manutrop
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martedì 24 marzo 2015
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eccellenze nel cinema italiano
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Nel semivuoto pneumatico del cinema italiano è Castellitto a regalarci ogni qualche anno un poco di ossigeno. E' bello ricordarsi che gli italiani sanno fare cinema.
Ancor più bello è vedere come funziona alla perfezione questa affascinante coppia di artisti, Mazzantini-Castellitto. Viaggiano talmente al di sopra della media nazionale che è inevitabile dover leggere recensioni a una o due stelle. Non siamo tutti ugualmente dotati. Già anticamente qualcuno disse "niente perle ai porci". Va bene Zalone, con il suo record storico al box office. E' un ragazzo che dice le cose facendo parecchio ridere (ma quanti colgono?). Resta l'amarezza per i modesti incassi di questo strepitoso film.
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Nel semivuoto pneumatico del cinema italiano è Castellitto a regalarci ogni qualche anno un poco di ossigeno. E' bello ricordarsi che gli italiani sanno fare cinema.
Ancor più bello è vedere come funziona alla perfezione questa affascinante coppia di artisti, Mazzantini-Castellitto. Viaggiano talmente al di sopra della media nazionale che è inevitabile dover leggere recensioni a una o due stelle. Non siamo tutti ugualmente dotati. Già anticamente qualcuno disse "niente perle ai porci". Va bene Zalone, con il suo record storico al box office. E' un ragazzo che dice le cose facendo parecchio ridere (ma quanti colgono?). Resta l'amarezza per i modesti incassi di questo strepitoso film.
Bravissimi gli intepreti, credibilissimi, calatissimi nel personaggio. Chi avrebbe mai scommesso sul primo Scamarcio? E invece tanto di cappello. Volete mettere con Bova e la sua inconstenza (umana)? Belle le musiche. Per nulla banale la storia. Splendida la parte di Vecchioni, un messaggio importante. Lì c'è tutto il film. Bellissima trovata narrativa della Mazzantini.
Si ha a volte l'impressione che questa coppia di amanti che dice e mostra cose che fanno crescere (ricordate la bellezza di "Non ti muovere"?) abbia raggiunto un tale grado di maturità umana ancor prima che artistica, che a volte ha bisogno di cammuffarsi dietro a qualche luogo comune, a qualche deriva alla moda (gender e dintorni) per non dipiacere a chi muove le marionette. Del resto nessuno si salva da solo.
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raguarra
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giovedì 19 marzo 2015
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emozioni
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leggendo le valutazioni varie del forum ho rischiato di non vederlo, ma pur non avendo lo stato d'animo giusto per vedere un film su una storia d'amore e sul suo sgretolamento, sono andato lo stesso, e da solo..una vera emozione, ogni immagine , ogni sequenza, mai banale, un film asciutto, che non fa sconti. sono uscito dal cinema e non mi vergogno che qualche lacrima è scesa giu' veloce...una emozione da non mancare...
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maria f.
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giovedì 19 marzo 2015
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evviva i buoni film!
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….e invece è proprio un gran bel film. La storia di una coppia e del loro amore che cresce, appaga lo spettatore, soddisfa, la certezza che si sono scelti traspare, la freschezza di quest’amore benefico per entrambi è palpabile, coinvolge, trascina. La leggerezza della loro comunicazione, la grande intensità del loro rapporto che continua anche nella fase dell’allattamento di Cosimo il loro primo figlio, li accompagna e li protegge e sembra che questo trasporto idilliaco non debba avere mai fine e che proprio questa intesa perfetta debba averli messi al riparo, protetti come due tartarughe nei loro carapaci o due delicatissimi strumenti custoditi nei propri astucci.
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….e invece è proprio un gran bel film. La storia di una coppia e del loro amore che cresce, appaga lo spettatore, soddisfa, la certezza che si sono scelti traspare, la freschezza di quest’amore benefico per entrambi è palpabile, coinvolge, trascina. La leggerezza della loro comunicazione, la grande intensità del loro rapporto che continua anche nella fase dell’allattamento di Cosimo il loro primo figlio, li accompagna e li protegge e sembra che questo trasporto idilliaco non debba avere mai fine e che proprio questa intesa perfetta debba averli messi al riparo, protetti come due tartarughe nei loro carapaci o due delicatissimi strumenti custoditi nei propri astucci. L’orchestra presto si smembrerà e i magnifici artisti dovranno abituarsi a ben altre melodie, stonate, inadeguate, dovranno adattarsi da solisti e fare a meno di quel partner che sembrava fosse stato creato ad hoc per dare gioia, per creare il loro concerto. Prendono consapevolezza che la sublime armonia che l’uno era stato per l’altra è svanita. Il direttore d’orchestra ha smarrito la sua verghetta senza sapere come sia potuto accadere. Gaetano e Delia hanno bisogno di fare passi indietro, di smollare e rendersi conto che nella vita si cambia, si peggiora ma si migliora anche, si perdono delle specificità e si acquistano altre peculiarità, che ci possono turbare, sgomentare, insomma si può creare un’altra orchestra, un altro genere di musica però insieme, perché “ Nessuno si salva da solo”. Castellitto partendo dal magnifico canovaccio scritto dalla sig.ra Mazzantini ha reso ancora più godibile la storia dando piena fiducia a Riccardo Scamarcio e a Jasmine Trinca attori che ho trovato semplicemente superbi.
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cristina t. chiochia
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mercoledì 18 marzo 2015
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la meschinita' della fine di una storia
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Il titolo esprime già il senso autentico dell'essere coppia in questo film diretto molto bene da Sergio Casellitto e sceneggiato in perfetta sinergia dalla moglie, Mazzantini: nessuno si salva da solo. Ma se si rimaneva delusi dalla quasi scurrilità del libro da cui è tratto, il film mitiga il lato deprimente della storia a favore di personaggi credibili e sul finale del film, anche simpatici. Forse il senso autentico è proprio in questa verità di fondo dei protagonisti Scamarcio e Trinca che non sta quindi nei personaggi che interpretano, ma nella loro bravura, che come attori è innegabile. Ed ai suoi interpreti, la bellezza piu' che discreta del film, deve molto: il bel borgataro Gaetano e la dottoressa Delia sono una coppia oramai separata che vanno a cena per parlare delle prossime vacanze con i due piccoli figli Cosmo e Nico.
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Il titolo esprime già il senso autentico dell'essere coppia in questo film diretto molto bene da Sergio Casellitto e sceneggiato in perfetta sinergia dalla moglie, Mazzantini: nessuno si salva da solo. Ma se si rimaneva delusi dalla quasi scurrilità del libro da cui è tratto, il film mitiga il lato deprimente della storia a favore di personaggi credibili e sul finale del film, anche simpatici. Forse il senso autentico è proprio in questa verità di fondo dei protagonisti Scamarcio e Trinca che non sta quindi nei personaggi che interpretano, ma nella loro bravura, che come attori è innegabile. Ed ai suoi interpreti, la bellezza piu' che discreta del film, deve molto: il bel borgataro Gaetano e la dottoressa Delia sono una coppia oramai separata che vanno a cena per parlare delle prossime vacanze con i due piccoli figli Cosmo e Nico. Se Gaetano rappresenta la voglia di riscatto, Delia usa il suo corpo-è anoressica- per superare la propria frustrazione di madre fallita. A tratti simpatici, i due protagonisti diventano identificativi nel loro incontro con i vecchi Lea e Vito, quasi incarnazione dei genitori che avrebbero voluto accanto o che avrebbero voluto essere. Il lasso di tempo di una cena è decisamente troppo lungo per descrivere tutta la loro vita coniugale ed a metà si perde il senso ed il valore di quell'incontro, ma grazie al montaggio, il film con una fotografia cupa ed a tratti deformata, aiuta lo spettatore a non annoiarsi troppo; benchè l'autrice del libro sia anche la sceneggiatrice del film e la sua romanità sia decisamente invadente (come l'omaggio al festival del cinema romano, la visione dall'alto delle locandine pubblicitarie enormi dei film del mese in cui è stato girato il film e le scene da palinsesto televisivo per descrivere il lavoro di Gaetano. Una visione romano-borghese autocelebrativa molto vicina, in peggio, però, alla visione de"la grande bellezza" a cui rimanda ma con toni popolari). Tornando alla storia è quella della meschina vita di coppia di una coppia normale di separati moderni. . In modo particolare è proprio il legame che genera e parte dai figli (molto simile a quello di "non ti muovere") che sembra far vivere e crescere tutta la storia. Sono loro i veri burattinai dei genitori. I figli che offrono la possibilità di amare con amore che pero', non ce la fanno a trasmetterglielo e cosi, appare Vecchioni, nelle vesti di malato terminale, ad incarnare quell'ideale di un padre ideale della vicenda e della protagonista che, quasi deus ex machinae, compie il miracolo. Il senso di precarietà ed il perdersi nelle piccole cose ordinarie nella vita è sviluppato registicamente molto bene, in modo particolare nei paesaggi. Riguardo al ruolo di Scamarcio non se ne puo' parlare che bene. Ha reso simpatico il personaggio di Gaetano. Forse perchè riesce piu' che nel libro a dire la sua grande verità : che uno sceneggiatore dovrebbe avere il coraggio di strappare le pagine scritte male e di ricominciare da capo. Forse è questo il messaggio vero che la scrittrice del libro aveva in mente, un grazie quindi al film di cui è sceneggiatrice (ed al marito regista) che le ha permesso finalmente di dirlo in modo tanto suggestivo.
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bruno leonardini
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mercoledì 18 marzo 2015
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bravissimi trinca e scamarcio
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La sceneggiatura è basata sui dialoghi dei due quasi unici attori del cast. È un testo teatrale in fin dei conti, poiché non c’è azione e la trama è quella di una fine di un amore. Avrebbe potuta scriverla anche una adolescente che racconta la propria relazione, ma l’ha scritta Margaret Mazzantini e gliene va dato merito, perché nella semplicità della storia, il film funziona. E il film va a toccare quel sentimento nobile che è l’amore: lo fa con delicatezza e grande sottigliezza, scavando nel profondo dell’animo umano. I due interpreti sono bravissimi. Tutta l’impalcatura si regge su Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca.
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La sceneggiatura è basata sui dialoghi dei due quasi unici attori del cast. È un testo teatrale in fin dei conti, poiché non c’è azione e la trama è quella di una fine di un amore. Avrebbe potuta scriverla anche una adolescente che racconta la propria relazione, ma l’ha scritta Margaret Mazzantini e gliene va dato merito, perché nella semplicità della storia, il film funziona. E il film va a toccare quel sentimento nobile che è l’amore: lo fa con delicatezza e grande sottigliezza, scavando nel profondo dell’animo umano. I due interpreti sono bravissimi. Tutta l’impalcatura si regge su Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca. Probabilmente cambiando anche uno solo dei due interpreti, il risultato non sarebbe stato di egual valore. La loro bellezza ha un ruolo fondamentale nell’economia del film. Lei dapprima magra ed impaurita per un’anoressia pregressa, poi appare più in carne e determinata. Personalmente avrei fatto a meno degli ultimi 10 minuti del film. La scena di Roberto Vecchioni sembra essere stata messa là, solo per giustificare il titolo e appare forzata e veramente poco credibile. Il finale stesso è forzato, con l’ennesima forzatura che va a ricordare Lucio Dalla durante un concerto. Il finale è fin troppo banale: i due torneranno insieme. Ancora si amano. Avrei preferito più incertezza e difatti tagliando gli ultimi 10 minuti, in cui si è voluto essere sbrigativi e dare una spiegazione a tutto, saremmo rimasti di fronte ad un finale più aperto. Il film doveva finire con Jasmine Trinca che se ne va (inquadrata da dietro) in un parco cittadino. Appare bella, di nuovo serena e la musica fatta da archi, è perfetta per chiudere un film, lasciando allo spettatore un finale aperto. Torneranno insieme? Probabilmente si. Che i due si amassero ancora, traspare da tutto il film, ma quella legittimazione finale è troppo forzata.
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eravera
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martedì 17 marzo 2015
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coppia perfetta
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Sergio Castellito e Margaret Mazzantini. Mi piace questo binomio.
Venuto al Mondo, Non ti muovere, sono formidabili.
Venuto al mondo, libro, è formidabile. Lo tengo sotto il comodino.
Nessuno si salva da solo: spaccato di vita matrimoniale.
Realtà narrata con gusto senza evidenziare troppo la parte del "tradimento".
Ho pianto quando lei ha detto che doveva cercare le fotografie dove erano felici.
Aprrezzato il finale: la porta rimane aperta
Liama
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massimo rho
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martedì 17 marzo 2015
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nessuno si salva da solo "pregate per me"
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Forte dell’esperienza come sceneggiatore teatrale prima che cinematografico, con tra le mani il fresco romanzo della moglie Margaret Mazzantini, Castellito propone un film che vuole rappresentare l’archetipo di ogni relazione di coppia, il tutto in un contesto storico sorprendentemente contemporaneo.
La problematica Delia (Jasmine Trinca) e il tamarro Gaetano (Riccardo Scamarcio) decidono di ritrovarsi per una cena dopo la recente separazione, un’incontro con lo scopo di organizzare le vacanze estive dei figli. Tale evento si carica subito di grande tensione, lasciando subito intendere che il tavolo del ristorante non servirà tanto alle portate quanto a fare da ring alla disputa epica tra ragioni e meschinità dei due (non per l’affidamento dei figli).
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Forte dell’esperienza come sceneggiatore teatrale prima che cinematografico, con tra le mani il fresco romanzo della moglie Margaret Mazzantini, Castellito propone un film che vuole rappresentare l’archetipo di ogni relazione di coppia, il tutto in un contesto storico sorprendentemente contemporaneo.
La problematica Delia (Jasmine Trinca) e il tamarro Gaetano (Riccardo Scamarcio) decidono di ritrovarsi per una cena dopo la recente separazione, un’incontro con lo scopo di organizzare le vacanze estive dei figli. Tale evento si carica subito di grande tensione, lasciando subito intendere che il tavolo del ristorante non servirà tanto alle portate quanto a fare da ring alla disputa epica tra ragioni e meschinità dei due (non per l’affidamento dei figli). Soggetti che, pur essendosi amati tanto, sono arrivati ad odiarsi intensamente.
L’azione stessa di abbuffarsi di lui, la scelta di non mangiare di lei, o quella di utilizzare diversamente le portate, carica il cibo di un significato profondo che accompagna lo spettatore nella comprensione del film. Lo spettro della bulimia e la paura della pazzia che attanagliano Delia, entrano in contrasto con la superficialità e l’egocentrismo di Gaetano, rendono una possibile reunion molto improbabile.
La commedia è brillante, intensa, a tratti divertente e commovente, ma anche disincantata e realistica. Mentre gli altri commensali del ristorante parlano e scherzano, come spettatori indisciplinati di una commedia teatrale, chi segue il film può lasciarsi proiettare nei pensieri e nella psicologia di Delia e Gaetano. Durante la cena la coppia ripercorre con la mente le tappe della vita, dall’età dell’oro della storia d’amore e del sesso sfrenato fino alla gioia dell’arrivo dei figli, per arrivare progressivamente, frustrazione dopo frustrazione, al crash inevitabile della relazione.
L’espediente usato dal regista è un sapiente uso del flashback che lega perfettamente ricordi felici e infelici di una vita passata assieme, agli argomenti di disputa dei protagonisti.
Molto intensi sono gli scambi di sguardi tra i due ex amanti, maschere di cera i cui occhi fan trapelare il contrario di quello che dicono le parole. Fondamentali sono i ricordi, i frammenti di vita quotidiana con i figli, gli amici, le rispettive famiglie e gli amanti avuti o solo desiderati. Tutto si rivela lentamente senza forzature con grande attenzione ad oggetti di scena carichi di significato simbolico come il gorilla giocattolo del figlio, gli orecchini con gli occhi di Delia e la maglietta rossa di Gaetano sparita chissà dove…
il messaggio Nessuno si salva da solo non è lanciato dai protagonisti ma dall’intervento esterno di un uomo anziano malato di un male incurabile, interpretato da Roberto Vecchioni, un personaggio presente con la compagna già nel ristorante. Quello che sembra un’invito alla preghiera fatto da un uomo malato, “pregate per me” chiede il vecchio, affrontato con il sarcasmo a cui Castellito ci ha abituato, diventa una richiesta di aiuto laica rivolta ad un cielo notturno e vuoto da una scalinata che non è nemmeno quella di una chiesa.
La cosa più sconvolgente è che pregare, alla fine, sembra dare delle risposte. Anche se Gaetano e Delia pregano nel posto sbagliato, anche se pregano non si sa bene chi o cosa.
Forse si rivolgono ad un entità fuori dalla coppia che, magari da una postazione più alta, può offrire loro una nuova visione d’insieme, più razionale e positiva, della loro esistenza.
Da vedere.
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dhany coraucci
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martedì 17 marzo 2015
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....e non vissero felici e contenti
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“…. e vissero felici e contenti” : la più grande menzogna di tutti i tempi, si sa, continua a essere anche la più amata di tutti i tempi, ma fortunatamente qui non siamo nel regno delle favole, abbiamo gli occhi aperti, di rosa c'è solo la striscia di sole infuocato di un breve tramonto che cala all'orizzonte e che verrà inghiottita dal buio nell'arco di pochi minuti e soprattutto sappiamo bene quanto è difficile amare, oltre che essere amati. Mi piace sempre trovarmi in un posto simile a questo, dove si dice qualcosa di vero sull'amore. Dunque, mi è piaciuto anche sedermi al tavolo del ristorante insieme ai due protagonisti che si sono separati da qualche tempo e che si trovano a cena per discutere come spartirsi i figli nelle dolenti vacanze e rimanere con loro per 100 minuti esatti, il film infatti si svolge nell'arco di una sera.
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“…. e vissero felici e contenti” : la più grande menzogna di tutti i tempi, si sa, continua a essere anche la più amata di tutti i tempi, ma fortunatamente qui non siamo nel regno delle favole, abbiamo gli occhi aperti, di rosa c'è solo la striscia di sole infuocato di un breve tramonto che cala all'orizzonte e che verrà inghiottita dal buio nell'arco di pochi minuti e soprattutto sappiamo bene quanto è difficile amare, oltre che essere amati. Mi piace sempre trovarmi in un posto simile a questo, dove si dice qualcosa di vero sull'amore. Dunque, mi è piaciuto anche sedermi al tavolo del ristorante insieme ai due protagonisti che si sono separati da qualche tempo e che si trovano a cena per discutere come spartirsi i figli nelle dolenti vacanze e rimanere con loro per 100 minuti esatti, il film infatti si svolge nell'arco di una sera. Mi è piaciuto in particolar modo precipitare nella loro storia senza indugi, ripercorrendo grazie ad efficaci flashback i momenti dell'amore, ma anche i momenti dell'allontanamento, il sogno e il risveglio, l'unione e poi la disgregazione, anche perché sono convinta che è proprio attraverso il distaccamento e la distruzione di un sogno condiviso che si rivela il lato più profondo e intimo dell'amore, tanto è vero che, a mio parere, i film più belli, intensi e reali che sono stati fatti su questo complesso sentimento sono proprio quelli che narrano la fine di un amore, non il suo inizio. Sono bravissimi Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca a reggere tutto il film; io poi ho una passione per Scamarcio fin dal principio della sua carriera e lo ammiro per i ruoli sempre più impegnativi e difficili che sceglie di recitare, oltre che per essere diventato anche un coraggioso produttore di film indipendenti. Cosicché l'intrusione dell'anziana coppia felice, la quale cena nel tavolo a fianco (Vecchioni, invece, non mi è mai piaciuto nemmeno come cantautore) e dispensa consigli e letizia, è forse l'unico appunto che faccio al film, perché ritorna quell'idea dell'amore un po' finta che qui pareva bandita. In ogni caso, dei tre film Castellitto/Mazzantini (sono un'entità sola, ormai, a dispetto delle tristi storie che amano raccontare) questo per me è il più interessante.
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[+] nessuno si salva da solo
(di ivonne)
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valekiddo
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lunedì 16 marzo 2015
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chi ben comincia...
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Delia e Gaetano sono una coppia separata, costretta a rivedersi per decidere come spartirsi i figli per le vacanze estive. Delia è rigida, come donna e come madre, maniacale, ossessiva e maniaca dell'igiene; Gaetano invece è esattamente l'opposto: padre assente e quando presente, permissivo e remissivo, sognatore, sentimentale e idealista. La loro cena-scontro è costellata da tutti gli insulti e frecciatine varie che normalmente ogni coppia in crisi utilizza per incolpare l'altro del fallimento del rapporto. Il film si articola su molteplici flashback che mostrano come un grande amore, vivo, passionale e duraturo, si trasformi in una convivenza forzata fra due persone che, a causa di figli, lavoro, delusioni di varia natura, illusioni e disillusioni, arrivano ad odiare ciò che prima amavano così tanto dell'altro.
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Delia e Gaetano sono una coppia separata, costretta a rivedersi per decidere come spartirsi i figli per le vacanze estive. Delia è rigida, come donna e come madre, maniacale, ossessiva e maniaca dell'igiene; Gaetano invece è esattamente l'opposto: padre assente e quando presente, permissivo e remissivo, sognatore, sentimentale e idealista. La loro cena-scontro è costellata da tutti gli insulti e frecciatine varie che normalmente ogni coppia in crisi utilizza per incolpare l'altro del fallimento del rapporto. Il film si articola su molteplici flashback che mostrano come un grande amore, vivo, passionale e duraturo, si trasformi in una convivenza forzata fra due persone che, a causa di figli, lavoro, delusioni di varia natura, illusioni e disillusioni, arrivano ad odiare ciò che prima amavano così tanto dell'altro. La storia è stata partorita dalla brillante mente di Margaret Mazzantini prima in veste di scrittirice e successivamente come sceneggiatrice, per la regia di Sergio Castellitto (coppia vincente nella vita e nel lavoro, non c'è che dire). La Mazzantini, stavolta, mette da parte le storie straordinariamente drammatiche come Venuto al Mondo o Non ti muovere per dare spazio ad una narrazione altresì drammatica (la fine di un matrimonio non è mai cosa semplice), ma più vicina al quotidiano e, sfortunatamente, comunemente esperibile (basta pensare al boom di divorzi/separazioni degli ultimi vent'anni). Un pubblico giovane potrebbe ritrovarsi parecchio amareggiato e spiazzato, quasi impaurito, da questo amaro ritratto così comune nei rapporti di coppia, mentre un pubblico più navigato, con una certa quantità di batoste più o meno grandi sulle spalle potrebbe rispecchiarvicisi, totalmente o in parte. In ogni caso, si tratta di un film ben riuscito, a prescindere da ogni interpretazione che gli si voglia dare, sotto ogni punto di vista: storia 10+, regia 9, fotografia e montaggio 8.5, interpretazione degli attori 10 (perfetta Jasmine Trinca nei panni di Delia), musiche 8.
C'è poco da fare, quando una storia è azzeccata e sempre attuale, metà del lavoro è già fatto. Da vedere assolutamente.
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mara65
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lunedì 16 marzo 2015
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emozionante !
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Ma la vogliamo smettere di bistrattare film italiani e poetici? Cosa piace al popolo italiano? Commedie. Quelle si, quelle prendono sempre 4/5 stelle. Bisio, Angiolini, Bova, ecco cosa vi meritate. Oppure piacciono i film di fantascienza americani... pim, pum, pam... astronavi, sparatorie, uomini muscolosi e invincibili. Ma dove vivete? In un mondo patinato da commedia scialba o su un'astronave? La vita è fatta dai sentimenti, da amore, da fine dell'amore. Sono queste le storie più vere e più belle, quelle in cui tutti noi possiamo immedesimarci.
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