onufrio
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giovedì 12 novembre 2015
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quel mostro di cate blanchett
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Donna ricca e viziata si ritrova (anche per proprie colpe) a cambiare vita, passando dai lussi di New York alla modesta casa della sorella in quel di San Francisco; Jasmine ha un fresco passato burrascoso che vuole mettersi alle spalle e ricominciare, ma fatica a cambiare il proprio stile di vita, il suo obiettivo è "accalappiare" l'ennesimo pollo da spennare usando tutto il suo charme e la sua classe, ma non tutti i polli sono uguali. Woody Allen è capace di non stancare mai nelle sue classiche commedie che raccontano gli squilibri interiori e psischici, riuscendo stavolta a modellare Cate Blanchett facendola a sua immagine e somiglianza, il risultato è spettacolare, tanto da conquistare l'Oscar come migliore attrice protagonista, merito soprattutto dello spessore dell'attrice australiana.
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Donna ricca e viziata si ritrova (anche per proprie colpe) a cambiare vita, passando dai lussi di New York alla modesta casa della sorella in quel di San Francisco; Jasmine ha un fresco passato burrascoso che vuole mettersi alle spalle e ricominciare, ma fatica a cambiare il proprio stile di vita, il suo obiettivo è "accalappiare" l'ennesimo pollo da spennare usando tutto il suo charme e la sua classe, ma non tutti i polli sono uguali. Woody Allen è capace di non stancare mai nelle sue classiche commedie che raccontano gli squilibri interiori e psischici, riuscendo stavolta a modellare Cate Blanchett facendola a sua immagine e somiglianza, il risultato è spettacolare, tanto da conquistare l'Oscar come migliore attrice protagonista, merito soprattutto dello spessore dell'attrice australiana.
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giorgio postiglione giorpost
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martedì 28 maggio 2019
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sbalzi temporali e umorali per una grande blanchet
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Jasmine è un'elegante signora dell' Upper East Side di New York, sposata al milionario Hal, broker di successo, filantropo e uomo di famiglia. Le sue giornate si svolgono nel solco di una vita agiata nella quale non gli manca praticamente nulla, oltre ad avere un figlio adottivo e qualche amica (le mogli dei colleghi di Hal) che non la fanno mai sentire sola. Tuttavia le complicate operazioni finanziare del marito, alle quali lei non presta le necessarie attenzioni, si rivelano ben presto nulla più di truffe ai danni di ignari risparmiatori. Oltretutto la bionda ed ingenua "Jas" scopre che l'amorevole marito è un incallito fedifrago.
Sarà proprio a causa delle scappatelle di Hal che Jasmine, in preda ad una crisi di nervi, decide di chiamare i federali per vendicarsi dei reiterati tradimenti, senza sapere che tutto il marcio che il piacente compagno di vita aveva architettato, era interamente intestato a lei.
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Jasmine è un'elegante signora dell' Upper East Side di New York, sposata al milionario Hal, broker di successo, filantropo e uomo di famiglia. Le sue giornate si svolgono nel solco di una vita agiata nella quale non gli manca praticamente nulla, oltre ad avere un figlio adottivo e qualche amica (le mogli dei colleghi di Hal) che non la fanno mai sentire sola. Tuttavia le complicate operazioni finanziare del marito, alle quali lei non presta le necessarie attenzioni, si rivelano ben presto nulla più di truffe ai danni di ignari risparmiatori. Oltretutto la bionda ed ingenua "Jas" scopre che l'amorevole marito è un incallito fedifrago.
Sarà proprio a causa delle scappatelle di Hal che Jasmine, in preda ad una crisi di nervi, decide di chiamare i federali per vendicarsi dei reiterati tradimenti, senza sapere che tutto il marcio che il piacente compagno di vita aveva architettato, era interamente intestato a lei. Lasciata la Grande Mela senza più un soldo in tasca, Jasmine ripara dalla sorella in quel di San Francisco, alla ricerca disperata di nuove motivazioni e di un equilibrio perduto.
Woody Allen non è tra i regista prediletti di chi ha il piacere di scrivervi, tuttavia occorre sin da subito precisare che questo Blue Jasmine (USA, 2013) è davvero una bella pellicola che val la pena vedere almeno una volta, non fosse altro che per la sbalorditiva prova di Cate Blanchet, al top.
Davvero convincente ed energica la recitazione della bionda attrice australiana dagli occhi blue, supportata da un ottimo Alec Baldwin. L'opera si interpone in un segmento a metà strada tra dramma psicanalitico e disillusione, in un crescendo nel quale viviamo la storia di Jasmine tra continui sbalzi: temporali e umorali. Da applausi le sequenze nelle quali la moglie tradita e sconvolta dagli eventi non riesce a fare "il respiro profondo", una situazione che in chissà quanti di noi si saranno trovati almeno una volta nella vita, magari senza la necessità di ricorrere allo Xanax.
Nota stonata, per paradosso, la colonna sonora: gli intermezzi Jazz c'entrano poco o nulla con gli eventi narrati. Ma forse il buon Woody non può fare a meno del suo genere preferito: in fondo lui, che è anche clarinettista, non avrà scelto a caso il nome della protagonista, il cui diminutivo suona proprio "Jas".
Voto: 8
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francesca romana cerri
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domenica 22 dicembre 2013
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il dramma della altaborghesia
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Un film ottimo, un capolavoro nella recitazione della protagonista che fà entrare lo spettatore nei sottilissimi passaggi di pensiero...Le aspirazioni borghesi e la vita agiata, passata come in un sogno voltandosi dall'altra parte, come spesso accade..Ad un certo punto la scossa, l'inevitabile, il castello basato sul fasullo si rompe, basta un tradimento scoperto ad aprire il vaso e ha trovare altri tradimenti del marito e soprattutto a denunciare il ricco consorte di truffe gravi alla Fbi. Truffe che erano state passivamente accettate, disonestà che era stata tollerata chiudendo un pò gli occhi, fino a che si è messi alla porta, si è rottamati.
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Un film ottimo, un capolavoro nella recitazione della protagonista che fà entrare lo spettatore nei sottilissimi passaggi di pensiero...Le aspirazioni borghesi e la vita agiata, passata come in un sogno voltandosi dall'altra parte, come spesso accade..Ad un certo punto la scossa, l'inevitabile, il castello basato sul fasullo si rompe, basta un tradimento scoperto ad aprire il vaso e ha trovare altri tradimenti del marito e soprattutto a denunciare il ricco consorte di truffe gravi alla Fbi. Truffe che erano state passivamente accettate, disonestà che era stata tollerata chiudendo un pò gli occhi, fino a che si è messi alla porta, si è rottamati. Ecvco che per la nostra Jasmine inizia un forte esaurimento nervoso, che la porta a straparlare con il vuoto e con chiunque incontra, la conduce da sua sorella adottiva, completamente diversa da lei, una semplice, non perfezionista, non alla ricerca del bel mondo ma accompagnata da uomini di basso ceto sociale ma solidi, onesti.
Ecco un film che raccorda in modo esemplare la dimensione sociale con quella psicologica, che dimostra con eleganza come una scala di valori errata: denaro, agio al primo posto conduce ad una vita affettiva orripilante. Laddove l'affetto nasce dall'essere quello che si è, dal guardare in faccia le persone e vederle veramente e non dalle piscine e dagli abiti suontuosi e dalle feste mondane. Un ceto alto dove l'apparenza è tutto e dove si consuma il tradimento come sport, la truffa economica come diritto nei confronti dello Stato....Non vi ha ricordato per caso Berlusconi e la Veronica Lario? A mè tanto...ma Woody Allen è universale, li ha presi a tutti, e come sempre un grande regista che guida le donne magnificamente.
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francesco izzo
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martedì 24 dicembre 2013
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un film bellissimo
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Non sono un grande estimatore di Woodie Allen ( a "La dea dell'amore" ad esempio sono uscito dopo 20 minuti perché non sopportavo le a mio parere non realistiche sviolinate di lei a lui) ma questo film è bellissimo. Cate Blanchett - ma anche la sorella-peperino -sono bravissime.
La realtà è amara : se ad esempio il tipo conosciuto alla festa dalla sorella non fosse stato sposato, lei sarebbe rimasta probabilm.a far sesso con lui,con buona pace dei sentimenti dell'innamoratissimo e rozzo fidanzato meccanico. Ma troppo spesso avviene purtroppo proprio così nella realtà.
E altrettanto realisticissimo (fin troppe persone lo hanno) è l'irriducibile atteggiamento arrogante, presuntuoso e didattico di Jasmine perfino alla fine,quando torna distrutta dopo esser stata scaricata dal fidanzato diplomatico.
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Non sono un grande estimatore di Woodie Allen ( a "La dea dell'amore" ad esempio sono uscito dopo 20 minuti perché non sopportavo le a mio parere non realistiche sviolinate di lei a lui) ma questo film è bellissimo. Cate Blanchett - ma anche la sorella-peperino -sono bravissime.
La realtà è amara : se ad esempio il tipo conosciuto alla festa dalla sorella non fosse stato sposato, lei sarebbe rimasta probabilm.a far sesso con lui,con buona pace dei sentimenti dell'innamoratissimo e rozzo fidanzato meccanico. Ma troppo spesso avviene purtroppo proprio così nella realtà.
E altrettanto realisticissimo (fin troppe persone lo hanno) è l'irriducibile atteggiamento arrogante, presuntuoso e didattico di Jasmine perfino alla fine,quando torna distrutta dopo esser stata scaricata dal fidanzato diplomatico.
Realisticissimo è il personaggio del dentista,datore di lavoro/molestatore. E quello dello squallido yuppie (si dice ancora?) diplomatico,che cerca più che altro una bella moglie da esibire in pubblico nei suoi viaggi.
L'unico dubbio-non so,mi sembra un'esagerazione del regista e non lo capisco- me l'ha lasciato il figlio (che da studente ad Harvard era finito a fare il commesso in un negozio di strumenti musicali) che dice di avercela più con Jasmine che col padre truffatore. Mah!! Ah,ora ho capito. Forse perche quello era il padre biologico e Jasmine no? Un po' poco,mi sembra...
Va beh...complimenti davvero a Woodie Allen. Il film è bellissimo,amaro,caustico; un'opera d'arte.
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pietro viola
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martedì 7 gennaio 2014
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la prigione dell'anima
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Tra i migliori woody allen, questo film conferma la visione pessimistica e tragica della vita del regista newyorkese, molto più incisivo quando è solo dietro la macchina da presa e non anche davanti, e quando cavalca senza mezzi termini l'oscurità (come nel suo capolavoro match point) piuttosto che giocherellare in modo stucchevole e fastidioso con i vezzi e le nevrosi della buona borghesia. Sorprendentemente, seppur amaro e spietato, qui riesce anche a raccontare il dramma dell'esistenza con leggerezza e piglio quasi divertito, creando un piccolo miracolo: la pienezza della tragedia con la cornice (auto) citazionista dei toni della commedia.
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Tra i migliori woody allen, questo film conferma la visione pessimistica e tragica della vita del regista newyorkese, molto più incisivo quando è solo dietro la macchina da presa e non anche davanti, e quando cavalca senza mezzi termini l'oscurità (come nel suo capolavoro match point) piuttosto che giocherellare in modo stucchevole e fastidioso con i vezzi e le nevrosi della buona borghesia. Sorprendentemente, seppur amaro e spietato, qui riesce anche a raccontare il dramma dell'esistenza con leggerezza e piglio quasi divertito, creando un piccolo miracolo: la pienezza della tragedia con la cornice (auto) citazionista dei toni della commedia.
Jasmine è una donna perduta già prima di perdersi, tenacemente attaccata all'illusione di essere qualcosa di diverso da ciò che è, di avere qualcosa di diverso da ciò che realmente ha. Gira costantemente la testa dall'altra parte, jasmine, per non vedere se stessa. Quando poi il castello delle illusioni crolla, basterebbe poco per ricominciare, una goccia di verità la salverebbe, ma l'unica apertura che riesce ad avere è con i due figli piccoli della disprezzata sorella (sciatta, senza gusto ma vera e centrata in ciò che è), sufficientemente piccoli per poter ascoltare, non abbastanza grandi da poter costituire il rischio di una minaccia, o di una possibile rinascita. Così il cerchio si chiude, e l'unica via rimasta è quella della follia, il tributo che spesso si paga sull'altare del più grande dei tradimenti: il tradimento di sè.
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alexander 1986
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martedì 18 marzo 2014
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una blanchett luminosa per un allen spento.
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La bella e sofisticata newyorkese Jasmine (Cate Blanchett) vive una vita da favola: casa lussuosa, vestiti griffati, compagnie altolocate. Tutto merito del marito Hal (Alec Baldwin), uomo d'affari forse non troppo onesto. Eventi nefasti porteranno Jasmine sul lastrico, costringendola a chiedere ospitalità alla sorellastra Ginger (una bravissima Sally Hawkins), donna che sembra vivere felice con poco. Riuscirà l'eroina di questa storia a cominciare una vita normale, o non sarà piuttosto lei a guastare quelle di coloro che cercano di aiutarla?
La grazia di una Blanchett indiscussa dominatrice della scena e la regia sorniona di Allen tingono questo 'Blue Jasmine' dei colori della commedia a sfondo sociale.
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La bella e sofisticata newyorkese Jasmine (Cate Blanchett) vive una vita da favola: casa lussuosa, vestiti griffati, compagnie altolocate. Tutto merito del marito Hal (Alec Baldwin), uomo d'affari forse non troppo onesto. Eventi nefasti porteranno Jasmine sul lastrico, costringendola a chiedere ospitalità alla sorellastra Ginger (una bravissima Sally Hawkins), donna che sembra vivere felice con poco. Riuscirà l'eroina di questa storia a cominciare una vita normale, o non sarà piuttosto lei a guastare quelle di coloro che cercano di aiutarla?
La grazia di una Blanchett indiscussa dominatrice della scena e la regia sorniona di Allen tingono questo 'Blue Jasmine' dei colori della commedia a sfondo sociale. In effetti circa metà della pellicola mette in risalto il prevedibile conflitto tra due modus vivendi agli antipodi, metaforizzati dalle due sorelle anche esteticamente. E Jasmine è un personaggio che fa di tutto per rendersi odioso: è viziata, snob, nevrotica, con smanie di grandezza frustrate. Ma è anche - e questo lo si capisce più in là nella narrazione - un personaggio tragico come pochi. Ella è l'angelo caduto di un eden che non tornerà mai più, ma in cui dispera di riaccedere con tutte le sue forze. Chi la disprezza definisce Jasmine 'fasulla', ma a torto. Più che 'fasulla', è 'finta' (c'è una bella differenza); come 'finto', per non dire 'posticcio', è il mondo fatato da cui proviene, in cui la verità è un pericolo e deve essere bandita. Ma non importa, quel paradiso di cartapesta è comunque l'unico luogo in cui Jasmine si sa muovere e sa vivere. Al di fuori di ciò, il suo destino è agonizzare come un pesce fuor d'acqua.
L'idea alla base di questo film è bellissima, sebbene non originale. Molti debiti andrebbero ricondotti al teatro di O'Neill e a F. Scott Fitzgerald, la cui lezione è tornata in auge nell'America della crisi economica. La Blanchett lega il suo volto a un personaggio femminile destinato a restare negli annali, e vince un Oscar scandaloso per il fatto di essere solo il secondo in carriera. Bene gli attori di contorno.
Il film non è un capolavoro per colpa di una scrittura non brillante, o comunque non sempre ispirata. Ed è sempre un peccato, quando a peccare è Allen.
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rampante
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mercoledì 8 ottobre 2014
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due sorelle
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Jasmine è una donna ricca, molto elegante,
arriva a San Francisco dopo il fallimento del suo matrimonio con Hal.
E' ospite della sorella Ginger ma non sta volentieri nella sua casa modesta e non sopporta Chili, il suo fidanzato
Fin dal primo minuto si capisce che Jasmine è profondamente in crisi, da quando il suo mondo dorato le è crollato adosso
è una donna a pezzi, si riempie di alcool e pasticche e parla da sola.
E' un'incantevole commedia per la invidiabile sulfurea leggerezza dei dialoghi, degli ambienti
Ma a un certo punto si trasforma in dramma, quando Jasmine, tradita, denuncia il marito e distrugge il suo mondo fatuo costruito sul nulla,
ora è una donna persa, non ha più nulla.
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Jasmine è una donna ricca, molto elegante,
arriva a San Francisco dopo il fallimento del suo matrimonio con Hal.
E' ospite della sorella Ginger ma non sta volentieri nella sua casa modesta e non sopporta Chili, il suo fidanzato
Fin dal primo minuto si capisce che Jasmine è profondamente in crisi, da quando il suo mondo dorato le è crollato adosso
è una donna a pezzi, si riempie di alcool e pasticche e parla da sola.
E' un'incantevole commedia per la invidiabile sulfurea leggerezza dei dialoghi, degli ambienti
Ma a un certo punto si trasforma in dramma, quando Jasmine, tradita, denuncia il marito e distrugge il suo mondo fatuo costruito sul nulla,
ora è una donna persa, non ha più nulla.
Uno dei film migliori di Woody Allen per l'originalità nel raccontare una storia triste, un mondo vuoto purtroppo attuale
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cinecinella
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mercoledì 7 gennaio 2015
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nevrosi d'alta classe..
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Uno psicodramma piacevolissimo, divertente e delicato che sonda le paure di una strepitosa Blanchett (Jasmine) vittima delle illusioni e dei clichè dell'alta società che impone usi e costumi predeterminati e lontani anni luce dalla realtà quotidiana. Le due sorelle appartengono proprio ai due mondi distinti che poi vengono ad unirsi in un vortice di nevrosi, inadeguatezza e sensi di colpa. La genialità che contraddistingue Allen regista sta proprio nel restare estraneo ai propri soggetti, nell'osservarli senza giudicare nè forzare in alcun modo gli eventi in modo da permettere alla narrazione di scorrere come fa la vita e a noi spettatori di trarne liberamente ció che vogliamo.
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fabio
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martedì 14 agosto 2018
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grande prova d'attore, piccola storia
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Da oscar l'interpretazione della Blachett, solo per questo il film merita di essere visto.
Per il resto la storia è abbastanza convenzionale.
Sempre all'altezza la fotografia e le musiche ma si sa' che i film di Allen hanno sempre una confezione curata.
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marcobrenni
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lunedì 9 dicembre 2013
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il più significativo f.di w. allen dopo mach point
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A me pare che sia proprio il film della maturità di Woody: da quasi ottuagenario (!) egli non demorde affatto: analizza il mondo attuale con la sua deriva social-econimico-morale tramite una lucidità al laser. In buona sostanza, narra un evidente, totale, inesorabile e defintivo fallimento di vita (il classico "dalle stelle alle stalle") che riassume perfettamente la deriva iperliberista (scatenata dal tatcherismo) dei dopo anni 80' che portò il mondo intero sull'orlo del baratro finanziario-economico e morale! Woody non lo fa criticando economia e politica ( sarebbe persino noioso) , ma lo racconta tramite una storia di una coppia new-yorker, molto glamour (da high society cafona), in crisi dopo una vita piena di gingilli griffati, auto lussuose, ville da sogno, ipocrisie, tradimenti, ricchezze e incredibili sperperi .
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A me pare che sia proprio il film della maturità di Woody: da quasi ottuagenario (!) egli non demorde affatto: analizza il mondo attuale con la sua deriva social-econimico-morale tramite una lucidità al laser. In buona sostanza, narra un evidente, totale, inesorabile e defintivo fallimento di vita (il classico "dalle stelle alle stalle") che riassume perfettamente la deriva iperliberista (scatenata dal tatcherismo) dei dopo anni 80' che portò il mondo intero sull'orlo del baratro finanziario-economico e morale! Woody non lo fa criticando economia e politica ( sarebbe persino noioso) , ma lo racconta tramite una storia di una coppia new-yorker, molto glamour (da high society cafona), in crisi dopo una vita piena di gingilli griffati, auto lussuose, ville da sogno, ipocrisie, tradimenti, ricchezze e incredibili sperperi . Vita artificiosa , priva di veri valori, perché fondata sulla scalata sociale truffaldina senza scrupoli, sulle balle da Yuppies della finanza a briglie sciolte (v. "Bolle e Balle e Sfere di Cristallo" di S. Cingolani!) - Un mondo che non poteva non fallire ! Ricorda in questo il Grande Gatsby della crisi del '29. Conseguenza: nevrosi, psichiatri, antidepressivi, alienazione, vuoto totale a 360 gradi. La bravissima Kate Blanchett (meriterebbe l'Oscar !) è la protaginista vittima del successo ipocrita, e finirà del tutto folle , con un triste e scombinato soliloquio, abbadonata a sé stessa in strada su una panchina di S. Francisco dopo aver rotto persino con la sorellastra squattrinata che la ospitava (ultimo sostegno e unico punto di riferimento della sua vita...).
Woody in fondo salva solo la sua sorellastra squattrinata ma umana, vera e sincera: l'unica via di fuga da una società precaria, "liquida", senza riferimenti veri, fondata su balle e mera apparenza. Va bene perciò anche solo il livello di mera sopravvivenza della sorellastra, purché salvi perlomeno un po' di vera umanità e sincerità.
Sotto un'apparente leggerezza ironico-sarcastica, Woody non le manda a dire a nessuno: la sua analisi sociale è acuta e spietata ed andrebbe quindi presa come un vero monito. Se non si cambierà decisamente rotta recuperando umanità ed etica, non ci sarà solo il fallimento della protagonista, ma il fallimento di un'inetera civilità!
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