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peer gynt
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giovedì 26 febbraio 2015
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le indagini folli del detective hippy
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Intendiamoci subito: a cercarle con il lanternino, potremmo anche trovare nel film tutte le tematiche tipiche della filmografia del regista Anderson. Ma in realtà siamo di fronte ad un film letterario (che nessuno puo' negare sia un genere filmico vero e prorpio), e per giunta un film letterario tratto da un romanzo di Thomas Pynchon, narratore fra i più intraducibili in pellicola. E infatti questa è la prima pellicola tratta da un'opera di Pynchon. Detto questo, chi va a vedere il film non si aspetti una vicenda chiara e lineare, facile da seguire, appassionante. La trama è labirintica e sfuggente, lo stile della sceneggiatura letterario, la pesantezza è assicurata.
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Intendiamoci subito: a cercarle con il lanternino, potremmo anche trovare nel film tutte le tematiche tipiche della filmografia del regista Anderson. Ma in realtà siamo di fronte ad un film letterario (che nessuno puo' negare sia un genere filmico vero e prorpio), e per giunta un film letterario tratto da un romanzo di Thomas Pynchon, narratore fra i più intraducibili in pellicola. E infatti questa è la prima pellicola tratta da un'opera di Pynchon. Detto questo, chi va a vedere il film non si aspetti una vicenda chiara e lineare, facile da seguire, appassionante. La trama è labirintica e sfuggente, lo stile della sceneggiatura letterario, la pesantezza è assicurata.
I realizzatori non hanno in animo di divertire lo spettatore, ma di vincere una sfida: tradurre in immagini le complesse affabulazioni del narratore americano. Difficile dire se ci siano riusciti. Di certo, se eccettuiamo il valore assoluto dell'ottima recitazione di un sempre straordinario Phoenix, il film non vive di luce propria, ma di luce riflessa. Il genere è l'hard-boiled di investigatori alla Marlowe, ma ambientato nel 1970, in piena epoca hippy: epoca lisergica quant'altre mai. E infatti il film risulta "drogato" al punto giusto, la musica d'ambiente dell'epoca (Neil Young e altri) e la musica appositamente scritta per il film ti danno il giusto senso di uno sballo perenne, e lo stesso spettatore alla fine si sente un po' "fatto" dai 148 lunghi minuti del film.
E il giudizio? Si va via ubriacati, confusi da una trama poliziesca che di poliziesco ha ben poco e con un dubbio atroce: abbiamo visto un film o ci siamo fatti una canna?
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claudiza
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mercoledì 11 febbraio 2015
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come si vede che ama altman, anderson...
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Non sono rare le occasioni in cui paul thomas amderson ha materializzato il suo fanatismo per Robert Altman: se prendete un libro sul fantastico regista di kansas city molto probabilmente la prefazione è sua.
Non è quindi un caso che questo film sia infatti molto molto molto simile a the long goodbye, mitico film altmaniano del 77, incentrato sempre su un investigazione, e un investigatore hippy, sempre con un intricato e insensato plot fatto apposta per non significare nulla e per far concentrare piuttosto sull'ambiente, i vestiti, lo stile di vita californiana dell'epoca (qui siamo nel 70- si descrive spesso l'omicidio tate- manson) con al centro un encomio agli o smandruppati e sfattoni che hanno invece ha più moralità dei ricchi vituperabili (che a dire la verità, poteva essere forse una novità all epoca del film con Gould-che tral'altro era un revisione di Phillipe Marlowe- ma che oggi è roba ben risaputa o comunque ampiamente già dimostrata e trattata)
che dire? sentite le musiche, J Pheonix, il bravissimo Brolin e tutti gli altri.
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Non sono rare le occasioni in cui paul thomas amderson ha materializzato il suo fanatismo per Robert Altman: se prendete un libro sul fantastico regista di kansas city molto probabilmente la prefazione è sua.
Non è quindi un caso che questo film sia infatti molto molto molto simile a the long goodbye, mitico film altmaniano del 77, incentrato sempre su un investigazione, e un investigatore hippy, sempre con un intricato e insensato plot fatto apposta per non significare nulla e per far concentrare piuttosto sull'ambiente, i vestiti, lo stile di vita californiana dell'epoca (qui siamo nel 70- si descrive spesso l'omicidio tate- manson) con al centro un encomio agli o smandruppati e sfattoni che hanno invece ha più moralità dei ricchi vituperabili (che a dire la verità, poteva essere forse una novità all epoca del film con Gould-che tral'altro era un revisione di Phillipe Marlowe- ma che oggi è roba ben risaputa o comunque ampiamente già dimostrata e trattata)
che dire? sentite le musiche, J Pheonix, il bravissimo Brolin e tutti gli altri. Ma non cercate di trovarvi un senso.
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