brunetta56
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martedì 23 maggio 2023
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il film mi ha ricordato eevis
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Ciao a tutti
Avevo dimenticato !.... ma il film mi ha ricordato Elvis Presley. Lo vidi da razzina la prima volta in TV 68 nello special e poi nello spettacolo dalle Haway . Trovo che il film di Luhrman sia stato un capolavoro ... certo che per ampliare alcuni passaggi della vita di Elvis il film sarebbe durato almeno 6 ore.
Comunque 8 candidature all'Oscar e nemmeno uno vinto .. trovo che non sia stato giusto, l'Accademy non lo avrà conferito a Butler perchè attore emergente, ma il regista? Tom Hanks? (molto bravo come sempre) le sceneggiature? le colonne sonore? Ma!!!
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gigioncino
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giovedì 30 marzo 2023
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delusione
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Premetto che non sono riuscito, pur con tutta la buona volontà , a seguirlo fino alla fine. Difficile esprimere un giudizio del tutto negativo su un film che ha talmente entusiasmato il pubblico e la critica ( almeno così mi pare di aver capito....). Diamo due asterischi, quindi. Delusione Tom Hanks-produttore: forse l'eccessivo trucco lo ha reso una maschera amimica e incapace di trasmettere una qualsivoglia emozione o non emozione. Guardando il film non si riesce a capire chi fosse veramente Elvis ( ma magari non era quello l'intento) , cosa contasse per lui; manca del tutto la drammaticità della storia personale, i sentimenti che lo legavano alle persone che aveva attorno( ma magari nemmeno quello era l'intento del film.
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Premetto che non sono riuscito, pur con tutta la buona volontà , a seguirlo fino alla fine. Difficile esprimere un giudizio del tutto negativo su un film che ha talmente entusiasmato il pubblico e la critica ( almeno così mi pare di aver capito....). Diamo due asterischi, quindi. Delusione Tom Hanks-produttore: forse l'eccessivo trucco lo ha reso una maschera amimica e incapace di trasmettere una qualsivoglia emozione o non emozione. Guardando il film non si riesce a capire chi fosse veramente Elvis ( ma magari non era quello l'intento) , cosa contasse per lui; manca del tutto la drammaticità della storia personale, i sentimenti che lo legavano alle persone che aveva attorno( ma magari nemmeno quello era l'intento del film...e allora..?) La regia mi è parsa peraltro buona, ma rimane un film che comunque " non ti cattura".
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felicity
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giovedì 5 gennaio 2023
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l''anima del cantante ancor prima della sua storia
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L'Elvis di Buz Luhrmann non vuole essere storicamente accurato né addomesticato ai canoni del genere biopic. Il regista utilizza piuttosto le sue caratteristiche stilistiche per dar vita alla sua idea di Elvis, un supereroe della musica imprigionato in una gabbia dorata. Tra sfarzo, eccessi e virtuosismi, il film si svela come un'esperienza visiva unica, capace di emozionare e colpire nel profondo lo spettatore.
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ruger357mgm
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mercoledì 28 dicembre 2022
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il re è morto ma non é dimenticato
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....cantava il canadese Neil Young uscendo fuori dal blu, per concludere poi che il rock'n roll non morirà mai, aderendo lui pure, nonostante tutto, a quella che un altro eroe eponimo citato nella stessa canzone chiamava la grande truffa del rock and roll.Tutto bello per le groupies urlanti e per noi fatui fruitori del prodotto musicale, bello anche per chi sta sul palco ( per divertirsi e fare soldi) ma il business é un' altra cosa, le royalties, il merchandising , le ospitate, i concerti nei casinò di Las Vegas, poco filtra ma dalla maschera bonaria e pervicace del colonnello Parker, gratta gratta, la verità viene a galla. Chi diventa una rockstar lo fa per denaro, tutti lo sanno, anche i più puri, anche i più Maneskin, i De André.
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....cantava il canadese Neil Young uscendo fuori dal blu, per concludere poi che il rock'n roll non morirà mai, aderendo lui pure, nonostante tutto, a quella che un altro eroe eponimo citato nella stessa canzone chiamava la grande truffa del rock and roll.Tutto bello per le groupies urlanti e per noi fatui fruitori del prodotto musicale, bello anche per chi sta sul palco ( per divertirsi e fare soldi) ma il business é un' altra cosa, le royalties, il merchandising , le ospitate, i concerti nei casinò di Las Vegas, poco filtra ma dalla maschera bonaria e pervicace del colonnello Parker, gratta gratta, la verità viene a galla. Chi diventa una rockstar lo fa per denaro, tutti lo sanno, anche i più puri, anche i più Maneskin, i De André. Mai si è visto un artista su un palco che lo facesse a gratis.Certo ci vendono un prodotto e noi li ringraziamo, se il prodotto si riempie di poesia o dì contenuto politico che ci fa contenti più volentieri sborsiamo i nostri contanti, ma questo è.Baz lo rappresenta a modo suo, nel kitsch rutilante che gli é congeniale, può non piacere ma lui mette a nudo Re e Ciambellano, impietosamente e ci fa venire in mente Jimi, Janice, Jim, Michael, Roger, George, tutti più o meno vittime del peso di appartenere allo star system...Lode al protagonista, al perfido Hanks, alla fotografia e ovviamente alla musica, se ce ne fosse bisogno...
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enzo70
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sabato 1 ottobre 2022
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giusto tributo al re del rock & roll
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Dopo i successi di Bohemian Rhapsody e di Rocketman era giusto che il grande cinema dedicasse un film di cassetta all’uomo a partire dal quale tutto ha avuto inizio. E Baz Luhrmann seguendo le regole di Hollywood con un bel film, attraverso la voce fuori campo del Colonello Tom Parker, interpretato dal solito ottimo Tom Hanks, propone la storia del mito di Memphis. E la vita di Elvis e quella del suo manager si sovrappongono, da un lato un artista dotato di un incredibile talento e, dall’altro, un abile manager che non si fa scrupolo di strumentalizzare la vita di un ragazzo alle sue esigenze. Ottima l’interpretazione di Austin Butler che riesce perfettamente a rendere allo spettatore le diverse stagioni della breve vita di Elvis.
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Dopo i successi di Bohemian Rhapsody e di Rocketman era giusto che il grande cinema dedicasse un film di cassetta all’uomo a partire dal quale tutto ha avuto inizio. E Baz Luhrmann seguendo le regole di Hollywood con un bel film, attraverso la voce fuori campo del Colonello Tom Parker, interpretato dal solito ottimo Tom Hanks, propone la storia del mito di Memphis. E la vita di Elvis e quella del suo manager si sovrappongono, da un lato un artista dotato di un incredibile talento e, dall’altro, un abile manager che non si fa scrupolo di strumentalizzare la vita di un ragazzo alle sue esigenze. Ottima l’interpretazione di Austin Butler che riesce perfettamente a rendere allo spettatore le diverse stagioni della breve vita di Elvis. Al centro, chiaramente, la splendida e, ai tempi, rivoluzionario musica di Elvis Presley.
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giomo891
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giovedì 8 settembre 2022
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elvis o il colonnello parker? giomo891
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Elvis- Baz Luhrmann 2022- Giomo891
Elvis Presley è l’iconica leggenda che ha contribuito a definire una nuova era della musica, diventando noto come “il Re del Rock and Roll”. Il cantante contribuì a rendere popolare il sound rockabilly, che combinava il country con l’R&B e il blues della cultura nera per creare una musica che cambiò il panorama dell’industria musicale. Questa è "sinteticamente" la storia musicale del Re.
Ma il film di Luhrmann pare solo accennare a questa "indiscutibile" verità.
Il regista ha mostrato ed anche qui lo mostra di saper fare un biopic, anche di personaggi mitici e complessi come Presley, (rappresentato da Austin Butler, giovane cantante/attore, che "fa quel che può".
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Elvis- Baz Luhrmann 2022- Giomo891
Elvis Presley è l’iconica leggenda che ha contribuito a definire una nuova era della musica, diventando noto come “il Re del Rock and Roll”. Il cantante contribuì a rendere popolare il sound rockabilly, che combinava il country con l’R&B e il blues della cultura nera per creare una musica che cambiò il panorama dell’industria musicale. Questa è "sinteticamente" la storia musicale del Re.
Ma il film di Luhrmann pare solo accennare a questa "indiscutibile" verità.
Il regista ha mostrato ed anche qui lo mostra di saper fare un biopic, anche di personaggi mitici e complessi come Presley, (rappresentato da Austin Butler, giovane cantante/attore, che "fa quel che può"...), invece per 2/3 della lunga pellicola, sembra raccontare una storiella rosa e quasi/comica di come il Colonnello Parker, un discusso e strano (molto più di quello che era nella realtà)-un grande Tom Hanks- "imbonitore", scoperto il talento del giovane Elvis, lo fece diventare famoso ed unico su qualsiasi palcoscenico.
Poi il dissenso per motivi commerciali e la soluzione di compromesso del servizio militare in Germania, per aver scandalizzato con le sue mosse pelviche, uniche per la loro carica di sensualità, che accompagnavano la sua musica, la parte bigotta e razzista di un America non ancora pronta alla rivoluzione dei suoi ritmi, ammesse solo, per il loro pubblico di colore, ai neri ed inconcepibili per un cantante bianco.
Peccato che, nella narrazione di questo conflitto con i "costumi" e questa forma di "razzismo alla rovescia", il regista abbia tralasciato l'evento reale che pacifico' Elvis the pelvis con la censura, cioè quel film e quella stupenda canzone omonima, "Love me tender", che, come, per miracolo, con la sua dolcezza, si accattivo' per sempre l'apprezzamento delle tante madri in pena per le figlie, a causa delle scandalose mosse sensuali che accompagnavano la musica del cantante.
Invece, dopo una pausa del successo del cantante, che coincide con una noiosa pausa della pellicola, con filmati della tragica uccisione di Bob Kennedy ecc., il film riprende fiato: Elvis is Back, con gli spettacoli all'International Hotel.
Le ultime scene drammatiche del suo ultimo concerto nel 77 e l'ultima originale (che, tuttavia, pare mixata con l'attore protagonista del film) esibizione di Unchained Melody concludono una pellicola, come detto, ben riuscita solo in parte. Una frase resta però impressa, la dice-fuori campo- il Colonnello Parker: " Elvis dicono che è morto per i farmaci, per un infarto o forse per colpa mia...no, Elvis è morto perché vi amava troppo..."
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[+] le madri bigotte e love me tender lia lenzetti
(di lia lenzetti)
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mondolucio
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giovedì 25 agosto 2022
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elvis avrebbe ringraziato e gradito, ma...
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Raramente il buon Baz riesce a deludere (personalmente ne sono incantato sin da Ballroom), qui riesce a confermarsi e regalarci un tripudio di colori e musica e effetti, tutto sapientemente amalgamato così come il suo passato da deejay gli ha insegnato... TUTTAVIA, nonostante i primi 5 minuti da scuola di cinema (e musica), é un film che corre troppo e rallenta ingiustificatamente nell'ultima mezz'ora, per poi (fortunatamente) chiudersi in quella emozionante esibizione che non voglio assolutamente spoilerare. Sembra quasi una lepre che gareggia contro una tartaruga, fermata a riposarsi conscia di avere più di 2 ore di vantaggio e che si risveglia bruscamente accorgendosi anche di essere stata superata da tempo.
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Raramente il buon Baz riesce a deludere (personalmente ne sono incantato sin da Ballroom), qui riesce a confermarsi e regalarci un tripudio di colori e musica e effetti, tutto sapientemente amalgamato così come il suo passato da deejay gli ha insegnato... TUTTAVIA, nonostante i primi 5 minuti da scuola di cinema (e musica), é un film che corre troppo e rallenta ingiustificatamente nell'ultima mezz'ora, per poi (fortunatamente) chiudersi in quella emozionante esibizione che non voglio assolutamente spoilerare. Sembra quasi una lepre che gareggia contro una tartaruga, fermata a riposarsi conscia di avere più di 2 ore di vantaggio e che si risveglia bruscamente accorgendosi anche di essere stata superata da tempo... ma, a differenza della fiaba, riesce a recuperare in extremis e vincere di poco (spero di aver reso l'idea). Il ritmo forsennato viene davvero mantenuto per troppo tempo, più di 2 ore, cosa che rende un po' faticosa la visione, ciononostante rimane un film valido che si arrufiana facilmente il popolo USA e che farà mambassa di oscar senza ombra di dubbio. PS: vi prego, non parlate di "capolavoro" perché PALESEMENTE non lo è.
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paolorol
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lunedì 8 agosto 2022
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tanto rumore per nulla
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.....sicché secondo Zappoli questo filmaccione dovrebbe far pensare ? E a cosa, di grazia ? Forse a "quando finirá sto polpettone"? Sarebbe stato meglio trasformarlo, allungando ulteriormente il brodo, in una miniserie Netflix. Quella è la giusta collocazione di un bioptic/documentario che non ha nulla da offrire al di fuori di una sontuosa e ricca produzione. L'inizio del film è mirabolante e ti inganna, dandoti la falsa speranza di essere in procinto di assistere ad un capolavoro ineguagliabile Fotografia straordinaria, ambientazioni curatissime, montaggio serrato e catturante.. Ma poi la bolla di sapone scoppia e tutto il resto è noia.
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.....sicché secondo Zappoli questo filmaccione dovrebbe far pensare ? E a cosa, di grazia ? Forse a "quando finirá sto polpettone"? Sarebbe stato meglio trasformarlo, allungando ulteriormente il brodo, in una miniserie Netflix. Quella è la giusta collocazione di un bioptic/documentario che non ha nulla da offrire al di fuori di una sontuosa e ricca produzione. L'inizio del film è mirabolante e ti inganna, dandoti la falsa speranza di essere in procinto di assistere ad un capolavoro ineguagliabile Fotografia straordinaria, ambientazioni curatissime, montaggio serrato e catturante.. Ma poi la bolla di sapone scoppia e tutto il resto è noia. Il solito rischio legato alle agiografie contemporanee, un luogo pieno di insidie dal quale pare impossibile riuscire ad uscirne vivi..Elvis va a far buona compagnia a Freddie ed ad Elton. Tre fallimenti, tre operazioni inutili.
Che dire degli attori ? Tom Hanks, o quello che di lui si riesce ad intravedere sotto un trucco massiccio, è l'unico che si merita la sufficienza Butler non è nessuno. Un'interminabile esibizione in perfetto stile "Tale & Quale". Anche lui truccato di tutto punto da Elvis, con una voce intonata, sí, ma che non ha nulla a che vedere con quella di Elvis, con una discreta imitazione di passi e movenze ma lontanissimo da una qualsivoglia logica interpretativa. La sceneggiatura è inesistente, in sintonia con la struttura documentaristica del film. Ma perché allora non inserire piú sequenze originali, ricordarci chi era davvero Elvis e perché incantava le folle ? Assistere ad un'imitazione va bene per 5 minuti, facciamo anche 10, ma non per quasi tre ore! Sopraggiunge lo sbadiglio e ti viene voglia di uscire dal cinema. La cosiddetta "storia" poi proprio non sussiste Il fatto che sia raccontata dal punto di vista del sedicente Colonnello Parker aggiunge poco e niente. In sostanza una grande (e lunghissima...) delusione, sono all'ultimissimo minuto. Con un po' di campanilismo ci eravamo entusiasmati per il fatto che la colonna sonora includesse una traccia dei Maneskin.. Che in effetti esiste, tranne che é l'ultimissima, alla fine dei titoli di coda. In pochi arriveranno ad ascoltarla ed è un peccato perchè è una buona interpretazione di Damiano, che sotterra le imbarazzanti imitazioni del troppo osannato Butler, attorucolo di serie B.
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67user
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domenica 24 luglio 2022
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bello, veramente bello
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Un film che racconta la vita e la carriera, dai primi passi fino al tramonto, di una delle più grandi star della musica di tutti i tempi; ottima trama, magistralmente diretto e interpretato (non è certo facile reinterpretare il carisma di un personaggio di questo calibro), ti prende e ti tiene incollato alla poltrona fino alla fine, emozionando e senza mai cadere nel banale, raccontando, anzi, a tinte forti, anche il rovescio della medaglia nella vita di queste star.
SIcuramente da non perdere per gli appassionati e anche per chi si avvicina per la prima volta a uno dei più carismatici personaggi dello spettacolo a stelle e strisce.
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luca scialo
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venerdì 22 luglio 2022
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spettacolarizzazione di un uomo spettacolare
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Che il cinema di Baz Luhrmann fosse spettacolare, lo sapevamo già. Anche nel raccontare le storie più semplici. Pellicole come Romeo + Giulietta, Moulin Rouge o Il Grande Gatsby hanno lasciato il segno nell'immaginario collettivo. Ma con la presente pellicola ha raggiunto un livello superiore. Raccontare la vita di un personaggio famoso non è mai facile: cosa tralasciare? Cosa approfondire? Per non parlare del fatto che, alla fine, gli scontenti e i critici non mancheranno mai. Perché essere oggettivi, soprattutto quando si hanno grandi aspettative da fan o cultori della persona in questione, è impresa impossibile. Figuriamoci quando si tratta di una Leggenda come Elvis Aaron Presley, il single singer che ha venduto più dischi di tutti.
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Che il cinema di Baz Luhrmann fosse spettacolare, lo sapevamo già. Anche nel raccontare le storie più semplici. Pellicole come Romeo + Giulietta, Moulin Rouge o Il Grande Gatsby hanno lasciato il segno nell'immaginario collettivo. Ma con la presente pellicola ha raggiunto un livello superiore. Raccontare la vita di un personaggio famoso non è mai facile: cosa tralasciare? Cosa approfondire? Per non parlare del fatto che, alla fine, gli scontenti e i critici non mancheranno mai. Perché essere oggettivi, soprattutto quando si hanno grandi aspettative da fan o cultori della persona in questione, è impresa impossibile. Figuriamoci quando si tratta di una Leggenda come Elvis Aaron Presley, il single singer che ha venduto più dischi di tutti. Introducendo nella musica la spettacolarizzazione delle esibizioni e l'idolatria del cantante. Lurmann, come quasi sempre avviene in un Biopic, parte dalla fine. Ma di quella del suo manager, il Colonnello Parker. Nome d'arte di Andreas Cornelis van Kuijk, la cui vita già meriterebbe un film a parte. L'uomo, ormai prossimo alla morte, ripercorre tutta la sua vita. Partendo da quando era un imbonitore nel Circo fino all'incontro con Elvis, che cambiò la vita ad entrambi. L'uomo fece nascere il mito, ma forse lo portò all'estrema potenza, dimenticando che in fondo si trattasse di un semplice essere umano. Parker gestiva completamente la vita di Elvis, al punto di vietargli pure viaggi all'estero. Dopo una prima parte dai ritmi accelerati ed estremamente spettacolarizzata, il film rallenta e finisce per approfondire maggiormente l'Elvis privato. In mezzo a tante immagini ad effetto, le emozioni e i sentimenti riescono comunque ad emergere. Vengono così fuori le origini delle movenze e del talento di The Pelvis, grazie alla sua contaminazione con la cultura afro fin da bambino. Ma anche gli ultimi anni difficili della sua vita, quando ormai i farmaci e l'obesità avevano preso il sopravvento. Strepitosa l'interpretazione di Austin Butler, che ha anche utilizzato la propria voce. Mentre Tom Hancks forse è servito più come nome prestigioso da inserire nel cast. Poiché il trucco lo rende quasi irriconoscibile, dunque sprecato. Nel complesso, un film che è riuscito a coniugare esigenze di spettacolarizzazione con il dare comunque una sostanza ai sentimenti. Emozionante la scena finale dell'ultimo concerto di Elvis, tenutosi il 21 giugno del 1977, quando cantò Unchained Melody. A meno di un mese dalla morte. E chissà che non abbia ragione proprio il Colonnello Parker: ad uccidere Elvis è stato l'amore per il pubblico.
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