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Dopo In Water, il regista coreano recupera la piena visione, ma sembra intenzionato a non lasciar altro che impronte leggere. Come un segno effimero. Chiusura della Quinzaine des cinéastes
di Aldo Spiniello Sentieri Selvaggi
C'era da temere che dopo le sfocature di In Water, Hong Sang-soo non fosse più in grado di recuperare la piena visione. Che ci costringesse, tra le nebbie dell'uveite, a non distinguere più i contorni delle cose, a uno smarrimento di percezioni inesatte, proiezioni e rappresentazioni forzate. Un naturale processo di consunzione degli occhi, dovuto magari all'eccessivo sforzo dei film girati senza posa, in tutta velocità, alla sfiancante ripetizione di messe in quadro, angolazioni, situazioni. Invece, con In Our Day, Hong Sang-soo ritrova uno sguardo nitido. [...]
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