anto
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sabato 15 gennaio 2022
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ennesima occasione persa.
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Un vero peccato. La trama era stimolante, il cast appariva di tutto rispetto, l'ambientazione lucana bellissima, ispiratrice. Invece l'italica montagna cinematografica ha partorito l'ennesima triste banalità, Una concatenazione di luoghi comuni e infantilismi, condita con retorica abbondante che mira ad un ben preciso target audience, i no global-chic, guarda caso forse involontariamente impersonati dai clienti nel film, con portafoglio pieno portato rigorosamente a destra. I personaggi, poi: Amendola per cercare di tratteggiare il suo poco credibile Sergio è costretto a recitare delle banali sentenze che farebbero contorcere lo stomaco a Ken Loach; Argentero, che di solito è bravo, qui è palesemente a disagio, piatto, poco credibile come l'accento artefatto che forse nemmeno lui sa quale vuole rappresentare.
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Un vero peccato. La trama era stimolante, il cast appariva di tutto rispetto, l'ambientazione lucana bellissima, ispiratrice. Invece l'italica montagna cinematografica ha partorito l'ennesima triste banalità, Una concatenazione di luoghi comuni e infantilismi, condita con retorica abbondante che mira ad un ben preciso target audience, i no global-chic, guarda caso forse involontariamente impersonati dai clienti nel film, con portafoglio pieno portato rigorosamente a destra. I personaggi, poi: Amendola per cercare di tratteggiare il suo poco credibile Sergio è costretto a recitare delle banali sentenze che farebbero contorcere lo stomaco a Ken Loach; Argentero, che di solito è bravo, qui è palesemente a disagio, piatto, poco credibile come l'accento artefatto che forse nemmeno lui sa quale vuole rappresentare. Unica vera eccezione è Buccirosso, a suo agio perchè gioca in casa ed è comunque bravo anche in circostanze difficili come questa. Anche i tentativi di dare qualche guizzo di vitalità alla retorica sono tristi: davvero si pensava di dare colore con la scena del WC da stappare? Trito e ritrito, prevedibile fino al decimo di secondo. Molto meglio i personaggi minori, tutti bravi e convincenti. Anche la lotta alla camorra, tema che comunque "ci stava", diventa un mezzuccio fastidiosamente indifferente verso l'autentica drammaticità del fenomeno. E che dire della lezioncina, anzi, del pippone retorico finale sul pugno chiuso? Meglio tacere, per rispetto di chi ci crede ancora veramente. Difficile avere fiducia sulla rinascita di un cinema autoreferenziale che premia un prodotto mediocre e infantile con 2 Nastri d'argento, 2 David di Donatello etc. etc. . Nessuno dirà che il re è nudo, che stiamo diventando imbarazzanti nel nostro essere niente, nel produrre sempre e solo il niente ben confezionato... anche se questo niente incassa 4 milioni di euro, portati rigorosamebnte nel portafoglio a destra. Buon per loro... e buona visione a tutti.
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francescoilfazio
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sabato 25 dicembre 2021
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eccezionale!!!
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Edoardo Leo attore straordinario ma molto sottovalutato!
Film davvero ben fatto. Ottima scelta per quanto riguarda il cast, composto da attori decisamente in gamba. Insomma: guardatelo!!!
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pio
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giovedì 17 dicembre 2020
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un film paradossale
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Visto in tv, mi ha colpito soprattutto il cercare a tutti i costi il paradosso.
Sarebbe un gruppo di immigrati unito a qualche comunista a sgominare la Camorra?
Armati di pala, falce e martello contro le pistole????
Film politico e politicamente surreale ed ambizioso.
Una favola contemporanea raccontata al rovescio ed,
in quanto tale, apprezzabile tentativo.
Ma al pubblico piace la realtà, non le favole.
Discreta la interpretazione degli attori.
Amendola e Buccirosso ottimi attori, ma quei ruoli non rende loro merito.
Il resto è noia.
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astotti98
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giovedì 26 marzo 2020
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divertente e con un cast azzeccato
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Ottima commedia diretta e intepretata da Edoardo Leo insieme ad un cast di caratteristi del nostro cinema veramente di alto livello (Amendola e Buccirosso su tutti). Un film che diverte senza l'eccesso di volgarità a cui la commedia italiana sembra ricorrere troppo spesso negli ultimi anni, una commedia piacevole che parla di lavoro e di criminalità senza che lo spettatore perda mai il sorriso o la soglia dell'attenzione per tutta la durata della pellicola. Una boccata di ossigeno per il genere che in certi tratti mi ha ricordato le vette, irraggiungibili oramai al giorno d'oggi, della vecchia e sempre attuale "commedia all'italiana".
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parsifal
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lunedì 19 marzo 2018
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il ritorno della commedia all'italiana
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Il giovane e promettente Edoardo Leo si cimenta con la regia e la sceneggiatura di questa gradevole e pungente commedia, tratta da un romanzo di Fabio Bartolomei, Giulia 1300 e altri miracoli. Tre sconosciuti a causa delle loro vicissitudini professionali e personali , si ritrovano non casulamente nello stesso luogo con l'intenzione di acquistare un casale in aperta campagna, in una località imprecisata del Sud Italia. I tre, rispettivamente Diego ( Luca Argentero) venditore di auto , frustrato e stanco della routine cittadina, Fausto ( Edoardo Leo) , anchor man televisivo truffaldino e sempre in bilico tra cambiali, creditori e partite di orologi fallati, xenofobo e nostalgico, e Claudio ( Stefano Fresi) commerciante fallito e marito sull'orlo del divorzio, con seri problemi di emotività e crisi ansiose, giungono ad un accordo; acquisteranno il casale per farlo diventare un agriturismo, staccandosi così dalle vite precedenti per dare vita ad un nuovo corso della loro esistenza.
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Il giovane e promettente Edoardo Leo si cimenta con la regia e la sceneggiatura di questa gradevole e pungente commedia, tratta da un romanzo di Fabio Bartolomei, Giulia 1300 e altri miracoli. Tre sconosciuti a causa delle loro vicissitudini professionali e personali , si ritrovano non casulamente nello stesso luogo con l'intenzione di acquistare un casale in aperta campagna, in una località imprecisata del Sud Italia. I tre, rispettivamente Diego ( Luca Argentero) venditore di auto , frustrato e stanco della routine cittadina, Fausto ( Edoardo Leo) , anchor man televisivo truffaldino e sempre in bilico tra cambiali, creditori e partite di orologi fallati, xenofobo e nostalgico, e Claudio ( Stefano Fresi) commerciante fallito e marito sull'orlo del divorzio, con seri problemi di emotività e crisi ansiose, giungono ad un accordo; acquisteranno il casale per farlo diventare un agriturismo, staccandosi così dalle vite precedenti per dare vita ad un nuovo corso della loro esistenza. Ma l'impresa non è poi così semplice; le difficoltà non mancano mentre scarseggiano i fondi ed inoltre , dopo pochi giorni di permanenza, riceveranno la visita di Vito ( un ottimo Carlo BUccirosso), tirapiedi di un boss locale, che avanzerà la richiesta di protezione a pagamento. Sergio ( Claudio Amendola), aggiuntosi al gruppo per questioni riguardanti un debito non saldato da Fausto e molto agguerrito , sia fisicamente che politicamente, mette fuori combattimento il gangster partenopeo e lo chiude in cantina. Si instaurerà un rapporto molto simile alla Sindrome di Stoccolma ed inizieranno a confrontarsi al di là dei ruoli avversi . Giungerà poi sul posto Elisa, convocata da Claudio in veste di cuoca, che pur essendo in una fase confusa della sua vita porterà l'ordine e l'armonia. Inizierà poi un braccio di ferro tra loro e i criminali locali... finale speranzoso , ma aperto,. Commedia assai gradevole, con elementi non inusuali ma decisamente efficaci, Ciò fan ben sperare gli amanti della commedia all'italiana.
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nazza3
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venerdì 20 gennaio 2017
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i migliori attori non deludono mai
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Film che non delude le aspettative che nascono leggendo i nomi del cast.
La durata del film che si aggira attorno alle due ore sembra dimezzarsi, molto scorrevole e coinvolgente. Oltre alla bravura del cast stellare, il film oltre a far ridere dal primo all' ultimo minuto riesce a trasmettere anche un messaggio importante. La situazione della mafia nel sud Italia, la difficoltà nel trovare lavoro e la discriminazione contro le persone di colore. Ottimo film.
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enzo70
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venerdì 27 maggio 2016
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un modo intelligente per dare speranza, bravo leo
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Un gran bel film, una commedia all’italiana intelligente, attuale, con un ottimo cast in cui ognuno fa, e bene, il suo mestiere. Tre uomini sono, come direbbe Almodovar, sull’orlo di una crisi di nervi, Diego, Luca Argentero, ha appeno perso il padre e decide di lasciare l’odiato mestiere di venditore di auto; Claudio, Stefano Fresi, un depresso cronico, ha perso la drogheria di famiglia; Fausto, Edoardo Leo, figlio del berlusconismo, è in fuga dai creditori; insieme vanno a vedere un agriturismo in Campania e decidono di aprire una società, anche se non si conoscono; ma è una società aperta, i quanto man mano di aggiungono Sergio, Claudio Amendola, un irriducibile comunista, Elisa, Anna Foglietta, una donna incinta che con la sua follia dà al gruppo un tocco di genialità; e poi il padrone della Giulietta, Carlo Buccirosso, il camorrista della zona che viene sequestrato quando va a chiedere il pizzo.
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Un gran bel film, una commedia all’italiana intelligente, attuale, con un ottimo cast in cui ognuno fa, e bene, il suo mestiere. Tre uomini sono, come direbbe Almodovar, sull’orlo di una crisi di nervi, Diego, Luca Argentero, ha appeno perso il padre e decide di lasciare l’odiato mestiere di venditore di auto; Claudio, Stefano Fresi, un depresso cronico, ha perso la drogheria di famiglia; Fausto, Edoardo Leo, figlio del berlusconismo, è in fuga dai creditori; insieme vanno a vedere un agriturismo in Campania e decidono di aprire una società, anche se non si conoscono; ma è una società aperta, i quanto man mano di aggiungono Sergio, Claudio Amendola, un irriducibile comunista, Elisa, Anna Foglietta, una donna incinta che con la sua follia dà al gruppo un tocco di genialità; e poi il padrone della Giulietta, Carlo Buccirosso, il camorrista della zona che viene sequestrato quando va a chiedere il pizzo. E allora si sommano il sogno dell’italiano contemporaneo, aprire un agriturismo, con le incertezze della società, ben tipizzate dai personaggi. Noi e la Giulia rimane un film di svago, comico, ma si ride sempre a denti stretti, perché dietro quelle storie ci sono quelle degli spettatori, quelle di un Paese sempre più nel guado tra la speranza ed il timore. E questo film ha il merito di alimentare la prima.
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onufrio
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sabato 21 novembre 2015
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un casale da difendere
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Tre uomini entrano in affari acquistando un casale abbandonato ad un prezzo stracciato, a questi si aggiunge un ulteriore socio ed una donna con un recente passato tormentato. I lavori di ristrutturazione per poter aprire l'agriturismo procedono con relativa tranquillità, sino a quando l'arrivo di un tipetto su di una Giulia 1300 non sconvolge il programma dei soci del casale che di fronte ad "un'offerta che non potrebbero rifiutare", rispondono dal canto loro contrattaccando l'"invasore" e tenendolo come ostaggio. Da qui ha inizio una divertente serie di avventure, con un finale che però lascia qualche dubbio, dubbio che vista l'ottima commedia realizzata, potrebbe essere risolto magari con un sequel.
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Tre uomini entrano in affari acquistando un casale abbandonato ad un prezzo stracciato, a questi si aggiunge un ulteriore socio ed una donna con un recente passato tormentato. I lavori di ristrutturazione per poter aprire l'agriturismo procedono con relativa tranquillità, sino a quando l'arrivo di un tipetto su di una Giulia 1300 non sconvolge il programma dei soci del casale che di fronte ad "un'offerta che non potrebbero rifiutare", rispondono dal canto loro contrattaccando l'"invasore" e tenendolo come ostaggio. Da qui ha inizio una divertente serie di avventure, con un finale che però lascia qualche dubbio, dubbio che vista l'ottima commedia realizzata, potrebbe essere risolto magari con un sequel.
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cesare cesare
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venerdì 13 novembre 2015
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il gusto di citare kubrick
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Tre post-lavoratori moderni che rientrano nell’agrario avanzato.
Un successo per le emozioni che evoca: casualmente, con una musica della radio di una Giulia sepolta.
C’è del buono in tutti, anche nel camorrista proprietario della Giulia che, rinchiuso in una cantina, ritrova le proprie origini, mutevoli all’occasione, e il proprio riscatto.
Da sfruttatore diviene “complice” (nell’ottica camorristica) di una impresa cui ha chiesto senza successo di pagare il pizzo.
Ed ecco la rinascita: il camorrista-scimmia che cade dopo un pugno del sessantottino Sergio, gli occhiali che rimbalzano sulla sabbia e il Così parlò Zarathustra di 2001 Odissea nello Spazio.
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Tre post-lavoratori moderni che rientrano nell’agrario avanzato.
Un successo per le emozioni che evoca: casualmente, con una musica della radio di una Giulia sepolta.
C’è del buono in tutti, anche nel camorrista proprietario della Giulia che, rinchiuso in una cantina, ritrova le proprie origini, mutevoli all’occasione, e il proprio riscatto.
Da sfruttatore diviene “complice” (nell’ottica camorristica) di una impresa cui ha chiesto senza successo di pagare il pizzo.
Ed ecco la rinascita: il camorrista-scimmia che cade dopo un pugno del sessantottino Sergio, gli occhiali che rimbalzano sulla sabbia e il Così parlò Zarathustra di 2001 Odissea nello Spazio.
Non è una esagerazione: è un paragone, una metafora, in chiave comica, della possibilità di una rinascita dal valore più semplice e spesso raro: l’onestà.
Anche per il camorrista che guarda con tristezza il luogo abbandonato dai tre.
Con un finale a sorpresa.
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maggie69
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giovedì 27 agosto 2015
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italiano che nn smentisce buona qualità
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Niente di eclatante, ma a tratti divertente e a tratti intelligente. Lungo, ma serve tutto. Carino... anche Amendola, che rischiava di appesantire il team, che invece é perfetto. Consigliato in famiglia!
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