ilaria
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mercoledì 24 dicembre 2008
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che sola!
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Film davvero mediocre,.. che dire? la storia, debole e per certi versi artificiosa, ha il suo fulcro in quella che dovrebbe essere la scena madre, assolutamente troppo lunga, noiosa da far cadere completamente la tensione, confusa e, a tratti, comica. L'elemento di idealogia politica che, in un momento iniziale, sembra sia destinato debba svolgere un ruolo fondamentale e decisivo (come forse è nel libro?), di fatto non si traduce poi in niente di concreto, viene completamente abbandonato e risulta nei fatti inutile nell'economia del film.
Mi pare che i più l'abbiano apprezzato.. vabbeh, mi verrebbe da dire che nel Paese in cui i cinepattoni sono regolarmente i campioni d'incassi era prevedibile, ma non sarò così cattiva, anche perchè non credo sia poi questa la spiegazione.
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Film davvero mediocre,.. che dire? la storia, debole e per certi versi artificiosa, ha il suo fulcro in quella che dovrebbe essere la scena madre, assolutamente troppo lunga, noiosa da far cadere completamente la tensione, confusa e, a tratti, comica. L'elemento di idealogia politica che, in un momento iniziale, sembra sia destinato debba svolgere un ruolo fondamentale e decisivo (come forse è nel libro?), di fatto non si traduce poi in niente di concreto, viene completamente abbandonato e risulta nei fatti inutile nell'economia del film.
Mi pare che i più l'abbiano apprezzato.. vabbeh, mi verrebbe da dire che nel Paese in cui i cinepattoni sono regolarmente i campioni d'incassi era prevedibile, ma non sarò così cattiva, anche perchè non credo sia poi questa la spiegazione..
Bravi solo gli interpreti, soprattutto il ragazzino e Elio Germano. Insopportabile il personaggio di De Luigi (anche l'interprete che mi sta scadendo sempre più)
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paride86
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mercoledì 24 dicembre 2008
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non mi ha convinto del tutto
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Per me che ho letto e amato il libro di Ammaniti, la visione del film non poteva che lasciarmi un po' deluso, soprattutto per quelle parti di racconto che sono state tagliate. La versione cinematografica non permette, inoltre, di affezionarsi alle storie di alcuni personaggi (come Fabiana, per esempio), e in generale le emozioni sono molto attutite rispetto al romanzo. La relazione padre-figlio mi è sembrata sopra le righe, cioè non esattamente spontanea, e questo mi ha deluso un po', visto che Salvatores di solito è maestro nel descrivere i rapporti tra uomini. Tuttavia ho preferito il finale del film a quello del libro, è stata una piacevole sorpresa; nonostante questo, però, credo che Salvatores avrebbe potuto fare di più.
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Per me che ho letto e amato il libro di Ammaniti, la visione del film non poteva che lasciarmi un po' deluso, soprattutto per quelle parti di racconto che sono state tagliate. La versione cinematografica non permette, inoltre, di affezionarsi alle storie di alcuni personaggi (come Fabiana, per esempio), e in generale le emozioni sono molto attutite rispetto al romanzo. La relazione padre-figlio mi è sembrata sopra le righe, cioè non esattamente spontanea, e questo mi ha deluso un po', visto che Salvatores di solito è maestro nel descrivere i rapporti tra uomini. Tuttavia ho preferito il finale del film a quello del libro, è stata una piacevole sorpresa; nonostante questo, però, credo che Salvatores avrebbe potuto fare di più.
Voto due stelle e mezzo, ma arrotondo a tre per la bravura degli attori. Mi ha stupito De Luigi, stavolta in un ruolo non comico.
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daymimmo
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lunedì 15 dicembre 2008
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la forza dell'amore e dei suoi limiti
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Una storia plurima o meglio un proliferare di storie: un padre, un figlio, un "danneggiato", un non luogo, una comunità, una generazione. Questo film parla di sentimenti forti, di disagio sociale ed urbano, di politica in senso lato, eppure non si sente pronunciare parole quali ti amo, ti odio, destra, sinistra; nessuno lamenta una lampante assenza di "polis" e di "civitas". Eppure tutto il film è incentrato sulla forza dell'amore, l'amore di un padre e di un figlio; sulla forza di concetti (volutamente vaghi) quali la patria, la razza, la forza di volontà, il nazismo (e credo non a caso senza citare l'italico regima fascista) idee, queste ultime, che per quanto aberranti o discutibili sembrano rappresentare l'unico bagaglio di valori con i quali fare i conti con la vita di tutti i giorni.
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Una storia plurima o meglio un proliferare di storie: un padre, un figlio, un "danneggiato", un non luogo, una comunità, una generazione. Questo film parla di sentimenti forti, di disagio sociale ed urbano, di politica in senso lato, eppure non si sente pronunciare parole quali ti amo, ti odio, destra, sinistra; nessuno lamenta una lampante assenza di "polis" e di "civitas". Eppure tutto il film è incentrato sulla forza dell'amore, l'amore di un padre e di un figlio; sulla forza di concetti (volutamente vaghi) quali la patria, la razza, la forza di volontà, il nazismo (e credo non a caso senza citare l'italico regima fascista) idee, queste ultime, che per quanto aberranti o discutibili sembrano rappresentare l'unico bagaglio di valori con i quali fare i conti con la vita di tutti i giorni. Tutto questo ci conduce al punto focale del film e cioè alla tematica dell’abbandono, tutto e tutti sembrano abbandonati a loro stessi, compreso un assistente sociale tristemente impotente ed anche un pò incapace di tutelare sorvegliare e tutelare Cristiano.
Lasciato a stesso è, altresì, QuattroFormaggi, un ragazzo vittima di un incidente sul lavoro..."fulminato" ed abbandonato ai suoi deliri, così come Rino, il padre, precario nel lavoro e nei sentimenti. Egli sembra bastare a se stesso con le sue leggi e la sua morale, l'unico aiuto che non chiede a se stesso è una pistola, quale strumento di giustizia e di "libertà", una giustizia ed una libertà che non ha mai avuto il coraggio di usare. A tutto questo si intreccia la storia di un figlio che nonostante le macerie della sua esistenza ama suo padre incondizionatamente, unico punto di riferimento, metro di misura di ogni cosa. In questa cornice emerge con forza l'assenza della comunità, l'anomia sociale ed urbana. Oasi di un modo altro, rispetto alle pietre, al fango ed ai freddi torrenti è un anonimo centro commerciale dove dei gelidi ed un po’ cinici adolescenti "consumano" le loro prime esperienze di vita.
Se manca una comunità, mancano le istituzioni e cioè manca lo Stato, assente nei valori, nella costruzione di un "progetto" urbano e sociale.
La morte di una giovane adolescente per la quale le forze dell'ordine presenziano per un paio di fotogrammi, QuattroFormaggi che toglie e si toglie la vita, Cristiano che pur dovendo fronteggiare il dramma di un padre che lui crede essere l'autore di un terribile omicidio, poi successivamente con educata freddezza si libera del cadavere della compagna di scuola ed ancora è lui che trova il cadavere del suo caro amico QuattroFormaggi impiccatosi; ebbene, nonostante la pressione di tutti questi accadimenti Cristiano mai sente il bisogno di rivolgersi alle istituzioni. Se Rino, Cristiano e QuattroFormaggi sentono di dover "sbrigare" tutto da soli, autori e giudici di loro stessi e della realtà circostante, è perché in essi c'è un vuoto o la sfiducia (in particolare in Rino) di uno Stato assente che abbandona a loro stessi numerose vite umane, e da questo "abbandono" nascono poi i mostri e i drammi di ogni giorno e di ogni notte.
L'amore di un padre e di un figlio, l’amicizia fraterna possono fare molto ma la dove non arrivano a colmarlo c'è il dolore, la tristezza, la solitudine ed a volte anche la morte. Verrebbe da dire che in questo film prende corpo la "verità" dei sentimenti; un groviglio patetico di relazioni asfissianti che implodo ed esplodono dentro e fuori le persone ed i luoghi in cui le azioni si addensano. L’unica presenza delle istituzioni risulta essere un efficientissimo ospedale dove tutto sembra avere fine ed inizio.
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alex
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giovedì 22 maggio 2008
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come dio comanda
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ciao a tutti .. anche x me il film sarà spettacolare .. il libro è molto intenso e a me ha fatto accapponare la pelle in alcuni punti
Ho avuto l'onore di fare una parte nel film!! io sono il compagno di banco del protagonista Cristiano .. complimenti a G.Salvatores in quanto è una persona STUPENDA !! baci .. sopratutto a chi ha fatto le comparse quando ritrovano il cadavere di Fabiana .. in quella scena cè mia mamma che fa la comparsa .. ;) vorrei contattarvi x chiacchierare sul film con le comparse ma nn saprei come ..
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francesca.rodighiero
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martedì 20 maggio 2008
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salvatores è veramente una bella persona!
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Ho avuto il piacere di fare la comparsa in "Come Dio Comanda" nelle riprese del ritrovamento del corpo nel Tagliamento in un giorno piovoso e molto freddo. Bella esperienza ,soprattutto conoscere Salvatores e tutti i bravissimi collaboratori Grazie alla Pragmastudio per l'opportunita'Un abbraccio a tutti Francesca
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francy
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martedì 22 aprile 2008
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location ok
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Beh.. stando alle descrizioni di Ammaniti direi che Salvatores ha scelto il posto ideale per girare il film... qui a Maniago piove 5 giorni su 7.... Auguri x il film
[+] e' anche questione di "location".
(di valvestino)
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euston
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sabato 19 aprile 2008
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non vedo l'ora di vederlo
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rigrazio tutta la crew, ho fatto la comparsa ed e' stata una bella esperienza, scena sul greto del fiume con il cadavere, un po' umida : ) ma bella !
non voto perche' fin che non lo vedo il film !!! : )
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romina
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giovedì 20 marzo 2008
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salvatores e un regista in gamba.......
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non lo ancora visto ma penso che sia un film interessante.
HO avuto il piacere di conoscere salvatoRes e FABIO DE LUIGI QUI A MANIAGO E SONO DUE PERSONE IN GAMBA E SENZA LA PUZZA SOTTO IL NASO COME CERTI REGISTI E ATTORI..............
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mr. white
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venerdì 7 marzo 2008
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bellissimo!!!
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ho letto il libro, è stupendo!
spero che lo sia anche il film!
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betty66
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venerdì 7 marzo 2008
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letto il libro di ammaniti?
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scusate ma la ragazza amica di Fabiana si chiama Esmeralda e non Marina...
(per quanto riguarda il voto al film, io ho messo ottimo sulla fiducia, visto che non è ancora uscito!! fiducia= regista, attori, storia)
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