alexander 1986
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sabato 24 maggio 2014
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una menzogna dopo l'altra, si costruisce la realtà
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USA, anni '90. Il biochimico e manager aziendale Mark Whitacre (Matt Damon) appare proprio la bonomia personificata. E' talmente onesto che non esita a denunciare all'FBI presunte scorrettezze della sua azienda, la multinazionale dell'agroalimentare ADM, nonostante non vi sia una ragione concreta per farlo e anzi ciò metterebbe a repentaglio la sua carriera. Così Mark accetta di diventare un improbabile informatore con tanto di microfoni, un James Bond un po' imbranato e con la pancetta. Il vero mistero rimane sullo sfondo: qual è il movente di Mark? E' possibile ricondurre la sua scelta di collaborare con le forze dell'ordine solo a uno scrupolo etico?
'The Informant!' è ispirato a una storia vera, abbastanza curiosa ma non grottesca come viene dipinta da Soderbergh.
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USA, anni '90. Il biochimico e manager aziendale Mark Whitacre (Matt Damon) appare proprio la bonomia personificata. E' talmente onesto che non esita a denunciare all'FBI presunte scorrettezze della sua azienda, la multinazionale dell'agroalimentare ADM, nonostante non vi sia una ragione concreta per farlo e anzi ciò metterebbe a repentaglio la sua carriera. Così Mark accetta di diventare un improbabile informatore con tanto di microfoni, un James Bond un po' imbranato e con la pancetta. Il vero mistero rimane sullo sfondo: qual è il movente di Mark? E' possibile ricondurre la sua scelta di collaborare con le forze dell'ordine solo a uno scrupolo etico?
'The Informant!' è ispirato a una storia vera, abbastanza curiosa ma non grottesca come viene dipinta da Soderbergh. Anche perché non si spiegherebbe come mai il vero Whitacre, se fosse stato quello psicolabile tanto simile ad Antonio Razzi descritto sullo schermo, si troverebbe ancora oggi a dirigere un'importante compagnia californiana di biotecnologie. Il regista di 'Ocean's Eleven' ha deciso di trarre dalla realtà dei fatti solo quanto potesse ispirare il suo sense of humor, gonfiando il lato paradossale delle gesta di Mark e lasciandone fuori quasi tutto il resto; anche, se non soprattutto, gli aspetti tragici. Non esagero nel dire che con la medesima materia un altro regista avrebbe potuto trarre una pellicola di segno drammatico, e che nel farlo ne avrebbe offerto una lettura più adeguata.
Anche nella narrazione umoristica di Soderbergh, si riescono infatti a intuire in Mark Whitacre le caratteristiche del personaggio dostoevskiano. La sua immagine di uomo americano realizzato, con tanto di famiglia affettuosa al seguito, è il frutto di una menzogna così ben radicata da non essere più assunta coscientemente. Per difendere il suo status quo da una minaccia peraltro solo apparente, l'unica arma a disposizione di Mark consiste nel minacciare la stabilità delle menzogne altrui. Il problema è che quando a giocare sporco cominciano a essere tutti, il primo a pagare è sempre il più debole. In questo caso, chi ha lanciato per primo il boomerang.
Brillante nei dialoghi e nella scenografia come ogni pellicola di Soderbergh, sorretto inoltre da una sorprendente interpretazione di Damon, 'The Informant!' si dimostra molto interessante ma non aggiunge granché a una riflessione sul mito del sogno americano condotta dal cinema d'oltreoceano da ormai un decennio.
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samanta
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martedì 12 maggio 2020
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c'è poco da ridere ...
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Il film del 2009 è stato abbastanza un flop commerciale (Budget di 22 ml. di $, 42 milioni in incasso) e non ha ricevuto particolari accoglienze favorevoli dalla critica. Il fattto può destare qualche perplessità perché il regista ha una solida professionalità (premio Oscar nel 2005 per Traffic, Ocean's 11, 12, 13), anche il protagonista scelto Matt Damon ha una professionalità riconosciuta e ha dato esempi di buona recitazione (Hereafter per tutti) e soprattutto perché si basa su un'incredibile vicenda reale, il cui protagonista Mark Whitakre è tutt'ora vivente, ma come evidenzieremo i punti deboli nella pellicola ci sono.
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Il film del 2009 è stato abbastanza un flop commerciale (Budget di 22 ml. di $, 42 milioni in incasso) e non ha ricevuto particolari accoglienze favorevoli dalla critica. Il fattto può destare qualche perplessità perché il regista ha una solida professionalità (premio Oscar nel 2005 per Traffic, Ocean's 11, 12, 13), anche il protagonista scelto Matt Damon ha una professionalità riconosciuta e ha dato esempi di buona recitazione (Hereafter per tutti) e soprattutto perché si basa su un'incredibile vicenda reale, il cui protagonista Mark Whitakre è tutt'ora vivente, ma come evidenzieremo i punti deboli nella pellicola ci sono.
Siamo nel 1992, Mark Whitacre è un manager tecnico (un biochimico) di alto livello di un'importante società agroalimentare (ADM), specializzata nella produzione di lisina un derivato del mais, però ha dei guai nel senso che nella produzione si verifica la presenza di un microbo che non si riesce a debellare. Per rimediare Mark inventa con il suo superiore di essere stato contattato da un tecnico del settore che lo ha informato che c'è una talpa nella società che fa il sabotatore ed è disposto, dietro compenso, a rivelare il nome, informa i superiori che contro il volere di Mark informano l'FBI. La polizia mette sotto controllo il telefono di Mark, ma la talpa non si fa viva, Mark per distrarre i sospetti, dietro consiglio della moglie, rivela ai due agenti federali che seguono il caso che la società si mette d'accordo con tutte le società che nel mondo producono il prodotto per concordare le zone d'influenza, falsando il mercato e truffando i consumatori. La polizia per 3 anni lo utilizza come informatore che registra le conversazioni e gli incontri a livello mondiale con microfoni e telecamere nascoste, raggiunte le prove, vengono arrestati i dirigenti della società, malgrado l'FBI lo avesse consigliato di non rivelare la sua attività, Mark si mostra ala stampa e rivela cosa ha fatto alla sua segretaria che informa la società. L'ADM fa dei controlli e scopre che Mark ha rubato in questi 3 anni circa 10 ml. di $ con falsi rimborsi spese. Conclusione: anche tenuto conto che soffre di disturbo bipolare Mark si prende ben 9 anni di carcere mentre i dirigenti dell'ADM solo 3, anche se la società versa ben mezzo milardo di $ tra multe e risarcimenti. Mark scontata la pena trova poi un buon posto di lavoro e fa carriera.
Il film innanzitutto ha la continua presenza della voce fuori campo del protagonista che commenta spesso le vicende o anticipano scene successive, l'espediente rallenta l'azione e lo sviluppo della vicenda,rendendo il film in alcuni punti noioso. Inoltre sono troppo i caricati gli attori con comportamenti macchiettistici nella
recitazione: gli aspetti comici prevalgono su quelli drammatici Quanto all' FBI sembra rappresentata da superficiali pasticcioni, soprattutto poi è troppo caricata la figura di Mark che sicuramente non rappresenta la realtà del comportamento del vero Whitacre, oltretutto l'attore ha un grottesco travestimento: ingrassato con dei baffetti ridicoli, mentre le foto del vero protagonista sono ben diverse. Esisteva lo spazio per un thriller magari con aspetti brillanti, diventa un film non troppo divertente e presenta l'ambiente delle multinazionalii che si spartiscono il mercato come degli sciocconi, ma sono degli squali.
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carmine antonello villani
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martedì 29 settembre 2009
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damon, lestofante e doppiogiochista
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Si ride in questa storia che ha il pregio di raccontare gli strani traffici di una società alle prese con cartelli internazionali e sabotatori dell’ultima ora. “The Informant!” è cinema civile, ma anche intelligente riflessione su quel sogno americano che può diventare persino incubo quando ci si mette in testa di fare un mucchio di soldi con la fandonia dello spionaggio industriale. Matt Damon fa il doppio ed il triplo gioco inscenando un teatrino dai risvolti comici ed inaspettati, sparge pillole di saggezza e si ritrova intrappolato in un cumulo di menzogne. Un po’ cialtrone l’emulo di Abagnale –ricordate “Prova a prendermi” con Di Caprio?-, eppure si guadagna la simpatia di un pubblico che resta affascinato dalle improvvisazioni e dalla spontaneità del tranquillo padre di famiglia deciso a spillare milioni di dollari alla sua Compagnia.
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Si ride in questa storia che ha il pregio di raccontare gli strani traffici di una società alle prese con cartelli internazionali e sabotatori dell’ultima ora. “The Informant!” è cinema civile, ma anche intelligente riflessione su quel sogno americano che può diventare persino incubo quando ci si mette in testa di fare un mucchio di soldi con la fandonia dello spionaggio industriale. Matt Damon fa il doppio ed il triplo gioco inscenando un teatrino dai risvolti comici ed inaspettati, sparge pillole di saggezza e si ritrova intrappolato in un cumulo di menzogne. Un po’ cialtrone l’emulo di Abagnale –ricordate “Prova a prendermi” con Di Caprio?-, eppure si guadagna la simpatia di un pubblico che resta affascinato dalle improvvisazioni e dalla spontaneità del tranquillo padre di famiglia deciso a spillare milioni di dollari alla sua Compagnia. Perché la vicenda di Mark Whitakre è vera anche se sfiora l’incredibile, come il mais foriero di altre battaglie promosse dai consumatori, gli intrecci internazionali ed i tanti ripensamenti di un manager borderline che confonde la realtà con la fantasia. Qui le bugie sono portate a livelli parossistici, l’F.B.I. abbocca spesso e volentieri mentre Matt Damon si diverte come un matto ad impersonare uno sfrontato informatore che prende in giro persino la sua famiglia. Ritmo e leggerezza, ecco come dovrebbe girarsi un film denuncia con i toni della commedia. La lezione di Soderbergh è magistrale.
Carmine Antonello Villani
(Salerno)
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calibanrage
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giovedì 1 ottobre 2009
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agente whitacre: la spia che si amava
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Dopo l'agiografico “Che”, Steven Soderbergh, che ormai da diversi anni sforna film ad una media impressionante, ci presenta questa divertente e appassionante spy story, e si affida all'amico Matt Demon, affibbiandogli il ruolo di protagonista assoluto per questo “The informant”, basato su una storia vera e tratto dall'omonimo libro inchiesta di Kurt Eichenwald.
Mark Whitacre è un chimico di successo di una multinazionale del settore agroalimentare, è un uomo integerrimo e un padre modello: ha una moglie che lo ama e lo accondiscende nelle sue scelte, un figlio suo e due adottati, possiede una casa magnifica, un parco macchine da far gola a chiunque, e in ambito lavorativo con applicazione e costanza ha costruito la sua realizzazione e la stima dei colleghi: tutto questo partendo da lontano, come racconta egli stesso, dopo la morte dei suoi genitori in un incidente quando era ancora bambino e dopo essere stato adottato da un ricco texano che ha potuto permettergli gli studi nelle migliori scuole.
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Dopo l'agiografico “Che”, Steven Soderbergh, che ormai da diversi anni sforna film ad una media impressionante, ci presenta questa divertente e appassionante spy story, e si affida all'amico Matt Demon, affibbiandogli il ruolo di protagonista assoluto per questo “The informant”, basato su una storia vera e tratto dall'omonimo libro inchiesta di Kurt Eichenwald.
Mark Whitacre è un chimico di successo di una multinazionale del settore agroalimentare, è un uomo integerrimo e un padre modello: ha una moglie che lo ama e lo accondiscende nelle sue scelte, un figlio suo e due adottati, possiede una casa magnifica, un parco macchine da far gola a chiunque, e in ambito lavorativo con applicazione e costanza ha costruito la sua realizzazione e la stima dei colleghi: tutto questo partendo da lontano, come racconta egli stesso, dopo la morte dei suoi genitori in un incidente quando era ancora bambino e dopo essere stato adottato da un ricco texano che ha potuto permettergli gli studi nelle migliori scuole. Ma proprio durante il suo exploit personale, un ricatto economico sconvolge e compromette l'equilibrio che a fatica aveva conquistato, e previa richiesta da parte della sua stessa società, inizia una collaborazione con l'FBI per smascherare l'estorsore, che è a conoscenza dei motivi del buco finanziario che affligge la società. Ma il suo contributo alle indagini si trasforma ben presto nel voler ostinatamente dare le prove di come l'azienda sia d'accordo con altre multinazionali per mantenere elevato il costo del mais nel mercato globale, al fine (secondo lui) di eliminare le mele marce, e premiare i lavoratori onesti come lui animati solo dalla genuinità e dall'onestà morale. In un crescendo di fine ironia, follia, e colpi di scena si arriverà finale in cui l'equilibrio iniziale pare sia stato ristabilito.
Un film davvero ben congeniato sia nella scelta delle atmosfere candide, sottolineate da una colonna sonora appropriata come non mai, sia nel crescendo esponenziale dell'intrigo, che nella delineazione dei personaggi: dalla moglie di Whitacre con i suoi sguardi assenti, ancor più innocenti del marito: ai due agenti dell'FBI che coordinano l'attività spionistica, i cui volti davanti alle clamorose bugie di Whitacre sono fra gli elementi più comici del film. Ma soprattutto è notevole la grande prova attoriale di un Matt Demon all'ingrasso che definisce perfettamente il suo personaggio, tra sguardi di calma e d'improvvisa esaltazione, fra le sue ammissioni in cui né gli spettatori né i vari confessori che di volta in volta gli si profilano davanti riescono a cogliere le verità e le menzogne, ma anche nei suoi pensieri che caratterizzano il film, dove, nei momenti meno opportuni, delucida informazioni che niente hanno a che vedere con ciò che gli accade intorno, sintetizzando alla perfezione l'impressione di estraniazione (e di alterazione mentale) che caratterizza Whitacre. Un personaggio innocente (e malato) che si ritrova a confrontarsi con mondi, quello economico di una multinazionale e quello governativo e spionistico dell'FBI, in cui morale e interessi, verità e menzogna, si mischiano di continuo: temi che richiamano una sorta di esistenzialismo moderno che ultimamente va per la maggiore, e che registi, scrittori e artisti non disdegnano di trattare anche in chiave ironica (vedi anche “Burn After Reading”).
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