paolp78
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sabato 21 gennaio 2023
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ennesima versione, ma ben fatta
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Non deve essere facile riportare sullo schermo cinematografico un grande classico della letteratura, dopo che l’operazione è stata già realizzata numerose volte: le insidie maggiori sono i paragoni con le opere del passato e la difficoltà di essere originali.
La giovane regista Greta Gerwig affronta la sfida a viso aperto, decidendo di restare fedele al romanzo di Louisa May Alcott e concedendosi soltanto un espediente narrativo che si dimostra azzeccato per dare all’opera un taglio adeguato ai tempi moderni.
Emerge l’amore della regista americana per il romanzo della Alcott, di cui viene colto lo spirito e sono messi in risalto gli aspetti centrali: questa è la cifra stilistica caratterizzante dell’opera, che si presenta molto genuina ed autentica, capace di emozionare il pubblico.
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Non deve essere facile riportare sullo schermo cinematografico un grande classico della letteratura, dopo che l’operazione è stata già realizzata numerose volte: le insidie maggiori sono i paragoni con le opere del passato e la difficoltà di essere originali.
La giovane regista Greta Gerwig affronta la sfida a viso aperto, decidendo di restare fedele al romanzo di Louisa May Alcott e concedendosi soltanto un espediente narrativo che si dimostra azzeccato per dare all’opera un taglio adeguato ai tempi moderni.
Emerge l’amore della regista americana per il romanzo della Alcott, di cui viene colto lo spirito e sono messi in risalto gli aspetti centrali: questa è la cifra stilistica caratterizzante dell’opera, che si presenta molto genuina ed autentica, capace di emozionare il pubblico.
Molto buona la sceneggiatura firmata dalla stessa regista.
Curatissime scenografie, ambienti e costumi, questi ultimi premiati con l’Oscar.
Il cast è ricco e bene assortito. Su tutti si impone la bravissima Saoirse Ronan a cui è affidato il ruolo di Jo che diviene anche una specie di alter ego della Alcott; attraverso questo personaggio vengono inoltre sviluppate tematiche femministe che contribuiscono all’aggiornamento del romanzo rispetto ai tempi attuali.
Il resto del cast conta interpreti di fama e talento come i giovani ma già affermati Emma Watson e Timothée Chalamet, con quest’ultimo che aveva già lavorato con la Gerwig e la Ronan in “Lady Bird”, ed i maturi Meryl Streep, Laura Dern e Chris Cooper tutti molto bene in parte; meno nota invece la giovane Florence Pugh a cui è affidato l’importante ruolo di Amy, molto ben ricoperto. Si ricordano infine Eliza Scanlen, James Norton, Bob Odenkirk e l’attore francese Louis Garrel.
Benché il romanzo sia alla sua settima trasposizione cinematografica e la storia sia ben nota al pubblico, il film non ne risente, riuscendo a mantenersi vivo ed interessante fino alla fine.
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sellerone
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mercoledì 9 dicembre 2020
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donne... una volta piccole
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Versione 2019, un upgrade gradevole e che si adatta alla nuova visione della cinematografia, riprende una storia vecchia e famosissima, ma oggi anche i remake non sempre sono di successo. Bel film e niente di più, ma anche niente di meno.
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marione
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lunedì 18 maggio 2020
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carino,belle scene e ottima fotografia
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Con onestà e coraggio Greta Gerwig dichiara all'inizio la propria riscrittura del classico racconto. Ma troppi flashback rovinano la fluidità e l'emozione del racconto, l'approfondimento dei personaggi risulta a tratti superficiale per l'intento forte di dimostare le tesi moderniste, eccessive in una storia che si svolge a Concorde a metà dell'800. Brave le attrici, ottima la fotografia e le ambientazioni, ma ho apprezzato di più la miniserie del 2017 della BBC, più fedele, più approfondita anche grazie al maggior tempo (3 ore) ma soprattutto senza tanti fastidiosi viaggi nel tempo, fatti anche maluccio, le ragazze a 7 anni di distanza appaiono praticamente uguali, come se per loro il tempo che scorre e lascia il segno non esistesse.
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Con onestà e coraggio Greta Gerwig dichiara all'inizio la propria riscrittura del classico racconto. Ma troppi flashback rovinano la fluidità e l'emozione del racconto, l'approfondimento dei personaggi risulta a tratti superficiale per l'intento forte di dimostare le tesi moderniste, eccessive in una storia che si svolge a Concorde a metà dell'800. Brave le attrici, ottima la fotografia e le ambientazioni, ma ho apprezzato di più la miniserie del 2017 della BBC, più fedele, più approfondita anche grazie al maggior tempo (3 ore) ma soprattutto senza tanti fastidiosi viaggi nel tempo, fatti anche maluccio, le ragazze a 7 anni di distanza appaiono praticamente uguali, come se per loro il tempo che scorre e lascia il segno non esistesse.
Comunque piacevole, rivolto soprattutto a chi non conosce bene la storia delle sorelle March e lo spirito profondo dell'opera originale.
Altimenti è comprensibile che si rimanga delusi.
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felicity
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mercoledì 29 aprile 2020
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un'opera autoriale di grande ambizione
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Va riconosciuto il coraggio a Greta Gerwig per aver deciso di affrontare una volta di più Piccole donne, il capolavoro letterario di Louisa May Alcott.
La regista ci dà la sua versione di una storia senza tempo, che non ha mai smesso di parlare al nostro presente e, grazie all’audace scrittura e regia della Gerwig, rivive nei colori vivaci, nei magici paesaggi e nei romantici costumi del film.
Giocando sui tempi narrativi la giovane regista cerca di far sua una materia che resta in ogni caso troppo grande per le sue effettive capacità narrative e di messa in scena.
Il film si eleva dall’etichetta di remake, diventando un'opera autoriale, intima e personale.
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Va riconosciuto il coraggio a Greta Gerwig per aver deciso di affrontare una volta di più Piccole donne, il capolavoro letterario di Louisa May Alcott.
La regista ci dà la sua versione di una storia senza tempo, che non ha mai smesso di parlare al nostro presente e, grazie all’audace scrittura e regia della Gerwig, rivive nei colori vivaci, nei magici paesaggi e nei romantici costumi del film.
Giocando sui tempi narrativi la giovane regista cerca di far sua una materia che resta in ogni caso troppo grande per le sue effettive capacità narrative e di messa in scena.
Il film si eleva dall’etichetta di remake, diventando un'opera autoriale, intima e personale.
La potenza della storia infatti, permette di lasciarsi andare a una regia coraggiosa e matura, ma anche di prendersi qualche libertà in fase di scrittura della sceneggiatura. Non tutti apprezzeranno i cambiamenti operati sul soggetto ma, al di là delle differenze di trama, la linea narrativa adottata dalla Gerwig funziona benissimo. Alla linearità del libro della Alcott, la regista contrappone un ordine temporale spezzato.
Non disprezzabile il risultato anche perchè irradiato da alcune eccellenti interpretazioni, a partire da quelle fornite da Saoirse Ronan e Florence Pugh, rispettivamente nei ruoli di Jo e Amy. Laura Dern, per quanto sacrificata nel ruolo della madre, è sempre un piacere per gli occhi, e il discorso è ancor più valido per Meryl Streep, che interpreta la zia.
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barbi
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domenica 5 aprile 2020
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che delusione!niente a vedere con il film del 1994
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Sono cresciuta con piccole donne: romanzo, cartoni e film. Il capolavoro resta il film del 1994 che resta tuttora inarrivabile per fedeltà al romanzo sia nella scelta del cast che nella cura di sceneggiatura, costumi e musica.
Questo film, non mi è piaciuto. Non ho retto oltre i 15 minuti: Jo bionda con i capelli biondi e gli occhi azzurri?? Troppe imprecisioni arbitrari, salti avanti e indietro in una storia imprecisa... Non so se sia il doppiaggio ma a guardarlo, non mi spiego tanto entusiasmo, trovo sia un film mediocre come la recitazione di un cast che non lega con la storia; storia, costumi e sceneggiature non si parlano... Secondo me il film è trascinao dalla presenza di Meryl Streep e della martellante pubblicità.
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Sono cresciuta con piccole donne: romanzo, cartoni e film. Il capolavoro resta il film del 1994 che resta tuttora inarrivabile per fedeltà al romanzo sia nella scelta del cast che nella cura di sceneggiatura, costumi e musica.
Questo film, non mi è piaciuto. Non ho retto oltre i 15 minuti: Jo bionda con i capelli biondi e gli occhi azzurri?? Troppe imprecisioni arbitrari, salti avanti e indietro in una storia imprecisa... Non so se sia il doppiaggio ma a guardarlo, non mi spiego tanto entusiasmo, trovo sia un film mediocre come la recitazione di un cast che non lega con la storia; storia, costumi e sceneggiature non si parlano... Secondo me il film è trascinao dalla presenza di Meryl Streep e della martellante pubblicità... Aspettavo questo film con vrandi aspettative ed è stato deludente. Per rifarmi, mi sono riguardata il film del 1994...non ci sono paragoni!
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pia cocciolo
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martedì 31 marzo 2020
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quando il troppo stroppia
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Le numerose recensioni positive mi avevano fatto ben sperare per questo film, purtroppo devo dire di essere rimasta molto delusa. I continui salti temporali tolgono profondità e coerenza alle vicende (come si può capire lo stato d'animo di Laurie se, subito dopo essere stato respinto da Jo, lo si vede dichiararsi ad Amy?). Inoltre la voglia di libertà e d'indipendenza di Jo, che nel libro viene sì messa in risalto da alcune frasi, ma soprattutto emerge dai suoi comportamenti e dalle sue scelte di vita, qui viene esasperata con l'uso di frasi altisonanti ("il Signore non ha mai conosciuto me, sarà fatta la mia volontà", al posto di "se Iddio ci lascia beth, cercherò di amarlo e di servirlo per tutta la mia vita"), tanto da rendere il personaggio quasi arido.
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Le numerose recensioni positive mi avevano fatto ben sperare per questo film, purtroppo devo dire di essere rimasta molto delusa. I continui salti temporali tolgono profondità e coerenza alle vicende (come si può capire lo stato d'animo di Laurie se, subito dopo essere stato respinto da Jo, lo si vede dichiararsi ad Amy?). Inoltre la voglia di libertà e d'indipendenza di Jo, che nel libro viene sì messa in risalto da alcune frasi, ma soprattutto emerge dai suoi comportamenti e dalle sue scelte di vita, qui viene esasperata con l'uso di frasi altisonanti ("il Signore non ha mai conosciuto me, sarà fatta la mia volontà", al posto di "se Iddio ci lascia beth, cercherò di amarlo e di servirlo per tutta la mia vita"), tanto da rendere il personaggio quasi arido. Anche la scelta di anticipare a prima del fidanzamento con il professore la decisione di Jo di aprire la sua scuola ha il sapore dell'ennesimo tentativo di accentuare la sua autonomia, mentre nel libro Jo capisce che può continuare a sentirsi libera anche avendo un uomo al suo fianco, ma credo che questo messaggio non fosse abbastanza femministico per gli autori. Infine un cast poco credibile: Jo che sembra più grande di Meg e e molto più grande di Laurie, la mamma delle ragazze troppo giovane e senza la minima apparenza di donna povera e che vive di sacrifici e Beth interpretata da una ragazza dalle guance rosee che mal si concilia con l'immagine della ragazzina pallida consumata dalla malattia.
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cinefoglio
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venerdì 7 febbraio 2020
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istantanea di piccole donne
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Le parole stampate di un grande classico della letteratura prendono vita sotto forma di volti, suoni e palpitazioni in questo adattamento di Little Women firmato Gerwig.
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Le parole stampate di un grande classico della letteratura prendono vita sotto forma di volti, suoni e palpitazioni in questo adattamento di Little Women firmato Gerwig.
Piccole Donne è una pellicola che si adatta ai gusti ed ai generi di tutti, almeno questo è l’intento della regista, e ce lo dimostra nella manipolazione del testo originale e nella direzione dei suoi protagonisti - la performance delle abbondanti Star presenti è affascinante, con personaggi dai ruoli ben delineati.
In generale, una storia-romanzo che parla “universalmente” di crescita, navigando per i ruscelli ed i torrenti della vita di quattro ragazze, ci cattura l’arcipelago di amicizie e amori, intimamente tessuto dalla penna della Alcott, che vive intorno a loro.
Le musiche di Desplat accompagnano quelli che sono i due approcci visivo-emotivi del film: il caldo e dolce ricordo dell’adolescenza tratteggiata da una serie infinita di affreschi familiari dalla felicità spensierata - del “tutti sotto lo stesso tetto”.
Giustapposto, invece, il presente della vita adulta e matura, del “cavarsela con le proprie forze”, del ruolo attivo nella società - accompagnato dalla retorica-vincolo del matrimonio. Atmosfere grigie e fredde, specchio della nostalgia e delle delusioni, infantili aspettative che vanno in frantumi e lasciano vuoti che pregano di essere riempiti.
Rispetto alla sua opera prima (Lady Bird, 2017), questa volta Greta Gerwig confeziona una pellicola meno irriverente ed audace, mancando di quella irriverenza tipica di un strong female character come lo è stato, anche lì protagonista, Saoirse Ronan. Non per questo piccole donne difetta, dovendo innanzitutto gestire un budget decisamente più cospicuo con una storicizzazione più dettagliata - soprattutto nelle scenografie e nei costumi, ed una ricostruzione più accurata – essendo la sceneggiatura di più ampia conoscenza dal pubblico.
Dopo l’intento, il diletto è far sognare ancora una volta con le immagini gli amanti del testo e conquistare i più reticenti sui film-drama rosa colpendo con il cast e la buona fattura del film.
D’altro canto, ciò che mi ha più pesato della visione di Piccole Donne, pur concedendo alla lentezza narrativa la scusa di dover amalgamare un numero non indifferente di personaggi e la sottile complessità delle loro relazioni, è stato il continuo uso, quasi abuso, di flashback ininterrotti per tutta la parte centrale del film.
È indubbiamente vero che la sua struttura si fonda sulla rivelazione nel finale che l’intera storia, mischiando i ricordi autentici e personali astrazioni del tipo what if?, sia in realtà la rappresentazione per immagini del romanzo che Jo sottopone al suo editore, tagliandolo e cucendolo in funzione della sua pubblicazione.
Allora si che le continue digressioni, cambi di intensità, colore e atmosfera, oltre al linguaggio usato tutt’altro che colloquiale, descrive il più realisticamente possibile l’esperienza della lettura più che della visione di un film – nonostante, a mio parere personale, la spiegazione retroattiva è arrivata troppo tardi.
Piccole donne convince e diletta il pubblico, traspone un classico del coming-on-age, tanto in voga negli ultimi anni, sul grande schermo e lo fa con risolutezza ed umiltà nel rispetto del testo originale. La regia rimane equilibrata e coordina una narrazione complessa, una messa in scena sobria e dirige un cast amabile che regala un repertoire di emozioni ampio e suggestivo – anche se a volte prevedibili e stereotipate.
05/02/2020
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inesperto
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domenica 2 febbraio 2020
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dell'essere famiglia in un tempo complicato
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Di grandissima intensità, questo lungometraggio, a tratti, regala belle emozioni. Il ritmo non cala mai durante l'alternarsi dei flashback col racconto in tempo reale; anzi, quest'operazione rende maggiormente chiare le dinamiche interne. E' davvero toccante vedere come questa famiglia di umili condizioni, formata da sole donne, sia così unita ed allegra. Tra i classici litigi delle sorelle e le esplosioni di gioia collettiva familiare, tra le vicende d'amorosi sensi ed i momenti di tristezza profonda, in mezzo a tutta questa tenera baraonda, insomma, vengono affrontati i temi (fondanti per quell'epoca) del matrimonio, della ricchezza e della povertà, dell'emancipazione e dell'ambizione femminile.
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Di grandissima intensità, questo lungometraggio, a tratti, regala belle emozioni. Il ritmo non cala mai durante l'alternarsi dei flashback col racconto in tempo reale; anzi, quest'operazione rende maggiormente chiare le dinamiche interne. E' davvero toccante vedere come questa famiglia di umili condizioni, formata da sole donne, sia così unita ed allegra. Tra i classici litigi delle sorelle e le esplosioni di gioia collettiva familiare, tra le vicende d'amorosi sensi ed i momenti di tristezza profonda, in mezzo a tutta questa tenera baraonda, insomma, vengono affrontati i temi (fondanti per quell'epoca) del matrimonio, della ricchezza e della povertà, dell'emancipazione e dell'ambizione femminile. La meravigliosa Saoirse Ronan è una splendida Jo, punta di diamante del film oltre che del nucleo familiare di cui è mattatrice.
P.S.: questo film non è bello perchè girato da una donna e basato sull'opera letteraria di una donna; è bello semplicemente perchè è molto ben fatto e perchè l'opera su cui si basa è un pezzo di grande letteratura mondiale. Il merito non dev'essere una bandierina, è una questione di sudore, passione e talento. Ce lo insegna Jo.
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samanta
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domenica 2 febbraio 2020
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piccole donne continuano ...
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Questo è il quarto film sonoro tratto dai due romanzi di L.M. Alcott (Piccole donne e Piccole donne crescono): il primo del 1933 con la regia di Cukor e con Katharine Hepburn che interpreta Jo, nel 1949 con la regia di Mervyn LeRoy (Meg: Elisabeth Taylor, Jo: June Allison) e nel 1994 con la regia di Gillian Armstrrong (Jo: Whinona Ryder).
In questo film la regia è ancora di una donna Greta Gerwig, praticamente al suo secondo film (precedente Lady Bird), sostanzialmente rispettando i le vicende e i fatti essenziali raccontati nel romanzo (però, se non erro, i soldi per il viaggio della madre a Washingyon a curare il padre ferito furono dati dalla zia Marsh e non da Jo con il taglio dei suoi capelli).
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Questo è il quarto film sonoro tratto dai due romanzi di L.M. Alcott (Piccole donne e Piccole donne crescono): il primo del 1933 con la regia di Cukor e con Katharine Hepburn che interpreta Jo, nel 1949 con la regia di Mervyn LeRoy (Meg: Elisabeth Taylor, Jo: June Allison) e nel 1994 con la regia di Gillian Armstrrong (Jo: Whinona Ryder).
In questo film la regia è ancora di una donna Greta Gerwig, praticamente al suo secondo film (precedente Lady Bird), sostanzialmente rispettando i le vicende e i fatti essenziali raccontati nel romanzo (però, se non erro, i soldi per il viaggio della madre a Washingyon a curare il padre ferito furono dati dalla zia Marsh e non da Jo con il taglio dei suoi capelli).
La regista prevalentemente attrice e sceneggiatrice, ha utilizzato un mezzo per girare le scene: il flashback che non mi entusiasma, ma che può andare se usato con discrezione ma in questo film permane per tutta la durata del film, per cui si alternano le 2 fasi temporali del 1864-1865 e quella di 7 anni dopo continuamente anche utilizzando il flashforaward, il che determina un pò di confusione nello spettatore, senza contare che rompe troppo la linearità della narrazione. Oltre tutto sorge il problema dell'età dei personaggi, Amy. la più piccola. è interpretata da un'attrice (Florence Pugh) una ragazzona che aveva 22 anni, è così sembra che il tempo non sia passato e nell'arco di 8 anni per tutte e 4 non ci sia stata un'evoluzione fisica.
Alcuni critici hanno trovato nel film una sottolineatura femminista, ma questo a mio avviso non c'è se non in lieve misura, anche perchè altrimenti sarebbe troppo fuori dagli schemi dell'Alcott e della sua religiosità , inoltre tali accenni si possono trovare essenzialmente in certe affermazioni della zia Marsh (Meryl Streep) secondo cui le donne non hanno indipendenza economica e quindi devono trovare un marito ricco.
Molto efficace l'ambientazione sia degli esterni con certi panorami autunnali o delle marine estremamente incantevoli, sia negli interni accuratamente ricostruiti e nei costumi, La recitazione nel complesso risulta buona, anche se Jo (Saoirse Ronan, Brooklyn, Lady Bird, Maria Regina di Scozia) mi è sembrata la migliore, mentre non si può dire quella di Meg interpretata da Emma Watson che ha migliorato rispetto al flop interpretativo del precedente film The Circle , ma ha ancora molto da imparare. Bravo Laurie (Thimotèe Chalamet, Lady Bird, Beautiful Boy), mentre Meryl Streep gigioneggia con bravura in alcuni brevi camei.
In conclusione un buon film (anche se preferisco la versione del 1994) che racconta una storia che piace sempre, perché è una storia di adolescenti e bambini che diventano grandi e di sogni e di aspirazioni che talora si avverano, senza usare scorciatoie, ma utilizzando le proprie risorse umane. In altri termini ci identifichiamo nelle Piccole Donne e nei loro sogni, anche se quache volta falliti o non realizzati pienamente, di ottenere un'occupazione graticante e una famiglia felice.
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joker91
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sabato 1 febbraio 2020
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piccola perla
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Guardabile,ottimo il cast su tutte la Roman e la Pough. Questa è la terza versione che vedo di PICCOLE DONNE e ormai la storia la conosco a memoria. Devo ammettere che in questo nuovo rifacimento le emozioni che trasmettono le attrici sono tutte intense e avvolgenti,tanto che è difficile restare indifferenti. Un buon film impermeato di sentimenti profondi,coerenza,eleganza e armonia
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