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khaleb83
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domenica 29 maggio 2016
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unico
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Fare film sulla musica e sui musicisti senza scadere nel retorico, o nell'antologico, è decisamente difficile. Fare film di questo genere che oltre a raccontare una storia riescano a tirare fuori delle emozioni lo è ancora di più. Whiplash supera questo stadio, arrivando a tirare fuori emozioni a dir poco viscerali su quelle scene che normalmente finirebbero per essere assolutamente noiose o addirittura scadente tecnicismo.
La storia non è particolarmente elaborata; la trama è lineare, a tratti prevedibile. Volutamente: non si prende certo la briga di evitarselo, perché il senso di Whiplash è nel racconto, nel procedere e non tanto nel risolvere gli eventi.
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Fare film sulla musica e sui musicisti senza scadere nel retorico, o nell'antologico, è decisamente difficile. Fare film di questo genere che oltre a raccontare una storia riescano a tirare fuori delle emozioni lo è ancora di più. Whiplash supera questo stadio, arrivando a tirare fuori emozioni a dir poco viscerali su quelle scene che normalmente finirebbero per essere assolutamente noiose o addirittura scadente tecnicismo.
La storia non è particolarmente elaborata; la trama è lineare, a tratti prevedibile. Volutamente: non si prende certo la briga di evitarselo, perché il senso di Whiplash è nel racconto, nel procedere e non tanto nel risolvere gli eventi. Il jazz è tutt'altro che un genere musicale facile da masticare, e come dice lo stesso protagonista del film non è per tutti, eppure non è necessario conoscerlo per quanto intrida prepotentemente tutto il film, arrivando a essere uno dei protagonisti.
Una regia impeccabile, una fotografia decisamente intrigante. Gli attori offrono tutti quanti una prestazione di ottimo livello: il faccione a tratti vuoto di Teller, lo sguardo che suscita tenerezza della Benoist. Ma è innegabile che il vero mattatore sia JK Simmons, che ancora una volta si rivela per uno degli attori più sottovalutati di Hollywood: il suo talento è imbarazzantemente enorme, la sua capacità di incarnare ogni sfumatura di un personaggio complesso, brutale, innegabilmente "stronzo" che però non può fare a meno di essere accattivante. Non perché brillante o carismatico, ma perché vero, vivo nelle sue sfaccettature perfettamente incarnate.
Un film forse non per tutti (come il jazz) ma ugualmente imperdibile.
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fabio57
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lunedì 18 aprile 2016
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bello e struggente
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Notevole questo film.Storia semplice ma raccontata con grande intensità.Interpretazione degli attori maiuscola.Il rapporto conflittuale tra allievo e istruttore è stato al centro di numerose peliccole,ma in questo lavoro c'è sicuramente una valenza emotiva in più ,una forte tensione ,un grande coinvolgimento.La passione di un giovane per la batteria è raccontata con ritmo travolgente e drammatico e si avvale di pezzi di assolo strepitosi.La musica la fa da padrona,ma insieme c'è la tenacia,la strenua volontà,l'impegno unico di chi crede nel proprio talento fino a farne una ragione di vita.
Da vedere
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biso 93
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mercoledì 6 aprile 2016
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potente e snob
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Whiplash mi ha fatto provare tante emozioni, mi ha stregato con la sua potenza, la sua strafottenza ed il suo sadismo, volto ha dare grande rilievo all' ossessione, piu' precisamente allo scontro di due ossessioni verso la musica, verso il mondo jazz. Whiplash e' diretto magistralmente da Damien Chazelle, qui pure ottimo sceneggiatore grazie a dialoghi forti ma semplici e molto realistici. Forse il mondo della musica, seppur duro, non sara' proprio cosi', ma l'intento del regista e' il voler mettere in risalto fino a quanto si possono spingere due personaggi ossessionati ds un obbiettivo. La fotografia dona un'atmosfera jazz fantastica ed il film dona un ruolo da protagonista alla musica, la quale in questo film prende molta forza e risalto.
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Whiplash mi ha fatto provare tante emozioni, mi ha stregato con la sua potenza, la sua strafottenza ed il suo sadismo, volto ha dare grande rilievo all' ossessione, piu' precisamente allo scontro di due ossessioni verso la musica, verso il mondo jazz. Whiplash e' diretto magistralmente da Damien Chazelle, qui pure ottimo sceneggiatore grazie a dialoghi forti ma semplici e molto realistici. Forse il mondo della musica, seppur duro, non sara' proprio cosi', ma l'intento del regista e' il voler mettere in risalto fino a quanto si possono spingere due personaggi ossessionati ds un obbiettivo. La fotografia dona un'atmosfera jazz fantastica ed il film dona un ruolo da protagonista alla musica, la quale in questo film prende molta forza e risalto. Il cast poi rende Whiplash un capolavoro, grazie alle ottime interpretazioni dei due protagonisti, tra cui spicca il grande J K Simmons, il quale da vita all'emblema del prof da incubo. Sopra le righe ed eccessivo, whiplash e' un film ricco di scene fantastiche e che ci fa riflettere su un quesito: quanto siamo disposti a dare x raggiungere i nostri obbiettivi? Il prof Fletcher vuole creare un talento purissimo e Daniel di per se', vuole a tutti i costi dimostrare a quest' ultimo di essere all'altezza delle sue richieste. La Benoist poi e' bellissima cosi come la scena finale, a mio parere incredibile e piena di energia, quasi perfetta. Whiplash non e' il film perfetto, ha i suoi difetti, ma ci fa provare emozioni forti e dona un ritratto dell'ossessione incredibile. Ripeto, un ottimo finale. Caldamente consigliato!
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aldiquadeisogni
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sabato 2 aprile 2016
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musicisti:volontà,forza,sudore e...fede in sè
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Non scoraggiarsi mai. Il sudore ed il sangue...che possiamo quasi sentir scivolare sulla nostra pelle, guardando questo film, sgorgano in ogni musicista. Trasudano da ognuno dei pori della nostra pelle; ci portano davanti ad un bivio che è poi il sale dell'intera opera: dovremo un giorno scoraggiarci? Soccomberà il nostro "Io" sotto il peso degli standard comportamentali che ci circondano ed ai quali, inconsapevolmente, ci adattiamo? Soccomberemo al sistema? Soccomberemo a noi stessi ed alla voglia di cercare e, semmai, trovare una strada più semplice di quella segnata dalla scia di questo sudore e questo sangue?... Una volta scoraggiati, poi, potremo facilmente incolpare qualcosa, qualcuno,il sistema.
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Non scoraggiarsi mai. Il sudore ed il sangue...che possiamo quasi sentir scivolare sulla nostra pelle, guardando questo film, sgorgano in ogni musicista. Trasudano da ognuno dei pori della nostra pelle; ci portano davanti ad un bivio che è poi il sale dell'intera opera: dovremo un giorno scoraggiarci? Soccomberà il nostro "Io" sotto il peso degli standard comportamentali che ci circondano ed ai quali, inconsapevolmente, ci adattiamo? Soccomberemo al sistema? Soccomberemo a noi stessi ed alla voglia di cercare e, semmai, trovare una strada più semplice di quella segnata dalla scia di questo sudore e questo sangue?... Una volta scoraggiati, poi, potremo facilmente incolpare qualcosa, qualcuno,il sistema..... Ma,...troveremo mai il coraggio di guardare nei nostri occhi ed incolpare noi stessi? Assumendoci le nostre responsabilità?
La musica é arte, studio, sacrificio, sudore, sacrificio, passione, pazienza, sacrificio, sacrificio,...passione.....tutto questo, in cambio di una semplice...emozione, di un'idea,...di un sogno.....
Questo ha dato a me, la musica: emozione.
Questo film raggiunge lo scopo: genera una forte emozione interiore, non solo nello spettatore "musicista", ma, in ogni persona che intenda davvero, con ogni fibra di sé stesso, perseguire il proprio sogno.
(AldiQuadeiSogni seguimi su FB)
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francesco dessi
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giovedì 17 marzo 2016
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magnifiche interpretazioni e infinite emozioni
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Whiplash è un film del 2014 diretto da Damien Chazelle,vincitore di ben tre premi oscar.
Andrew Neyman è un giovane batterista con tanta voglia dimostrare,che si trova in una delle scuole musicali più importanti del suo paese,un giorno incontrerà Terence Fletcher(interpretato da un magistrale J. K. Simmons),uno dei professori più severi della scuola di Andrew.
Il giovane protagonista dovrà fare di tutto per conquistarsi la fiducia di Fletcher,che tutto è tranne che comprensivo e gentile coi suoi studenti.
I punti forti di questo film sono proprio nascosti dietro Fletcher,un personaggio unico,severo e astuto dal primo all'ultimo minuto del film,un'interpretazione incredibile,per cui J.
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Whiplash è un film del 2014 diretto da Damien Chazelle,vincitore di ben tre premi oscar.
Andrew Neyman è un giovane batterista con tanta voglia dimostrare,che si trova in una delle scuole musicali più importanti del suo paese,un giorno incontrerà Terence Fletcher(interpretato da un magistrale J. K. Simmons),uno dei professori più severi della scuola di Andrew.
Il giovane protagonista dovrà fare di tutto per conquistarsi la fiducia di Fletcher,che tutto è tranne che comprensivo e gentile coi suoi studenti.
I punti forti di questo film sono proprio nascosti dietro Fletcher,un personaggio unico,severo e astuto dal primo all'ultimo minuto del film,un'interpretazione incredibile,per cui J. K. Simmons ha vinto meritatamente l'Oscar per miglior attore non protagonista.
I complimenti vanno anche al bravissimo Miles Teller,che ha avuto un ruolo davvero difficilissimo e ha dato prova del suo talento e delle sue innumerevoli doti attoriali.
Il film insegna,insegna tanto,solo col duro lavoro si ottengono risultati,il vero sacrificio e la determinazione portano al successo,ed Andrew lo dimostra non solo a Fletcher ma anche a tutti noi.
Tutto il film risulta un'emozione dietro l'altra,col fiato sospeso negli ultimi 15 minuti di film,con un bel colpo di scena,una conclusione degna di essere definita capolavoro.
È così perfetto e magnifico,compresa la colonna sonora che vi farà (molto probabilmente) appassionare al jazz in seguito alla visione del film.
Un capolavoro assoluto,da vedere e rivedere all'infinito.
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great steven
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giovedì 17 marzo 2016
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scontro fra allievo di talento e maestro spietato.
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WHIPLASH (USA, 2014) diretto da DAMIEN CHAZELLE. Interpretato da MILES TELLER, J. K. SIMMONS, MELISSA BENOIST, AUSTIN STOWELL, PAUL REISER, NATE LANG, CHRIS MULKEY, JAYSON BLAIR
Andrew Neiman sogna di diventare uno dei più grandi batteristi jazz della sua generazione. Il talento e la determinazione non gli mancano, ma ancora non sa chi sarà il maestro dello Shaffer, la scuola musicale presso la quale si iscrive per entrare a far parte, come elemento secondario, di un’orchestra maschile. Si tratta infatti dello spietato e inflessibile Terence Fletcher, insegnante e direttore dai modi furiosi e burberi, che maltratta i suoi allievi per cercare di tirar fuori da essi il meglio (come poi spiega lui stesso in una seduta in un bar proprio insieme ad Andrew).
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WHIPLASH (USA, 2014) diretto da DAMIEN CHAZELLE. Interpretato da MILES TELLER, J. K. SIMMONS, MELISSA BENOIST, AUSTIN STOWELL, PAUL REISER, NATE LANG, CHRIS MULKEY, JAYSON BLAIR
Andrew Neiman sogna di diventare uno dei più grandi batteristi jazz della sua generazione. Il talento e la determinazione non gli mancano, ma ancora non sa chi sarà il maestro dello Shaffer, la scuola musicale presso la quale si iscrive per entrare a far parte, come elemento secondario, di un’orchestra maschile. Si tratta infatti dello spietato e inflessibile Terence Fletcher, insegnante e direttore dai modi furiosi e burberi, che maltratta i suoi allievi per cercare di tirar fuori da essi il meglio (come poi spiega lui stesso in una seduta in un bar proprio insieme ad Andrew). Il ragazzo riesce faticosamente a conquistarsi il ruolo di batterista di punta dell’orchestra, ma un primo provino va male, e Fletcher è costretto a scusarsi col pubblico dello spettacolo. Il padre di Andrew consiglia al ragazzo di inviare una lettera scritta da lui allo Shaffer per far destituire Fletcher, accusato fra l’altro di aver indotto al suicidio un altro suo alunno. Coltivando contemporaneamente una difficile storia d’amore con Nicole, ragazza che vende i pop-corn al cinema, Andrew continua ad allenarsi con ossessione fino a farsi sanguinare le mani e venirsi i calli. Il giorno di una première in un prestigioso teatro arriva in ritardo perché dimentica a casa le bacchette e, come se non bastasse, ha anche un violento incidente stradale. Con le mani fasciate e grondante di sangue, Andrew si presenta alla kermesse, dove l’orchestra dovrà eseguire il brano Whiplash: sarà un’occasione imperdibile per farla in barba a Fletcher, diventato ormai il suo peggior nemico, anziché il suo mentore. E la rivincita di Andrew gli regalerà una soddisfazione impagabile e uno strepitoso successo di pubblico. Tra i film drammatici con inclinazioni musicali dell’ultimo periodo, è senza dubbio uno dei migliori, per come riesce a coniugare le esigenze della rappresentazione artistica usando la settima arte come collegamento fra il mondo delle note e quello del grande schermo, e il merito va soprattutto a Chazelle, regista che in passato aveva avuto incursioni non proprio brillantissime nel cinema musicale, ma che qui riesce splendidamente a coniugare le due anime che da tempo immemorabile raffigurano i due estremi apparentemente inconciliabili del musical made in USA: il genere dei "colossali futuri musicali" e la vittoria dello spirito sulla carne. Il primo elemento si amplia efficacemente nella diatriba Teller-Simmons, in cui a prevalere come primattore di carattere è paradossalmente il secondo, in grado di mettere in piedi una recitazione ardente e impetuosa che convince al 100%, per quanto il giovane protagonista sappia inventare di sana pianta un coraggioso rampollo del jazz che decide di vivere per la musica, sacrificando ogni cosa per la relativa causa. L’altro elemento si espleta soprattutto nella relazione amorosa fra Teller e M. Benoist (quest’ultima con ogni probabilità è il personaggio meno azzeccato dell’intero cast: ruolo troppo sdolcinato e poco impegnativo), dove lui è costretto a rivedere le sue posizioni sentimentali sia in virtù dell’affetto filiale per il padre sia per l’ossessione maniacale per il suo strumento e il valore artistico che ne scaturisce. Molto più valido e riuscito di altri "musicarelli" di infima categoria usciti qualche anno prima, soprattutto gli insopportabili Step Up. La veemenza verbale e fisica del maestro Fletcher, cui giova enormemente la faccia severa e arrogante di Simmons (premiato con un Oscar tanto meritato quanto probamente sudato), ricorda non troppo da lontano quella del sergente maggiore Hartman di Full Metal Jacket, ma senza il rischio di una parodia o di una caricatura: questo maestro è in fondo un idealista nato che si fa in quattro per estrarre da ogni persona alle sue dipendenze anche il più piccolo briciolo di abilità, a costo di sottoporlo ad innominabili sofferenze. Una colonna sonora di prim’ordine, con scelta di brani vecchio stampo che rievocano bellissimi tempi andati, che però, per quanto ben congegnata e funzionale, non basta a risollevare la mediocre fotografia che penalizza fortemente il film a livello di immagini: troppa poca illuminazione, per altro mal utilizzata in ambienti che ne avrebbero richiesto una quantità ben superiore. Aperto e chiuso da due assoli di batteria che non potrebbero essere più diversi fra loro, eppure entrambi di un’efficienza che sottolinea il carattere pessimistico del film, ma anche, in fondo, la sua natura utilitaristica e consolatoria, almeno per chi impazzisce per la musica e sa adorarla, a prescindere da chi la suoni o da chi la insegni. Altri due Oscar per il montaggio e il sonoro. 48 milioni di dollari incassati in tutto il pianeta, di cui 13 in patria.
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enzo70
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domenica 6 marzo 2016
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la forza della volontà
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Andrew è un giovane batterista di talento che entra nel più prestigioso conservatorio di New York. Il maestro Terence Fletcher ne intravede subito le straordinarie potenzialità; ma il carattere e l’inflessibilità di Fletcher trasformano la vita di Andrew, tenuto sempre in bilico e sottoposto ad ogni forma di vessazione psicologica, in un vero e proprio inferno. Il giovanissimo regista Damien Chazelle dirigi una piccola chicca, a metà tra un film musicale e militare, da un lato la musica, dall’altro un addestramento degno di full metal jacket o ufficiale e gentiluomo. Per Fletcher la musica è arte, ma l’arte è disciplina, serve rabbia e carattere.
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Andrew è un giovane batterista di talento che entra nel più prestigioso conservatorio di New York. Il maestro Terence Fletcher ne intravede subito le straordinarie potenzialità; ma il carattere e l’inflessibilità di Fletcher trasformano la vita di Andrew, tenuto sempre in bilico e sottoposto ad ogni forma di vessazione psicologica, in un vero e proprio inferno. Il giovanissimo regista Damien Chazelle dirigi una piccola chicca, a metà tra un film musicale e militare, da un lato la musica, dall’altro un addestramento degno di full metal jacket o ufficiale e gentiluomo. Per Fletcher la musica è arte, ma l’arte è disciplina, serve rabbia e carattere. E la pedagogia si trasforma in una sorta di delirio di onnipotenza nei confronti del giovane allievo che nella straordinaria scena finale, dimostra di avere più rabbia e più carattere di quanta Fletcher abbia mai potuto immaginare. Un film intelligente e ben condotto, con una ottima interpretazione da parte di Miles Teller e di J.K. Simmons ed una straordinaria colonna sonora.
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halfblood00
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domenica 28 febbraio 2016
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spettacolarità e tensione sono sinonimo di whiplas
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Questo film ti mette i brividi...vederlo in inglese è la scelta più giusta che ci possa essere perché si possono assaporare tutte le uniche sfaccettature dell'interpretazione maniacale di J.K.Simmons, il quale distrugge l'emotività dello spettatore.Questo è il miglior film musicale degli ultimi 20 senza eccezioni.
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slibedis
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venerdì 19 febbraio 2016
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il sergente hartman è tornato!
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Più che un direttore d'orchestra Simmons-Fletcher sembra il sergente di Full Metal Jacket. Sempre sopra le righe, insulta e umilia i musicisti jazz, che si comportano come piccoli soldatini, muti e rassegnati. Notoriamente i musicisti jazz sono artisti estrosi, inclini all'improvvisazione e di carattere non certo remissivo, nel film la situazione è forzata, poco credibile. L'allenamento di Teller-Neyman ricorda Rocky Balboa, le mani sanguinano, il sudore schizza sui piatti. Il finale è molto scenico ma assolutamente inverosimille. Un musicista che si presenta al concerto senza nemmeno conoscere la scaletta e senza mai aver provato con il resto dell'orchestra non lo si vede nemmeno nei manga.
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Più che un direttore d'orchestra Simmons-Fletcher sembra il sergente di Full Metal Jacket. Sempre sopra le righe, insulta e umilia i musicisti jazz, che si comportano come piccoli soldatini, muti e rassegnati. Notoriamente i musicisti jazz sono artisti estrosi, inclini all'improvvisazione e di carattere non certo remissivo, nel film la situazione è forzata, poco credibile. L'allenamento di Teller-Neyman ricorda Rocky Balboa, le mani sanguinano, il sudore schizza sui piatti. Il finale è molto scenico ma assolutamente inverosimille. Un musicista che si presenta al concerto senza nemmeno conoscere la scaletta e senza mai aver provato con il resto dell'orchestra non lo si vede nemmeno nei manga. La mia domenda è: come è possibile che un film con situazioni così improbabili abbia vinto 3 oscar?
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fedecap
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venerdì 22 gennaio 2016
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il jazz del ventunesimo secolo
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Secondo lungometraggio per Damien Chazelle, che torna a narrare le vite e le storie dei personaggi che animano il mondo del jazz, dopo 'Guy and Madeline on a Park Bench'. 'Whiplash' è la storia di Andrew Neiman (Miles Teller) che frequenta il conservatorio musicale di Manhattan, lo Shaffer, e della sua ambizione di far parte della migliore orchestra del conservatorio, guidata dal dispotico e inflessibile direttore Terence Fletcher (J. K. Simmons). Ambizione che verrà messa a dura prova una volta che Andrew riuscirà ad entrare nell'orchestra, tra le umiliazioni subite da Fletcher e la pressante concorrenza dei compagni. Per far si che il suo sogno (o incubo?) si avveri, Andrew metterà in discussione famiglia, amicizia e amore, in una sfida psicologica prima ancora che musicale.
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Secondo lungometraggio per Damien Chazelle, che torna a narrare le vite e le storie dei personaggi che animano il mondo del jazz, dopo 'Guy and Madeline on a Park Bench'. 'Whiplash' è la storia di Andrew Neiman (Miles Teller) che frequenta il conservatorio musicale di Manhattan, lo Shaffer, e della sua ambizione di far parte della migliore orchestra del conservatorio, guidata dal dispotico e inflessibile direttore Terence Fletcher (J. K. Simmons). Ambizione che verrà messa a dura prova una volta che Andrew riuscirà ad entrare nell'orchestra, tra le umiliazioni subite da Fletcher e la pressante concorrenza dei compagni. Per far si che il suo sogno (o incubo?) si avveri, Andrew metterà in discussione famiglia, amicizia e amore, in una sfida psicologica prima ancora che musicale.
La prima impressione che si ha del film e che resta maggiormente impressa è la figura dei due protagonisti (Andrew e Fletcher), interpretati da uno sconvolgente Miles Teller e da un camaleontico J. K. Simmons, e il rapporto magnetico che si instaura tra i due. Rapporto che cresce durante tutto il film, anche quando tra i due vi è una palese rottura (dovuto al crollo di nervi di Andrew) ma che invece si tratta solo di un'interruzione momentanea, pronta ad esplodere al prossimo ricongiungimento. A rendere ipnotici i personaggi, con i loro volti e sguardi, è la straordinaria fotografia di Sharone meir, che risalta emozioni e fatiche dei personaggi, tra sangue, sudore e rabbia (l'intesa di sguardi finale tra i due protagonisti, con il loro carico di emotività, ne è una prova). Il tutto ovviamente circondato dalla musica jazz e dagli strepitosi assoli di batteria (leggendario quello finale), ma anche da un bellissimo mixaggio sonoro sulla preparazione dell'orchestra, che tende a sottolineare la cura e la dedizione dei musicisti o la maniacalità del direttore Fletcher.
L'importanza di capire un punto di vista lontano dal nostro è un tema ricorrente all'interno del film, quando ad esempio Andrew è a tavola con i familiari, che non comprendono le sue scelte e lui rinfaccia loro la mediocrità delle loro carriere. Oppure dell'insofferenza di Fletcher per il mondo del jazz attuale, che non capisce che se vuole sopravvivere agli altri generi musicali è necessario che si faccia un 'bel lavoro'.
Questo 'Whiplash' può essere quindi considerato a tutti gli effetti un manifesto cinematografico sulla musica jazz e sulla straordinarietà che può raggiungere questo genere, ed inoltre come capolavoro musicale del nostro tempo.
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