Fatal

Film 2012 | Drammatico 103 min.

Titolo originaleKashi-ggot
Anno2012
GenereDrammatico
ProduzioneCorea del sud
Durata103 minuti
Regia diDonku Lee
AttoriYeon-woo Nam, Jo-a Yang, Jung-ho Hong, Gi-doong Kang, Hee-sung Kim Kang Ki-doong, Sung-min Ahn.
TagDa vedere 2012
MYmonetro 3,34 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Donku Lee. Un film Da vedere 2012 con Yeon-woo Nam, Jo-a Yang, Jung-ho Hong, Gi-doong Kang, Hee-sung Kim. Cast completo Titolo originale: Kashi-ggot. Genere Drammatico - Corea del sud, 2012, durata 103 minuti. - MYmonetro 3,34 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 15 ottobre 2012

Un ventottenne deve fare i conti con un senso di colpa dovuto a una violenza sessuale a cui ha preso parte durante il liceo.

Consigliato sì!
3,34/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,17
CONSIGLIATO SÌ
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Sul cammino di un giovane macchiatosi di un atto orrendo il destino rimette la sua vittima ignara. Sarà possibile redimersi?
Recensione di Emanuele Sacchi
Recensione di Emanuele Sacchi

La forza del cinema sudcoreano sta anche e soprattutto nel costante ricambio di autori. Forze fresche che si aggiungono alla nutrita truppa di registi da tenere d'occhio e che mostrano ben presto di saperci fare a livello tecnico e creativo. Fatal è un esempio perfetto di questo fenomeno. Lee Don-ku è al debutto, ma ha già per le mani una storia che farebbe gola a diversi registi in circolazione. Le tematiche sono quelle care a una parte sempre crescente della cinematografia coreana: bullismo giovanile, una grave colpa nel passato, illusione di redenzione, possibile pietà, tragedia certa; dei topoi ormai ricorrenti. In Fatal tutto assume da subito le proporzioni della tragedia, non c'è spazio per cambi di registro. Sung-gong è il classico "alligatore albino", zimbello di una compagnia di teppisti che lo obbligano a partecipare alle loro malefatte. Tra queste uno stupro di gruppo. Il senso di colpa non abbandonerà mai Sung-gong, anima persa che decide di affidarsi alla Chiesa cattolica per trovare una serenità. Ed è lì che il Fato gli farà rincontrare Jang-mi, la vittima - ignara dell'identità di Sung-gong - dello stupro.
Il Fato, il deus ex machina, le tecniche narrative più antiche in assoluto, quelle della Grecia del VI secolo a.C., spesso mescolate con i punti cardine della fede cattolica, rivivono costantemente nel cinema coreano dalla New Wave in poi: prima attraverso i grandi autori, i Kim Ki-duk, Lee Chang-dong e Bong Joon-ho, oggi attraverso le nuove leve. Archetipi che, in quanto tali, mantengono un effetto dirompente anche all'ennesima loro rivisitazione. Specie quando, come in Fatal, l'approccio è sufficientemente personale. I personaggi di Sung-gong e Jang-mi sono due tipologie differenti di vittime che, oltre a uscire dallo stereotipo più comune, denotano un senso realistico di umanità spesso sepolto da esigenze di sceneggiatura. Gli interpreti ci mettono molto del loro: Nam Yeon-woo è una maschera di insicurezza e travaglio interiore memorabile, almeno quanto Yang Jo-a si dimostra abile nel nascondere i turbamenti di Jang-mi, sepolti sotto l'adesione alla fede, ma pronti a scattare in due momenti-chiave del film. Il terrore di fronte a una possibile aggressione (il trauma che rivive) e la clamorosa catarsi della confessione di gruppo a lume di candela (il trauma che attende di essere liberato, la deflagrazione della vendetta). Lo schema dell'intreccio segue in maniera esemplare il crescendo emotivo, suggerendo a più riprese una possibile via di fuga per le due anime tormentate, specie quando si fa largo un sentimento di affetto che assomiglia sempre più a un amore che nasce (e che nasce "sporco", viziato dalla colpa, ancora prima di sbocciare). Tra le migliori scoperte di Busan 2012.

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