annusch
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martedì 27 settembre 2011
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fantastico
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finalmente un film satirico italiano. Di questo film c'era proprio bisogno.
Fa ridere, fa pensare, ha un buon ritmo, insomma è assolutamente da vedere, per tutti gli italiani.
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giuliacanova
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lunedì 26 settembre 2011
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peccato...
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Uno spunto surreale per servirci una riflessione molto reale. Ma nell'insieme il film risulta una commediola niente più che gradevole che strappa qualche sorriso grazie al bravo Mastandrea, sempre puntuale nel delineare personaggi sempre in lotta con le loro umane inadeguatezze. Peccato che la sceneggiatura e la regia non siano stati all'altezza dell'incipit geniale del film.
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max taylor
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mercoledì 21 settembre 2011
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cose "ovvie" del nostro mondo
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Nel cinema spesso una notte caratterizzata da anomali eventi atmosferici fa da preludio ad inquietanti apparizioni o a titaniche invasioni aliene. In "Cose dell'altro mondo", al contrario, l'insolita tempesta che si abbatte su una città dell'italico nord-est accompagna l'improvvisa scomparsa di tutti gli extracomunitari, regolari e non.
Le conseguenze sono sconvolgenti: fabbriche ferme per mancanza di maestranze, anziani senza badanti legati tra loro come una cordata di alpinisti per attraversare la strada, mucchi di spazzatura non raccolta giacenti sui marciapiedi, finanche giovani maestre che al risveglio inopinatamente non si ritrovano più al fianco il proprio compagno.
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Nel cinema spesso una notte caratterizzata da anomali eventi atmosferici fa da preludio ad inquietanti apparizioni o a titaniche invasioni aliene. In "Cose dell'altro mondo", al contrario, l'insolita tempesta che si abbatte su una città dell'italico nord-est accompagna l'improvvisa scomparsa di tutti gli extracomunitari, regolari e non.
Le conseguenze sono sconvolgenti: fabbriche ferme per mancanza di maestranze, anziani senza badanti legati tra loro come una cordata di alpinisti per attraversare la strada, mucchi di spazzatura non raccolta giacenti sui marciapiedi, finanche giovani maestre che al risveglio inopinatamente non si ritrovano più al fianco il proprio compagno..., e pare che in altre zone del bel paese la situazione non sia molto dissimile.
Lo spunto è più che interessante ed anche l'intenzione: riflettere sorridendo sull'importanza della manodopera straniera nel nostro tessuto sociale e produttivo (soprattutto in alcune regioni della penisola), e sulla stupidità di certe posizioni ottusamente xenofobe.
Purtroppo il ritmo spesso eccessivamente lento tradisce i buoni presupposti inducendo allo sbadiglio più che al ragionamento; una regìa non sempre all'altezza e protagonisti non al top delle loro prestazioni (Abatantuono gigioneggia fino a sfociare nel puro macchiettismo) fanno il resto, sfornando un film che alla fine risulta essere poco più che mediocre.
Sempre bravo invece Valerio Mastrandrea, perfettamente a suo agio nei panni di personaggi perennemente in bilico tra disagio e reazione, tra indifferenza e stupore, vestiti con misura e con la giusta dose di leggerezza.
In definitiva, la pellicola non graffia. Troppo ovvio l'industrialotto razzista e predicatore interpretato da Abatantuono: come già detto, una macchietta, più adatta a spettacoli di grossolano cabaret, piuttosto che a rivestire un ruolo di primo piano in un film che avrebbe pretese di satira socio-politica; scarsi e poco pungenti i riferimenti a persone o fatti reali; troppo scontati i descritti effetti di un improvvisa scomparsa della manodopera forestiera.
La scena finale, che vede l'imprenditore Golfetto a bordo di uno scalcinato camion guidato da un ragazzino, nell'improbabile tentativo di arrivare in Kenya, racchiude emblematicamente il risultato finale ottenuto dall'opera: una mèta ambiziosa il cui raggiungimento è affidato ad un mezzo inadeguato.
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guidman
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martedì 20 settembre 2011
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vale il prezzo del biglietto ?
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la domanda che mi pongo ogni volta che entro in una sala cinematografica e' :
saranno ben spesi i soldi del biglietto ?
sono d'accordo, la trama e' buona ( o meglio, buona l'idea di ricopiare qualcosa di buono)
ma il film e' lento, non decolla e ti lascia la sensazione che qualcosa debba ancora accadere, anche quando compaiono i titoli di coda !
Grande Valerio Mastrandea, Abatantuono e' un ottimo mestierante che ricopia sempre se stesso, non si puo' pretendere di piu' da lui.
Mi delude la regia, si poteva fare di meglio con questa storia.
No, non vale i soldi del biglietto, o almeno, non tutti !
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morgana72
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martedì 20 settembre 2011
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cose del nostro mondo
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Una commedia surreale sull'improvvisa scomparsa degli immigrati extracomunitari, il cui duro lavoro sostiene ormai gran parte dell'economia italiana: questa l'idea dell'ultimo lavoro di Patierno, ambientato in un tipico paese del nordest italiano, immerso nella più becera ignoranza e nella più vergognosa intolleranza nei confronti del 'diverso'. Interprete principale dell'atteggiamento dei suoi concittadini, Abatantuono delinea senza alcuna misura un ingombrante industrialotto cafone e razzista, veramente ai limiti della caricatura, che attraverso una rete privata locale predica contro gli immigrati clandestini e non, sbandierando la superiorità della cultura (?) nostrana, per poi consolarsi tra le braccia di una prostituta nigeriana.
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Una commedia surreale sull'improvvisa scomparsa degli immigrati extracomunitari, il cui duro lavoro sostiene ormai gran parte dell'economia italiana: questa l'idea dell'ultimo lavoro di Patierno, ambientato in un tipico paese del nordest italiano, immerso nella più becera ignoranza e nella più vergognosa intolleranza nei confronti del 'diverso'. Interprete principale dell'atteggiamento dei suoi concittadini, Abatantuono delinea senza alcuna misura un ingombrante industrialotto cafone e razzista, veramente ai limiti della caricatura, che attraverso una rete privata locale predica contro gli immigrati clandestini e non, sbandierando la superiorità della cultura (?) nostrana, per poi consolarsi tra le braccia di una prostituta nigeriana. Una volta rimasto senza dipendenti e senza colf , però, lo stesso dovrà imparare a collaborare in casa con un'elegante consorte (Sandra Collodel) e cercare di racimolare invano qualche operaio qua e là per non dover chiudere la fabbrica, per poi apprendere infine che sua figlia è incinta di un giovane di colore. Ma a sua volta anche un giovane poliziotto di lei innamorato (Valerio Mastandrea), meno insensibile dei suoi concittadini ai problemi delle minoranze etniche, dovrà affrontare comunque il confronto con la diversità, trovandosi a fare da compagno alla ragazza rimasta sola ad affrontare la gravidanza e quindi a far da padre al nascituro. Si disegna così il dramma collettivo di almeno due generazioni alle prese con una società multietnica e la conseguente esigenza di una catarsi pubblica: da qui l'episodio centrale dell'incendio della vecia, tradizionale cerimonia trevigiana, che evoca un'antica esigenza di purificazione dal male in concomitanza con l'inizio del nuovo anno, a segnalare l'aspirazione profonda e appassionata della gente di buona volontà a superare i clichés.
Ma l'effetto globale di tutto il film è la poca chiarezza dello stile: ll'impostazione nettamente caricaturale dei tipi messi in scena e una certa levità generale del tono contrastano sia con la serietà e la realisticità delle problematiche proposte sia soprattutto con l'intento di denuncia che evidentemente anima il lavoro, e che appare chiaro durante l'episodio catartico di cui si diceva. Un equilibrio maggiore non avrebbe guastato.
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goldy
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domenica 18 settembre 2011
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rimandiamo a scuola il regista
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La regia è talmente insufficiente da oscurare qualsiasi altra considerazione sul film. Un film così, messo in mano ai registi che hanno fatto grande la commedia all'italiana , sarebbe diventato un capolavoro di comicità e ironia. Ma dei registi del passato se n'è perso lo stampo.
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goldy
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sabato 17 settembre 2011
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mandiamo a scuola il regista
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La regia è talmente insufficiente da oscurare qualsiasi altra considerazione sul film. Un film così girato con il ritmo e lo stile proprio dei registi che hanno fatto la commedia all'italiana sarebbe stato un capolavoro. Invece dei registi del passato si è per lo stampo.
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marco santillani
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giovedì 15 settembre 2011
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a venezia?
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Mi chiedo come fa un film del genere ad essere selezionato a Venezia. Quest'anno ci sono stati molto film assolutamente inadatti ad un Festival d'autore come quello della laguna... cito Contagion, o il cortometraggio amatoriale (come è stato definito dai critici) di Maria Grazia Cucinotta ....oppure BOX office 3D di Ezio Greggio che ha addirittura aperto la Mostra. Cose dell'altro mondo davvero. E' ora che Muller se ne vada, sinceramente.
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giacomogabrielli
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lunedì 12 settembre 2011
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cose...cosi'. **
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Cupa commedia pessimista della serie "Come sarebbe il mondo se...?". Un cast rinomato per una sceneggiatura non così eccellente, anzi, esagerata e non priva di buchi. Come sempre bravo Valerio Mastandrea, anche se qui non si supera. Ottimo e bravissimo Diego Abatantuono, qui nei panni di un veneto doc che non risparmia nulla e nessuno con insulti e luoghi comuni sugli immigrati. A tratti simpatico, il film però non stupisce, anche se per qualche istante faceva sperare bene. La regia lascia a desiderare, senza particolari coreografie o movimenti di macchina. Tutto risulta comunque ben chiaro anche se una cosa me la chiedo tutt'ora: ma sti immigrati 'ndo stanno? COSE.
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Cupa commedia pessimista della serie "Come sarebbe il mondo se...?". Un cast rinomato per una sceneggiatura non così eccellente, anzi, esagerata e non priva di buchi. Come sempre bravo Valerio Mastandrea, anche se qui non si supera. Ottimo e bravissimo Diego Abatantuono, qui nei panni di un veneto doc che non risparmia nulla e nessuno con insulti e luoghi comuni sugli immigrati. A tratti simpatico, il film però non stupisce, anche se per qualche istante faceva sperare bene. La regia lascia a desiderare, senza particolari coreografie o movimenti di macchina. Tutto risulta comunque ben chiaro anche se una cosa me la chiedo tutt'ora: ma sti immigrati 'ndo stanno? COSE...COSI'. **
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soleserenita
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domenica 11 settembre 2011
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il sorriso intelligente!!
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Carino, si vede con molto piacere, e' un film in cui il tema importante del rapporto con i cosiddetti extracomunitari, viene gestito con leggerezza, ma non superficialita'.
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