Gosling dalla prima (indimenticabile) scena appare meticoloso e freddo, audace, essenziale e insondabile: veniamo spiazzati dal cambio radicale del film che dopo una forte scarica d'adrenalina ci porta a osservare il suo avvicinamento ad una moglie con il marito in galera e a suo figlio. Attraveso lunghi sguardi silenti e sorrisi si crea un rapporto sempre più stretto e il triangolo si rafforza, i colori diventano caldi, l'atmosfera familiare. Al ritorno del marito avviene la rottura e dopo la sua morte il Driver si sente in dovere di proteggere l'amata e il bambino: inizia la sanguinosa vendetta. Dopo l'omicidio in ascensore (cult) lo sguardo del ragazzo col giubbotto con lo scorpione sembra dire alla ragazza salvata: Non giudicarmi, è la mia natura. E pensare che un attimo prima aveva cercato di proporle una fuga milionaria. Il tentativo di cambiare, la rinascita, fallisce per questo eroe esplosivo e silenzioso, atipico e umano, che uccide i cattivi per salvare chi gli aveva mostrato la luce di un futuro sereno, e affonda portandosi dietro i suoi carnefici, gli stessi che lo avrebbero consegnato alla gloria dei motori. Ottima la colonna sonora e i battiti cardio-elettronici delle scene adrenaliniche. Bella anche la fotografia e i colori (in alcune scene mi hanno ricordato collateral) e le molte finezze di camera. Per essere noiosi devo dire che a volte qualche secondo di sguardi si poteva tagliare, anche se spesso sono funzionali e intense, o aggiungere un paio di battute al protagonista. Bravo Gosling in un ruolo molto difficile e la Mulligan. Una chicca i titoli iniziali e di coda. In definitiva un ottimo film per Refn, più profondo, maturo, ambiguo e denso, che lascia l'amaro in bocca e un eroe in più.
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