Il vizio della speranza |
||||||||||||||
Un film di Edoardo De Angelis.
Con Pina Turco, Massimiliano Rossi, Marina Confalone, Cristina Donadio.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 90 min.
- Italia 2018.
- Medusa
uscita giovedì 22 novembre 2018.
MYMONETRO
Il vizio della speranza
valutazione media:
3,25
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ma quegli ambienti sono un vero ricatto
di Emiliano Morreale La Repubblica
Un altro personaggio femminile, dopo le gemelle di Indivisibili, al centro del nuovo film di De Angelis. Ma i rischi del lavoro precedente (anche nello sguardo posto su questi personaggi) si complicano, a fronte di ambizioni comunque molto alte. Maria (Pina Turco, con una sua innegabile presenza scenica) si occupa di gestire le prostitute immigrate a Castel Volturno, e soprattutto il traffico dei loro neonati. Le traghetta sul fiume, sempre torva, col cappuccio alzato e un pitbull al guinzaglio; ma un giorno scopre di essere incinta anche lei. La regia, come nel film precedente, punta sull'effetto vistoso, con virtuosistici piani-sequenza e momenti visionari ma in fondo di seconda mano (a metà strada tra Garrone e Sorrentino, viene da dire), come orpelli incollati su una base sostanzialmente naturalistica: sembra voler colpire in maniera diretta con il ricatto del tema, inserendo però segnali "d'arte" molto sottolineati, grazie anche alla suggestione degli ambienti. Oltretutto, il tono complessivo risulta un po' paternalistico: la rappresentazione delle donne di colore tende al folklore, anche musicale o gastronomico, e l'unico personaggio-eroe risulterà, oltre alla protagonista, il maschio bianco. La sceneggiatura (scritta con Umberto Contarello) non aiuta, con dialoghi a tratti sentenziosi e fasulli, e un paio di zeppe forzate nella seconda parte. I limiti diventano evidenti negli ulteriori sviluppi della storia, nell'accumularsi dei finali (metà dei quali in riva al mare) e nello svelarsi, sempre più smaccato, della morale, con imbarazzanti richiami evangelici. E il problema non è nemmeno il versante melodrammatico (suggerito da un uso perfino eccessivo delle canzoni di Enzo Avitabile): è che il mélo, specie forse quello con personaggi marginali e reietti, è un'arte, legittima e anzi parte dello spirito più vero del cinema, ma per poter convincere e commuovere davvero lo sguardo dovrebbe essere accanto ai personaggi, con loro, e non utilizzarli come pedine di un gioco registico innamorato delle superfici.
|
Recensioni & Opinionisti |
Premi |
Multimedia | Shop & Showtime |
Pubblico (per gradimento)
1° | carloalberto 2° | marioorfei 3° | mauridal 4° | nino pellino 5° | maurizio.meres 6° | eugenio 7° | flyanto 8° | mario 9° | ape3584 10° | loland10 11° | stefano capasso 12° | 8e1/2 13° | glebs |
Nastri d'Argento (11) Roma Film Festival (1) David di Donatello (4) Articoli & News |
Link esterni
Sito ufficiale |