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Ultimo aggiornamento martedì 7 dicembre 2021
Una coppia di registi trascorre l'estate nei luoghi amati da Bergman. In Italia al Box Office Sull'Isola di Bergman ha incassato 45,7 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Chris e Tony si amano da molto tempo ma qualcosa è svanito senza danneggiare quello che rimane. Nella vita crescono una figlia e dirigono film. Lui scrive di fantasmi, lei di amori impossibili. In cerca di quiete e di un luogo separato per lavorare ai rispettivi progetti, sbarcano a Fårö, l'isola di Ingmar Bergman divenuta luogo di culto e di attrazione turistica per gli amanti del cinema. Si installano nella casa dell'autore svedese e dormono nel letto di Scene da un matrimonio, partecipano a proiezioni e tavole rotonde, fanno escursioni e scoprono i luoghi filmati da Bergman. Penna alla mano, avanzano nelle rispettive sceneggiature bruciando i confini tra realtà e finzione. La prima nutre la seconda sotto gli auspici dell'artista che venerano.
Bergman Island, il nuovo e luminoso film di Mia Hansen-Løve, è girato sotto l'influenza dell'autore svedese ma elude qualsiasi rischio, facendo un uso saggio della sua figura tutelare. Perché l'isola dove Ingmar Bergman ha vissuto e lavorato, dove i suoi personaggi dimoravano, si fa risorsa viva, riconfigurata incessantemente da una moltitudine di temi e scarti drammatici che rilanciano la narrazione.
A prova di creazione (artistica), Chris (Vicky Krieps) e Tony (Tim Roth) avanzano per piccoli tocchi lievi che registrano lo stato della coppia anni dopo il loro incontro. La tenerezza eterna, i gesti delicati, le attenzioni costanti, la loro è una sorta di amicizia amorosa da cui il sesso sembra singolarmente assente. E allora Chris sublima proiettando il suo film.
Lei lo scrive e noi lo vediamo. Nei paesaggi filmati si prolunga il viaggio interiore dell'eroina che immagina un duo idealmente romantico: Amy (Mia Wasikowska) e Joseph (Anders Danielsen Lie). La coppia, che ha vissuto una passione in passato, si riforma il tempo di un weekend, e del matrimonio di amici comuni sull'isola di Fårö. Amori reali o fantasmatici, non c'è che un solo mondo per tutte le storie, una sola isola per i vivi come per i morti.
La storia di Amy e Joseph si impone per un istante e prende tutta la luce, percepiamo l'intensità dei loro sentimenti, l'erotismo tra loro e insieme tutti i rimorsi, la tristezza, l'impossibilità. Ma il vero turbamento arriva a metà film, quando le narrazioni cominciano a intrecciarsi, indistinguibili l'una dall'altra, in una sovrapposizione dove attori e personaggi si fondono, creando una confusione eccitante. Quando Chris apre gli occhi, dopo essersi addormentata nella casa di Bergman, ha cambiato realtà e si trova davanti Anders Danielsen Lie, che non è più Joseph, il personaggio del suo film, ma Anders, l'attore del suo film. Il desiderio di Amy e Joseph sembra adesso quello di Chris e Anders.
Mia Hansen-Lø crea una porosità sorprendente tra le storie, realizzando un film teorico che parla nello stesso momento della sua autrice e della coppia che ha formato con Olivier Assayas.
Chris e Tony, Amy e Joseph, Chris e Anders, Mia e Olivier danzano tutti sulla tomba di un amore alla fine, invocando il cinema come 'soggetto' e sorgente di vita. Il cinema come modo di vivere nella vita reale, accanto ai personaggi di fantasia offerti dai film, come dai libri o da qualsiasi altra forma di rappresentazione artistica. Creature di finzione nate anche dall'immenso e complesso lavoro di Ingmar Bergman, che come Mia Hansen-Løve credeva nei fantasmi.
Bergman è dappertutto sull'isola, suggestiona i suoi ospiti e le loro creazioni, ma l'autrice la filma come un suo territorio, occupa la casa del regista svedese e il suo mulino, visita il suo museo e guarda il suo cinema nella sua sala privata. Da una realtà all'altra Bergman ritorna, dimora, resiste. Controverso e terribile, si invita nel talamo come al banchetto del matrimonio. Ma la luce di un'estate scandinava bagna Bergman Island e rifiuta la notte senza negare la sua esistenza. I demoni si trattengono ma non hanno più dimensioni sovrumane.
Mia Hansen-Løve prosegue il suo cinema di emozioni e di relazioni 'in minore'. Girando intorno, senza che questo sia un difetto, e infilando loop temporali, rifiuta il terrore di esistere e firma un film più sensuale che cerebrale. Con uno sguardo personale, così generoso da diventare universale, ci rimanda ai nostri sogni, ai nostri desideri, alle nostre scelte e al potere incandescente del nostro immaginario. Lontano dall'essere convitato di pietra, statua sepolcrale, Bergman ritorna sulla terra e balla sul singolo irresistibile degli Abba.
Da tanti anni conosco Mia HansenìLove. Di fama, non di fatto. Questo film, allora, si rivela un occasione per avvicinarsi a lei e all attrice Krieps, di nazionalita lussemburghese. Tuttavia, realizzando un opera apparentemente misurata, la Hansen--Love vola abbastanza alto, intrecciando una piccola- O grande- crisi di coppia, e la coesistenza di Arte E Reale.
Insomma..... Lui è gelido, fa il comprensivo ma non gl'importa nulla. Lei è in crisi, farebbe bene ad andarsene o a spaccare almeno un piatto.. Poi s'inserisce una storia che ha a che fare col passato di lei ma rimane incompleta e per concludere si termina con una specie di riflessione tra realtà e finzione, tra realtà e letteratura, tra realtà e cinema.
Mentre lo guardavo sinceramente mi sono un pò perso, me sembrato un film romantico, molto lineare, molto dolce, mix tra romantico e romanzato, penso più adatto ad un pubblico femminile, forse fuori luogo i nudi ed i disegni. All'uscita della proiezione una cliente donna sui 70 anni al telefono diceva che era bello, poi tutto è soggettivo, Per gli amanti del romantico penso [...] Vai alla recensione »
Se il capolavoro esistenzialista-huppertiano L'avenir era un'opera attorno a tutte le declinazioni di significato del concetto di "crisi", il settimo sigillo registico di Mia Hansen-Love, Bergman Island, ne è seguito ideale anche perché il precedente Maya è passato quasi totalmente inosservato. È stato un parto lungo, complicato. Innescato da una serie di considerazioni sull'ineffabilità del processo [...] Vai alla recensione »
Primo film in lingua inglese per la regista francese di origini danesi Mia Hansen-Løve, Sull'isola di Bergman, presentato in concorso al 74esimo Festival Di Cannes 2021, è un omaggio al cinema e a una delle sue icone mondiali, in un interessante dramma di relazioni interpersonali, in cui all'esplorazione delle dinamiche all'interno di una coppia apparentemente consolidata si alterna il percorso di [...] Vai alla recensione »
Chris e Tony hanno lasciato la figlia piccola a casa e si sono presi una vacanza-lavoro nell'isola di Fårö, dove Ingmar Bergman ha girato e vissuto, e dove tutto parla di lui. Chris (Tim Roth) è un regista acclamato, la sua compagna Tony (Vicky Krieps) una sceneggiatrice, e i due prendono alloggio nella casa di Bergman, nel letto dove fu girato "Scene da un matrimonio", mentre di giorno si dividono [...] Vai alla recensione »
È uno dei più originali e intriganti esempi di "cinema sul cinema" il nuovo film della 40enne regista francese Mia Hansen-Løve, già Orso d'argento a Berlino nel 2016 per "Le cose che verranno". Questo "Sull'isola di Bergman", in concorso a Cannes, sviluppa una magica vertigine - all'insegna del fascino della settima arte - fra i personaggi, la struttura narrativa e la location dove si svolge.
Metacinema sentimentale sotto il nume tutelare di Ingmar Bergman. Una coppia di cineasti va a cercare ispirazione per scrivere nuovi film proprio nella residenza del maestro svedese, nell'isola di Faro. Si capisce che i due sono in crisi: dormire nel letto di "Scene da un matrimonio" e vedere la proiezione di "Sussurri e grida" non li aiuterà. Niente esplode però nella loro relazione reale: le inquietudini, [...] Vai alla recensione »
Ingmar Bergman non porta bene alle coppie: "Scene da un matrimonio" è tutta vita vissuta, così realisticamente messa in scena che ci sentiamo tutti guardoni ( o almeno più del solito, il cinema lo è sempre - va pure detto che gli schermi sempre accesi sulle serie e i social attenuano la sensazione). Parliamo della versione originale con Liv Ullmann e Erland Josephson ( 1973), non del remake con Jessica [...] Vai alla recensione »
Molto raffinato, talvolta sin troppo minimalistico e meditativo ma tutto sommato all' altezza del credito raccolto dalla quarantenne regista francese Hansen-Love, Sull' isola di Bergman si modella sui percorsi turistici e psicologici di una coppia di cineasti che ha deciso di passare un' estate sull' isola di Faro, il buen retiro del sommo regista svedese Ingmar Bergman.
Aperto da immagini di repertorio che oscillano tra degrado urbano e violenza poliziesca, il film di Ruizpalacios (in Concorso a Berlino 2021) racconta per metà del suo minutaggio la storia di Teresa e Montoya, poliziotti di cui si ricostruiscono le vicende personali e i motivi che li hanno portati a entrare nelle forze dell'ordine. I due sono una coppia, ed è alla loro voce narrante che il film si [...] Vai alla recensione »
Sull'isola di Bergman una Faro trasformata in un turistico museo alla memoria approdano Tim Roth, regista di successo, e Vicky Krieps, sceneggiatrice: coppia legata da una controversa complicità artistico-amorosa, su cui aleggia l'ombra del Maestro svedese. Forse rispecchiando il rapporto con l'ex marito Olivier Assayas, Mia Hansen Love imbastisce queste «scene da un matrimonio» e le mette a confronto [...] Vai alla recensione »
Tempo fa seguivo una bellissima lezione su James Joyce dello scrittore Paolo Di Paolo, che parlando dell'Ulisse a un certo punto dice: "Per apprezzare l'Ulisse è necessario stringere un patto con il suo autore. E il patto è quello di essere disposti a non capire tutto di quest'opera". Ora, lungi da me paragonare Sull'isola di Bergman della regista francese Mia Hansen-Løve all'Ulisse di Joyce, ma di [...] Vai alla recensione »
È curioso pensare, nelle mode del cineturismo, che l' isola svedese di Faro viva anche del culto di Ingmar Bergman, il quale vi installò la sua dimora negli ultimi decenni di vita. I film del grande regista, e specie quelli dagli anni 60 in poi, non sembrano fatti per attrarre le folle nei luoghi in cui sono girati e immaginati. E anche i due protagonisti del film di Mia Hansen Løve, marito e moglie [...] Vai alla recensione »
L'«isola di Bergman» a cui allude il titolo del nuovo film di Mia Hansen Løve è naturalmente Farö dove il regista svedese ha abitato e realizzato molti dei suoi capolavori - e due documentari dedicati ai suoi abitanti. Era stato durante le riprese di Persona (1965) che Bergman, innamoratissimo di Liv Ullman, aveva deciso di far costruire una casa lì per andarci a vivere insieme a lei.
Ispirarsi a Fårö annusando l' aria di Bergman, nel letto di Scene di un matrimonio, al vento del molo di Come in uno specchio... e restare seri. Anzi, nel dramma d' ambiente tra stati d' animo esistenziali e crisi di coppia. Succede a due cineasti, lui celebrato, maturo (l' anafettivo Roth), lei giovane, incerta, bloccata su una love story che diventa film nel film.
Tony e Chris si ritagliano giorni a Faro, buen retiro del loro nume tutelare Ingmar Bergman. Da registi innamorati scrivono di sentimenti reali e immaginari. Fantasmi e sogni. Come l'idillio tra Amy e Joseph, rinato per un weekend e riesumato dal passato e dai ricordi. Poetica e talvolta scanzonata storia d'amore che corre fra cinema, scrittura e quotidianità intervallando gite turistiche, passioni [...] Vai alla recensione »
Chris e Tony sono una coppia di registi amanti del cinema di Ingmar Bergman che, in cerca di ispirazione, si trasferisce per un breve periodo sull'isola di Fårö, quella dove il grande maestro svedese girò alcuni dei suoi film più noti e dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Sull'isola la creatività dei due registi comincia a correre su binari diversi e a sviluppare percorsi sospesi tra immaginazion [...] Vai alla recensione »
Si mette in cantiere un film sulla vita di Anita Ekberg, e Anita sarà Monica Bellucci. The Girl in the Fountain scorre su due binari paralleli: da un lato c'è il documentario (come da manuale: immagini d'archivio + voci autorevoli), e dall'altro il mockumentary, un fasullo dietro le quinte per un film che non sarà mai. Il primo è corretto, ma senza guizzi: Anita viene incoronata miss Svezia, vola a [...] Vai alla recensione »
Chiunque conosca un poco il cinema e in particolare quello del grande Ingmar Bergman, ricorderà che l'Isola di Fårö è stato uno dei luoghi prediletti del massimo regista del cinema svedese (ed è del tutto riduttivo definirlo solo così) dove ha vissuto e dove ha girato diversi suoi film. Se non ci sbagliamo, sono perlomeno sei e non certo secondari anche in una filmografia ricchissima: Come in uno specchio [...] Vai alla recensione »
C'è una sorta di ironica malinconia che percorre l'ultimo film di Mia Hansen-Løve, che con tenerezza rivolge lo sguardo alla propria biografia, rimestando e attingendo dal rapporto con l'ex compagno Olivier Assayas. In concorso all'ultimo festival di Cannes e ospite della sezione Surprise al Torino Film Festival, Bergman Island si presenta come una riflessione metacinematografica sul processo creativo [...] Vai alla recensione »
Nel grande oceano trasversale del neorealismo proveniente dalle regioni meno ricche del pianeta trova la sua collocazione anche Lingui di Mahamat-Saleh Haroun, cineasta originario del Ciad invitato per la terza volta in concorso al Festival di Cannes 2021 (l'ultima volta era stato con Grigris) il cui nuovo film è adesso presentato nella sezione Fuori Concorso/Surprise dell'attuale Torino Film Festival. [...] Vai alla recensione »
Sognato per anni, Paul Verhoeven si presenta con questo Benedetta, film tanto entusiasmante quanto potente e moderno. Tutto costruito sul principio della sospensione dell'incredulità - i miracoli e le visioni vengono da Dio o sono il frutto di una messa in scena (del cinema)? - cui è opposta la santità della carne e delle sue pulsioni. Verhoeven gioca a tutto campo, l'ironia non è rivolta mai al Mistero [...] Vai alla recensione »
Il primo film in lingua inglese di Mia Hansen-Love, Bergman Island è un'immersione intima in un ambiente che spinge alla riflessione e all'ascolto di sé, grazie all'osservazione diretta del paesaggio stupendo in cui è girato. Perché due registi lasciano la loro casa per trasferirsi sei settimane sull'isola di Faro, dove visse per più di trent'anni Ingmar Bergman? Semplicemente per cercare l'ispirazione [...] Vai alla recensione »
In lizza per la Palma d'oro, invece, «Bergman Island» di Mia Hansen-Løve.Protagonista una coppia di autori cinematografici in cerca di ispirazione per i loro prossimi film. Fiduciosi di trovarla in un posto speciale, la coppia si ritira per l'estate sull'isola tanto cara al grande regista del cinema svedese Ingmar Bergman. Giunti sull'isola di Fårö, i due cercano di abbozzare qualche idea immersi nella [...] Vai alla recensione »
Chris e Tony (Tim Roth e Vicky Krieps) sono una coppia di registi. Li conosciamo a bordo di un piccolo aereo - su cui lei è disperatamente nervosa -, poi su una macchina a noleggio, con un navigatore che pronuncia a fatica la complessa toponomastica svedese, infine su un traghetto, a bordo del quale ammirano la vista della loro destinazione. La meta è Fårö, l'isola del Mar Baltico dove Ingmar Bergman [...] Vai alla recensione »
Ah, l'isola di Fårö. Luogo-rifugio di uno tra i più grandi cineasti del XX secolo, Ingmar Bergman, che lì girò anche sei dei suoi innumerevoli film (su tutti, Persona) e che oggi ospita la Fondazione che porta il suo nome oltre ad altri innumerevoli cimeli, vedi il letto di Scene da un matrimonio ("film dopo il quale milioni di persone divorziarono"), motivo di interesse per turisti appassionati che [...] Vai alla recensione »
Una coppia di registi americani si reca nell'isola di Fårö, sulle orme del grande regista svedese Ingmar Bergman, per trovare anche l'spirazione al loro prossimo film. La regista parigina affronta l'ennesimo sconfinamento tra realtà e finzione, dove la costruzione artistica si affaccia e si confonde con la quotidianità, in un corto circuito ormai piuttosto abusato.
Se al posto di Spike Lee a presiedere la giuria di Cannes ci fosse Woody Allen - cosa purtroppo impossibile in tempi di #MeToo - da bergmaniano di ferro gradirebbe molto "Bergman Island" di Mia Hansen - Love. Vera protagonista del film è l'isola di Faro, dove Bergman ha girato "Come in uno specchio", "Persona", "Vergogna", "Passione" e in parte "Scene da un matrimonio" , e dove ha vissuto per trentacinque [...] Vai alla recensione »