| Titolo originale | Janain mualaqa |
| Anno | 2022 |
| Genere | Drammatico |
| Produzione | Iran, Palestina, Arabia Saudita, Egitto, Gran Bretagna |
| Durata | 117 minuti |
| Regia di | Ahmed Yassin Al Daradji |
| Attori | Jawad Al Shakarji, Akram Mazen Ali, Wissam Diyaa, Hussain Muhammad Jalil . |
| MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
|
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 31 agosto 2022
Due fratelli trovano una bambola gonfiabile tra i rifiuti e cominciano a sfruttarla.
|
CONSIGLIATO SÌ
|
Taha ha 28 anni e suo fratello As'ad 12. Si guadagnano da vivere frugando nei rifiuti della discarica che gli abitanti hanno denominato Giardini pensili. Quando As'ad trova una bambola gonfiabile americana e se ne vanta il fratello lo accusa di aver rovinato la loro già non proprio brillante reputazione. Ben presto comprende che può farla 'lavorare' facendole registrare, grazie anche alla malizia del quattordicenne Amir frasi provocanti che soddisfino i 'clienti'. Che si presentano numerosi fino a quando però non intervengono gli adulti di una banda che vuole rimettere a posto le cose secondo i propri codici.
La descrizione di una società degradata attraverso un'indagine sulla sessualità maschile.
Dopo le Twin Towers e l'11 settembre il pretesto che l'amministrazione Usa trovò per invadere l'Iraq fu quello della presenza delle armi di distruzione di massa. La missione sbandierata fu l'esportazione della democrazia. A giudicare da questo film l'impresa non è per nulla riuscita. Già lo sapevamo ma il descrivercelo attraverso una bambola gonfiabile 'americana' suona come una scelta decisamente amara.
Ahmed Yassin Al Daradji non poteva trovare un'immagine più pregnante di quella in cui si vede As'ad sul relitto di un carro armato con accanto l'oggetto del desiderio. Un desiderio che si esprime attraverso la contraddittorietà di un universo maschile e maschilista pronto ad umiliare il femminile perché fondamentalmente lo teme. Come Taha che spia, togliendo un mattone dal muro, la dirimpettaia non per vederla senza vestiti ma solo e semplicemente per vederla. Sapendo anche che la donna è consapevole ma senza avere il coraggio di esporsi anche perché in casa di lei la religione domina.
La confusione regna sovrana in questi maschi in qualsiasi fase dell'età evolutiva siano collocati. Per As'ad la bambola è una compagnia ma è anche un oggetto da sfruttare. Per il quale però, con un'ingenua contraddizione, pretende rispetto. Lui e il suo amico Amir arrivano perfino a pretendere un giuramento sul Corano da parte degli astanti quando pensano che qualcuno di loro sia coinvolto in un atto che gliela sottrae.
Giurare sul Corano per una prostituta? Sì. Perché anche se di gomma c'è bisogno di umanizzarla se la frustrazione sessuale domina incontrastata. Per poterla disprezzare e desiderare al contempo. Sullo sfondo, ed ampiamente esplorati nelle prime scene del film, restano i Giardini pensili, immagine di una società degradata il cui recupero appare estremamente lontano se non impossibile se lo sguardo maschile non muterà prospettiva. Magari iniziando da un bambino confuso ma con ancora un po' di purezza nel profondo.
Farne solo una questione di maschilismo e repressione sessuale, come la recensione di Zappoli, è riduttivo per un film estremamente poetico e intenso come HANGING GARDENS. La bambola è solo una metafora del desiderio, dove desiderio significa vita, gioia, bellezza. Infatti il protagonista non ha mai un moto di impulso sessuale verso di lei; lui si prende cura della bambola, la lava, la difende, la [...] Vai alla recensione »