The Garden of Eden di Ran Tal invece, è un documentario poetico e anche ironico che affronta la multi-etnicità, al tempo stesso una forza, da sempre presente in Israele, come a New York. Strutturato in 4 tempi, in un anno appunto le quattro stagioni, il film racconta la poesia di un giardino, GanHa Shlosha, uno dei parchi più grandi e frequentati, conosciuto di solito come “Sakhne”, simile all’Eden, con tante lingue parlate e tante nazionalità che vi si raccolgono da tutta Israele: ci sono russi, arabi portoghesi, brasiliani, indiani, cattolici, yiddish e ebrei che tutti, di fronte alla potenza trasformatrice dell’acqua vivono sereni quasi, appunto, come in un paradiso terrestre.
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The Garden of Eden di Ran Tal invece, è un documentario poetico e anche ironico che affronta la multi-etnicità, al tempo stesso una forza, da sempre presente in Israele, come a New York. Strutturato in 4 tempi, in un anno appunto le quattro stagioni, il film racconta la poesia di un giardino, GanHa Shlosha, uno dei parchi più grandi e frequentati, conosciuto di solito come “Sakhne”, simile all’Eden, con tante lingue parlate e tante nazionalità che vi si raccolgono da tutta Israele: ci sono russi, arabi portoghesi, brasiliani, indiani, cattolici, yiddish e ebrei che tutti, di fronte alla potenza trasformatrice dell’acqua vivono sereni quasi, appunto, come in un paradiso terrestre. Chi viene per dimenticare traumi infantili, chi per farsi cullare dalla magia delle acque, chi per purificarsi, tutti vivono in pace: utopia, realtà o sogno?
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