L'ufficiale e la spia

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Un film di Roman Polanski. Con Jean Dujardin, Louis Garrel, Emmanuelle Seigner, Grégory Gadebois.
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Titolo originale J'accuse. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 126 min. - USA 2019. - 01 Distribution uscita giovedì 21 novembre 2019. MYMONETRO L'ufficiale e la spia * * * * - valutazione media: 4,11 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
loland10 lunedì 25 novembre 2019
verità e falsità Valutazione 5 stelle su cinque
78%
No
22%

L’ufficiale e la spia” (J’accuse, 2019) è il ventitreesimo lungometraggio del regista-sceneggiatore polacco (naturalizzato francese) Roman Polanski.
Al ventitreesimo film arriva Il summa polanskiano: inchiesta, processo, falsità, verità, potere e corruzione. In poco più di due ore sono concentrate molte cose che aspetti e oltre delle cose che non aspetti perché non finisca l’atmosfera magica di un cinema che si usa poco o forse mai più.
Il cineasta imposta il tutto in modo classicheggiante, con forme e corpi che hanno movenze minimi. Il movimento è dentro lo schermo e la ripresa che combaciano in modo sincronistico e perfetto. [+]

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lunedì 25 novembre 2019
sono daccordo Valutazione 0 stelle su cinque
100%
No
0%

Salve, ho visto il film è superbo e sono d'accordo con la sua critica: aggiungerei una sensazione che mi ha pervaso per tutto il film: sembrava di essere immersi in quella atmosfera, sentire quella puzza di fogna, quell'ottocentesco modo di vivere, fumare, agire nei confronti degli ebrei e omosessuali di quell'epoca. Il regista ci porta ad essere testimoni diretti di quella ingiustizia messa in atto contro un ufficiale ebreo e la sua razza.

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lbavassano domenica 24 novembre 2019
lunga vita al cinema Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

 Era da tempo che non mi capitava di assistere ad un tutto esaurito, e mi fa particolarmente piacere che, ad ottenere un così lusinghiero riscontro, sia un film formalmente impeccabile, narrativamente appassionante (anche se forse, a tratti, il regista si fa prendere un po' troppo la mano), e soprattutto inquietantemente attuale. Tale da farci riflettere. Se, con strumenti artigianali, si è stati in grado di raggiungere simili storture ed aberrazioni, manipolazioni dell'opinione pubblica, incitamenti all'odio, non possiamo non temere ciò che può accadere oggi, avendo a disposizione mezzi tanto più potenti e raffinati. Lunga vita al cinema dunque, al cinema di qualità che ci dà da pensare. [+]

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carlosantoni domenica 24 novembre 2019
una delle solite storie di spionaggio Valutazione 3 stelle su cinque
11%
No
89%

Il titolo a commento su Mymovies dice che si tratta di un film “dall’impianto classico”, io forse preferirei definirlo un film di genere. Solido, ben recitato (ma Polanski non può proprio farne a meno di rifilarci sempre e comunque Emmanuelle Seigner, nei suoi film?) ben fotografato, ben congegnato attraverso i continui flash back, ma a dire il vero non “buca”. Troppa patina Fin de Siècle, troppe atmosfere interne polverose, le carrozze, il can-can, quasi un continuo (e un po’ fastidioso) volerci ricordare che il fattaccio si svolge ai tempi della Belle Epoque. In compenso, se si riflette che si trattò di un “affaire” di clamorosa eco nazionale e internazionale, nel film si parla poco, decisamente poco o niente del contesto sociale e politico, della lotta sociale che animava allora la Francia, e non solo la Francia: da lì a qualche anno in Russia sarebbe scoppiata la rivoluzione del 1905… Certo, il film mette bene in luce il razzismo antiebraico dell’élites militari francesi, della simpatia che molta parte della Francia di allora tributava alle teorie antisemite, un po’ come da noi accade oggi contro gli arabi, con i tre quarti del parlamento decisamente spinti su posizioni razziste o comunque reazionarie, ma non mette per niente il luce la controparte, cioè il crescendo delle lotte del movimento socialista, anarchico, radicale contro la deriva razzista francese: c’è un per niente combattivo Zola, si direbbe uomo da salotto, c’è un baffuto Clemenceau che compare per una manciata di secondi… e in questo caso direi meglio così: poi finirà per mostrarsi al mondo come uno dei più sporchi guerrafondai di ogni tempo. [+]

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vincenzo ambriola domenica 24 novembre 2019
un'altra tessera nel mosaico della verità Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Siamo nel 1894, in Francia. L'ufficiale di artiglieria Alfred Dreyfus viene degradato e mandato alla Guyana francese, nella colonia dell'Isola del Diavolo, a scontare la deportazione perpetua per alto tradimento. Ne uscirà dopo cinque anni per essere processato e condannato di nuovo, questa volta a dieci anni di carcere. Finalmente, nel 1906, sarà riabilitato e reintegrato nell'esercito. La Francia si dividerà e i suoi più grandi protagonisti, tra cui Zola, scenderanno in campo per difendere un innocente ma, soprattutto, ristabilire la verità. Dreyfus era ebreo, in un periodo della storia in cui la loro presenza nell'esercito e nell'amministrazione pubblica era percepita come insopportabile dagli ambienti di destra. [+]

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vespareal sabato 23 novembre 2019
straordinario polanski Valutazione 5 stelle su cinque
75%
No
25%

 Dopo essere stato presentato alla 76esima mostra d’arte cinematografica a Venezia, L’ufficiale e la spia di Roman Polanski è finalmente uscito anche nelle sale italiane.
 
Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Robert Harris, il film racconta le indagini dell’ufficiale Georges Picquart (Jean Dujardin) circa l’affare Dreyfus: Alfred Dreyfus (Louis Garrel), un’eccezione in quanto uno dei pochi ebrei nell’esercito francese, viene accusato di alto tradimento, spogliato dei gradi di ufficiale e recluso in una prigione sull’Isola del Diavolo.
 
Il lungometraggio è un ottimo prodotto cinematografico – dopotutto è del Maestro Polanski che si tratta – pulito, lineare. [+]

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sabato 23 novembre 2019
mai più indifferenti, dreyfus insegna Valutazione 0 stelle su cinque
100%
No
0%

Condivido appieno l’analisi stilistica filmica storica.
Mai più indifferenti.

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deadman venerdì 22 novembre 2019
soporifero Valutazione 2 stelle su cinque
17%
No
83%

non sono un grande fan di Polanski, troppo cerebrale mi annoia, però quando si cimenta in ricostruzioni storiche vedi il pianista o oliver twist riconosco che sa fare anche dei capolavori quindi mi fiondo al cinema appena uscito l'ufficiale e laspia, che delusione totale, un film privo di struttura, senza mordente con un montaggio studiato apposta per sfiancare un toro, praticamente senza ritmo, in pratica una noia mortale, ammetto di essere uscito alla fine del primo tempo quindi il mio giudizio non può essere definitivo, ma per quella metà che ho visto lo sconsiglio assolutamente a meno che vi piaciano i drammoni in costumi stile sceneggiati RAI degli anni 70, allora troverete pane per i vostri denti

[+] nickname perfettamente centrato (di giuliog02)
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frascop venerdì 22 novembre 2019
polanski come emile zola Valutazione 0 stelle su cinque
100%
No
0%

Il caso Dreyfus del 1895 con l'ufficiale dell'esercito francese Jacques Piquart che scopre per caso come sia falsa l'accusa di tradimento, a favore dei tedeschi, dell'ufficiale ebreo Alfred Dreyfus. Un film senza luce e sole, di attori (Jean Dujardin, Louis Garrel, Emmanuelle Seigner) diretti da un grande maestro. Polanski è sempre secco, senza fronzoli, essenziale. Tanti registi che amano volteggiare con le carrellate e i droni e le macchine a spalla per far vedere che ci sono e sono Autori, dovrebbero ricordarsi talvolta di lui. La maledizione dell'antisemitismo,  e le due cose più difficili per gli uomini di tutti i tempi, saper ammettere gli errori e il senso del dovere. [+]

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adriana moltedo venerdì 22 novembre 2019
polaski è un conte di montecristo è un jeanvaljean Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

La persecuzione, la degradazione, l’obbedienza, la ricerca della verità, sono i temi portanti del film J’accuse di Roman Polaski.

La vittima Defrejfus, era innocente ma per dimostrarlo ci vollero 12 anni , incastrato in un gioco più grande di lui.

Torna l’incubo, l’horror che abbiamo già visto nei film precedenti, e ora si ripresenta nella storia giudiziaria de L’ufficiale e la spia.

Il peso della vecchiaia, del vissuto tragico di persecuzione di Roman Polaski, si sente tutto, da come gira, dalla musica e silenzi, dai discorsi brevi,dal grigiore della natura, dagli interni ed esterni, dai capelli bianchi di Defreyfus, di Luis Garrel, di Emmanuel Seigner. [+]

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