elgatoloco
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domenica 13 giugno 2021
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grottesco, non sciocco , ma implode
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"Cose dell'altro mondo"(Francesco Patierno, soggetto di Luca Miniero e Carlo ed Enrico Vanzina, sceneggiatura del regista, scritta con Diego de Silva e Giovanna Koch, ma come ispirazione vale il film"A Day woth a Mexican"di Sergio Arau, 2011). UN industriale di Bassano del Grappa, decisamente razzista, pronuncia discorsi di fuoco contro gli immigrati che lavorano , tra l'altro, nella sua fabbrica e che lui sfrutta, ma ha anche una relazione extraconiugale con una prostituta niegeriana, oltre al fatto che la figlia, maestra elementare, in crisi con il suo boy-.friend, un poliziotto, aspetta un figlio da uno dei dipendenti di colore del padre... Di notte, senza preavviso, tutti gli extracomunitari fuggono e il protagonista della bravata si ritrova "in braghe di tela", dovendo ricostruire un tessuto economico, ma anche la sua vita personale.
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"Cose dell'altro mondo"(Francesco Patierno, soggetto di Luca Miniero e Carlo ed Enrico Vanzina, sceneggiatura del regista, scritta con Diego de Silva e Giovanna Koch, ma come ispirazione vale il film"A Day woth a Mexican"di Sergio Arau, 2011). UN industriale di Bassano del Grappa, decisamente razzista, pronuncia discorsi di fuoco contro gli immigrati che lavorano , tra l'altro, nella sua fabbrica e che lui sfrutta, ma ha anche una relazione extraconiugale con una prostituta niegeriana, oltre al fatto che la figlia, maestra elementare, in crisi con il suo boy-.friend, un poliziotto, aspetta un figlio da uno dei dipendenti di colore del padre... Di notte, senza preavviso, tutti gli extracomunitari fuggono e il protagonista della bravata si ritrova "in braghe di tela", dovendo ricostruire un tessuto economico, ma anche la sua vita personale. Tra commedia e (parziale)dramma, il film, che ha questa derivazione da un film mexicano, sembra in qualche modo implodere, dato che il messaggio antirazzista, in forma di puro e semplice, diretto, apologo, sembra avvitarsi su di sé. da un lato la condanna è esplicita, dall'altro l'alternativa sembra solo , per il paese, che è invece una città(ma lato sensu potrebbe valere l'Italia , l'Europa, l'Occidente)quello di riprendere i lavoratori a basso costo, sfruttati, come"esercito industriale di riserva"(Marx), comunque senza in alcun modo migliorare le loro condizioni di lavoro e di vita, il che chiaramente, vista la forza dell'apologo, non basta. Abatantuono è ottimo protagonista, Valerio Mastrandrea è il boy.friend tradito dalla figlia di lui(Valentina Ludovini, brava)e come tale si afferma nel ruolo, altri(e) interpreti sono adatti ai rispettivi ruoli, ma il film, quasi certamente, non ottiene quanto voleva raggiungere, anche perché il referente ossia certi discorsi razzisti un tempo(è del 2011, questo film)si facevano(o meglio li faceva qualche esponente dell'ex-.Lega Nord di Bossi), oggi nessuno/a li fa più, almeno in quella forma. El Gato
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gattoquatto
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mercoledì 15 aprile 2020
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mediocre
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Un film mediocre. L’idea di base (tutti gli extracomunitari presenti in Italia scompaiono improvvisamente), è presa in prestito dal film di Sergio Arau “Un giorno senza messicani” e viene sviluppata senza alcuna creatività né capacità di approfondimento per confezionare una commedia sgangherata e sciatta, forse sopravvalutata da certa critica solo perché tratta un tema “di sinistra”. Il povero Mastrandrea annaspa, lottando con un personaggio costruito in modo superficiale. Abatantuono è una macchietta senza spessore. La bella Valentina Lodovini interpreta un ruolo scolpito con l’accetta. Da dimenticare.
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rob8
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giovedì 23 agosto 2018
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un film drammaticamente attuale
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Nel Veneto monta l’insofferenza nei confronti degli immigrati. Un imprenditore locale invoca per loro in televisione uno tsunami purificatore. E dopo una notte di violenti temporali, gli extra-comunitari spariscono davvero. Causando la paralisi produttiva e la crisi nell’assistenza agli anziani.
Cose dell’altro mondo è un film drammaticamente attuale, che ha per tema la xenofobia che (ormai da troppi anni) avvelena il nostro Paese. Un film di denuncia civile sotto spoglie di commedia amara.
Un film che - pur non perfetto nell’equilibrio delle sotto-trame e nel ritmo narrativo, nonché nella eccessiva evidenza data alle vicende private dei personaggi rispetto agli effetti della sparizione degli immigrati sulla società – riesce comunque nell’intento di raffigurare la pericolosa mutazione in atto nell’identità italiana.
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Nel Veneto monta l’insofferenza nei confronti degli immigrati. Un imprenditore locale invoca per loro in televisione uno tsunami purificatore. E dopo una notte di violenti temporali, gli extra-comunitari spariscono davvero. Causando la paralisi produttiva e la crisi nell’assistenza agli anziani.
Cose dell’altro mondo è un film drammaticamente attuale, che ha per tema la xenofobia che (ormai da troppi anni) avvelena il nostro Paese. Un film di denuncia civile sotto spoglie di commedia amara.
Un film che - pur non perfetto nell’equilibrio delle sotto-trame e nel ritmo narrativo, nonché nella eccessiva evidenza data alle vicende private dei personaggi rispetto agli effetti della sparizione degli immigrati sulla società – riesce comunque nell’intento di raffigurare la pericolosa mutazione in atto nell’identità italiana.
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criticoso
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domenica 8 luglio 2018
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ma la realtà è un'altra
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Il film è divertente e ben recitato. Unico difetto: la pronuncia dialettale di Abatantuono è milanese, non veneta; gli altri personaggi parlano in italiano corretto. Il nordest si vede poco e non si sente affatto.
Quello che non va è l'assunto anti immigrati che è troppo semplificato e di parte. Il problema dell'immigrazione non sta negli extracomunitari che lavorano più o meno regolarmente, ma negli immigrati sbandati, parassiti e nullafacenti (non per colpa loro, ma per mancata e/o impossibile integrazione), Per esempio: se scomparissero gli accattoni che bivaccano nei parcheggi dei supermercati in attesa di mendicare l'euro del carrello, ci sarebbero problemi per la società?
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elgatoloco
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venerdì 6 luglio 2018
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film intelligente, ma...
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Francamente, non credo ci sia che ritenga questo"Cose dell'altro mondo"di Francesco Patierno(2011)un film sciocco o inutile. Tuttavia, a dire il vero, non credo che l'apologo sul"padrone"razzista quanto geograficamente "marcato"(a proposito: non si capisce perché il Veneto sia visto come ricettacolo di razzismi, quando il razzismo più duro si era riscontrato in Calabria, ma...)porti a una riflessione più matura sul tema, visto che un film, certo, non può fare proposte concrete, non può indicare vie concrete da seguire(ma qualche indicazione può darla), ma può portare a riflettere; la posizione radicale di un uomo, come il protagonista del film, che ha una "storia privata" da nascondere(l'amante.
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Francamente, non credo ci sia che ritenga questo"Cose dell'altro mondo"di Francesco Patierno(2011)un film sciocco o inutile. Tuttavia, a dire il vero, non credo che l'apologo sul"padrone"razzista quanto geograficamente "marcato"(a proposito: non si capisce perché il Veneto sia visto come ricettacolo di razzismi, quando il razzismo più duro si era riscontrato in Calabria, ma...)porti a una riflessione più matura sul tema, visto che un film, certo, non può fare proposte concrete, non può indicare vie concrete da seguire(ma qualche indicazione può darla), ma può portare a riflettere; la posizione radicale di un uomo, come il protagonista del film, che ha una "storia privata" da nascondere(l'amante.schiave nigeriana...)e la sua decisione"poltically uncorrect"non sembra espressione di comportamenti r ealmente agiti in questo momento, né da agire in futuro. Se mai, sarebbe stato più opportuno demistificare l'ipocrisia di chi, a parole"ama gli immigrati", poi magari invece li tratta da schiavi puri e semplici... Ma...discutere in questi termini di ipotesi è forse eccessivo; meno è mettere in discussione un apologo certamente non sciocco(ribadisco)né banale, ma talmente irrealistico da non entrare nella discussione possib ile... Bravo Diego Abatantuono, bene Valerio Mastrandrea(ma sapevamo della loro bravura, nihil novi sub sole...), gradita la presenza di Bustric, di Laura Efrikian, di Paola Brolati. El Gato
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rob8
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mercoledì 4 luglio 2018
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un film drammaticamente attuale.
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Nel Veneto monta l’insofferenza nei confronti degli immigrati. Un imprenditore locale invoca per loro in televisione uno tsunami purificatore. E dopo una notte di violenti temporali, gli extra-comunitari spariscono davvero. Causando la paralisi produttiva e la crisi nell’assistenza agli anziani.
Cose dell’altro mondo è un film drammaticamente attuale, che ha per tema la xenofobia che (ormai da troppi anni) avvelena il nostro Paese. Un film di denuncia civile sotto spoglie di commedia amara.
Un film che - pur non perfetto nell’equilibrio delle sotto-trame e nel ritmo narrativo, nonché nella eccessiva evidenza data alle vicende private dei personaggi rispetto agli effetti sulla società della sparizione degli immigrati – riesce comunque nell’intento di raffigurare la pericolosa mutazione in atto nell’identità italiana.
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Nel Veneto monta l’insofferenza nei confronti degli immigrati. Un imprenditore locale invoca per loro in televisione uno tsunami purificatore. E dopo una notte di violenti temporali, gli extra-comunitari spariscono davvero. Causando la paralisi produttiva e la crisi nell’assistenza agli anziani.
Cose dell’altro mondo è un film drammaticamente attuale, che ha per tema la xenofobia che (ormai da troppi anni) avvelena il nostro Paese. Un film di denuncia civile sotto spoglie di commedia amara.
Un film che - pur non perfetto nell’equilibrio delle sotto-trame e nel ritmo narrativo, nonché nella eccessiva evidenza data alle vicende private dei personaggi rispetto agli effetti sulla società della sparizione degli immigrati – riesce comunque nell’intento di raffigurare la pericolosa mutazione in atto nell’identità italiana.
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adler
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sabato 23 luglio 2016
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un vero peccato
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La sceneggiatura, seppur non originale,il cast piu' che buono ed il soggetto avrebbero potuto generare un' opera divertente e profonda, attuale, con messaggi e spunti riflessivi pazzeschi........Invece??.....Invece il regista ha sprecato l' occasione.
Per prima cosa i personaggi non sono per nulla trattati con profondita' ( non e' che basta far piangere un attore per renderlo piu' "complesso"); la tematica del razzismo/ integrazione risponde ai soliti schemi preconfezionati: "senzagliimmigratilavitasarebbeimpossibilemaivenetituttirazzitiedancheunpochinoipocritinonsenrendonoconto"; lo svolgimento della trama, a parte i primi 20 minuti, e' lenta ( se questo fosse a scapito di una maggior riflessivita'delle tematiche non sarebbe neppure un problemone);Abatantuono e' un pochino improbabile come industriale veneto (qulche volta gli scappa una battuta in milanese); sprecato Mastandrea nella parte del poliziotto triste dalla vita incasinata.
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La sceneggiatura, seppur non originale,il cast piu' che buono ed il soggetto avrebbero potuto generare un' opera divertente e profonda, attuale, con messaggi e spunti riflessivi pazzeschi........Invece??.....Invece il regista ha sprecato l' occasione.
Per prima cosa i personaggi non sono per nulla trattati con profondita' ( non e' che basta far piangere un attore per renderlo piu' "complesso"); la tematica del razzismo/ integrazione risponde ai soliti schemi preconfezionati: "senzagliimmigratilavitasarebbeimpossibilemaivenetituttirazzitiedancheunpochinoipocritinonsenrendonoconto"; lo svolgimento della trama, a parte i primi 20 minuti, e' lenta ( se questo fosse a scapito di una maggior riflessivita'delle tematiche non sarebbe neppure un problemone);Abatantuono e' un pochino improbabile come industriale veneto (qulche volta gli scappa una battuta in milanese); sprecato Mastandrea nella parte del poliziotto triste dalla vita incasinata.
Purtroppo da uno spunto davvero buono sarebbe potuto nascere un film molto accattivante. Non e' stato cosi'. Da vedere senza pretese in TV; chi ha pagato 12-14 euri al cinema penso non l' abbia presa tanto bene.
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gianleo67
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mercoledì 30 gennaio 2013
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buffo paradosso sociologico nella provincia veneta
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Un ricco imprenditore del Nord Est, già proprietario di una tv locale e che ha per amante una bella prostituta nigeriana, lancia quotidianamente i suoi strali catodici contro i guasti della società multietnica e dell'immigrazione (clandestina e non); finchè un giorno le su invocazioni xenofobe sono raccolte da una misteriosa forza demiurgica che fa scomparire nel nulla tutti gli stranieri della Regione. Si presenta così uno scenario apocalittico di fabbriche vuote, anziani orfani delle proprie badanti, classi scolastiche ridotte al lumicino e montagne di monnezza che invadono le strade. Nello spaesamento generale urge correre ai ripari, ma la misteriosa emorragia di 'risorse umane' non sembra volersi arrestare e si estende al resto del territorio nazionale.
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Un ricco imprenditore del Nord Est, già proprietario di una tv locale e che ha per amante una bella prostituta nigeriana, lancia quotidianamente i suoi strali catodici contro i guasti della società multietnica e dell'immigrazione (clandestina e non); finchè un giorno le su invocazioni xenofobe sono raccolte da una misteriosa forza demiurgica che fa scomparire nel nulla tutti gli stranieri della Regione. Si presenta così uno scenario apocalittico di fabbriche vuote, anziani orfani delle proprie badanti, classi scolastiche ridotte al lumicino e montagne di monnezza che invadono le strade. Nello spaesamento generale urge correre ai ripari, ma la misteriosa emorragia di 'risorse umane' non sembra volersi arrestare e si estende al resto del territorio nazionale.
Commedia fantastica che riverbera del tono leggero e ironico di una rappresentazione ludica della realtà socio politica nostrana dove il farsesco si sostituisce alla tragedia e la parodia alla critica sociale, dove i personaggi (ridotti al rango di macchiette bidimensionali) o rifanno il verso ai moderni imbonitori televisivi (un esilarante e smargiasso Abatantuono-Prosperini in salsa veneta) o ricalcano lo stracco copione sui cui si sono più volte cimentati (il personaggio di poliziotto sciatto e superficiale di un indolente e infantile Mastandrea che viaggia col marsupio e dorme ancora nella sua cameretta di bambino). A Patierno (co-autore della sceneggiatura) va dato atto di preservare la brillante leggerezza di una commedia sui vizi e le virtù di una ricca provincia dell'Italia settentrionale dalle grossolane esagerazioni del grottesco, ma lo fa restringendo eccessivamente il suo obiettivo sugli aspetti piu' banali e scontati del dibattito pubblico (il bar) e della cronaca locale (telelombardia) per restituirci una collezione bozzettisca di episodi che sembrano correre paralleli e senza una vera contiguità narrativa, dove le relazioni tra i protagonisti principali sono rivelati solo nel fugace e irrisolto finale in cui i buoni e i cattivi sono in realtà le deboli rappresentazioni di una realtà contradditoria fatta di maestrine progressiste, taxisti xenobi, poliziotti pelandroni e imprenditori piazzisti: risaputo campionario di una umanità varia e improbabile. Non mancano tuttavia momenti di migliore riuscita comica grazie soprattutto agli scafati protagonisti maschili che si alternano nelle scene salienti senza mai incontrarsi (l'unico 'trait d'union' e rappresentato dalla figlia dell'uno che è la fidanzata dell'altro: una Lodovini nella solita parte di bella e dolce comprimaria di situazioni farsesche) e al piccolo ruolo da spalla comica della brava Laura Efrikian (ricordate la fidanzatina dei musicarelli con Gianni Morandi?!!) quale anziana madre finto-demente di un figlio degenere; questo però non basta a riscattare un film modesto cui avrebbe giovato un più attento lavoro di scrittura (una storia in realtà molto esile e pretestuosa) ma soprattutto una regia che evitasse di riproporre al cinema il solito e risaputo canovaccio di dozzinali sketch televisivi. Buffo paradosso sociologico nella provincia veneta.
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ultimoboyscout
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giovedì 16 agosto 2012
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dove sono finiti tutti?
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Film amaramente sarcastico, che prendendosi gioco delle fobie dell'Italia e degli Italiani di oggi, vuole (vorrebbe) spingere a riflettere sul tema dell'immigrazione. Un industriale del Nord Est urla e sbraita contro gli immigrati con slogan tipo: "Prendete il cammello e tornate a casa!" e simili...e come per magia il suo desiderio si avvera scatenando però il panico. Patierno non lesina dosi di cattiveria, riuscendo a ridere (per non piangere) dell'ignoranza becera che regna e imperversa nel nostro Paese. Come insegna "Benvenuti al Sud", la commedia italiana non deve aver paura di trattare temi scottanti quali razzismo, xenofobia e intolleranza, anche se i toni non sono alti e si adattano al contesto, per l'appunto quello della commedia.
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Film amaramente sarcastico, che prendendosi gioco delle fobie dell'Italia e degli Italiani di oggi, vuole (vorrebbe) spingere a riflettere sul tema dell'immigrazione. Un industriale del Nord Est urla e sbraita contro gli immigrati con slogan tipo: "Prendete il cammello e tornate a casa!" e simili...e come per magia il suo desiderio si avvera scatenando però il panico. Patierno non lesina dosi di cattiveria, riuscendo a ridere (per non piangere) dell'ignoranza becera che regna e imperversa nel nostro Paese. Come insegna "Benvenuti al Sud", la commedia italiana non deve aver paura di trattare temi scottanti quali razzismo, xenofobia e intolleranza, anche se i toni non sono alti e si adattano al contesto, per l'appunto quello della commedia. Patierno è ancora un incompiuto, non ha capito che strada prendere, ha provato ad alzare il tono scopiazzando un film di Sergio Arau, "A day without a mexican", in cui tutti gli immigrati messicani sparivano di colpo dalla California, cercando di non cadere nel macchiettistico e nel farsesco, evitando di fare moralità e sociologia spicciola, provando a far fare ad ognuno i conti con se stesso a fronte di una situazione assurda. Quello che è riuscito senza dubbio a fare è, invece, raccontare in maniera diversa e con una certa originalità un tema delicato che da noi era sempre stato tabù o quasi, lasciandoci una malinconia di fondo positiva e una percezione del presente chiara e ben tratteggiata. Non ha sfondato come si prevedeva ne ha alzato il polverone che avrebbe potuto, Patierno rimane l'incompiuto che vorrebbe ma non può e il film ne è lo specchio: potrebbe ma non fa. Peccato però, l'idea era stuzzicante.
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filippo catani
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lunedì 16 luglio 2012
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non convince del tutto
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Nella provincia veneta, un ricco imprenditore lancia strali quotidiani dalla sua tv privata contro gli immigrati. Un giorno, a seguito di un violento temporale, spariscono dall'Italia tutti gli extracomunitari lasciando la penisola nel caos.
Il film è pieno delle migliori intenzioni. Intanto affronta un tema di strettissima attualità quale quello della forza lavoro straniera in Italia. Attaccati continuamente da alcuni politici con gli stessi toni dell'imprenditore del film (un buon Abbatantuono) a cui si uniscono a ruota libera grandi strati della popolazione, nel malaugurato caso sparissero contemporaneamente crerebbero un caos incredibile. E infatti così accade: fabbriche ferme, frutta che marcisce nei campi, anziani abbandonati a se stessi e manifestazioni sportive sospese.
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Nella provincia veneta, un ricco imprenditore lancia strali quotidiani dalla sua tv privata contro gli immigrati. Un giorno, a seguito di un violento temporale, spariscono dall'Italia tutti gli extracomunitari lasciando la penisola nel caos.
Il film è pieno delle migliori intenzioni. Intanto affronta un tema di strettissima attualità quale quello della forza lavoro straniera in Italia. Attaccati continuamente da alcuni politici con gli stessi toni dell'imprenditore del film (un buon Abbatantuono) a cui si uniscono a ruota libera grandi strati della popolazione, nel malaugurato caso sparissero contemporaneamente crerebbero un caos incredibile. E infatti così accade: fabbriche ferme, frutta che marcisce nei campi, anziani abbandonati a se stessi e manifestazioni sportive sospese. Sembra una situazione degna di un'opera di Saramago. Il problema è che il film finisce con il risolversi in una storiella sentimentale tra un poliziotto che vuole riconquistare la ex moglie (Mastandrea e Ludovini entrambi sotto tono) che aspetta un figlio da un ragazzo di colore. Allo stesso modo anche l'imprenditore cercherà di redimersi. Viste le premesse, si poteva fare decisamente meglio e invece finisce un po' tutto a tarallucci e vino.
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