, è il trionfo dell’amore e della vita sulla follia di un sistema che invece di aiutare e sostenere i cittadini che vogliono fortemente costruire una famiglia attraverso l’adozione, li umilia.”
Il mio canto liberodi Lucio Battisti, intonato dal protagonista nel tentativo di cullare la figlia, ne è il manifesto più emozionante, un canto libero e sincero, dove il sentimento “nasce in mezzo al pianto e s'innalza altissimo, e vola sulle accuse della gente, a tutti i suoi retaggi indifferente, sorretto da un anelito d'amore, di vero amore.”
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clara stroppiana
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mercoledì 18 ottobre 2023
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nata per luca
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La vicenda era già nota perché raccontata nel libro autobiografico di Luca Trapanese e Luca Mercadante, uscito nel 2018 con il titolo Nata per te, titoloche il film ha mantenuto. All’epoca dei fatti, una decina di anni fa, se ne era occupata anche la cronaca per la sua eccezionalità: era la prima volta in Italia che una bambina non riconosciuta dalla madre alla nascita, veniva data in adozione ad un uomo single.
La piccola Alba è nata con la sindrome di Down, ma per la giudice (Barbara Bobulova) non conta che l’aspirante genitore abbia una lunga pratica con persone con varie tipologie di disabilità come volontario in una casa famiglia che le ospita.
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La vicenda era già nota perché raccontata nel libro autobiografico di Luca Trapanese e Luca Mercadante, uscito nel 2018 con il titolo Nata per te, titoloche il film ha mantenuto. All’epoca dei fatti, una decina di anni fa, se ne era occupata anche la cronaca per la sua eccezionalità: era la prima volta in Italia che una bambina non riconosciuta dalla madre alla nascita, veniva data in adozione ad un uomo single.
La piccola Alba è nata con la sindrome di Down, ma per la giudice (Barbara Bobulova) non conta che l’aspirante genitore abbia una lunga pratica con persone con varie tipologie di disabilità come volontario in una casa famiglia che le ospita. L’ostacolo considerato insormontabile è il fatto che egli non possa offrire neppure in futuro “una famiglia tradizionale” in quanto è single e gay. Non conta neppure che nel breve periodo di affido abbia stabilito un forte legame di affetto con la bambina accolta con gioia anche da tutta la cerchia parentale. La sua domanda verrà accettata dal Tribunale dei Minori soltanto dopo i ripetuti rifiuti di tante “famiglie tradizionali” a cui la piccola è stata proposta, e soprattutto grazie al lavoro di un’avvocata (Teresa Saponangelo) altrettanto determinata e tenace oltre che abile nel muoversi tra le pieghe della legge. Questa in breve la storia vera che Fabio Mollo ha scelto come soggetto del suo ultimo lungometraggio. La narrazione cronologica dei fatti però ogni tanto si ferma per spostarsi nel passato. Flashback in cui vediamo Luca adolescente che insieme all’amico del cuore si gode giorni di spensieratezza e grande vitalità. Purtroppo il rapporto si interrompe per un evento doloroso. Alle grida di un’allegria dirompente che accompagnavano le loro corse in motorino, oggi si sono sostituite le pedalate silenziose di Luca nei suoi percorsi quotidiani attraverso le strade di Napoli. La sua idea di paternità non condivisa dal compagno lo lascia di nuovo solo, ma un Luca più maturo, un Luca adulto, in quei ricordi ancora vivissimi ritrova l’entusiasmo e lo slancio per non arrendersi, la visione di un futuro in cui le promesse fatte a se stesso, oltre che all’amico, non vengano tradite. Una felice intuizione della sceneggiatura che illumina le tante sfaccettature della personalità di Trapanese, è anche un cattolico praticante con un passato da seminarista, forse più di quanto non faccia l’interpretazione di Pierluigi Gigante a tratti poco convincente. Il film ha comunque il grande pregio di mantenere viva l’attenzione su un problema sociale tutt’altro che risolto, come quello delle adozioni e sul dibattito intorno al significato da attribuire alla parola “famiglia” con o senza l’attributo “tradizionale”. Una bella storia di amore e di lotta con il lieto fine sottolineato dalle fotografie che accompagnano i titoli di coda in cui Luca e la figlia Alba, che oggi ha nove anni, sono ritratti insieme in tanti momenti felici.
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