... sarebbe quello di un tal Anthony Maras che spolvera "una storia vera", quasi dimenticata se non altro a causa dell'assuefazione che abbiamo ai fattacci. L'incosciente ne puntualizza alcuni dettagli su cui i media a quel tempo preferirono sorvolare.
Tranquillizzatevi, non si tratta di un film antislamico. Forse tutt'altro, per certi versi (o versetti) adombra un confronto tra sunniti e sciiti.
Gli occidentali, o come preferite chiamare gli infedeli o i crociati, non ne escono bene. David (il belloccio Armie Hammer), grezzo yankee spaesato nella raffinatezza del Taj Mahal e del suo personale. Vassili, ex-sovietico banditesco nouveau riche (Jason Isaac, boria e occhi d'acciaio). D'acciaio non solo gli occhi lo slavo impersonato, in quel trambusto ingurgita whisky e cognac insieme senz'altro effetto che quello di aumentare la propria arroganza. Odioso uomo di successo al quale si dà volentieri del "puttaniere". Attenzione, però, sorvegliamo il linguaggio, potrebbe insinuare che c'è chi va in India in cerca di escort. Si farebbe torto agli esploratori che sono stati soggiogati dalle malie di quella terra ancora misteriosa. Tra questi includerei lo stesso Maras, per il rispetto che mostra verso quella società.
Ma c'è pure un pensiero alla platea di un miliardo. Oberon, lo chef, Anupam Kher, icona portata in tutto il mondo, uno che viene dal sofferto Cashmir. Arjun - l'accattivante ora cresciutello Millionaire, Dev Patel - rende omaggio ad una cultura che sacralizza il turbante e venera la famiglia.
La sorpresa Anthony ce la riserva con Zahra, l'iraniana perfetta bellezza forse di origini circasse, Nazanin Boniadi. L'ultimo ostaggio vivo con vibrante "salah" confonde il giovanotto sterminatore distogliendolo dal portare a termine la "giustizia divina". Continui accenni alla religione ma fatti da un laico vuoto di una propria ispirazione. Solo trovate e sentito dire: la voce guida che dall'alto dei cieli rimbalza sui telefonini, quella di chi garentisce sussidi familiari in questo mondo e premio eterno nell'altro. Ingenuità. Perfino onestà che può destare perplessità nel giudizio di chi non ci pensa tutti i giorni.
Non rompetevi la testa. Apprezzate scene e ritmo, spettacolo e suspense. Potrà bastarvi.
[+] lascia un commento a maramaldo »
[ - ] lascia un commento a maramaldo »
|
bizantino73
|
domenica 5 maggio 2019
|
cos'altro dovremmo cercare?
|
|
|
|
Perchè dovremmo romperci la testa? Cosa dovremmo cercare d'altro? Di quale ispirazione parli? Non mi sembra che la guida cialtronesca del telefonino che promette il paradiso e "sussidi familiari" sia una trovata e un sentito dire. E tantomeno una ingenuità.Il film (grande film, con un ritmo e una suspense che ti tiene incollato alla poltrona per due ore) mostra correttamente i diversi punti di vista e non assolve l'occidente. E il coraggio di cui parla non è solo quello del regista ma anche quello dei personaggi dello staff che si dimenticano delle sfacciate esibizioni di opulenza e degli abissi sociali che li dividono dagli ospiti. Le cronache di quel giorno parlano di vittime in grande maggioranza di nazionalità indiana.
|
|
[+] lascia un commento a bizantino73 »
[ - ] lascia un commento a bizantino73 »
|
|
d'accordo? |
|
maramaldo
|
mercoledì 8 maggio 2019
|
a prescindere
|
|
|
|
Caro bizantino73, in qualche modo la testa te la sei rotta altrimenti non avresti reagito così.Il mio era un invito alla serenità quanto mai necessaria in rievocazioni problematiche e sofferte come questa.E'sempre colpa mia se non mi sono spiegato adeguatamente ma ci sono esigenze e soprattutto riguardi per chi ci legge il quale, prima ancora di azzuffarsi, vuole semolicemente sapere dove andare a cinema. Precisazioni e baruffe farebbero anche di lui una vittima di livori e fanatismi senza la consolazione di una fiaccolata o di una patente di coraggio. Tutto ciò premesso, m'inchino dinanzi alla grande India, a prescindere.
|
|
[+] lascia un commento a maramaldo »
[ - ] lascia un commento a maramaldo »
|
|
d'accordo? |
|
|