Top Cat e i gatti combinaguai

Appena arrivato a New York, un gatto con grandi sogni si ribatezza Top Cat e organizza una serie di piccole truffe assieme ad un compare che lo rendono un bersaglio della polizia in particolar modo dell'agente Dibble. Dopo una truffa particolarmente grossa, che coinvolge dei diamanti di proprietà del re della malavita locale, il coccodrillo mr. Big, dovrà scappare in esilio con tutta la sua banda, salvo poi tornare di corsa in città per un ultimo salvataggio che sancirà la nascita di un gruppo di amici.
Il ritorno del personaggio di Hannah e Barbera, che visse in forma animata solo tra il 1961 e 1962 in una serie televisiva, ha preso forma in Messico, paese nel quale già nel 2011 un primo film animato in 2D (in Flash) dedicato a Top Cat aveva riscosso un grande successo. Adesso, pompato in computer grafica, questo lungometraggio più grande arriva a continuarne e magari espanderne le avventure.
Purtroppo il passaggio dalle due dimensioni alla computer grafica non mantiene il medesimo livello qualitativo. Top Cat e i gatti combinaguai è un film dalla fattura dozzinale, povero anche per gli standard dell'animazione computerizzata di 20 anni fa. Questo però non sembra interessare troppo la produzione che, intorno ad un tentativo tecnicamente superiore alle sue forze, ha anche approvato una sceneggiatura che assecondi le esigenze di location limitate e scarse risorse del reparto tecnico.
Top Cat e i gatti combinaguai è un'esaltazione dell'amicizia tra il personaggio del titolo e il suo aiutante Benny The Ball, una maniera per raccontare tramite un goffo e ingombrante flashback come i due si siano conosciuti e come siano diventati inseparabili. Questo non sarebbe nulla di diverso rispetto a quello cui siamo stati abituati dall'animazione più semplice ma la povertà di scene e di trovate è lo stesso disarmante. Perché anche al di là dei limiti tecnici a Top Cat e i gatti combinaguai mancano proprio le idee di messa in scena, manca la capacità di raccontare una storia con un po' di personalità. Addirittura non è presente nemmeno la personalità che sarebbe stato possibile rubare al personaggio, ovvero quella spensierata e cinica ironia che gli veniva dalle figure cui era ispirato originariamente: le simpatiche canaglie del cinema americano del suo tempo.
La beffa finale poi è che in questa nuova versione viene annullata anche la caratteristica più eversiva del cartone. Top Cat infatti, con la sua vita in un vicolo e i suoi continui tentativi di scalata sociale tramite piccole truffe, ha sempre rappresentato le classi americane più povere nel loro tentativo di guadagnarsi un posto al sole, posto che gli veniva negato regolarmente dal poliziotto sua nemesi, l'agente Dibble, la mano che per conto dello stato mantiene lo status quo. Qui invece, dopo le prime scaramucce, l'agente Dibble diventerà addirittura amico e aiutante del gruppo, chiudendo il cerchio della mancanza di idee. 