nicopico
|
domenica 26 settembre 2010
|
quante storie...
|
|
|
|
...per giustificare un divorzio e un aumento di peso (quello di Julia Roberts!). Il film è superficiale sia nel descrivere l'italia e i piaceri della tavola che nel presentare l'India (sono stata nell'ashram a cui si ispira l'autrice del film ed è davvero tutta un'altra cosa!). Alla fine sono uscita annoiata e irritata, delusa sia dalla protagonista che dalla superficialità dello svolgimento. Unica nota positiva Javier Bardem...ma di quello deve ringraziare sua madre e non la sua recitazione. Per consolarmi mi sono sbranata una pizza!(Così ingrasserò anch'io!)
|
|
[+] lascia un commento a nicopico »
[ - ] lascia un commento a nicopico »
|
|
d'accordo? |
|
lisadp
|
domenica 26 settembre 2010
|
terribile!!!
|
|
|
|
Noioso alle masse!!! Ci si annoia da morire!!!
La trama è scialba, la protagonista interpreta un personaggio vuoto, noioso e che sinceramente mi verrebbe da prendere a sberle, perchè non solo fa del male a se stessa, ma anche a quelli che la circondano!!
I dialoghi sono pessimi, e il film non lascia niente dentro. Nemmeno la recitazione è stata molto di mio gradimento.
Davvero da evitare
|
|
[+] lascia un commento a lisadp »
[ - ] lascia un commento a lisadp »
|
|
d'accordo? |
|
swansil
|
sabato 25 settembre 2010
|
semplice, come lo è il libro
|
|
|
|
Film abbastanza semplice, nell'evoluzione degli avvenimenti, nella trama e tutto..bisogna ricordare, comunque, che sia stato adattato molto bene da un libro che di profondo non ha molto, se non il fatto di essere espressione di una esperienza realmente vissuta da qualcuno. Però, non vedo perchè definirlo una "classica commediola americana leggera", anzi..forse anche troppo poco farcito di frasi ad effetto sul ritrovare se stessi, ma che però ti lascia l'amaro pensiero "perchè io questo ancora non l'ho fatto?". Italia un po' stereotipata, ma non poi così tanto...solo che noi italiani ci viviamo , magari, non accettiamo di vederci come in realtà ci vedono gli altri.
[+]
Film abbastanza semplice, nell'evoluzione degli avvenimenti, nella trama e tutto..bisogna ricordare, comunque, che sia stato adattato molto bene da un libro che di profondo non ha molto, se non il fatto di essere espressione di una esperienza realmente vissuta da qualcuno. Però, non vedo perchè definirlo una "classica commediola americana leggera", anzi..forse anche troppo poco farcito di frasi ad effetto sul ritrovare se stessi, ma che però ti lascia l'amaro pensiero "perchè io questo ancora non l'ho fatto?". Italia un po' stereotipata, ma non poi così tanto...solo che noi italiani ci viviamo , magari, non accettiamo di vederci come in realtà ci vedono gli altri. Per i miei gusti, più stereotipata l'India, altro che Italia!
Tutto sommato un buon film. Lascia adito a ripensare la propria esistenza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a swansil »
[ - ] lascia un commento a swansil »
|
|
d'accordo? |
|
lella53
|
venerdì 24 settembre 2010
|
meglio il film...
|
|
|
|
Ho letto a fatica il libro della Gilbert, ho trovato scorrevole la parte italiana, noiosa e lenta la parte indiana, sufficiente l'ultima parte. Ho voluto vedere il film per sincerarmi come la trasposizone apparisse ai miei occhi, bene devo dire che, questa volta, ho preferito il film, anche se è stato parecchio criticato da tutti.
Molto belle le immagini, bravi gli interpreti, superbe le musiche per una colonna sonora che aiuta certamente lo svolgersi delle scene.
Mi ha lasciato qualcosa, anche se effettivamente i temi sono stati toccati abbastanza superficialmente, ma, secondo me, rendono bene l'idea del cambiamento che Liz vuole veramente.
Julia Roberts non si discute, mi piace e continua ad essere una delle mie interpreti straniere preferite.
[+]
Ho letto a fatica il libro della Gilbert, ho trovato scorrevole la parte italiana, noiosa e lenta la parte indiana, sufficiente l'ultima parte. Ho voluto vedere il film per sincerarmi come la trasposizone apparisse ai miei occhi, bene devo dire che, questa volta, ho preferito il film, anche se è stato parecchio criticato da tutti.
Molto belle le immagini, bravi gli interpreti, superbe le musiche per una colonna sonora che aiuta certamente lo svolgersi delle scene.
Mi ha lasciato qualcosa, anche se effettivamente i temi sono stati toccati abbastanza superficialmente, ma, secondo me, rendono bene l'idea del cambiamento che Liz vuole veramente.
Julia Roberts non si discute, mi piace e continua ad essere una delle mie interpreti straniere preferite.
Forse qualche esagerazione nel voler far apparire gli italiani troppo "caciaroni", ma, via, un po' di ironia non guasta!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lella53 »
[ - ] lascia un commento a lella53 »
|
|
d'accordo? |
|
zzimizz
|
venerdì 24 settembre 2010
|
più scontato di quanto ci si aspetti
|
|
|
|
La locandina, il viso di Julia Roberts e il titolo sarebbero già sufficienti ad allontanare qualsiasi cinefilo dotato di un minimo di buon senso da questo mieloso bon bon per quarantenni in vena di tristezze.
Qualsiasi testardo che, come me, si lascia trascinare da qualche ragazza in cerca di sdolcinerie per scoprire se si, il film è DAVVERO come promette, abbandoni la tenzone: la scontatezza, già palpabile nelle prime battute, prosegue in crescendo per tutti i 133 minuti di questo sconclusionato videoclip.
Sorvolando sulla ambientazione mielosa classica del genere, che a qualcuno potrà pur risultare attraente, lo svolgimento della storia è privo di uno svolgimento organico, e presenta episodi a se stanti che poco hanno a che vedere, alla fine, sul presunto percorso interiore della protagonista, che culmina in un finale che sembra estratto li, in extremis, aprendo l'incarto di un cioccolatino, per dare l'impressione di un punto di arrivo finale che non c'è, come del resto non c'è nemmeno la storia.
[+]
La locandina, il viso di Julia Roberts e il titolo sarebbero già sufficienti ad allontanare qualsiasi cinefilo dotato di un minimo di buon senso da questo mieloso bon bon per quarantenni in vena di tristezze.
Qualsiasi testardo che, come me, si lascia trascinare da qualche ragazza in cerca di sdolcinerie per scoprire se si, il film è DAVVERO come promette, abbandoni la tenzone: la scontatezza, già palpabile nelle prime battute, prosegue in crescendo per tutti i 133 minuti di questo sconclusionato videoclip.
Sorvolando sulla ambientazione mielosa classica del genere, che a qualcuno potrà pur risultare attraente, lo svolgimento della storia è privo di uno svolgimento organico, e presenta episodi a se stanti che poco hanno a che vedere, alla fine, sul presunto percorso interiore della protagonista, che culmina in un finale che sembra estratto li, in extremis, aprendo l'incarto di un cioccolatino, per dare l'impressione di un punto di arrivo finale che non c'è, come del resto non c'è nemmeno la storia.
Piacevole in parte l'ambientazione romana, che naviga sul filo del rasoio tra l'apologia dell'"art de vivre" all'italiana, e lo scherno totale di un popolo che forse (ma dico forse in effetti) sa mettere insieme anche qualcosa più che un piatto di maccheroni.
Trascurabile, invece, l'ambientazione indiana e indonesiana, dove a parte qualche cornicione esotico, non si vede nulla dei paesaggi che questi posti potrebbero offrire; l'intera sequenza potrebbe benissimo essere stata girata in un capannone di Cinecittà.
Consiglio finale: volete una serata più eccitante? compratevi un bel barattolo di melassa e gustatevelo guardando a casa alla tv l'ultima serie di sex and the city o qualche sitcom del genere, magari facendo un po' di zapping di tanto in tanto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a zzimizz »
[ - ] lascia un commento a zzimizz »
|
|
d'accordo? |
|
gioska
|
venerdì 24 settembre 2010
|
eat, pray..sleep
|
|
|
|
“E tu, che parola useresti per descriverti?“, chiede la ragazza olandese a Elizabeth Gilbert, intenta a divorare un piatto di carbonara in una trattoria romana. Elizabeth non lo sa, tergiversa. Ci arriverà alla fine del suo cammino, troverà la parola magica.
Per “Eat, pray, love” di Ryan Murphy, le parole sono tre: strazio, insopportabile, morte subitanea.
Lo strazio persiste fino alla fine, fino a quando, esausta, non esci dalla sala stropicciandoti gli occhi (e non per la luce dopo ore di oscurità – leggi “pisolino”). Comincia quando Liz, scrittrice in carriera con un bel matrimonio, una bella casa, un bel guardaroba e capelli invidiabili, decide che non ne può più della perfezione e divorzia e finisce quando decide di ricominciare ad amare dopo mesi di meditazione e pippone da devotrovareilmioequilibrio e santoni magici/sciamanici.
[+]
“E tu, che parola useresti per descriverti?“, chiede la ragazza olandese a Elizabeth Gilbert, intenta a divorare un piatto di carbonara in una trattoria romana. Elizabeth non lo sa, tergiversa. Ci arriverà alla fine del suo cammino, troverà la parola magica.
Per “Eat, pray, love” di Ryan Murphy, le parole sono tre: strazio, insopportabile, morte subitanea.
Lo strazio persiste fino alla fine, fino a quando, esausta, non esci dalla sala stropicciandoti gli occhi (e non per la luce dopo ore di oscurità – leggi “pisolino”). Comincia quando Liz, scrittrice in carriera con un bel matrimonio, una bella casa, un bel guardaroba e capelli invidiabili, decide che non ne può più della perfezione e divorzia e finisce quando decide di ricominciare ad amare dopo mesi di meditazione e pippone da devotrovareilmioequilibrio e santoni magici/sciamanici.
La parola insopportabile ben si appiccica alle scene girate in Italia. Se di Eat - Mangiare, si tratta, allora che si mangi. Vestita del suo sorriso, Liz-Julia assaggia, azzanna, mordicchia qualunque cosa le capiti a tiro, circondata da un branco di macchiette italiche.Non si capisce come – ma questa è una pecca del doppiaggio – la povera Liz, che della lingua conosce solo la parola SPAGHETTI, riesca a cogliere le battute dell’immotivata padrona di casa siciliana che la ospita, tra cui la parola “sazizz‘”, per cui si intende sì, proprio quello, quello che piace tanto prendere alle americane giunte in Italia. E non si capisce neanche perché, se una scrittrice di successo può permettersi un viaggio intorno al mondo di un anno per riscoprire sè stessa, non possa anche pagarsi un appartamento decente, e non una casa fatiscente, senza scaldabagno, nel centro di una Roma sporca e volgare. Luca Argentero, doppiato come peggio non si potrebbe, la porta a spasso a conoscere le gesta di noi italici dediti al dolcefarniente, alla mano morta per strada, alla caciara, ma sempre fedeli a mammà. Se di Pray - Pregare, si tratta, allora che si preghi. Nei suoi adorabili chignon intrecciati e mossi dalla brezza indiana, Liz-Julia si butta a pesce nel mondo dei santoni, delle preghiere. Se di Love - Amore, dobbiamo parlare, allora amiamo: arriva Javier Bardem. Ancora alla scoperta di sè stessa, ancora incapace di amare, la povera Liz-Julia si affiderà alle pagine stantie di un vecchio mago, farà un po’ di beneficienza, e muoverà i sinuosi capelli alla brezza di Bali.
Tutto questo per circa 2 ore e un quarto.
Morte subitanea la desideri più o meno a metà, quando sei in fase Eat e sai che mancano all’appello ancora quella Pray e quella Love. Il film di Ryan Murphy, tratto dall’autobiografia di Elizabeth Gilbert, è frutto di stereotipi vecchi come il mondo di cui nessuno sentiva il bisogno. Il fatto che quello di Julia sia un personaggio reale non fa che rendere il tutto ancora più antipatico, più futile. Gli spunti sono tutti messi lì per emozionare, ma se di lacrime si parla, non le ha certo provocate l’emozione. Una donna può desiderare di fuggire da una vita che tutti credono perfetta anche mille volte nella vita e prendere e partire, ah, è un vecchio sogno di tutti. Ma la versione cinematografica del romanzo ce la rende solo odiosa, superficiale e lamentosa.
Due frasi filosofiche sulla vita e sulla ricerca interiore buttate qua e là non fanno certo pathos. Al massimo, ti fanno ardetemente sperare una cosa.
In questo caso, la parola giusta è fine.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gioska »
[ - ] lascia un commento a gioska »
|
|
d'accordo? |
|
gigiodepiro
|
giovedì 23 settembre 2010
|
che sola!!!
|
|
|
|
|
|
[+] lascia un commento a gigiodepiro »
[ - ] lascia un commento a gigiodepiro »
|
|
d'accordo? |
|
audreyandgeorge
|
giovedì 23 settembre 2010
|
mangia prega ama...forse meglio una gricia!
|
|
|
|
“Imbarcarmi”. Questo dice Liz (Julia Roberts) al suo nuovo uomo nuovo, brasiliano, trovato a Bali. Un anno alla ricerca del senso della vita ridotto all’aver semplicemente capito quale sia “la sua parola”.
In effetti, ripensando a freddo ai vari elementi del film (da persona che non ha letto il libro) si evince che Liz, per tutto il tempo, cerca disperatamente di coprire il ruolo della donna forte, ma alla fine si dimostra fondamentalmente molto debole, così debole da aver bisogno di un uomo forte accanto, un dominante, uno che non ha dubbi su ciò che vuole e, soprattutto, nessuna insicurezza.
“Bisogno”.
Questa è invece la parola chiave che vale davvero, anche per questo film. In un epoca culturalmente deviata, come quella di oggi, tutti siamo spinti a confondere i nostri bisogni con i nostri desideri.
[+]
“Imbarcarmi”. Questo dice Liz (Julia Roberts) al suo nuovo uomo nuovo, brasiliano, trovato a Bali. Un anno alla ricerca del senso della vita ridotto all’aver semplicemente capito quale sia “la sua parola”.
In effetti, ripensando a freddo ai vari elementi del film (da persona che non ha letto il libro) si evince che Liz, per tutto il tempo, cerca disperatamente di coprire il ruolo della donna forte, ma alla fine si dimostra fondamentalmente molto debole, così debole da aver bisogno di un uomo forte accanto, un dominante, uno che non ha dubbi su ciò che vuole e, soprattutto, nessuna insicurezza.
“Bisogno”.
Questa è invece la parola chiave che vale davvero, anche per questo film. In un epoca culturalmente deviata, come quella di oggi, tutti siamo spinti a confondere i nostri bisogni con i nostri desideri. Giorno dopo giorno, un pezzo per volta, la morale si dissolve lasciando spazio alla dissolutezza… e le scuse per giustificarsi con se stessi sono sicuramente molto facili da trovare. Ma quando si cede alla voluttà senza dar peso ai valori, presto la gioia si dimostra effimera e lascia il posto ad un vuoto più grande del precedente, rimanendo più poveri.
Sostengo quindi l’idea della povertà di Liz che viene evidenziata dal marito dell’amica, il quale -da ubriaco- le dice come sia buffa la sua tendenza a somigliare all’uomo che ha accanto, un po’ come il cane somiglia al suo padrone.
E la reazione di Liz? La fuga. Una fuga apparentemente coraggiosa, ma più probabilmente vigliacca: lei infatti non sembra tanto inseguire qualcosa di cui è alla ricerca, ma piuttosto ciò che altri le dicono sia il caso di cercare.
Poi diciamola tutta: mica male i posti che si sceglie per “ritrovarsi”!
Inizia con Roma andando sempre fuori a mangiare (eccetto una minuscola pausa di “dolce far niente” a base di verdure lesse), poi l’India in un luogo di “preghiera e meditazione” iperorganizzato altamente turistico (mica le fogne di Calcutta) e per finire un bel periodo a Bali, che non guasta mai! Questa a me pare proprio una bella VACANZA di un anno!
Sicuramente, prima del "coraggio" serve un notevole conto in banca: sarebbero guai per me se mi venisse un coraggio come questo!
Limitiamoci quindi a pensare che tutto sommato la felicità è più probabile trovarla seguendo i nostri veri bisogni, anche quelli molto semplici come un primo piatto povero ma al tempo stesso intenso: La Gricia.....scopritelo su www.nonsolopizzaecinema.com
[-]
|
|
[+] lascia un commento a audreyandgeorge »
[ - ] lascia un commento a audreyandgeorge »
|
|
d'accordo? |
|
sussyyy
|
giovedì 23 settembre 2010
|
bello
|
|
|
|
film molto bello che tratta un argomento importante come il bisogno di ritrovare se stessi e di tornare a "vivere"e ad emozionarsi anche per le piccole cose e come in molti casi fare un viaggio possa aiutare una persona a ritrovare qualcosa in cui credere ,come succede alla protagonista durante il suo viaggio attraverso il mondo.Molto bravi julia Roberts e javier Bardem
|
|
[+] lascia un commento a sussyyy »
[ - ] lascia un commento a sussyyy »
|
|
d'accordo? |
|
queenfranci
|
martedì 21 settembre 2010
|
noioso, lento, pieno di luoghi comuni
|
|
|
|
Noioso, lento, pieno di luoghi comuni. Errati per altro, visto che nelle scene ambientate a Roma, il romanesco è sostituito dal siciliano. Vorrebbe essere, nelle intenzioni, un film odeporico sulla crescita personale e la ricerca del sè, risulta essere al contrario una serie di accadimenti concatenati senza reale filo logico. Gli attori purtroppo esagerati nella rappresentazione delle proprie emozioni rispetto ai toni generali del film. Poco più che sufficiente Bardem, appena sufficiente la Roberts.
|
|
[+] lascia un commento a queenfranci »
[ - ] lascia un commento a queenfranci »
|
|
d'accordo? |
|
|