elgatoloco
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venerdì 21 agosto 2020
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intelligente, cinema di sodebergh
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"The Informant!"/Steven Sodebergh, da un libro-inchiesta del giornalista Kurt Eichenwald, sceneggiatura di Scott Z.Burns, 2009)mostra come non sia difficile(per chi sa farlo, però, premessa indispensabile, conditio sine qua non) realizzare un film intelligente partendo dal reale, da quanto assodato, noto, accaduto nel 1992, quando il vicepresidente din una multinazionale dell'agroalimentare specializzata in mais, con tutta la problematica dei prezzi ma anche della manipolazione genetica del mais stesso(che può indurre vari virus, tra l'altro, problematica tragicamente attuale...), mettendo-.dicendo il vero(il famoso paradosso del Cretese che afferma: "Tutti i Cretesi mentono".
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"The Informant!"/Steven Sodebergh, da un libro-inchiesta del giornalista Kurt Eichenwald, sceneggiatura di Scott Z.Burns, 2009)mostra come non sia difficile(per chi sa farlo, però, premessa indispensabile, conditio sine qua non) realizzare un film intelligente partendo dal reale, da quanto assodato, noto, accaduto nel 1992, quando il vicepresidente din una multinazionale dell'agroalimentare specializzata in mais, con tutta la problematica dei prezzi ma anche della manipolazione genetica del mais stesso(che può indurre vari virus, tra l'altro, problematica tragicamente attuale...), mettendo-.dicendo il vero(il famoso paradosso del Cretese che afferma: "Tutti i Cretesi mentono"...)rivela all'FBI quale ente governativo incaticato di indagare sulla questione la sua"verità", che però in gran parte corrisponde anche alla verità oggettiva. Simpatici i suoi "infiocchettamenti", come quando afferma di essere stato adottato da un ricchissimo uomo d'affari texano, dopo che i suoi genitori erano morti in un tragico incidente d'auto, quando invece i due vecchietti, "scovati "e intervistati godono ottima salute, "perché gli adottati fanno sempre un'impressione positiva, dispongono più favorvolmente nei loro confronti". INgenuità, nascosto cinismo, furberia, verità si fondono in questa rivelazione che però racconta, come nel sottotiolo del libro di Eichenwald"a true story", una storia vera, a dispetto dei media occidentali, segnatamente italiani, che gli scandali made in the USA li raccontano sempre molto dopo, per non turbare l'"alleanza atlantica".... Matt Demon è protagonista diremmo"perfetto", dove l'essere"dolcemente.ingenuamente"hiieputa è in qualche modo(o meglio sembra, pardon)connaturato alla sua resa interpretativa.Ottimi/e anche gli/le altri/e interpreti. El Gato
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samanta
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martedì 12 maggio 2020
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c'è poco da ridere ...
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Il film del 2009 è stato abbastanza un flop commerciale (Budget di 22 ml. di $, 42 milioni in incasso) e non ha ricevuto particolari accoglienze favorevoli dalla critica. Il fattto può destare qualche perplessità perché il regista ha una solida professionalità (premio Oscar nel 2005 per Traffic, Ocean's 11, 12, 13), anche il protagonista scelto Matt Damon ha una professionalità riconosciuta e ha dato esempi di buona recitazione (Hereafter per tutti) e soprattutto perché si basa su un'incredibile vicenda reale, il cui protagonista Mark Whitakre è tutt'ora vivente, ma come evidenzieremo i punti deboli nella pellicola ci sono.
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Il film del 2009 è stato abbastanza un flop commerciale (Budget di 22 ml. di $, 42 milioni in incasso) e non ha ricevuto particolari accoglienze favorevoli dalla critica. Il fattto può destare qualche perplessità perché il regista ha una solida professionalità (premio Oscar nel 2005 per Traffic, Ocean's 11, 12, 13), anche il protagonista scelto Matt Damon ha una professionalità riconosciuta e ha dato esempi di buona recitazione (Hereafter per tutti) e soprattutto perché si basa su un'incredibile vicenda reale, il cui protagonista Mark Whitakre è tutt'ora vivente, ma come evidenzieremo i punti deboli nella pellicola ci sono.
Siamo nel 1992, Mark Whitacre è un manager tecnico (un biochimico) di alto livello di un'importante società agroalimentare (ADM), specializzata nella produzione di lisina un derivato del mais, però ha dei guai nel senso che nella produzione si verifica la presenza di un microbo che non si riesce a debellare. Per rimediare Mark inventa con il suo superiore di essere stato contattato da un tecnico del settore che lo ha informato che c'è una talpa nella società che fa il sabotatore ed è disposto, dietro compenso, a rivelare il nome, informa i superiori che contro il volere di Mark informano l'FBI. La polizia mette sotto controllo il telefono di Mark, ma la talpa non si fa viva, Mark per distrarre i sospetti, dietro consiglio della moglie, rivela ai due agenti federali che seguono il caso che la società si mette d'accordo con tutte le società che nel mondo producono il prodotto per concordare le zone d'influenza, falsando il mercato e truffando i consumatori. La polizia per 3 anni lo utilizza come informatore che registra le conversazioni e gli incontri a livello mondiale con microfoni e telecamere nascoste, raggiunte le prove, vengono arrestati i dirigenti della società, malgrado l'FBI lo avesse consigliato di non rivelare la sua attività, Mark si mostra ala stampa e rivela cosa ha fatto alla sua segretaria che informa la società. L'ADM fa dei controlli e scopre che Mark ha rubato in questi 3 anni circa 10 ml. di $ con falsi rimborsi spese. Conclusione: anche tenuto conto che soffre di disturbo bipolare Mark si prende ben 9 anni di carcere mentre i dirigenti dell'ADM solo 3, anche se la società versa ben mezzo milardo di $ tra multe e risarcimenti. Mark scontata la pena trova poi un buon posto di lavoro e fa carriera.
Il film innanzitutto ha la continua presenza della voce fuori campo del protagonista che commenta spesso le vicende o anticipano scene successive, l'espediente rallenta l'azione e lo sviluppo della vicenda,rendendo il film in alcuni punti noioso. Inoltre sono troppo i caricati gli attori con comportamenti macchiettistici nella
recitazione: gli aspetti comici prevalgono su quelli drammatici Quanto all' FBI sembra rappresentata da superficiali pasticcioni, soprattutto poi è troppo caricata la figura di Mark che sicuramente non rappresenta la realtà del comportamento del vero Whitacre, oltretutto l'attore ha un grottesco travestimento: ingrassato con dei baffetti ridicoli, mentre le foto del vero protagonista sono ben diverse. Esisteva lo spazio per un thriller magari con aspetti brillanti, diventa un film non troppo divertente e presenta l'ambiente delle multinazionalii che si spartiscono il mercato come degli sciocconi, ma sono degli squali.
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alexander 1986
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sabato 24 maggio 2014
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una menzogna dopo l'altra, si costruisce la realtà
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USA, anni '90. Il biochimico e manager aziendale Mark Whitacre (Matt Damon) appare proprio la bonomia personificata. E' talmente onesto che non esita a denunciare all'FBI presunte scorrettezze della sua azienda, la multinazionale dell'agroalimentare ADM, nonostante non vi sia una ragione concreta per farlo e anzi ciò metterebbe a repentaglio la sua carriera. Così Mark accetta di diventare un improbabile informatore con tanto di microfoni, un James Bond un po' imbranato e con la pancetta. Il vero mistero rimane sullo sfondo: qual è il movente di Mark? E' possibile ricondurre la sua scelta di collaborare con le forze dell'ordine solo a uno scrupolo etico?
'The Informant!' è ispirato a una storia vera, abbastanza curiosa ma non grottesca come viene dipinta da Soderbergh.
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USA, anni '90. Il biochimico e manager aziendale Mark Whitacre (Matt Damon) appare proprio la bonomia personificata. E' talmente onesto che non esita a denunciare all'FBI presunte scorrettezze della sua azienda, la multinazionale dell'agroalimentare ADM, nonostante non vi sia una ragione concreta per farlo e anzi ciò metterebbe a repentaglio la sua carriera. Così Mark accetta di diventare un improbabile informatore con tanto di microfoni, un James Bond un po' imbranato e con la pancetta. Il vero mistero rimane sullo sfondo: qual è il movente di Mark? E' possibile ricondurre la sua scelta di collaborare con le forze dell'ordine solo a uno scrupolo etico?
'The Informant!' è ispirato a una storia vera, abbastanza curiosa ma non grottesca come viene dipinta da Soderbergh. Anche perché non si spiegherebbe come mai il vero Whitacre, se fosse stato quello psicolabile tanto simile ad Antonio Razzi descritto sullo schermo, si troverebbe ancora oggi a dirigere un'importante compagnia californiana di biotecnologie. Il regista di 'Ocean's Eleven' ha deciso di trarre dalla realtà dei fatti solo quanto potesse ispirare il suo sense of humor, gonfiando il lato paradossale delle gesta di Mark e lasciandone fuori quasi tutto il resto; anche, se non soprattutto, gli aspetti tragici. Non esagero nel dire che con la medesima materia un altro regista avrebbe potuto trarre una pellicola di segno drammatico, e che nel farlo ne avrebbe offerto una lettura più adeguata.
Anche nella narrazione umoristica di Soderbergh, si riescono infatti a intuire in Mark Whitacre le caratteristiche del personaggio dostoevskiano. La sua immagine di uomo americano realizzato, con tanto di famiglia affettuosa al seguito, è il frutto di una menzogna così ben radicata da non essere più assunta coscientemente. Per difendere il suo status quo da una minaccia peraltro solo apparente, l'unica arma a disposizione di Mark consiste nel minacciare la stabilità delle menzogne altrui. Il problema è che quando a giocare sporco cominciano a essere tutti, il primo a pagare è sempre il più debole. In questo caso, chi ha lanciato per primo il boomerang.
Brillante nei dialoghi e nella scenografia come ogni pellicola di Soderbergh, sorretto inoltre da una sorprendente interpretazione di Damon, 'The Informant!' si dimostra molto interessante ma non aggiunge granché a una riflessione sul mito del sogno americano condotta dal cinema d'oltreoceano da ormai un decennio.
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gurdjieff
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sabato 5 gennaio 2013
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noia solo noia niente altro che noia
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mai successo che un film mi fà irritare e lo abbandono prima della fine.......si salva solo Matt Damon.
Da evitare a meno che non vogliate annoiarvi e rovinare la serata.
Pessimo
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filippo catani
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lunedì 21 novembre 2011
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dagli onori alle frodi
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Un top manager di una industria agroalimentare decide di svelare all'FBI gli accordi che la sua azienda e quelle che dovrebbero essere le "concorrenti" stipulano per tenere artificiosamente alto i prezzi di alcuni prodotti spartendosi fette di mercato. Una volta faccio ciò l'uomo cadrà in una sindrome maniaco depressiva che porterà lui stesso a compiere truffe.
Un'ottima accoppiata quella tra Soderbergh e Damon che produce un film denuncia con le tinte di una commedia. Ispirato a una storia vera degli anni '90, il film mostra come un uomo decida di mettere in discussione la sua posizione e il suo stipendio per essere l'"uomo dal cappello bianco" fin quando non finirà lui stesso stritolato dalla macchina del sogno americano.
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Un top manager di una industria agroalimentare decide di svelare all'FBI gli accordi che la sua azienda e quelle che dovrebbero essere le "concorrenti" stipulano per tenere artificiosamente alto i prezzi di alcuni prodotti spartendosi fette di mercato. Una volta faccio ciò l'uomo cadrà in una sindrome maniaco depressiva che porterà lui stesso a compiere truffe.
Un'ottima accoppiata quella tra Soderbergh e Damon che produce un film denuncia con le tinte di una commedia. Ispirato a una storia vera degli anni '90, il film mostra come un uomo decida di mettere in discussione la sua posizione e il suo stipendio per essere l'"uomo dal cappello bianco" fin quando non finirà lui stesso stritolato dalla macchina del sogno americano. I cattivi saranno puniti ma anche per il nostro agente si apriranno le porte del carcere con grande meraviglia del povero protagonista che ha ormai perso contatto con la realtà.
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nalipa
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mercoledì 6 ottobre 2010
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magnifico matt
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Forse un pò faticoso ma l'interpretazione di Damon é grande.
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dario
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lunedì 3 maggio 2010
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debole
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Il regista si compiace del suo tocco, ma il film non ha ragion d'essere, non intriga, non prende. Ha una struttura fragile ed è recitato svogliatamente. Manca di spina dorsale.
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liuk©
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mercoledì 31 marzo 2010
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insomma..
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La sceneggiatura poteva anche essere interessante, purtroppo il taglio che è stato dato alla narrazione è banale e decisamente poco incisivo. La pellicola banalizza, vuole per forza essere simpatica pur non avendo assolutamente nulla di brillante. Sembra quasi che il regista non voglia scegliere il genere: drammatico o commedia nera, grottesco o narrativo? tra l'indecisione meglio scegliere tutti questi generi contemporaneamente, rendendo il prodotto alquanto indigesto. Critico anche la prestazione di Damon, ma di fatto non sono certo un suo fan.
Nel complesso sconsiglio questo film.
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ultimoboyscout
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martedì 17 novembre 2009
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noioso.
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Fosse per Soderbergh-Damon-Bakula sarebbe quasi da buttare. Film piuttosto noiosetto e scontato con un Damon che non ti aspetti in versione simil-impiegato sfigatello. Si ride un pò quando i numeri degli ammanchi da lui stesso effettuati crescono a dismisura senza saper poi a quanto ammonti l'ammanco finale. Per il resto doveva essere una commedia nera ma di nera ha solo la riuscita.
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calibanrage
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giovedì 1 ottobre 2009
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agente whitacre: la spia che si amava
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Dopo l'agiografico “Che”, Steven Soderbergh, che ormai da diversi anni sforna film ad una media impressionante, ci presenta questa divertente e appassionante spy story, e si affida all'amico Matt Demon, affibbiandogli il ruolo di protagonista assoluto per questo “The informant”, basato su una storia vera e tratto dall'omonimo libro inchiesta di Kurt Eichenwald.
Mark Whitacre è un chimico di successo di una multinazionale del settore agroalimentare, è un uomo integerrimo e un padre modello: ha una moglie che lo ama e lo accondiscende nelle sue scelte, un figlio suo e due adottati, possiede una casa magnifica, un parco macchine da far gola a chiunque, e in ambito lavorativo con applicazione e costanza ha costruito la sua realizzazione e la stima dei colleghi: tutto questo partendo da lontano, come racconta egli stesso, dopo la morte dei suoi genitori in un incidente quando era ancora bambino e dopo essere stato adottato da un ricco texano che ha potuto permettergli gli studi nelle migliori scuole.
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Dopo l'agiografico “Che”, Steven Soderbergh, che ormai da diversi anni sforna film ad una media impressionante, ci presenta questa divertente e appassionante spy story, e si affida all'amico Matt Demon, affibbiandogli il ruolo di protagonista assoluto per questo “The informant”, basato su una storia vera e tratto dall'omonimo libro inchiesta di Kurt Eichenwald.
Mark Whitacre è un chimico di successo di una multinazionale del settore agroalimentare, è un uomo integerrimo e un padre modello: ha una moglie che lo ama e lo accondiscende nelle sue scelte, un figlio suo e due adottati, possiede una casa magnifica, un parco macchine da far gola a chiunque, e in ambito lavorativo con applicazione e costanza ha costruito la sua realizzazione e la stima dei colleghi: tutto questo partendo da lontano, come racconta egli stesso, dopo la morte dei suoi genitori in un incidente quando era ancora bambino e dopo essere stato adottato da un ricco texano che ha potuto permettergli gli studi nelle migliori scuole. Ma proprio durante il suo exploit personale, un ricatto economico sconvolge e compromette l'equilibrio che a fatica aveva conquistato, e previa richiesta da parte della sua stessa società, inizia una collaborazione con l'FBI per smascherare l'estorsore, che è a conoscenza dei motivi del buco finanziario che affligge la società. Ma il suo contributo alle indagini si trasforma ben presto nel voler ostinatamente dare le prove di come l'azienda sia d'accordo con altre multinazionali per mantenere elevato il costo del mais nel mercato globale, al fine (secondo lui) di eliminare le mele marce, e premiare i lavoratori onesti come lui animati solo dalla genuinità e dall'onestà morale. In un crescendo di fine ironia, follia, e colpi di scena si arriverà finale in cui l'equilibrio iniziale pare sia stato ristabilito.
Un film davvero ben congeniato sia nella scelta delle atmosfere candide, sottolineate da una colonna sonora appropriata come non mai, sia nel crescendo esponenziale dell'intrigo, che nella delineazione dei personaggi: dalla moglie di Whitacre con i suoi sguardi assenti, ancor più innocenti del marito: ai due agenti dell'FBI che coordinano l'attività spionistica, i cui volti davanti alle clamorose bugie di Whitacre sono fra gli elementi più comici del film. Ma soprattutto è notevole la grande prova attoriale di un Matt Demon all'ingrasso che definisce perfettamente il suo personaggio, tra sguardi di calma e d'improvvisa esaltazione, fra le sue ammissioni in cui né gli spettatori né i vari confessori che di volta in volta gli si profilano davanti riescono a cogliere le verità e le menzogne, ma anche nei suoi pensieri che caratterizzano il film, dove, nei momenti meno opportuni, delucida informazioni che niente hanno a che vedere con ciò che gli accade intorno, sintetizzando alla perfezione l'impressione di estraniazione (e di alterazione mentale) che caratterizza Whitacre. Un personaggio innocente (e malato) che si ritrova a confrontarsi con mondi, quello economico di una multinazionale e quello governativo e spionistico dell'FBI, in cui morale e interessi, verità e menzogna, si mischiano di continuo: temi che richiamano una sorta di esistenzialismo moderno che ultimamente va per la maggiore, e che registi, scrittori e artisti non disdegnano di trattare anche in chiave ironica (vedi anche “Burn After Reading”).
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