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gianleo67
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sabato 24 gennaio 2015
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what price...jazz!
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Il sogno di diventare un affermato batterista jazz porta Andrew ad iscriversi al famoso Shaffer Conservatory di New York non ostante il tiepido supporto del padre e l'indifferenza dei suoi familiari. La sua incrollabile determinazione però sarà messa a dura prova dai metodi dispotici e dalle sottili torture psicologiche che l'inflessibile direttore d'orchestra Fletcher è solito esercitare sui suoi allievi, richiedendo standard elevatissimi e mettendoli in continua competizione tra loro. Avrà tuttavia la sua rivincita.
Partendo dalla sordina di un racconto di formazione cui l'apologetica eroistica del cinema americano ci ha da sempre abituati, il giovanissimo Damien Chazelle orchestra il sorprendente spartito di una dimensione immersiva e coinvolgente del dramma musicale che appare tanto lontano dalle edulcorazioni e dai facili sentimentalismi di classici alla 'Saranno famosi' quanto dalla banalità del riscatto sociale alla 'Flashdance', per farci approdare a qualcosa di diverso e innovativo, laddove lo spazio di conflittualità nel rapporto allievo-maestro si gioca sulla spiazzante dinamica di una tensione psicologica in cui la crescita artistica e individuale dell'uno sembrano in contraddizione (e in competizione) con le ambigue affermazioni del dispotico narcisismo dell'altro.
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Il sogno di diventare un affermato batterista jazz porta Andrew ad iscriversi al famoso Shaffer Conservatory di New York non ostante il tiepido supporto del padre e l'indifferenza dei suoi familiari. La sua incrollabile determinazione però sarà messa a dura prova dai metodi dispotici e dalle sottili torture psicologiche che l'inflessibile direttore d'orchestra Fletcher è solito esercitare sui suoi allievi, richiedendo standard elevatissimi e mettendoli in continua competizione tra loro. Avrà tuttavia la sua rivincita.
Partendo dalla sordina di un racconto di formazione cui l'apologetica eroistica del cinema americano ci ha da sempre abituati, il giovanissimo Damien Chazelle orchestra il sorprendente spartito di una dimensione immersiva e coinvolgente del dramma musicale che appare tanto lontano dalle edulcorazioni e dai facili sentimentalismi di classici alla 'Saranno famosi' quanto dalla banalità del riscatto sociale alla 'Flashdance', per farci approdare a qualcosa di diverso e innovativo, laddove lo spazio di conflittualità nel rapporto allievo-maestro si gioca sulla spiazzante dinamica di una tensione psicologica in cui la crescita artistica e individuale dell'uno sembrano in contraddizione (e in competizione) con le ambigue affermazioni del dispotico narcisismo dell'altro. Nucleo centrale di questo processo drammaturgico, la paradossale dialettica di una pedagogia malata e vessatoria si traduce nei complessi rapporti di forza di una sala prove trasformata nel campo di un'esercitazione marziale dove un sergente calvo e incline al turpiloquio esercita con impietoso sadismo le prerogative concessegli dal rango e dalla funzione e dove il raggiungimento dell'eccellenza sembra l'approdo mai scontato di un'affermazione individuale, di una lotta per la sopravvivenza in cui la prevaricazione e la sopraffazione dell'altro sono lo scotto da pagare per il successo e la gloria. Paradigma di una società competitiva e spietata come quella americana, il conservatorio Shaffer diventa il teatro di uno psicodramma privato in cui si forgia il carattere dei vincenti di domani, dove al costo altissimo di una desvastazione psicologica senza pari si decide chi sopravvive e chi soccombe, si seleziona una classe dirigente (d'orchestra?) capace di perpetuare l'antico mito della frontiera ed una versione riveduta,corretta e aggiornata del sogno americano 'off Broadway'. Tecnicamente compatto e giocato su di una messa in scena che fa presa sugli spiazzanti movimenti di macchina (ma da dove sarà sbucato mai questo Chazelle?!!) e le affascinanti vibrazioni di una impeccabile colonna sonora jazz è un film che scava nelle incertezze dei personaggi per restituirci il loro lato più vero e inaspettato, per condurci al punto di non ritorno di una umiliazione pubblica che nel finale riserva il ribaltamento di una falsa prospettiva, lo spostamento di un equilibrio di forze dove il carattere si afferma sulla tecnica e dove la tecnica diventa lo strumento naturale e imprescindibile per affermare il carattere, in quell'oscuro e mistico dualismo che l'arte porta da sempre con sè. Interpreti d'eccezione tanto il veterano e maturo J. K. Simmons (qui nel suo ruolo della vita) quanto il giovanissimo Miles Teller che rappresenta il vero astro nascente del nuovo cinema indipendente americano. Se ne consiglia la visione rigorosamente in lingua originale. Film d'apertura dell'edizione 2014 del Sundance Film Festival e candidato a ben cinque permi Oscar tra cui, ironia della sorte, non a quello per la migliore colonna Sonora. What price...Jazz!
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juanmilanis12
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giovedì 22 gennaio 2015
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il genere musicale jazz nel xxi secolo
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Whiplash, film musicale diretto da Damien Chazelle entra di diritto nella storia del cinema recente grazie una mix di emozione e sentimento che raramente il grande pubblico ha potuto udire e vedere ultimamente. Udito e vista si fondono per formare una alchimia perfetta la quale viene incanalata e diretta da una prestazione eccellente per merito del regista che da uno strepitoso J.K. Simmons(Fletcher)che osserva e funge da mentore per un ottimo Milles Teller(Newman). Film più adatto a non addetti a lavori per celebrare un genere underground spesso caduto a più riprese nel dimenticatoio.Da un punto di vista prettamente scenografico Chazelle utilizza a più riprese la metafora di Charlie Parker e Jo Jones per evidenziare la necessità di focalizzare un obbiettivo e di portarlo a termine non attraverso la rottura dei legami interpersonali,ma attraverso la costante pratica e pazienza.
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Whiplash, film musicale diretto da Damien Chazelle entra di diritto nella storia del cinema recente grazie una mix di emozione e sentimento che raramente il grande pubblico ha potuto udire e vedere ultimamente. Udito e vista si fondono per formare una alchimia perfetta la quale viene incanalata e diretta da una prestazione eccellente per merito del regista che da uno strepitoso J.K. Simmons(Fletcher)che osserva e funge da mentore per un ottimo Milles Teller(Newman). Film più adatto a non addetti a lavori per celebrare un genere underground spesso caduto a più riprese nel dimenticatoio.Da un punto di vista prettamente scenografico Chazelle utilizza a più riprese la metafora di Charlie Parker e Jo Jones per evidenziare la necessità di focalizzare un obbiettivo e di portarlo a termine non attraverso la rottura dei legami interpersonali,ma attraverso la costante pratica e pazienza. Dunque occorre lottare per far valere i sogni in ogni situazione perchè di Flechter in giro ce ne sono tanti..Inoltre l'utilizzo di una efficace sceneggiatura permette allo spettatore di immedesimarsi con il protagonista e di seguire in maniera fluente tutto il corso del film.Da un punto di vista tecnico invece il regista sfrutta i vari piani per accentuare o meno l'importanza patetica di ciascuno dei personaggi attraverso inquadrature precise e concise. Questo film non ha nulla da invidiare ad altri capolavori musicali del passato. Sublime la scelta del finale con un insieme di assolo e tecnica che lascia lo spazio a emozioni liberatorie. Candidato all'Oscar con 5 nominations speriamo che almeno se ne porti a casa una almeno una.
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mike26
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domenica 18 gennaio 2015
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and the oscar goes to.. j.k. simmons!
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Film scandito dal suono della Batteria di Andrew (MilesTeller) giovane Batterista che studia in un conservatorio di Manhattan e che sogna di diventare una stella del Jazz, ma dovra fare i conti con Fletcher (JK Simmons) un terribile Spietato Ambiguo Direttore D'orchestra. Damien Chazelle Sforna un Film CAPOLAVORO, che diventerà un Cult del Cinema, Fuori da qualsiasi schema Whiplash ti tiene incollato allo schermo fino all'ultimo, non ti da respiro, ti cattura!..Grande Prova dei due Attori in Particolare di JK Simmons che sforna una interpretazione maestosa, Incredibile, da Oscar!
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shiningeyes
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domenica 18 gennaio 2015
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un bellissimo outsider!
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Dopo che si vede un film intenso come “Whiplash” è normale sentirsi un po’ frastornati. Sarà forse quell’incessante drumming che ci percuote per quasi tutta la durata del film o per le urla del severissimo insegnante di jazz, Fletcher, co-protagonista del film. Frastorno a parte, “Whiplash” è senza dubbio il più bel film outsider di questo 2014. Un outsider che si eleva ad altri film fin troppo sopravvalutati dalla critica e che con una “semplicità” complessiva è tra i migliori film dell’anno. Damien Chazelle, con la sua esperienza pregressa di musicista in una jazz band, riesce a creare un film musicale di alto vigore ed emotivo al 100%, facendoci girare la estrapolando il meglio che può esprimere una musica così difficile e virtuosa come il jazz; genere fin troppo spesso relegato a cerchie di intellettualoidi e definito noioso.
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Dopo che si vede un film intenso come “Whiplash” è normale sentirsi un po’ frastornati. Sarà forse quell’incessante drumming che ci percuote per quasi tutta la durata del film o per le urla del severissimo insegnante di jazz, Fletcher, co-protagonista del film. Frastorno a parte, “Whiplash” è senza dubbio il più bel film outsider di questo 2014. Un outsider che si eleva ad altri film fin troppo sopravvalutati dalla critica e che con una “semplicità” complessiva è tra i migliori film dell’anno. Damien Chazelle, con la sua esperienza pregressa di musicista in una jazz band, riesce a creare un film musicale di alto vigore ed emotivo al 100%, facendoci girare la estrapolando il meglio che può esprimere una musica così difficile e virtuosa come il jazz; genere fin troppo spesso relegato a cerchie di intellettualoidi e definito noioso. Più che altro, svettano i temi dell’ambizione personale e del “fine che giustifica i mezzi”, questo secondo rivelato dall’inflessibile Fletcher, che vuole a tutti costi far oltrepassare i limiti ai suoi spaventati allievi, facendoci capire quanto ami il suo lavoro e la musica che insegna; il talentuoso batterista Andrew, con l’obbiettivo di rientrare tra i più grandi batteristi jazz, dovrà spingere a tavoletta per cercare di accontentare l’esigentissimo maestro, anche a costo di tagli sulle dita e assenza di una vita sociale. Oltre ad avere una sceneggiatura vibrante e per niente banale, “Whiplash” è il perfetto palcoscenico che mette in mostra la bravura di J.K.Simmons (che dovrebbe vincere tutti i premi possibili), acido come non mai nella sua difficile e grandiosa interpretazione; un plauso va anche al giovane Miles Teller, che sicuramente saprà stupirci in futuro. “Whiplash” è un film scritto e diretto col cuore e che si attesta tranquillamente tra i migliori film musicali mai fatti. Chapeau, Damien!
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mario nitti
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giovedì 15 gennaio 2015
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grande tensione, grandi emozioni, grande cinema
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Andrew studia batteria jazz nella miglior scuola di New York. Viene notato da un insegnante, Terence Fletcher, che lo inserisce nella band che partecipa ai concorsi. Andrew è bravo, ma Fletcher è un docente davvero tosto e la sua lotta per emergere sarà molto dura.
Lo so… avete pensato: “Già visto”. Che sia per un ballerino o per un altro artista è uno schema che Hollywood ha usato decine di volte. Sbagliato. Questa volta c’è una storia, dialoghi praticamente perfetti, vera musica, una grande regia, interpreti strepitosi (voglio proprio vedere chi toglierà a J.K. Simmons, che riveste i panni dell’insegnante, l'Oscar come miglior attore non protagonista), ma soprattutto ci sono idee, si rompono schemi, si seguono strade impreviste, si va giù duri e si usa ironia.
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Andrew studia batteria jazz nella miglior scuola di New York. Viene notato da un insegnante, Terence Fletcher, che lo inserisce nella band che partecipa ai concorsi. Andrew è bravo, ma Fletcher è un docente davvero tosto e la sua lotta per emergere sarà molto dura.
Lo so… avete pensato: “Già visto”. Che sia per un ballerino o per un altro artista è uno schema che Hollywood ha usato decine di volte. Sbagliato. Questa volta c’è una storia, dialoghi praticamente perfetti, vera musica, una grande regia, interpreti strepitosi (voglio proprio vedere chi toglierà a J.K. Simmons, che riveste i panni dell’insegnante, l'Oscar come miglior attore non protagonista), ma soprattutto ci sono idee, si rompono schemi, si seguono strade impreviste, si va giù duri e si usa ironia. Wow! Grande tensione, grandi emozioni, grande cinema.
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[+] un crudo racconto di formazione musicale e intima
(di antonio montefalcone)
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blasiusack
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martedì 13 gennaio 2015
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capolavoro assoluto del cinema
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Ci troviamo di fronte ad un capolavoro. Un film senza limiti che ci insegna il sacrificio, il valore per la musica e per gli obbiettivi.
J.K Simmons probabilmente ci regala uno dei personaggi più cazzuti della storia del cinema, un ruolo destinato a diventare cult e sicuramente sarà premiato con l'Oscar.
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gaiart
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lunedì 24 novembre 2014
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un sogno (incubo) di diventare qualcuno!
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Whiplash, in inglese significa colpo di frusta e sferzata. In entrambi i casi, il termine, titolo del film, è sottilmente usato a indicare il colpo alla batteria, ma anche, con lettura metaforica, i colpi interiori e fisici, inferti da Terence Fletcher, “maniacale” insegnante e direttore d’Orchestra (nel ruolo un perfetto J. K. Simmons), al giovane protagonista Andrew, Miles Miller.
Scritto e diretto da Damien Chazelle, regista e scrittore esordiente di 30 anni, il film si fa amare fin dall’apertura. Andrew, sogna di diventare uno dei migliori batteristi jazz della sua generazione. Ma la concorrenza è feroce al conservatorio Schaeffer di Manhattan, dove si allena duramente sotto la sapiente guida di uno spietato direttore d'orchestra.
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Whiplash, in inglese significa colpo di frusta e sferzata. In entrambi i casi, il termine, titolo del film, è sottilmente usato a indicare il colpo alla batteria, ma anche, con lettura metaforica, i colpi interiori e fisici, inferti da Terence Fletcher, “maniacale” insegnante e direttore d’Orchestra (nel ruolo un perfetto J. K. Simmons), al giovane protagonista Andrew, Miles Miller.
Scritto e diretto da Damien Chazelle, regista e scrittore esordiente di 30 anni, il film si fa amare fin dall’apertura. Andrew, sogna di diventare uno dei migliori batteristi jazz della sua generazione. Ma la concorrenza è feroce al conservatorio Schaeffer di Manhattan, dove si allena duramente sotto la sapiente guida di uno spietato direttore d'orchestra.
Filmato da vicino, come con una scimmia sulla spalla, riprendendo nei minimi dettagli le escoriazioni alle mani, il sangue che fuoriesce dopo gli estenuanti allenamenti e le ripetizioni alla batteria fino alla nausea, munito di una colonna sonora magica e che ti invade reiterandosi quasi ossessivamente, come ossessiva è la modalità di studio inferta ad Andrew, il quadro- film è perfetto. C’è storia, c’è occhio, c’è orecchio.
Da sempre la Schaeffer è il massimo per chi ama la musica. Entrare in quel conservatorio, esservi ammessi, è il sogno di molti che arrivano a New York da tutto il mondo. Il film di Damien Chazelle incarna proprio questo. Ma dietro ad un sogno, spesso un incubo, qui incarnato dalla geniale esecuzione di J.K. Simmons, che non cede di un attimo, nella cattiveria di evitare di partorire frustrati inutili e incapaci.
Eccellente film sul rapporto tra maestro e allievo, qui nella spesso dimenticata Batteria, dove la musica di Justin Hurwitz è fantastica ed è senza dubbio il terzo protagonista del film, per non dire il primo.
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