ultimoboyscout
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martedì 8 febbraio 2011
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film inutile.
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Recitazione imbarazzante, storia piatta e banalissima, zeppa di luoghi comuni e totalmente priva di un minimo motivo d'interesse. Chi si salva? Il cagnone senza dubbio e i bellissimi cuccioli, che tutti quanti recitano meglio degli attori, e la sempre magica atmosfera natalizia.
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elgatoloco
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domenica 17 dicembre 2017
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piacevolmente natalizio-romantico
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"A Golden Christmas" di JOhn Murlowski(2009)risponde a tutti i crismi della filmografia natalizia: persone(uomini e donne)che riscoprono emozioni e poi sentimenti, dopo essersi"alienate"nel lavoro per sfuggire a traumi(qui, per la protagonista femminile, la morte del marito, per l'uomo la separazione dalla moglie, entrambi hanno un figlio, lei, una figlia, lui). Dopo essersi concentrati sul lavoro e il mero lògos, la ragione, assoluitizzati nella concezione occidentale e statunitense, ritrovano la gioia del sentimento dell'amore, passando però attraverso un rinnovato e più intenso dolore-sofferenza(plaisirs d'amour ne durent qu'un moment, chagrins d'amour durent toute la vie, nella composizione immortale dell'abbé Martini), trovando il coraggio di donarsi all'altro, ritrovando anche , talora, come qui, un amore infantile, un luogo dove si incontravano-flash-backs efficacemente adatti al cinema e alla TV(vedansi anche le dissolvenze, tipicamente da TV, ma adatte anche al cinema, appunto), in questo caso felice, una"casetta dei ricordi"ma soprattutto una cagnetta, che riappare più di 30 anni dopo, "magicamente"(oggetti transizionali, direbbe la psicanalisi, ma la cagnetta, bellissima, è ben più che mero oggetto.
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"A Golden Christmas" di JOhn Murlowski(2009)risponde a tutti i crismi della filmografia natalizia: persone(uomini e donne)che riscoprono emozioni e poi sentimenti, dopo essersi"alienate"nel lavoro per sfuggire a traumi(qui, per la protagonista femminile, la morte del marito, per l'uomo la separazione dalla moglie, entrambi hanno un figlio, lei, una figlia, lui). Dopo essersi concentrati sul lavoro e il mero lògos, la ragione, assoluitizzati nella concezione occidentale e statunitense, ritrovano la gioia del sentimento dell'amore, passando però attraverso un rinnovato e più intenso dolore-sofferenza(plaisirs d'amour ne durent qu'un moment, chagrins d'amour durent toute la vie, nella composizione immortale dell'abbé Martini), trovando il coraggio di donarsi all'altro, ritrovando anche , talora, come qui, un amore infantile, un luogo dove si incontravano-flash-backs efficacemente adatti al cinema e alla TV(vedansi anche le dissolvenze, tipicamente da TV, ma adatte anche al cinema, appunto), in questo caso felice, una"casetta dei ricordi"ma soprattutto una cagnetta, che riappare più di 30 anni dopo, "magicamente"(oggetti transizionali, direbbe la psicanalisi, ma la cagnetta, bellissima, è ben più che mero oggetto...), con interpreti complessivamente felici come Andrea Roth e Nicholas Brandon , la coppia che si ritrova e Elisa Donovan, Alley Mills, Bruce Davison, Alley Mills, Jason London quali"comprimari"di grandissima importanza, però, nello svolgimento del plot. Per non dire dei bambini e della cagnetta. Film anche incentrato sulla natura, sui colori, sulle forme, sulla riscoperta della bellezza(felici le soluzioni fotografiche), che si realizza/realizzerebbe in quel momento tòpico nella cultura occidentale che è senz'altro il Natale. El Gato
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