franzromy
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sabato 10 gennaio 2009
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atmosfera promettente ed evocativa, finale banale
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Il film parte col piede giusto, e l'ambientazione rétro è intrigante. Il soggetto, tuttavia, saccheggia a piene mani gli scritti delle sorelle Bronte, in primis la Charlotte di "Jane Eyre": vedi l'istitutrice mandata in un luogo ostile e solitario. Ma anche la Emily di "Cime tempestose" viene "citata" (si fa per dire...) laddove si mostra il servo-padrone scorbutico e misterioso. A parte tale derivatività di fondo, l'atmosfera sospesa è coinvolgente, grazie ai fantasmi che paiono aleggiare nell'antica villa ("The others" è però dietro l'angolo), e a una possibile pista diabolica.
Il tutto sfuma miseramente nel finale, che tradisce tutte le premesse architettate nella prima metà: non c'è nulla di sovrannaturale, e a menar le danze è la solita eredità contesa.
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Il film parte col piede giusto, e l'ambientazione rétro è intrigante. Il soggetto, tuttavia, saccheggia a piene mani gli scritti delle sorelle Bronte, in primis la Charlotte di "Jane Eyre": vedi l'istitutrice mandata in un luogo ostile e solitario. Ma anche la Emily di "Cime tempestose" viene "citata" (si fa per dire...) laddove si mostra il servo-padrone scorbutico e misterioso. A parte tale derivatività di fondo, l'atmosfera sospesa è coinvolgente, grazie ai fantasmi che paiono aleggiare nell'antica villa ("The others" è però dietro l'angolo), e a una possibile pista diabolica.
Il tutto sfuma miseramente nel finale, che tradisce tutte le premesse architettate nella prima metà: non c'è nulla di sovrannaturale, e a menar le danze è la solita eredità contesa. Il filone satanico è solo accennato, dunque risulta pretestuoso e assolutamente fuori luogo nella sua mancanza di sviluppo. Assurdo nella sua totale non credibilità è lo stratagemma con cui si spiega il falso suicidio della precedente istitutrice: gettatasi da una rupe alta centinaia di metri sul mare, si sarebbe salvata "atterrando" illesa su un terrapieno sottostante, roba che neppure un Messner clonato con la famiglia Orfei sarebbe in grado di fare!
Altra nota dolentissima la recitazione dei due protagonisti: Ana Caterina Morariu e Lorenzo Flaherty sono espressivi quanto un semaforo guasto (specie il secondo), confermando l'inconsistenza dei nostri attor giovani.
Se qualcuno conosce un rito vudù per riesumare registi come Daniele D'Anza, Vittorio Cottafavi e Flaminio Bollini, per favore si dia da fare, perché di sceneggiati come "Il segno del comando" e "Ritratto di donna velata" si sente sempre più la mancanza!
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