enzo70
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lunedì 23 novembre 2020
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ottimo film con i fatti per denunciare la realtà
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Non c’è traccia di Valjean, Colette e Javert in questo bellissimo film girato nei nuovi bassifondi di Parigi, i grandi quartieri delle periferie della capitale francese, dove il colore e la religione sono solo diverse declinazioni del disagio sociale. Ruiz è uno sbirro e viene aggiunto ad una pattuglia di due agenti che si muovono a loro agio nella miseria, esercitando la violenza come contromisura alla violenza. Una guerra di tutti contro tutti, in cui singoli episodi, il furto di un cucciolo di un leone da parte di un ragazzino. Ma violenza chiama violenza e allora un ragazzino sparato da un poliziotto, le minacce di non parlare, la compulsiva ricerca di un drone e poi l’epilogo durissimo in cui i tre poliziotti vengono aggrediti da una gang di ragazzini in un enorme palazzo di periferia che diventa il Vietnam della polizia francese.
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Non c’è traccia di Valjean, Colette e Javert in questo bellissimo film girato nei nuovi bassifondi di Parigi, i grandi quartieri delle periferie della capitale francese, dove il colore e la religione sono solo diverse declinazioni del disagio sociale. Ruiz è uno sbirro e viene aggiunto ad una pattuglia di due agenti che si muovono a loro agio nella miseria, esercitando la violenza come contromisura alla violenza. Una guerra di tutti contro tutti, in cui singoli episodi, il furto di un cucciolo di un leone da parte di un ragazzino. Ma violenza chiama violenza e allora un ragazzino sparato da un poliziotto, le minacce di non parlare, la compulsiva ricerca di un drone e poi l’epilogo durissimo in cui i tre poliziotti vengono aggrediti da una gang di ragazzini in un enorme palazzo di periferia che diventa il Vietnam della polizia francese. I Miserabili non è classificabile come un film di denuncia, in quanto la teoria dell’accusa è nei fatti che vengono raccontati in maniera semplice, senza arringhe. Non c’è difesa, non c’è accusa, solo degrado raccontato con grande intelligenza e sensibilità da Ladj Ly.
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maramaldo
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domenica 12 luglio 2020
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chi sono i miserabili?
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Allons enfants de la Patrie/ le jour de la gloire est arrivé. Quali servi del tiranno accoppare? Aldo, Giovanni e Giacomo, pardon, Chris, Stéphane e Gwada. Quest'ultimo (Djibril Zonga) un bellone multietnico, ben visto e complice della sua gente, strafottente ed immaturo, combina il guaio che metterà nei pasticci il gruppo. Stéphane Ruiz (Daniel Bonnard), saudade e jella addosso, coscienzioso e di buona volontà, preferisce "moral suasion" all'intimidazione che sono le opzioni che spettano a chi riveste autorità. Chris, musetto da nazi e vena sadica, prevarica, minaccia, molesta e, quando è il caso, picchia, il "poulet doc".
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Allons enfants de la Patrie/ le jour de la gloire est arrivé. Quali servi del tiranno accoppare? Aldo, Giovanni e Giacomo, pardon, Chris, Stéphane e Gwada. Quest'ultimo (Djibril Zonga) un bellone multietnico, ben visto e complice della sua gente, strafottente ed immaturo, combina il guaio che metterà nei pasticci il gruppo. Stéphane Ruiz (Daniel Bonnard), saudade e jella addosso, coscienzioso e di buona volontà, preferisce "moral suasion" all'intimidazione che sono le opzioni che spettano a chi riveste autorità. Chris, musetto da nazi e vena sadica, prevarica, minaccia, molesta e, quando è il caso, picchia, il "poulet doc". Cosa pensa veramente Ladj Ly dei poliziotti? Lo stesso di P.P.Pasolini: "...figli di poveri. Vengono da periferie contadine e urbane...senza sorriso, senza amicizia col mondo (l'essere odiati fa odiare)." Li osserva, anche fuori servizio, a casa, vuole capirli e, si sa, "comprendre, c'est pardonner".
L'indulgenza si estende a tutto quell'universo di emarginazione. Perfino ai più ripugnanti, i distributori di droga, benpensanti, si adoperano per una convivenza pacifica. I circensi, gradassi, di scherzo greve, tengono un cuore italiano come il bel nome rammenta; con quanta tenerezza il domatore accoglie il cucciolotto che torna a casa. Ladj nel suo nome ha un riverbero dell'Islam: Hajj è variamente adattato a chi ha fatto pellegrinaggio alla Mecca e generalmente in Africa ad un membro influente della comunità. Qui i musulmani sono saggi e perbene solo il perfido Chris allude ad una dimestichezza coi kalashnikov.
Provocatore e spregiudicato ma coraggioso e sincero, Ly fa dire ad un ragazzino che in Africa si "dissuade" chi ruba facendolo bruciare (per giorni, infilato in un copertone). Dirotta così l'attenzione su quel Mali dove è nato. Raids di militari non meglio identificati vi decimano i villaggi dei Fulani. Lo ignorano i nostri media impegnati a propagare l'indignazione per il soffocamento del povero Floyd ciò che ha indotto a genuflettersi anche chi, con mossa inusitata e impervia, porta tacchi a spillo.
Non si dirige a questo vittimismo il Nostro. Penso, invece, che covi qualche ambizione, accarezzi qualche sogno, voglia preconizzare qualcosa che finora era stata una pretesa solo dei... suprematisti: la "Nascita di una Nazione", ad opera degli immigrati. Quel "marchons, marchons" è solo un'ironia su un giubilo infantile? L'Arco di Trionfo all'orizzonte. Totem fallico, la Tour Eiffel incombe sulla massa di teste e bandiere. Presagi di un destino?
Il finale non si accorda con tanto ottimismo. La bonarietà dell'Autore nei confronti di fior di gaglioffi improvvisamente cessa proprio con gli incolpevoli, i ragazzini innocenti, le vittime di quel degrado. Ne ha paura, sa che ai nuovi venuti al mondo non interessano come e perchè sono andati a nascere a Montfermeil ma non lo perdonano. Non contano sul "coltivatore" che finora nessuno ha mai incontrato. Sfiduciati si orienteranno verso fanatismi in un moto di sottomissione e autodistruzione.
Non è più il ladruncolo rincorso dalle guardie, Issa (in arabo Gesù). Il volto deturpato dall'offesa, si erge vindice sul mite Ruiz che tremante si aggrappa alla pistola che non l'aiuta più.
Anima generosa Ly, non ha la stoffa del cantore dell'odio. Accuse circostanziate, rancori atavici non gli fanno secernere bile.
Film che non verrà dimenticato, piuttosto imitato. Lodato e premiato, non fa comodo nè fa felice nessuno.
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