stefano capasso
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mercoledì 21 giugno 2023
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quando l''ortodossia diventa un pretesto
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Alla morte del padre, rabbino capo della comunità ebraico ortodossa di Londra, Ronit torna da New York per i suoi funerali. L’unica figlia del rabbino era letteralmente scappata 7 anni prima quando la sua storia d’amore con Esti aveva fatto scandalo, in quanto omosessuale. Per fuggire dalla situazione oppressiva Ronit aveva lasciato tutto e non aveva più dato notizie di sé, e al suo arrivo tutti rimangono meravigliati, anche Dovid, prediletto del Rabbino e in procinto di prenderne il posto, che nel frattempo è diventato il marito di Esti. Ben preso l’antica passione tra le due donne esplode di nuovo e si troveranno a fare i conti con la comunità e la necessità di fare una scelta.
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Alla morte del padre, rabbino capo della comunità ebraico ortodossa di Londra, Ronit torna da New York per i suoi funerali. L’unica figlia del rabbino era letteralmente scappata 7 anni prima quando la sua storia d’amore con Esti aveva fatto scandalo, in quanto omosessuale. Per fuggire dalla situazione oppressiva Ronit aveva lasciato tutto e non aveva più dato notizie di sé, e al suo arrivo tutti rimangono meravigliati, anche Dovid, prediletto del Rabbino e in procinto di prenderne il posto, che nel frattempo è diventato il marito di Esti. Ben preso l’antica passione tra le due donne esplode di nuovo e si troveranno a fare i conti con la comunità e la necessità di fare una scelta.
Sebastián Lelio racconta una storia di oppressione, dove i precetti religiosi predominano su tutto e tutti, e nella fattispecie sull’amore di due donne. Il film è diviso in due parti: la prima nelle quali viene esplorata parte della ritualità e della cultura ebraica, introducendo spunti di riflessione, una parte interessante. Quando esplode la passione tra le due, a mio avviso il film diventa un film davvero come tanti già visti, una storia di amore conflittuale e ostacolata, dove l’ortodossia religiosa sembra quasi non essere più la causa caratterizzante. Dando spazio a molti luoghi comuni il film si avvia verso un finale tutto sommato atteso, che comunque porta i protagonisti ad un livello diverso di consapevolezza e maturazione. Come dire, solo dopo aver veramente attraversato l’inferno dl giudizio altrui e dei propri confini è possibile ritrovare un nuovo equilibrio, più consapevole e maturo.
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vera
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giovedì 25 ottobre 2018
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un capolavoro mancato
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Premesse intriganti, una storia con un potenziale altissimo, due attrici sensazionali. Difficile sbagliare con queste carte in gioco, eppure ci sono riusciti. Peccato che il film sia lento fino alla noia per tre quarti della sua durata, e poi frettoloso e sbrigativo nel finale. E per quanto riguarda il suo tema, la disobbedienza, ce n'è davvero poca. Poteva, anzi doveva date le aspettative, osare decisamente di più. Invece sembra trattenersi. Ci sentiamo sempre sul punto di aspettarci la svolta, che non arriva mai, e anzi, ci porta ad un epilogo cauto e deludente. Poteva diventare una pietra miliare del genere ed invece si aggiunge alla lunga lista dei film senza gloria né infamia, facilmente e tristemente dimenticabili (eccezion fatta per quei pochi minuti di scena di sesso, passionale ed intrigante anche se casta, che da sola può valere la visione dell'intero film).
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zarar
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domenica 11 novembre 2018
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la storia c'è, manca il mordente
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La morte del padre rabbino porta la fotografa Ronit Krushka, che vive e lavora a New York, a Londra per i funerali, che si svolgeranno nella comunità ebraica ortodossa di cui il padre era la guida spirituale . Ci viene fatto capire subito che si tratta di un ritorno difficile , così come intuiamo a prima vista che Ronit non è l[+]
La morte del padre rabbino porta la fotografa Ronit Krushka, che vive e lavora a New York, a Londra per i funerali, che si svolgeranno nella comunità ebraica ortodossa di cui il padre era la guida spirituale . Ci viene fatto capire subito che si tratta di un ritorno difficile , così come intuiamo a prima vista che Ronit non è l’ebrea ortodossa che ci aspetteremmo. Sbarcata nel grigio suburbio londinese che ospita la comunità (grigio è il tono dominante di questo film) Ronit viene accolta – per noi ancora inspiegabilmente, se non fosse per i suoi modi liberi e disinvolti – con scarsissimo entusiasmo. Con una certa riluttanza la ospitano in casa Dovid, giovane studioso della Torà probabile successore del rabbino morto, e la moglie Esti, ambedue . apprendiamo – cari amici di infanzia di Ronit. Mentre ancora ci chiediamo dove sia il nocciolo del problema, e siamo incerti tra l’abbandono delle radici ed un risvegliarsi di fiamma di Ronit per Dovid reso problematico dal suo matrimonio, dopo un lungo crescendo di inespresso imbarazzo e disagio, out of the blue vien fuori che lo scandalo che aleggia nell’aria ed è la chiave di tutto è la passione che in passato ha legato le adolescenti Ronit ed Esti. E' una passione che né la fuga di Ronit, né il piegarsi di Esti alle leggi morali della comunità, né gli anni di lontananza senza contatti sono bastati a cancellare. Il fuoco si riaccende, ma questa volta Ronit non tace e non fugge, anzi forza le resistenze di chi le sta intorno, primi fra tutti Esti e Dovid, perché sia riconosciuto – anche in questa comunità chiusa e tradizionalista – il diritto alla libertà e alla scelta, ivi compresa la scelta di un amore inaccettabile per un ebreo ortodosso quale l’amore lesbico. La storia tiene, ma il film non tiene del tutto. Il tema si fa strada a fatica tra molte ambiguità e la strategia del regista di svelare tardivamente i giochi confonde le idee piuttosto che aumentare il climax. Una certa pesantezza segna la recitazione degli attori: negli insistenti primi piani che valorizzano soprattutto Ronit e Dovid (malinconicamente inespressiva Esti) dovremmo cogliere sotto traccia un vulcano di passioni compresse da un feroce autocontrollo e dalla più o meno cosciente obbedienza a una legge severa in parte imposta e in parte autoimposta; invece per la maggior parte del film i personaggi sembrano trascinati da forze inerziali, quasi automi non ben certi di dove andranno a sbattere. Così appaiono inaspettati e non veramente maturati i momenti della ‘disobbedienza’, quando le aspirazioni più profonde rivendicano i loro diritti, come nell’incontro finalmente senza freni né remore tra Ronit ed Esti in albergo, che pure è una delle scene più convincenti del film. La stessa catarsi finale si perde nel vago di una conclusione che non conclude, con una Ronit che “toglie il disturbo”, dopo quel po’ po’ di putiferio che ha scatenato. Ben diversa, ad es., l’intensità con cui è resa la costrizione di affetti ed emozioni e la difficile conquista di una libertà interiore in un film quale Fill the void (La sposa promessa) di Rama Burshtein, che si muove in un contesto analogo. Tuttavia il tema è interessante e gli spunti di riflessione non mancano.
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[+] film perfetto!!
(di alaflai)
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(di maransimo)
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