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davide chiappetta
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sabato 17 novembre 2012
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big ben
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Terzo film di Ben Affleck che come regista racconta una storia incredibile ma in parte accaduta realmente basata sul contesto della crisi degli ostaggi in Iran .
La storia, un segreto di Stato per quasi 20 anni prima che venisse declassificato da Bill Clinton nel 1997, è ancora più strana della finzione. Argo mostra per la prima volta come avvenne.
Il personaggio del produttore cinematografico Siegel Arkin, interpretato da un grande Arkin senza peli sulla lingua, fornisce umorismo in un film che altrimenti sarebbe facilmente scivolato nel territorio del thriller.
In un certo senso, mentre in primo piano c'è la preoccupazione sulla sorte dei sei sventurati americani, lo sfondo, che in pratica è il sottotesto del film il cuore del racconto, mostra la tecnica di come si fa un film e di come riuscire a rendere credibile una storia agli occhi del pubblico.
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Terzo film di Ben Affleck che come regista racconta una storia incredibile ma in parte accaduta realmente basata sul contesto della crisi degli ostaggi in Iran .
La storia, un segreto di Stato per quasi 20 anni prima che venisse declassificato da Bill Clinton nel 1997, è ancora più strana della finzione. Argo mostra per la prima volta come avvenne.
Il personaggio del produttore cinematografico Siegel Arkin, interpretato da un grande Arkin senza peli sulla lingua, fornisce umorismo in un film che altrimenti sarebbe facilmente scivolato nel territorio del thriller.
In un certo senso, mentre in primo piano c'è la preoccupazione sulla sorte dei sei sventurati americani, lo sfondo, che in pratica è il sottotesto del film il cuore del racconto, mostra la tecnica di come si fa un film e di come riuscire a rendere credibile una storia agli occhi del pubblico.
In genere i film che trattano sul 'colpo da fare' in particolare i film che combinano commedia con azione o commedia con thriller sono notoriamente difficile da tirare fuori, visto che generalmente un genere soffoca l'altro. Inoltre sappiamo fin troppo bene che dopo il fatidico 11 settembre i film di Hollywood che parlano di politche attuali spesso generano poco interesse e come risultato hanno un accoglienza tiepida al box-office. Ma Affleck e lo sceneggiatore Chris Terrio superano questi problemi con brio. Come attore, Affleck si è reso colpevole di alcune pigre prestazioni nei film precedenti da lui interpretati che lo facevano sembrare goffo e poco intelligente. Tuttavia, con la sua terza opera dietro la macchina da presa come ha fatto con l'ottimo 'Gone Baby Gone' e 'The Town' egli dimostra di essere il più talentuoso attore-regista assieme a Clint Eastwood.
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ollipop
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lunedì 26 novembre 2012
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grande regista per un grandissimo film
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Ben Afflek dirige se stesso in un film eccezzionale con una maestria strepitosa e con la stessa maestria muove attori e comparse con un ritmo incalzante dove si mescolano emozioni commozione ma anche momenti di riflessione.
film di una intensita' incredibile con un'ultima mezzora vero capolavoro fatto di sguardi fra poliziotti inquietantii e ll'improvvisata troupe cinematografica i n una atmosfera angosciante
sceneggiatura e regia da Oscar con un Affleck vero talento dietro e davanti la macchina da presa ;film che entrera' di diritto nel novero delle migliori pellicole degli ultimi anni
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jaylee
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sabato 24 novembre 2012
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più reale della realtà, più finto della finzione
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Stupefacente Ben Affleck. L’attore-regista nativo di Boston, dopo le ottime prove di Gone Baby Gone e The Town, stavolta ci propone l’incredibile storia (vera) della liberazione di un gruppo di ostaggi nel 1979, con una pellicola davvero notevole per lucidità e precisione. Siamo sotto la presidenza Carter, e la vita diplomatica USA viene scossa dall’Irangate, ovvero il rapimento dei dipendenti dell’Ambasciata statunitense da parte dei rivoluzionari khomeinisti… sei persone di queste, però riescono a sfuggire e a rifugiarsi in clandestinità presso l’ambasciata canadese e sarà il compito di Tony Mendez (Ben Affleck) trovare un modo per farli uscire dall’Iran… l’escamotage trovato è ingegnoso: i sei verranno fatti passare per una troupe cinematografica durante un sopralluogo di alcune location esotiche per un film di fantascienza, chiamato appunto Argo.
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Stupefacente Ben Affleck. L’attore-regista nativo di Boston, dopo le ottime prove di Gone Baby Gone e The Town, stavolta ci propone l’incredibile storia (vera) della liberazione di un gruppo di ostaggi nel 1979, con una pellicola davvero notevole per lucidità e precisione. Siamo sotto la presidenza Carter, e la vita diplomatica USA viene scossa dall’Irangate, ovvero il rapimento dei dipendenti dell’Ambasciata statunitense da parte dei rivoluzionari khomeinisti… sei persone di queste, però riescono a sfuggire e a rifugiarsi in clandestinità presso l’ambasciata canadese e sarà il compito di Tony Mendez (Ben Affleck) trovare un modo per farli uscire dall’Iran… l’escamotage trovato è ingegnoso: i sei verranno fatti passare per una troupe cinematografica durante un sopralluogo di alcune location esotiche per un film di fantascienza, chiamato appunto Argo.
La trama è talmente incredibile per essere realmente successa che già varrebbe la pena vedere questo film, ma cosa rende Argo davvero ottimo è la naturalezza e fluidità con cui Affleck dirige e racconta la storia di questo eroe di tutti i giorni, che fa dell’ingegno e dell’invisibilità le sue armi e della responsabilità la sua missione: Mendez lotterà per imporre le sue idee e anche quando tutto sembra compromesso, quando la burocrazia si mette incredibilmente di mezzo, la sua fede nel principio della giustizia diventa un faro per gli altri, e senza possibilità di gloria, visto che dovrà agire in clandestinità (i suoi meriti saranno resi pubblici nel 1999, venti anni dopo gli avvenimenti).
Davvero notevoli le interpretazioni di John Goodman e Alan Arkin nei panni dei cineasti che metteranno in piedi la messinscena ad uso e consumo dei media e che saranno l’esca persino per gli integerrimi funzionari iraniani, comunque “fascinati” dai miti patinati del Grande Satana a stelle e strisce. Ben congegnata la loro funzione dissacrante ma seria di professionisti dello showbusiness (con la mitica scritta “holliwood” che cade a pezzi nello sfondo) in opposizione al serioso dilettantismo dei politicanti, all’interno di un racconto che è critica lucida e distaccata di certe politiche miopi che in quegli anni di piombo gettarono le basi per scavare un solco tra Occidente e Medio Oriente, purtroppo ancor oggi attualissimo.
A completamento di uno sviluppo teso, ma mai sopra le righe, una fotografia ed un’ambientazione che rievocano perfettamente la fine degli anni 70, ed una colonna sonora curatissima ed efficace. Ben Affleck combina gli stilemi di un Sidney Pollack con l’idealismo di Robert Redford e la capacità narrativa di Clint Eastwood, sintesi di una cinematografia matura ma comunque “mainstream” che dimostra come impegno e intrattenimento siano perfettamente compatibili. (www.versionekowalski.it)
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ultimoboyscout
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giovedì 7 febbraio 2013
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la miglior peggiore idea!
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Ben Affleck dirige alla perfezione il film più bello del 2012, una folle storia vera in cui la realtà supera la finzione. Una pellicola d'evasione che porta in scena la crisi del 1979 tra USA e Iran, quando la CIA, per salvare sei diplomatici statunitensi bloccati e braccati in Iran, finse di girare un film. Il film (quello vero) si ispira alla vera storia di Antonio Mendez, agente della CIA oggi in pensione e autore di "The master of disguise: my secret life in the CIA", è prodotto da George Clooney ed è un grandioso thriller politico alla maniera dei classici anni '70, che oltre all'ottima interpretazione di Affleck, vede l'esilarante presenza di Alan Arkin e John Goodman nelle vesti di finti produttori hollywoodiani in stile "La stangata".
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Ben Affleck dirige alla perfezione il film più bello del 2012, una folle storia vera in cui la realtà supera la finzione. Una pellicola d'evasione che porta in scena la crisi del 1979 tra USA e Iran, quando la CIA, per salvare sei diplomatici statunitensi bloccati e braccati in Iran, finse di girare un film. Il film (quello vero) si ispira alla vera storia di Antonio Mendez, agente della CIA oggi in pensione e autore di "The master of disguise: my secret life in the CIA", è prodotto da George Clooney ed è un grandioso thriller politico alla maniera dei classici anni '70, che oltre all'ottima interpretazione di Affleck, vede l'esilarante presenza di Alan Arkin e John Goodman nelle vesti di finti produttori hollywoodiani in stile "La stangata". Affleck, ex attore men che mediocre fino a qualche anno fa, dietro la macchina da presa ha trovato la sua giusta dimensione, destreggiandosi tra etica, estetica e poetica come altri due attori-registi, Redford e soprattutto Eastwood. La sua regia è essenziale, sa dirigere i suoi attori ma anche se stesso, la forma è brillante nonostante i contenuti pe(n)santi. Si può assolutamente affermare che migliora di film in film. Questo è uno spy-movie originalissimo ed appassionante, un gioiello assoluto del cinema di genere ma anche d'impegno, curato fin nei minimi dettagli, come la splendida colonna sonora di Alexandre Desplat. Come dire che il regista non s'è fatto mancare proprio nulla! Ottima la contestualizzazione iniziale, che aiuta a capire il momento e la situazione, che offre un background storico anche a chi non fosse al corrente dei fatti, è un dramma storico, noto come "Canadian Caper", per metà thriller e metà commedia-dramma che si fregia di un'architettura sapiente. Ma la cosa più bella, oltre all'impegno, è che sa intrattenere nonostante uno script di un certo livello, complesso e stratificato, un lavoro dettagliato e calibratissimo, stracarico di tensione vera, che non eccede in patriottismi e facilonerie americane ma permette anche di riflettere. A tutto ciò si aggiunga un cast strepitoso, in assoluto stato di grazia, ed ecco fatto che il filmone è servito!
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gabriele.vertullo
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giovedì 8 novembre 2012
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cinema e politica: il salto di qualità di affleck
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Ben Affleck con il suo terzo film da regista segna l’ennesimo salto di qualità, mostrandoci un film di eccezionale consapevolezza e maturità, poiché questa volta l’attore-regista si immerge in una vicenda storica tesa e bollente, dimostrando prima una notevole disinvoltura e perizia registica, poi una prova attoriale più convinta e convincente rispetto a sue precedenti interpretazioni.
Iran 1979: dopo 23 anni di governo spietato e oppressivo il leader politico posto ai vertici dagli anglo-americani (per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi locali) viene spodestato dal popolo affamato e umiliato. La situazione si complica quando gli Stati Uniti offrono asilo all’ex-leader fuggitivo, così il popolo decide di assalire ed espugnare l’ambasciata americana a Teheran; sei diplomatici, vistisi in pericolo, fuggono segretamente e trovano rifugio in casa dell’ ambasciatore canadese.
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Ben Affleck con il suo terzo film da regista segna l’ennesimo salto di qualità, mostrandoci un film di eccezionale consapevolezza e maturità, poiché questa volta l’attore-regista si immerge in una vicenda storica tesa e bollente, dimostrando prima una notevole disinvoltura e perizia registica, poi una prova attoriale più convinta e convincente rispetto a sue precedenti interpretazioni.
Iran 1979: dopo 23 anni di governo spietato e oppressivo il leader politico posto ai vertici dagli anglo-americani (per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi locali) viene spodestato dal popolo affamato e umiliato. La situazione si complica quando gli Stati Uniti offrono asilo all’ex-leader fuggitivo, così il popolo decide di assalire ed espugnare l’ambasciata americana a Teheran; sei diplomatici, vistisi in pericolo, fuggono segretamente e trovano rifugio in casa dell’ ambasciatore canadese. La C.I.A. decide di farli tornare tempestivamente in patria, prima che si scopra la loro fuga. La soluzione più folle, ma funzionale, sembra quella proposta da Tony Mendez (Ben Affleck): imbastire una grandiosa, ma inesistente, produzione fantascientifica (intitolata appunto Argo) da girarsi in medio Oriente, e inserire i 6 cittadini americani latitanti a capo della troupe cinematografica. Il tutto raccontato con avvincenti scene di estrema tensione, stemperate e impreziosite sistematicamente da battute argute e intelligenti; si ride tanto, ma mai banalmente (cosa eccezionale nella cinematografia odierna).
Nonostante quel 1979 Argo è una storia dal respiro quanto mai attualissimo, supportato e inserito in un periodo storico in cui quelle medesime circostanze si sono ripresentate in un passato tutt’altro che remoto. Ciò che dal punto di vista storico-politico lo rende ancora più interessante e solido è il fatto che viene trattata la genesi della velenosa e radicale conflittualità tra gli Stati Uniti D’ America e l’Iran, questione quanto mai fondamentale nell’attualità mondiale. Ben Affleck oltre a compiere una rigorosa ricostruzione storica e una scrupolosa cura dei dettagli, attua un processo ben più complesso di continuo scambio e costante rifrazione tra passato e presente, con ragguardevole sapienza ed efficacia. Il giudizio complessivo che traspare è uno scenario obiettivamente senza nazioni giuste e legittimate, con un America più cinica che latrice di ideali di libertà e civiltà.
Una componente strutturale e rilevante all’interno del film è il ruolo e l’immagine del cinema e dell’industria cinematografica. Innestato come strumento di fuga e liberazione, assume significati altri e più ampi, analizzato e presentato in tutte le sue sfaccettature. In Argo “Hollywood” scende dall’Olimpo, esclusa è ogni ingenua e gratuita esaltazione, ma viene proiettata su un piano decisamente più realistico e autoironico, svelando tutte le contraddizioni e le bizzarrie che si celano dietro a un mondo che fa della simulazione la sua forza.
Il film si muove tra il dramma, la commedia, il thriller politico e il genere spionistico, in una cornice dal gusto fantascientifico; Argo non è (solo) questo, ma la storia di un uomo, che prima della fedeltà alla patria, crede nei valori a negli affetti originari della famiglia e dell’amore. Se l’operazione Argo è ormai un tassello della storia americana, c’è da essere sicuri che anche il film Argo non passerà inosservato.
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francesca polici
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giovedì 7 febbraio 2013
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argo
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La vera rivelazione della stagione cinematografica del 2012 è Argo di Ben Affleck. Vincitore del premio miglior film e miglior regia ai Golden Globe Awars, e film dell' anno con l' aggiunta del riconoscimento speciale del National Board of Review of Motion Pictures Awars, lo troviamo anche candidato agli Oscar con sette nominations.
Argo racconta la storia vera della rivoluzione iraniana del 1979, con la fuga dello Shirà negli Stati Uniti, cui seguì la tragica crisi degli ostaggi. Una storia drammatica che fece tremare i cittadini americani e l' intero Occidente.
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La vera rivelazione della stagione cinematografica del 2012 è Argo di Ben Affleck. Vincitore del premio miglior film e miglior regia ai Golden Globe Awars, e film dell' anno con l' aggiunta del riconoscimento speciale del National Board of Review of Motion Pictures Awars, lo troviamo anche candidato agli Oscar con sette nominations.
Argo racconta la storia vera della rivoluzione iraniana del 1979, con la fuga dello Shirà negli Stati Uniti, cui seguì la tragica crisi degli ostaggi. Una storia drammatica che fece tremare i cittadini americani e l' intero Occidente. In Iran crebbe sempre di più quel forte sentimento antioccidentale, già sedimentatasi precedentemente, in seguito ai sorprusi commessi dagli Stati Uniti con la complicità dell' intero mondo occidentale. Erano gli anni dell' equilibrio del terrore, che videro gli Stati Uniti macchiarsi di sangue per la criminosa guerra in Vietnam, e l' affermazione del sistema capitalista.
Sentimento antioccidentale che culminò con l' assalto dell' ambasciata americana a Theran, e che vide la presa di numerosi ostaggi, detenuti per oltre 400 giorni. Fra questi, sei di loro riuscirono a scappare, trovando ospitalità presso la dimora dell' ambasciatore canadese. Liberati in fine, attraverso un' operazione che parrebbe surreale, attuata dalla CIA.
Ben Affleck si immerge in tale vicenda, rendendola scenicamente con grande maestria, rimanendo sempre aderente alla veridicità ed alla realtà storica, e mantenendo un continuo stato di suspance nello spettatore. Quest' ultimo, nonostante sia a conoscenza del lieto fine, rimane attaccato al grande schermo fino all' ultimo istante della pellicola. Un film che emoziona, e che coinvolge un pubblico piuttosto variegato.
La tensione costante del film, è data anche da dettagli tecnici che donano una buona riuscita all' effetto finale. Un montaggio alternato vincente e funzionale.
Un intreccio di generi che va dal cinema di guerra alla commedia hollywoodiana, con un rimando al cinema di propaganda degli anni della prima guerra mondiale. Infatti, nonostante la riuscita ottimale della pellicola, questa a tratti pecca di propagandismo, che vede la trasposizione scenica dello steriotipo dell' americano “portatore di democrazia” e paladino della giustizia. Privo di autocritica, non manca di marcare l' eroicità dei “fedeli servitori dello Stato”, che rischiano la vita non per la gloria, ma per onore ed ideali. Esplicito nella scena finale del film, quando il superiore di Tony Mendez (Ben Affleck) dice a questo: “Se volevamo gli applausi andavamo al circo...”. Una frase piuttosto banale, che sta sempre ad indicare, in un certo qual modo, la superiorità della cultura occidentale, ed esaltando il lato terroristico del mondo arabo.
Ma Argo non è soltanto cinema politico, è anche cinema d' azione e commedia. In cui dialoghi esileranti sulla decadenza hollywoodiana fanno sorridere il pubblico cinefilo. (“Ad Hollywood, anche una scimmia, dopo due giorni, impara a fare il regista”).
Comunque un film da vedere, che afferma Ben Affleck come uno dei più giovani registi emergenti.
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michela papavassiliou
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martedì 5 marzo 2013
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444 giorni da oscar
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Storia da Oscar 2013 come miglior film, firmata ed interpretata da Ben Affleck, che con questa pellicola 2012 tocca l'apice della sua carriera. E' lui Tony Mendez, agente Cia, dalla lucida determinazione e dal cuore d'oro, a tenere il fiato sospeso in platea per la durata di 120 minuti. Scenario l'Iran anni '70, martoriato da una politica repressiva e sanguinaria ad opera dello Scia' gia' deposto dalle sommosse popolari. La scintilla di violenza culmina nella presa dell'Ambasciata Usa a Teheran. Colpevole l'America rea di aver dato asilo al dittatore ormai malato terminale. Sulla scia di fatti realmente accaduti, si seguono le vicissitudini di sei dipententi americani riusciti a fuggire alla cattura da parte della folla inferocita e rifugiatisi nella vicina sede diplomatica canadese.
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Storia da Oscar 2013 come miglior film, firmata ed interpretata da Ben Affleck, che con questa pellicola 2012 tocca l'apice della sua carriera. E' lui Tony Mendez, agente Cia, dalla lucida determinazione e dal cuore d'oro, a tenere il fiato sospeso in platea per la durata di 120 minuti. Scenario l'Iran anni '70, martoriato da una politica repressiva e sanguinaria ad opera dello Scia' gia' deposto dalle sommosse popolari. La scintilla di violenza culmina nella presa dell'Ambasciata Usa a Teheran. Colpevole l'America rea di aver dato asilo al dittatore ormai malato terminale. Sulla scia di fatti realmente accaduti, si seguono le vicissitudini di sei dipententi americani riusciti a fuggire alla cattura da parte della folla inferocita e rifugiatisi nella vicina sede diplomatica canadese. Tra lo sconcerto della Casa Bianca, incerta su come affrontare quello che rischia di diventare un problema serio di sicurezza nazionale, nasce il progetto segreto denominato Argo, suggerito dal protagonista ispiratosi alla passione del figlio per i film di fantascienza. L'idea assurda di girare un finto film tra le strade della capitale iraniana, la cui troupe sara' composta dai fuggiaschi a rischio di morte plateale in piazza per impiccagione, ottiene il nulla osta dal Presidente degli Stati Uniti. Mendez chiede la collaborazione di due grandi di Hollywood, Alan Arkin, nelle vesti dello scaltro e simpatico Lester Siegel, che con John Goodman, il travolgente Chambers, mettono in piedi in quattro e quattr'otto una casa di produzione fantasma. Tra ordini e controndini ad alto tasso adrenalinico, tra posti di blocco e spietati interrogatori, tra masse xenofobe e appoggi incerti, Affleck regala al pubblico una delle sue migliori interpretazioni e la storica ricostruzione dei 444 giorni di prigionia e del progetto di salvataggio di quei cittadini americani che allora si trovarono imbrigliati nelle maglie del conflitto. Da vedere. MP
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samanta
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martedì 8 maggio 2018
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argo e via ...
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Il fim è del 2012 e l'ho rivisto in TV confemando, in meglio, il giudizio positivo. Ben Affleck che aveva ricevuto l'Oscar nel 1998 per la migliore sceneggiatura originale (Genio ribelle), ricevette nel 2013 l'Oscar per il miglior film per Argo in qualità di produttore di un film di cui era anche attore e regista (alla sua terza esperienza dopo Gone Baby Gone e The Town). Il film è tratto da una storia vera la fuga di 6 diplomatici USA da Teheran nel 1980 dopo che l'ambasciata era stata occupata dai miliziani con circ 50 ostaggi ed abbastanza fedele alla realtà. La trama: la CIA cerca di fare progetti per far fuggire i 6 diplomatici che si sono rifugiati nella dimora privata dell'ambasciatore canadese, ma sono progetti irrealizzabili, un agente Tony Mendez (Ben Affleck) propone di spacciarli per una troupe cinematografica canadese che si trova per studiare la location di un film.
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Il fim è del 2012 e l'ho rivisto in TV confemando, in meglio, il giudizio positivo. Ben Affleck che aveva ricevuto l'Oscar nel 1998 per la migliore sceneggiatura originale (Genio ribelle), ricevette nel 2013 l'Oscar per il miglior film per Argo in qualità di produttore di un film di cui era anche attore e regista (alla sua terza esperienza dopo Gone Baby Gone e The Town). Il film è tratto da una storia vera la fuga di 6 diplomatici USA da Teheran nel 1980 dopo che l'ambasciata era stata occupata dai miliziani con circ 50 ostaggi ed abbastanza fedele alla realtà. La trama: la CIA cerca di fare progetti per far fuggire i 6 diplomatici che si sono rifugiati nella dimora privata dell'ambasciatore canadese, ma sono progetti irrealizzabili, un agente Tony Mendez (Ben Affleck) propone di spacciarli per una troupe cinematografica canadese che si trova per studiare la location di un film. Accettata l'idea, con l'aiuto di John Chambers (Oscar come truccatore de Il Pianeta delle scimmie) interpretatp da John Goodman e con l'aiuto di un vecchio produttore Lester Siegel (Alan Arkin) viene messa in piedi una casa di produzione (che ovviamente non farà alcun film anche se nella realtà riceverà una ventina di sceneggiature tra cui una di Steven Spielberg) con tanto di ufficio e telefono, nel film questa parte è l'occasione per prendere in giro i miti e la realtà di Hollywood.. Mendez con un passaporto canadese falso ma datogli dalle autorità canadesi va a Teheran, contatta i sei rifugiati a cui assegna false identità e professioni cinematografiche (regista, sceneggiatore, fotografo ecc.) e che l'ambasciatore del Canadà dota di 6 passaporti. Il trucco riesce e dopo una serie di peripezie sempre con il pericolo di essere smascherati, i sei fuggono dall'aeroporto di Teheran. Il film non solo è ben diretto ma scorre bene avvicendo lo spettatore, la suspence è assicurata senza ricorrere ad effettacci, all'aeroporto si susseguono gli intoppi risolti all'aultimo momento, sembra che Affleck abbia imparato la lezione di Hitchcock, che bastano pochi accorgimenti per attirare l'attenzione dello spettatore. Per di più è una storia vera e spesso la realtà supera l'immaginazione della più scatenata fantasia.Buona la recitazione, anche di Ben Affleck che di solito non è un mostro di espressività, veramente ottima l'interpretazione di John Goodman e Alan Arkin (che ebbe una nomination all'Oscar per migliore attore n.p.). Per la cronaca Tony Mendez ebbe la massima decorazione della CIA ed insieme a lui John Chambers.
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brian77
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mercoledì 14 novembre 2012
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evviva...
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... c'è ancora chi sa fare i film! Nel cinema americano è possibilke veder ancora venir fuori registi classici, che sanno raccontare una storia, mettere in scena dei personaggi e delle situazioni, senza fare ridicoli estetismi o avanzare pretenziosi ideologismi. In tre film, Ben Affleck ha dimostrato di essere nel solco del miglior cinema americano: un po' più incerto e "indipendentista" in Gone baby Gone, più maturo e inventivo in The Town (il suo migliore), efficace e preciso qui, il suo film forse più profesisonalmente impeccabile. Avanti così, è bello vedere nascere e crescere un talento.
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kino im kopf
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sabato 24 novembre 2012
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magistrale!!
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Ben Affleck si afferma come registra creando un film storico incalzante che tiene lo spettatore incollato allo schermo fino alla fine. Veramente perfetto nella recitazione; i personaggi coinvolti risultano più che credibili nei rispettivi ruoli. Allo stesso modo anche le ricostruzioni ambientali storiche risultano fatte con una peculiare e minuziosa cura. Da consigliare assolutamente!
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