Dio esiste e vive a Bruxelles |
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Un film di Jaco Van Dormael.
Con Pili Groyne, Benoît Poelvoorde, Catherine Deneuve, François Damiens.
continua»
Titolo originale Le Tout Nouveau Testament.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 113 min.
- Lussemburgo, Francia, Belgio 2015.
- I Wonder Pictures
uscita giovedì 26 novembre 2015.
MYMONETRO
Dio esiste e vive a Bruxelles
valutazione media:
3,23
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il cinema la religione e il senso paradossale della vita
di Cristiano Governa Il Venerdì di Repubblica
Dio esiste e vive a Bnixelles. È un bastardo spregevole con sua moglie e sua figlia». Parola di Ea la figlia di Dio. Ecco una commedia per famiglie; il nuovo film di Jaco Van Dormael Dio esiste e vive a Bruxelles (in uscita il 26 novembre). Non lo sapete? Le famiglie si divertono così, nella speranza che sappiano quando smettere di ridere e che, in realtà, stanno ridendo d'altro.Van Dormael lavora su questi due dettagli; «In quell'uomo, buffo e tremendo, puoi anche vederci Dio. Io ci vedo l'autorità e la sua tendenza a confondersi con Dio» dice il regista, «e la più insidiosa delle autorità è quella che esercitiamo su noi stessi e sulle nostre esistenze. Le viviamo in scatola; siamo carne in scatola». Se un giorno vi arrivasse un sms contenente data e ora della vostra morte che fareste?
Da questa scintilla scalurisce una black comedy in bilico fra surreale e paradosso nella quale Dio (Benoit Poelvoorde) è un uomo meschino che passa la giornata ciondolando davanti al computer attraverso il quale maneggia destini e disgrazie dell'umanità. [...]Dio esiste e vive a Bruxelles è una commedia che fa il suo vecchio mestiere; si ride, talvolta grasso, di ciò che ci spaventa. Niente bilanci etici. [...] Forse Van Dormael ha cercato l'umano in Dio, il limite in ciò che di limiti non dovrebbe averne. Quando vedrete Dio usare la cintura per picchiare sua liglia (bello che lei non sia inquadrata) e gridare «Guarda cosa mi fai fare, è colpa tua» per chi proverete onore? Per quel Dio paradossale e disperato o per quella stessa frase che sentite pronunciare, dall'altra parte del muro, dal vostro vicino? Se trovassimo blasfemo questo film confermeremmo l'idea orwelliana di una società che appassisce non solo per la violenza dei suoi dittatori ma anche per la modesta qualità dei suoi schiavi. «Siamo innamorati della cella nella quale il nostro cervello si è infilato da solo» conclude il regista, «uscire fa paura perché oltre le sbarre c'è la vita, ci sono gli altri». E anche noi.
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