anj
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lunedì 25 febbraio 2008
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fuori dalle sue corde
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Tim Burton è inaspettatamente riuscito a deludere. Sarà forse per l'eccessiva influenza della dolce metà in dolce attesa? Sarà forse per l'esperienza nuova del musical? Beh, qualsiasi sia il motivo Tim non è riuscito a conquistare il suo pubblico questa volta. E ciò è grave. E' grave perchè Tim gode di un pubblico di fedelissimi, di appassionati al genere, ai suoi personaggi, ai "suoi" attori, al suo spirito cupo e grottesco e sottile e pungente e consumato allo stesso tempo. Personaggi poco accattivanti e poco carraterizzati (vogliamo parlare anche degli interpreti?? Una sola parola: sprecati! Il buon nome di johnny Depp e quello di Helena Bonham Carter per primi...interpretazione buona, per conto loro, ma assolutamente talenti sprecati nel caso specifico!), trama che sfiora l'inconcludenza (che fine avrà fatto la figlia del vendicativo barbiere???.
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Tim Burton è inaspettatamente riuscito a deludere. Sarà forse per l'eccessiva influenza della dolce metà in dolce attesa? Sarà forse per l'esperienza nuova del musical? Beh, qualsiasi sia il motivo Tim non è riuscito a conquistare il suo pubblico questa volta. E ciò è grave. E' grave perchè Tim gode di un pubblico di fedelissimi, di appassionati al genere, ai suoi personaggi, ai "suoi" attori, al suo spirito cupo e grottesco e sottile e pungente e consumato allo stesso tempo. Personaggi poco accattivanti e poco carraterizzati (vogliamo parlare anche degli interpreti?? Una sola parola: sprecati! Il buon nome di johnny Depp e quello di Helena Bonham Carter per primi...interpretazione buona, per conto loro, ma assolutamente talenti sprecati nel caso specifico!), trama che sfiora l'inconcludenza (che fine avrà fatto la figlia del vendicativo barbiere???...e questo è solo un esempio...), vicende scontate (quando mai l'aggettivo "scontato" è entrato nel vocabolario utilizzato per i commenti sui film di Tim Burton??)musiche e testi ripetitivi, ricostruzioni virtuali che stridono pesantemente con scenografie reali e inghiottiscono i personaggi stessi, ne usurpano lo spazio rendendo impossibile per lo spettatore trovare una focalizzazione...Ebbene questo è uno sfogo...come si sarà compreso...perchè per tutti i veri seguaci di Tim Burton questo è stato proprio un colpo basso...dov'è finito il regista di Big Fish, di Edward mani di Forbice???Tim torna com'eri!!!!
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paolo ciarpaglini
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domenica 29 giugno 2008
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bhè..credo vi sia un limite anche alla genialità.
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Non posso assegnare a questo film nessuna stella. La ragione è semplice: Tim burton è un genio non lo metto in dubbio. Le scenografie che distinguono i suoi film sono incomparabili, tendenti al grigio fumo, spettrali, originalissime. La fotografia stupenda, i copioni una miscela che in alcuni momenti sfiorano lo splatter, ma che ben si distinguono per classe e creatività da vendere, quasi sovrumane. Jhonny Deep, è l'incarnazione vivente, perfetta, delle visioni di questo regista assolutamente fuori dall'ordinario che 'o si ama o si odia'. Credo che questa pellicola andrà ad infoltire ed impreziosire, il già pluriosannato Tim. Nonchè, ed è inevitabile, l'affascinante, poliedrica insostituibile personalità di Deep.
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Non posso assegnare a questo film nessuna stella. La ragione è semplice: Tim burton è un genio non lo metto in dubbio. Le scenografie che distinguono i suoi film sono incomparabili, tendenti al grigio fumo, spettrali, originalissime. La fotografia stupenda, i copioni una miscela che in alcuni momenti sfiorano lo splatter, ma che ben si distinguono per classe e creatività da vendere, quasi sovrumane. Jhonny Deep, è l'incarnazione vivente, perfetta, delle visioni di questo regista assolutamente fuori dall'ordinario che 'o si ama o si odia'. Credo che questa pellicola andrà ad infoltire ed impreziosire, il già pluriosannato Tim. Nonchè, ed è inevitabile, l'affascinante, poliedrica insostituibile personalità di Deep. Ma; vi sono un paio di cose che non ho gradito di questo film, assolutamente. La prima; "o si conosce l'inglese alla perfezione, oppure si è costretti a correre dietro a sottotitoli irraggiungibili". Sì, perchè le pur bellissime e godibili musiche non sono fine a se stesse ma parte integrante, ineludibile dei dialoghi. Si è costretti quindi 'ingiustamente', o a capire metà film, oppure a rincorrere i sotttotitoli ad un ritmo insostenibile. Burton non ci ha pensato.., o pensa che tutti conoscano la lingua inglese alla perfezione?. Presunzione, arroganza, stupidità, mancanza di tatto... non saprei. La seconda è il finale. Nonostante il colpo di scena inatteso ed amaro della moglie ritrovata, non riconosciuta ed uccisa, il taglio è netto. Non si capisce poi perchè proprio la moglie 'avvertisse' il male nell'uomo che la amava. Tutto si ferma la dove quasi ci si dovesse attendere un secondo tempo, che non può esserci perchè 'il barbiere' è morto. Si poteva lavorare meglio, estendendo ad esempio il tema della figlia ed un'amore, che nei brevi attimi in cui appare, da un volto più umano all'intera vicenda. Tutto invece termina, mettendo la parola fine nel modo più inaspettato ed insufficente. Burton ha 'toppato' in parte, come si suol dire. Deep un fuoriclasse non vi è dubbio alcuno. Ottimi tutti gli interpreti, fra cui spicca l'ottima 'signorina Lovett'. Helena Carter, già vista nello splendido dramma-remake Frankenstein di Mery Shelley. Con Kennet Branagth ed un gigantesco De Niro nei panni della 'creatura'. Da vedere sicuramente, ma farà storcere il naso a molti, anche ai più appassionati del genere 'per'altro unico'.
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eddy
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venerdì 29 febbraio 2008
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sweeney todd
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E' giovedì sera e, avendo preso questa strana abitudine del giovedì, io e i miei amici andiamo al cinema. Secondo spettacolo, quarta fila, a vedere cosa? a vedere "Sweeney Todd", l'ennesima collaborazione di Tim Burton e Johnny Depp. Può darsi che mi sbagli (a giudicare da quello che scrivono gli altri si direbbe di si), ma questo film mi sembra che sancisca la conferma della perdita creativa di Tim Burton. Con questo non voglio dire che il film sia brutto o da cacciare, voglio solamente dire che "Sweeney Todd" sembra confermare l'adagiarsi della qualità media degli ultimi film del regista (intendo da "Il pianeta delle scimmie" in poi - con la sola eccezzione di "Big Fish") su livelli più bassi rispetto agli standard a cui ci aveva abituati ad inizio carriera.
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E' giovedì sera e, avendo preso questa strana abitudine del giovedì, io e i miei amici andiamo al cinema. Secondo spettacolo, quarta fila, a vedere cosa? a vedere "Sweeney Todd", l'ennesima collaborazione di Tim Burton e Johnny Depp. Può darsi che mi sbagli (a giudicare da quello che scrivono gli altri si direbbe di si), ma questo film mi sembra che sancisca la conferma della perdita creativa di Tim Burton. Con questo non voglio dire che il film sia brutto o da cacciare, voglio solamente dire che "Sweeney Todd" sembra confermare l'adagiarsi della qualità media degli ultimi film del regista (intendo da "Il pianeta delle scimmie" in poi - con la sola eccezzione di "Big Fish") su livelli più bassi rispetto agli standard a cui ci aveva abituati ad inizio carriera. Le atmosfere del film sono dark, nemmeno a dirlo, talmente dark che a volte non si vede quasi niente sullo schermo. Johnny Depp è bravo. Gli attori tutti sono bravi. I costumi sono belli. E tuttavia, pur essendo rintracciabili alcune tematiche di fondo della filmografia bartoniana come il protagonista emarginato dalla società (Sweeney si direbbe un Edward ottocentesco), manca qualcosa. Anche a livello di estetica delle immagini Burton non dà certo il meglio di sè in questo film. Non lo so, forse è a causa dell'immagine troppo digitalizzata che alla fine risulta troppo finta. Film come "Edaward mani di forbice", "Batman Returns" o "Ed Wood" mi sembrano nettamente superiori fotograficamente parlando. Altro aspetto che non mi ha convinto: le musiche. I film del regista americano si sono sempre distinti anche per la presenza di colonne sonore sempre eccezzionali, composte con grande sapienza da Denny Elfman. Non mi sembra che la cosa si sia felicemente ripetuta anche per "Sweeney Todd": le musiche sono poco decise, troppo poco accattivanti, ripeto, rispetto al passato o (come ho detto prima) rispetto agli standard a cui eravamo abituati. Queste le mie sensazioni.
Concludendo, il film non mi ha appassionato come avevano fatto altri. Ma può essere che abbia preso io un abbaglio o non abbia visto la pellicola nell'ottica giusta. Sicuramente la riguarderò. Magari si tratta, e a volte mi capita, che "Sweeney Todd" sia uno di quei film che per apprezzarli e amarli una sola visione non basta.
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chiara roggino
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venerdì 7 marzo 2008
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burton fa a botte con brodway: 0 a 1
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Se qualche critico incauto azzarda definendola "opera poco coraggiosa" o "di una spropositata lentezza" spesso la prima giustifica è "Che vuoi farci? D'altra parte è un musical no? E nemmeno fra i più brillanti". Tutti addosso al librettista dunque, il povero Callingham Wheeler e al compositore di queste 'ariacce' poco orecchiabili , Stephen Sondheim. Il perché "Sweeney Todd" abbia vinto sette Tony Adward nel 1979 è dunque un mistero insoluto. Burton fa a botte con Brodway, ma la vittoria non è così scontata. Consiglio pertanto ai detrattori dell'opera muicale pura, quella che muove i suoi passi sullle tavole del palcoscenico per intenderci, di acquistare il dvd della più celebre versione di Sweeney, interpretata da quella che abitualmente cade negli stereotipi di "Signora in giallo", la grande Angela Lansbury , nonchè da uno strepitoso George Hearn.
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Se qualche critico incauto azzarda definendola "opera poco coraggiosa" o "di una spropositata lentezza" spesso la prima giustifica è "Che vuoi farci? D'altra parte è un musical no? E nemmeno fra i più brillanti". Tutti addosso al librettista dunque, il povero Callingham Wheeler e al compositore di queste 'ariacce' poco orecchiabili , Stephen Sondheim. Il perché "Sweeney Todd" abbia vinto sette Tony Adward nel 1979 è dunque un mistero insoluto. Burton fa a botte con Brodway, ma la vittoria non è così scontata. Consiglio pertanto ai detrattori dell'opera muicale pura, quella che muove i suoi passi sullle tavole del palcoscenico per intenderci, di acquistare il dvd della più celebre versione di Sweeney, interpretata da quella che abitualmente cade negli stereotipi di "Signora in giallo", la grande Angela Lansbury , nonchè da uno strepitoso George Hearn. Purtroppo non credo sia possibile rinvenire la versione interpretata prima tra tutti dall'istrionica Patty LuPone nelle vesti di Miss Lovett.
L'errore di Burton è quello di riciclarsi all'eccesso. Operazioni del genere talvolta funzionano come una trappola facendosi marchi di genialità. In questo caso il regista si è legato le mani da solo.
Cos'è che non funziona dunque? C'è una città, quella Londra grigio fumo magnificamente ricostruita da Dante Ferretti. La commistione fra reale e cartoon può anche starci, è credibile. Tutto il contorno rasenta o quasi la perfezione.
Perché Burton ha sbagliato? La risposta è semplice ma non ovvia. Per trovare una risposta è necessario attingere ai palcoscenici di Brodway perché solo da questo presupposto è estraibile una chiave di volta che abbia senso.
Burton ha voluto stravolgere le connotazioni di base dei personaggi, protagonisti in primis, così come delineati da Wheleeler per Sondheim e non a caso. Sweeney è un barbiere, un uomo del popolo: parla e si muove come tale. Burton ne ha fatto un eroe romantico, forse mal vestito, ma di nobile cipiglio. Se paragoniamo l'interpretazione di Burton a quella di Hearn (vedi sopra) a vincere è senza dubbio il secondo. Ma Deep sa il fatto suo ed è più che credibile nellle vesti del diabolico barbiere, visibilmente a suo agio nelle vesti ritagliate per lui dall' amico d'antica data: un feticcio a metà tra Edward mani di forbice e il vendicatore senza testa di Sleepy Hollow agghindato per l'occasione di un'acconciatura retro che rimanda alla più nota versione del "La moglie di Frankenstein" di James Whale.
Deep è la versione 'giovanile' di Sweeney, tant'è che o per scelta o per la qualità di timbro del divo, da baritono che doveva essere si è fatto 'tenorino' roccheggiante.
Perché dopo aver così stravolto (a torto o a ragione) il protagonista, sconvolgere del tutto un personaggio unico e irripetibile come quello di Miss Lovett dunque? A teatro se qualcosa funziona si mantiene; la minima variazione può sconvolgere l'equilibrio stabilito nel gioco tra caratteri. Il rapporto Sweeney-Lovett funziona per opposti, ma non nel senso che Burton ha voluto esprimere. Miss Lovett è la versione settecentesca della strega di Hansel e Gretel tant'è che alla fine perisce egualmente, arrostita nel forno per le torte. Ma Miss Lovett è soprattutto l'antitesi dell'interpretazione misurata forniteci dalla Carter. Donnone gioviale all'eccesso, grottesco, si muove sempre o quasi sopra le righe: maschera comica capace di mescolare humor nero a gag esilaranti. Miss Lovett è l'antitesi di Todd. Per questo il duetto funziona a Brodway. Per questo non funziona nell'opera di Burton. Ci si chiede se Tim abbia l'intenzione in futuro di provinare altre attrici all'infuori della pur talentuosa moglie che qui si dibatte come un pesce fuor d'acqua.
Una menzione particolare alla prova d'attore fornitaci da Thimoty Spall , magnifico nel riproporre il laido tirapiedi del giudice Turpin.
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(di nic)
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