Sweeney Todd: il diabolico barbiere di Fleet Street

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Un film di Tim Burton. Con Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Alan Rickman, Timothy Spall, Sacha Baron Cohen.
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Titolo originale Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street. Musical, durata 116 min. - USA, Gran Bretagna 2007. - Warner Bros Italia uscita venerdì 22 febbraio 2008. MYMONETRO Sweeney Todd: il diabolico barbiere di Fleet Street * * * 1/2 - valutazione media: 3,80 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Burton fa a botte con Broadway: 0 a 1 Valutazione 2 stelle su cinque

di Chiara Roggino


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venerdì 7 marzo 2008

(Potete sostituire la recensione da me precedente inoltrata con questa? Strafalcioni anglofoni nella non atroppo anttenta rilettura. Grazie!) Se qualche critico incauto azzarda definendola "opera poco coraggiosa" o "di una spropositata lentezza" spesso la prima giustifica è :"Che vuoi farci? D'altra parte è un musical no? Nemmeno fra i più brillanti". Tutti addosso al librettista dunque, il povero Callingham Wheeler e al compositore di queste 'ariacce' poco orecchiabili , Stephen Sondheim. Il perché "Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street" abbia vinto sette Tony Adward nel 1979 è dunque un mistero insoluto? Burton fa a botte con Broadway, ma la vittoria non è così scontata. Consiglio pertanto ai detrattori dell'opera musicale pura, quella che muove i suoi passi sulle tavole del palcoscenico, di acquistare il dvd della più celebre versione di Sweeney, interpretata da quella che abitualmente cade nel cliché della "Signora in giallo", la grande Angela Lansbury , nonchè da uno strepitoso George Hearn. Purtroppo non credo sia possibile rinvenire l'edizione che vede brillare l'istrionica Patty LuPone nelle vesti di Miss Lovett. L'errore di Burton è quello di riciclarsi all'eccesso. Operazioni del genere talvolta funzionano come una trappola facendosi marchi di genialità. In questo caso il regista si è legato le mani da solo. Cos'è che non funziona dunque? C'è una città, quella Londra grigio fumo magnificamente ricostruita da Dante Ferretti. La commistione fra reale e cartoon può anche starci, è credibile. Tutto il contorno rasenta o quasi la perfezione. Perché Burton ha sbagliato? La risposta è semplice ma non ovvia. Per trovare una risposta è necessario attingere ai palcoscenici di Broadway perché solo da questo presupposto è estraibile una chiave di volta che abbia senso. Burton ha voluto stravolgere le connotazioni di base dei personaggi, protagonisti in primis, così come delineati da Wheeler per Sondheim e non a caso. Sweeney è un barbiere, un uomo del popolo: parla e si muove come tale. Burton ne ha fatto un eroe romantico, forse mal vestito, ma di nobile cipiglio. Se paragoniamo l'interpretazione di Burton a quella di Hearn (vedi sopra) a vincere è senza dubbio il secondo. Ma Deep sa il fatto suo ed è più che credibile nei panni del diabolico barbiere, visibilmente a suo agio nelle vesti ritagliate su misura per lui dall' amico di vecchia data: un feticcio a metà tra Edward mani di forbice e il vendicatore senza testa di Sleepy Hollow agghindato per l'occasione di un'acconciatura retro che rimanda alla più nota versione de "La moglie di Frankenstein" di James Whale. Deep è la versione 'giovanile' di Sweeney, tant'è che o per scelta o per la qualità di timbro del divo, da baritono che doveva essere si è fatto 'tenorino' roccheggiante. Perché dopo aver così stravolto (a ragione o torto) il protagonista, sconvolgere del tutto un personaggio unico e irripetibile come quello di Miss Lovett dunque? A teatro se qualcosa funziona si mantiene; la minima variazione può sconvolgere l'equilibrio stabilito nel gioco tra i caratteri. Il rapporto Sweeney-Lovett funziona per opposti, ma non nel senso che Burton ha voluto esprimere. Miss Lovett è la versione settecentesca della strega di Hansel e Gretel tant'è che alla fine perisce egualmente, arrostita nel forno per le torte. Ma Miss Lovett è anche e soprattutto l'antitesi dell'interpretazione misurata forniteci dalla Carter. Donnone gioviale all'ecce

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chiara roggino venerdì 7 marzo 2008
fine della recensione
50%
No
50%

(...)Donnone gioviale all'eccesso, sguaiata, grottesca, si muove sempre o quasi sopra le righe: maschera comica capace di mescolare humor nero a gag esilaranti. Miss Lovett è l'antitesi di Todd. Per questo il duetto funziona a Broadway. Per questo non funziona nell'opera di Burton. Ci si chiede se Tim abbia intenzione in futuro di provinare altre attrici all'infuori della pur talentuosa moglie che qui si dibatte come un pesce fuor d'acqua.Una menzione particolare alla prova d'attore fornitaci da Thimoty Spall , magnifico nel riproporre il laido tirapiedi del giudice Turpin.

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cappellaio matto venerdì 7 marzo 2008
non è proprio cosi
33%
No
67%

Hai nominato proprio l'attore peggiore del film cioè timothy spall che è l'unico che faceva veramente pena mentre cantava

[+] nessun cantante... (di chiara roggino)
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robi.. lunedì 10 marzo 2008
qualche precisazione..
40%
No
60%

Ognuno ha le proprie opinioni ma permettimi di corregere due cosucce..1- Si scrive DEPP e non Deep..non storpiare nomi (Timothy Spall compreso!!)2- Non puoi contestare la scelta dell'ammissione di Helena al cast poichè Burton ha assistito ai provini ma non ha scelto lui poichè non voleva cadere nell'accusa(come hai fatto te) di aver scelto la Carter perchè sua moglie!!Inoltre tutti gli attori sono stati molto bravi sia nell'interpretazione, che nel canto: ciò non si può negare.Mrs Lovett è l'antitesi di Todd e nel film-musical si vede perfettamente.Ora cito tue parole "Tutti addosso al librettista dunque, il povero Callingham Wheeler e al compositore di queste 'ariacce' poco orecchiabili , Stephen Sondheim. [+]

[+] haem.. (di chiara roggino)
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lex martedì 25 marzo 2008
ma.....
75%
No
25%

scusami chiara, ma leggendo il tuo commento al film mi sorge spontanea una domanda...qual'è il tuo problema?sindrome da critico cinematografico, o forse sindrome da opinionista?nn so però usi queste frasi in mezza metafora ad imitazione pura e semplice dei critici e dei giornalisti...curiosità...ma hai anche interessi?

[+] metafore??? (di chiara roggino)
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