
Titolo originale | Kamisama No Iutoori |
Anno | 2014 |
Genere | Horror |
Produzione | Giappone |
Regia di | Takashi Miike |
Attori | Ryûnosuke Kamiki, Sometani Shôta, Sôta Fukushi, Hirona Yamazaki, Mio Yûki Jingi Irie, Ryôsuke Yamamoto, Minori Hagiwara, Sasuke Ohtsuru, Naoto Takahashi, Dôri Sakurada, Daisuke Kikuta, Nijirô Murakami, Tommy's Masa, Atsuko Maeda, Katsuhiro Higo, Ryûhei Ueshima, Jimon Terakado, Ikuko Tatsu, Michiyo Yanagisawa, Tetsu Watanabe, Tsutomu Yamazaki, Etsuko Kozakura, Sakichi Satô, Nobue Iketani, Reiko Takashima, Nao Ohmori, Lily Franky, Rio Takahashi, Takayuki Yanagi, Yuta Sakamoto, Taiki Ishikawa, Masahiro Usui, Shôtarô Ohkubo, Kyô Nagai, Chiemi Toi, Rena Shimura, Yôko Kita, Ryôsuke Kawamura, Shion Tsuchiya, Kana Nakagawa, Ayu Higashi, Atsushi Ogawa, Arisa Nakajima, Kentarô Tamura, Junpei Yasui, Yuka Suzuki, Rika Hoshina, Rima Matsuda, Kisetsu Fujiwara, Natsu Matsumiya, Keiichiro Mori. |
Tag | Da vedere 2014 |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 19 ottobre 2014
Degli adolescenti vengono costretti a partecipare a dei giochi in cui la posta in gioco è la vita.
CONSIGLIATO SÌ
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Shun Takahata si è appena lamentato della sua vita, noiosa e uguale a se stessa, quando la mattina, in classe, la testa del professore esplode e al suo posto compare un gioco parlante e assassino (il Daruma ga koronda, "Daruma è caduto"), una versione mortale di "Un, due, tre, Stella" che miete una vittima dopo l'altra, lasciando un solo vincitore per aula. Non c'è tempo per domandarsi cosa stia succedendo, ma solo per prepararsi al secondo gioco, altrettanto infantile e sterminatore.
Basterebbe la sequenza iniziale, da antologia degli incipit cinematografici più visionari e strizzastomaco, per aver ragione di fare un bell'inchino a Miike e magari sperare di indovinare un nuovo punto di svolta nella sua filmografia, che ne ha già conosciuto più di uno. Il resto del film mantiene le promesse, perché, anche se la struttura drammaturgica è presto chiara e non subisce variazioni, lo tengono insieme una coerenza visiva e una misura narrativa eccellenti.
Trasposizione cinematografica e fedele di un manga del 2011, As the gods will mette insieme il Signore delle Mosche e Hunger Games, l'ansia tipica della nostra contemporaneità, nutrita scientemente dai media, con i principi immortali della filosofia antica orientale. Ne esce un racconto che ha il suo punto di forza nella qualità della regia e delle immagini, che gioca sullo stravolgimento delle proporzioni (il gigantesco Maneki Neko non si scorda in fretta), sulla diversificazione degli scenari, sul mix di fantascienza e tradizione religiosa (in nome del comun denominatore del soprannaturale), ma che non è del tutto assimilabile ad altri recenti divertissement del regista. Nonostante l'ambientazione scolastica e l'usuale origine manga, quest'ultimo lavoro si discosta notovelmente, per esempio, da For Love's Sake (The Legend of Love and Sincerity), e sembra riportare Miike a quel seme filosofico, intriso di dualismo e amarezza, cui si interessava tempo fa, oltre che a un genere, quello apocalittico, tra i migliori nelle sue corde.
Si resta, dunque, su un registro apparentemente leggero (nonostante l'ecatombe generazionale), non manca l'umorismo né l'abituale recitazione sopra le righe, ma si respira un progetto più ambizioso in filigrana, un mito di fondazione al contrario, che arriva quasi ad una versione rivista e corretta di Caino e Abele.
È un'ambizione che resta solo abbozzata, ma che potrebbe raccontare una voglia del regista di andare oltre la sua risaputa grafica del binomio amore-violenza, passando proprio da questa riassuntiva illustrazione delle regole del gioco.
Trasposizione cinematografica di un manga giapponese, Miike spiazza e diverte lo spettatore che rimane incredulo di fronte a folli scene. La scena iniziale rimane sicuramente la più bella e suggestiva, il gioco con Daruma è di un sadico e cinico divertimento.