Kisses

Vigilia di Natale in un quartiere fatiscente alla periferia di Dublino. Dylan e Kylie, due preadolescenti vicini di casa, sono entrambi oppressi da un soffocante giogo familiare, entrambi su un binario morto senza prospettive di fuga. Dylan ha un padre disoccupato che lo picchia, Kylie è costretta a subire gli abusi dello zio senza che sua madre reagisca in alcun modo. Dopo l'ennesimo litigio con il padre, il ragazzo decide di scappare, e Kylie con lui. Partono per la capitale in cerca del fratello di Dylan, fuggito due anni prima. Durante il giorno vagano per le strade cittadine, accoglienti e vitali, nel tentativo di dimenticare le loro ferite e ricostruirsi attraverso una serie di incontri estemporanei che li guidano nella loro ricerca. Ma quando scende la notte la città cambia volto, precipitando i due ragazzini in un mondo buio e sordido dove si aggira l'uomo nero. Al mattino i sogni di una vita migliore sono svaniti, cancellati dalla realtà; Dylan e Kylie riprendono la strada di casa. Tuttavia, tra promesse eterne e premesse a una storia d'amore imberbe, questo viaggio iniziatico qualcosa ai due ragazzi lascerà. Nel solco del film sociale d'Oltremanica, Lance Daly realizza un road movie urbano, aspro e tenero al tempo stesso, narrato dal punto di vista dei suoi due protagonisti. Esprimendo il loro stato d'animo attraverso contrasti e colori, il regista passa dal bianco e nero quando i ragazzini si trovano a dover far fronte alla durezza del loro universo familiare al colore quando se ne liberano, per respirare il tempo di una fuga. Grazie a due giovani attori che muovono i loro primi passi davanti alla macchina da presa con incredibile giustezza, Kisses evita il miserabilismo facile e diventa un grido di speranza sullo sfondo di paesaggi iralndesi disincarnati.