arvin
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sabato 23 febbraio 2008
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il genio di burton e la bravura di depp....
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Il genio di Burton, abilissimo nell'imprimere il suo tocco magico, la bravura straordinaria di Johnny Depp e alla fantastica interpretazione di Helena Bonham Carter e di tutto il cast in genere fanno di questo musical un capolovoro nel suo genere. Una traspozione cinematografica riuscita alla perfezione che non lascia indifferente lo spettatore. Burton ricrea alla perfezione la londra dell'ottocento con quella sue atmosfere cupe uggiose e quelle costruzioni che richiamano gli albori della rivoluzione industriale. Il tutto ovviamente reso surreale, misterioso e gotico come solo Burton sa fare. Fantastici i personaggi di Sweeney Todd e di Mrs Lovett (Helena Bonham Carter qui da il meglio di se e ci regala un personaggio squisitamente perverso ma anche dotato di molte sfaccettature ).
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Il genio di Burton, abilissimo nell'imprimere il suo tocco magico, la bravura straordinaria di Johnny Depp e alla fantastica interpretazione di Helena Bonham Carter e di tutto il cast in genere fanno di questo musical un capolovoro nel suo genere. Una traspozione cinematografica riuscita alla perfezione che non lascia indifferente lo spettatore. Burton ricrea alla perfezione la londra dell'ottocento con quella sue atmosfere cupe uggiose e quelle costruzioni che richiamano gli albori della rivoluzione industriale. Il tutto ovviamente reso surreale, misterioso e gotico come solo Burton sa fare. Fantastici i personaggi di Sweeney Todd e di Mrs Lovett (Helena Bonham Carter qui da il meglio di se e ci regala un personaggio squisitamente perverso ma anche dotato di molte sfaccettature ). Johnny ed Helena sono argilla nelle mani di Burton che ha la capacità di plasmarli e modellarli a suo piacimento e di tirare fuori il meglio di loro... Il film nel complesso è godibilissimo e non stanca. A tratti struggente e a tratti irriverente ( vedi le scene in cui Jhonny va nell'emporio di Mrs Lovett o quando si trovano al mare ) questo film non annoia e non lascia indifferente.. Le scenografie ( di ferretti, non a caso nominato all'oscar ) e le musiche poi contribuiscono a rendere il tutto ancora più fantastico e ad impregnare il tutto di quell'aria decadente e maledetta tanto cara a Burton. Credo che Burton ( che è stato escluso ingiustamente dalle nomination agli oscar ) sia riuscito dove altri prima di lui hanno fallito... Un grande film, un grande musical sicuramente da vedere !!!!
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frammentisimili
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martedì 4 marzo 2008
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la favola macabra, grottesca e gotica di burton
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Sono da sempre un'ammiratrice di Burton, da sempre amo il suo modo favoleggiato di raccontare storie intrise di verità nascoste. Attendevo con ansia l'uscita di Sweeney Todd...tant'è che per la prima volta, ho deciso di leggerne prima il libro per poi vederne il film; ciò ha fatto sì che mi sono ritrovata a sedermi sulla poltrona dal cinema, con una certa consapevolezza, data dai vari trailer visti, dalla sua storia letta e dalle varie recensioni uscite. E nonostante tutto questo, la genialità di Burton, l'ambientanzione a dir poco perfetta, una scenografia davvero degna dell'Oscar vinto, una fotografia tanto nera quanto bella, un cast totalmente azzeccato (chi ha criticato la Bonham Carter credo non l'abbia visto bene)e una musica coinvolgente, mi hanno stupita e smentita.
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Sono da sempre un'ammiratrice di Burton, da sempre amo il suo modo favoleggiato di raccontare storie intrise di verità nascoste. Attendevo con ansia l'uscita di Sweeney Todd...tant'è che per la prima volta, ho deciso di leggerne prima il libro per poi vederne il film; ciò ha fatto sì che mi sono ritrovata a sedermi sulla poltrona dal cinema, con una certa consapevolezza, data dai vari trailer visti, dalla sua storia letta e dalle varie recensioni uscite. E nonostante tutto questo, la genialità di Burton, l'ambientanzione a dir poco perfetta, una scenografia davvero degna dell'Oscar vinto, una fotografia tanto nera quanto bella, un cast totalmente azzeccato (chi ha criticato la Bonham Carter credo non l'abbia visto bene)e una musica coinvolgente, mi hanno stupita e smentita. Tutte le mie consapevolezze, con le quali ero partita, si sono sciolte come neve al sole; la trama rivisitata che mi ha tenuta incollata allo schermo fino alla fine, un'interpretazione di Depp ancora migliore di quella positiva che già mi aspettavo, le musiche che mi sono ritrovata inconsciamente a canticchiare una volta uscita dal cinema...insomma, un film che ti entra dentro e ti resta in testa.
Rimango stupita leggendo in alcune opinioni, che questo film si scosta dal genio di Burton, si scosta dai suoi precedenti capolavori e non è degno di essere preso in considerazione, tantomeno in paragone, con gli altri film di questo maestro della regia. Io l'ho trovato un film TOTALMENTE Burtoniano, con tutto il suo estro creativo all'interno e scelte stilistiche che soltanto lui è in grado di fare e soprattutto di azzeccare. Un film Burtoniano con il richiamo all'oscuro, al macabro, al grottesco, al gotico, in cui il mondo intriso di questi aggettivi, è racchiuso in una favola. Un film da brividi, un film intelligente, che nonostante abbia una trama piuttosto diversa da quella del libro di partenza, ne richiama tutti i valori intrinsechi: come la società corrotta, persa, violenta, egoista e satura di omertà; popolata da uomini malati, corrotti, folli, ricchi che abusano del loro potere; la superiorità ed inferiorità sociale data dal vile denaro; tutti valori coglibili con un'attenta visione.
Chi non lo ha apprezzato evidentemente non gli ha donato l'attenzione che il film merita per essere capito ed assimilato.
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ash006
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martedì 26 febbraio 2008
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burton si reinventa rimanendo lui stesso. stupendo
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Tim Burton ritrova in Sweeney Todd la realizzazione ideale della sua marca stilistica. Paradossalmente, dopo averci così ben abituato alle sue dolci favole dark (ad eccezione di qualche gradita deviazione di percorso come Big Fish), ritorna al “genere” che più gli è congeniale – reinventandosi completamente. Fa subito capire il tema gettandoci in una Londra fine-ottocentesca che più tetra non si può (strameritato l’Oscar al grande Ferretti), mentre il sadico Johnny Depp/Todd rivela le sue intenzioni intonandole in un British impeccabile. Dopodiché la storia si svolge senza divagazioni, veloce e bramosa come la voglia di vendetta di un barbiere incarcerato ingiustamente per quindici anni, il cui unico torto era la felicità in compagnia di una donna stupenda.
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Tim Burton ritrova in Sweeney Todd la realizzazione ideale della sua marca stilistica. Paradossalmente, dopo averci così ben abituato alle sue dolci favole dark (ad eccezione di qualche gradita deviazione di percorso come Big Fish), ritorna al “genere” che più gli è congeniale – reinventandosi completamente. Fa subito capire il tema gettandoci in una Londra fine-ottocentesca che più tetra non si può (strameritato l’Oscar al grande Ferretti), mentre il sadico Johnny Depp/Todd rivela le sue intenzioni intonandole in un British impeccabile. Dopodiché la storia si svolge senza divagazioni, veloce e bramosa come la voglia di vendetta di un barbiere incarcerato ingiustamente per quindici anni, il cui unico torto era la felicità in compagnia di una donna stupenda. Tornato a Londra, riapre bottega presso la trattoria della vedova Lovett, innamorata di lui. E così i rasoi d’argento diventano i suoi amici più intimi, radono e tagliano gole, spuntano baffi e versano sangue, alla ricerca disperata dello spietato giudice responsabile del suo imprigionamento e del rapimento di sua figlia.
Burton dirige il film più violento della sua carriera, dove sangue posticcio, carne, morte e cadaveri danno linfa all’opera e agli occhi sbarrati e disperati di Todd. Sarebbe stato facile scivolare nel banale e retorico, ma il regista riesce a donarle un’autentica aura artistica, grazie alla lieve sfumatura ironica ed evitando l’overload emotivo del mèlo. I frequenti stacchi musical si armonizzano e contrastano con la violenza inscenata in modo eccezionale: l’effetto è straniante quanto travolgente. Da menzionare il montaggio rapido in cui Todd massacra la sua clientela intonando un’intensa canzone d’amore per la figlia, o il balletto romantico tra il barbiere e la signora Lovett sulle note del macabro progetto dei pasticci di carne. Alla vendetta si sovrappone l’amore, che a seconda di chi colpisce, può rinvigorire o devastare: è proprio questo a far precipitare la situazione e a rendere maledetta la storia di Sweeney Todd. Entrambi rendono ciechi e costringono a compiere i gesti più terribili. Burton mostra tutto questo con lucidità e freddezza, senza indagare il calore delle passioni; e inscena il loro stretto legame con i due generi che meglio li rappresentano, l’horror e il musical. In definitiva, in tempi di remake e sequel, una rosa nel deserto.
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[+] ottima review
(di may)
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(di mr. todd)
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(di ilmaltese)
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antonello villani
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venerdì 18 aprile 2008
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la vendetta del barbiere tagliagole
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Cupa la storia del barbiere che taglia la gola ai suoi clienti. Tratto da un musical di Broadway che nel 1979 ha collezionato 8 Tony Awards, “Sweeney Todd” nasconde la poesia dietro la mattanza che si consuma nella bettola di Fleet Street, perche’ l’apologia della vendetta non risparmia nemmeno un protagonista accecato dall’odio verso tutto il genere umano. Fotografia impeccabile di Dariusz Wolski che per l’occasione ritrae una Londra funerea, infestata da topi, prostitute e mendicanti, attori straordinari nella messa in scena del piano ordito da un barbiere a cui hanno strappato la famiglia e deciso piu’ che mai a lavare col sangue gli anni di prigionia. Johnny Depp ed Helena Bonham Carter duettano con estrema disinvoltura dimostrando doti canterine fuori dal comune ma anche spirito macabro nel pianificare l’eliminazione sistematica dei clienti accorsi al barber shop di Mr.
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Cupa la storia del barbiere che taglia la gola ai suoi clienti. Tratto da un musical di Broadway che nel 1979 ha collezionato 8 Tony Awards, “Sweeney Todd” nasconde la poesia dietro la mattanza che si consuma nella bettola di Fleet Street, perche’ l’apologia della vendetta non risparmia nemmeno un protagonista accecato dall’odio verso tutto il genere umano. Fotografia impeccabile di Dariusz Wolski che per l’occasione ritrae una Londra funerea, infestata da topi, prostitute e mendicanti, attori straordinari nella messa in scena del piano ordito da un barbiere a cui hanno strappato la famiglia e deciso piu’ che mai a lavare col sangue gli anni di prigionia. Johnny Depp ed Helena Bonham Carter duettano con estrema disinvoltura dimostrando doti canterine fuori dal comune ma anche spirito macabro nel pianificare l’eliminazione sistematica dei clienti accorsi al barber shop di Mr. Todd. Estremo nichilismo nelle raffigurazioni pittoriche di una città che si affida a giudici e funzionari corrotti: il mondo è diviso tra pochi privilegiati che sfruttano il popolo ed una massa indistinta di poveracci che cerca di evitare la forca. Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo guadagnano un Oscar meritatissimo per la scenografia, mentre i rasoi brillano nell’oscurità imbrattando di “rubini” le vittime sacrificali. Nelle mani di Tim Burton anche un dramma familiare rischia di trasformarsi in autentico capolavoro.
Antonello Villani
(Salerno)
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c-claudia
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sabato 2 gennaio 2010
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"gronderete... rubini"
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... Tim Burton, Johnny Depp... Johnny Depp, Tim Burton... Le punte di diamante del cinema dello scorso e di questo secolo, di cui già per cinque indimenticabili volte abbiamo potuto gioire di una fusione in qualcosa che sa lasciare un gran segno.
E da un regista con la pellicola e la creatività geniale nelle vene, fatta di allegorie e metafore dark, più un attore che ha perso quel nome per diventare un vero e proprio personaggio cult, non può che germogliare un ennesimo, incantevole, squilibrato capolavoro. Si chiama Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet Street. Questa storia intrigante, che prende le sue radici da un musical che a sua volta prende altre radici da un romanzo "Anonimo" vittoriano, questa storia con quel forte, magistrale sentimento macabro, questa storia che angoscia, che scuote, e che incanta, non può che meritarsi il di essere annoverata tra le cime del cinema.
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... Tim Burton, Johnny Depp... Johnny Depp, Tim Burton... Le punte di diamante del cinema dello scorso e di questo secolo, di cui già per cinque indimenticabili volte abbiamo potuto gioire di una fusione in qualcosa che sa lasciare un gran segno.
E da un regista con la pellicola e la creatività geniale nelle vene, fatta di allegorie e metafore dark, più un attore che ha perso quel nome per diventare un vero e proprio personaggio cult, non può che germogliare un ennesimo, incantevole, squilibrato capolavoro. Si chiama Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet Street. Questa storia intrigante, che prende le sue radici da un musical che a sua volta prende altre radici da un romanzo "Anonimo" vittoriano, questa storia con quel forte, magistrale sentimento macabro, questa storia che angoscia, che scuote, e che incanta, non può che meritarsi il di essere annoverata tra le cime del cinema.
... Facile ricordarsi di Burton, dalla romantica fiaba dai toni misteriosi e lugubri Edward Mani di Forbice, o che so, la stravagante e colorata Fabbrica di Cioccolato, piccoli pezzi di storia del cinema che hanno fatto di lui un regista lontano dal conformismo e da quella “commercialità” a cui tutti, prima o poi, adorano vendersi.
Duttile, eccezionale, mostruosamente bravo, inquieto, geniale: dall'affascinante e ribelle zingaro Roux all'eccentrico, strampalato, esilarante Jack Sparrow (CAPITAN, Jack Sparrow), in questa pellicola scorgiamo un Johnny Depp tormentato e corroso dall'odio nelle vesti malconce di Sweeney Todd, falso nome di un barbiere maledetto dalla sorte che lo ha condannato a un esilio di 15 anni usando come mezzo le mire smaniose di un giudice sulla dolce moglie.
Al ritorno, Todd trova la consorte suicida in seguita alla violenza subita dal giudice Turpin, e la figlioletta tra le sudice mani di costui, che ne è diventato tutore nonché spasimante. Nella depressione e nella frustrazione più agguerrita, non può non trovare terreno fertile il seme di una folle e psicopatica vendetta, che lo porta al bruciante desiderio che i suoi fidi rasoi d'argento possano "grondare rubini".
Al fianco del barbiere sanguinario, ricongiuntosi con ardore satanico ai suoi rasoi, c'é l'alternativa e lugubre Mrs. Lovett (l'espressiva Helena Bonham Carter), specchio della fame disperata, bellezza sciupata e trasandata come il volto della Londra del XIX secolo, città tetra, ostile, sporca, pittoresca.
La musica malinconica, dalle parole incisive e delicate pennella con grande maestria gli stati d'animo turbolenti e romantici dei protagonisti, accompagna con grazia la lama pronta a colpire, disegna con mano lenta ma incalzante la turbinosa pazzia di Todd.
La vendetta trasforma così un uomo semplice in un diabolico psicopatico, in una misantropo che sfodera i suoi rasoi con livore satanico per tagliare qualcos'altro che la barba ai malcapitati che vengono, inconsciamente, a trovarsi sotto quelle lame. Il culmine giunge quando la follia più pura tocca un qualcosa che ha il gusto crudo del macabro per eccellenza, quello dell'antropofagia.
Un film a piramide, nel quale più ci si addentra più si passa per un'angoscia sconvolgente, attraverso violenza soffusa e crudele, sangue, sottile comicità, incalzare del ritmo, in un finale inatteso e inevitabile, con il violento desiderio di giungerci e quello di non giungerci mai.
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franco cesario
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martedì 21 dicembre 2010
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maledetta vendetta
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Sweeney Todd è un dramma che non flirta con la vendetta e meno male.
Dopo anni di polpettoni holliwoodiani in cui non si fa altro che esaltare la rivalsa per i torti subiti (da “Arma Letale” a “Il Corvo”) degli improbabili protagonisti, finalmente un film in cui il personaggio principale consuma “legittimamente il suo diritto di rivincita” mostrandone però l’abbrutimento che ne deriva e la giusta catarsi finale per opera di un’anima candida ed impensabile come angelo sterminatore e portatore di giustizia.
L’ennesima opera claustrofobia del genio di Burton (che ha toppato poche volte finora, anche se recentemente con “Alice in wonderland”) “Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet Street” è un film inizialmente spiazzante per i continui dialoghi cantati che assume strada facendo i connotati di un capolavoro sui generis della categoria musicale.
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Sweeney Todd è un dramma che non flirta con la vendetta e meno male.
Dopo anni di polpettoni holliwoodiani in cui non si fa altro che esaltare la rivalsa per i torti subiti (da “Arma Letale” a “Il Corvo”) degli improbabili protagonisti, finalmente un film in cui il personaggio principale consuma “legittimamente il suo diritto di rivincita” mostrandone però l’abbrutimento che ne deriva e la giusta catarsi finale per opera di un’anima candida ed impensabile come angelo sterminatore e portatore di giustizia.
L’ennesima opera claustrofobia del genio di Burton (che ha toppato poche volte finora, anche se recentemente con “Alice in wonderland”) “Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet Street” è un film inizialmente spiazzante per i continui dialoghi cantati che assume strada facendo i connotati di un capolavoro sui generis della categoria musicale.
La strada era stata magistralmente tracciata da Von Trier con “Dancer in the dark”: canzoni tutt’altro che allegre, come invece ci aveva abituato Billy Wilder, e temi volutamente tragici atti stigmatizzare la ridondante leggerezza della tipica commediuola musicale.
La prova della Bonham Carter è da elogiare sopra ogni altra per la sua eterea malignità e una sorta di svagatezza simile all’interpretazione avuta in “Fight Club”.
Burton, sempre pronto, tra il serio e il faceto, a darci delle lezioni morali, con questo film ci vuole dire che vendicarsi, per quanto connaturato nell’animo umano, ne è una aberrazione e porta chiunque tenti di compierla alla stregua di coloro che si vuole punire.
Il barbiere Todd infatti comincia ad uccidere per caso (come in “Una cena quasi perfetta”), anche se aveva già deciso di vendicarsi del giudice che gli aveva rovinato la vita, e continua a farlo con nonchalance dato che ormai ha sverginato il suo senso di morale di vita civile in una comunità.
Meraviglioso il contrasto cupo e lugubre della Londra di fine XXIX secolo (come la Gotham del primo “Barman”) e il luminoso sogno ad occhi aperti di Mrs. Lovett-Bonan Carter quando immagina una vita normale e felice con il barbiere Johnny Deep.
In definitiva una grande prova di regia sagace di Tim Burton che si conferma uno dei maestri di tutti i tempi del cinema moderno.
Franco Cesario sinonimomacontrario.splinder.com
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nightmare-stupendo-
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sabato 21 giugno 2008
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nightmare freddy 4 ever!!!!!!!!!!!
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Marty e francesco sono d'accordo con voi!!!!!!!!!!!penso esattamente le stesse cose!!!!!!(vendetta si dice revenger) Marty se vuoi i miei contatti sono sia Tim_Johnny@hotmail.it sia Neverland_kiara@hotmail.it (fatto oggi ma è quello che mi connetto di più) ciaoooooooo
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(di francesco86)
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divas
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lunedì 19 gennaio 2009
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diabolicamente perfetto
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Quando il gotico si mescola al musical, potrebbe essere un capolavoro. Se poi il regista è Tim Burton e un cast da sogno, allora lo sarà per certo.
“Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street” sembra essere ispirato a un personaggio settecentesco realmente esistito: un barbiere che ha sgozzato 160 clienti nella Londra della miseria.
“Sweeney” era già un “classico” tra i musical, che adesso ha trovato un posto speciale a Hollywood. Già, speciale visto che ha vinto la statuetta come miglior film musicale e Johnny Depp ha incassato il suo primo Golden Globe come attore protagonista, una statuetta che arriva proprio all’apice della sua notorietà.
Le scenografie affidate a Dante Ferretti non sono state da meno, in una Londra più vittoriana che settecentesca.
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Quando il gotico si mescola al musical, potrebbe essere un capolavoro. Se poi il regista è Tim Burton e un cast da sogno, allora lo sarà per certo.
“Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street” sembra essere ispirato a un personaggio settecentesco realmente esistito: un barbiere che ha sgozzato 160 clienti nella Londra della miseria.
“Sweeney” era già un “classico” tra i musical, che adesso ha trovato un posto speciale a Hollywood. Già, speciale visto che ha vinto la statuetta come miglior film musicale e Johnny Depp ha incassato il suo primo Golden Globe come attore protagonista, una statuetta che arriva proprio all’apice della sua notorietà.
Le scenografie affidate a Dante Ferretti non sono state da meno, in una Londra più vittoriana che settecentesca.
L’atmosfera cupa, in cui i colori predominanti sono il nero e il grigio nelle più varie gradazioni, o una soffitta disadorna con la sola sedia in cui il barbiere “rade” i suoi clienti, esaltano la condizione di solitudine e di chiusura del protagonista.
Non c’è più Benjamin Barker, uomo felice caduto in miseria per la prepotenza di un giudice che gli ruba la moglie e la figlia.
Con il ritorno, c’è solo spazio per la vendetta, e anche il nome cambia: Sweeney Todd, il vendicatore.
Il diavolo miltoniano che mette in atto il suo diabolico piano di vendetta, la vendetta che mette in moto tutto, il sangue che scorre dall’inizio alla fine del musical.
Un sangue “catartico” come dice lo stesso Tim Burton, irreale e strumentale, esagerato insomma, così come lo voleva il regista.
Il macabro dilaga, l’allegra inconsapevolezza dei londinesi che mangiano carne umana, l’efferatezza del barbiere in un continuo massacro…questa è l’ironia di Tim Burton consapevole che non farà ridere tutti.
I contrasti stessi, come il ritorno dei colori, assumono toni cupi. Ad esempio la vedova Lovett che canta parole d’amore al suo Sweeney: il suo è un canto al vento, che non ha una ricezione o un ritorno.
La rappresentazione della vita quotidiana, di due persone che pur vivendo sotto lo stesso tetto sono separate e non si capiscano, affascina il regista, che rende la solitudine proprio tramite le musiche mai oscure o tragiche, per alleggerire l’atmosfera funerea.
Nota di merito ad Helena Bonham Carter, moglie di Tim Burton, di nuovo in coppia con Johnny Depp dopo “La fabbrica di cioccolato”.
Niente Golden Globe per la brava attrice che si vede superata dal premio Oscar Marion Cotillard per “La vie en rose”. Ma forse prossima ad una statuetta, se è vera la regola che dopo avere affiancato un Oscar, o comunque un attore molto quotato, si è prossimi nel vincerlo.
Tra canti, costumi ed interpretazione la Bonham Carter dà il meglio di sé, completando un film capolavoro nel suo genere: gotico e musical. Tim Burton e Depp.
www.iblalab.it
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alexpark
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mercoledì 26 gennaio 2011
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c'era una volta un barbiere tagliagole...
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Benjamin Barker tornato a Londra sotto il nome di Sweeney Todd dopo aver scontato un esilio durato quindici anni vuole mettere in atto la sua vendetta contro il giudice che ha tolto a lui la moglie e la futura figlia.Trovando intatta la sua vecchia bottega l'affitta per continuare il suo operato di barbiere e si mette in affari con la padrona della locanda sotto la sua bottega,affari molto sporchi.Per perseguire la sua vendetta e eliminare al contempo la feccia del mondo ucciderà qualsiasi cliente in modo raccapricciante.La pellicola macabra ma al contempo dotata di una sua originalità cupa rappresenta in tutto e per tutto l'essenza di Tim Burton che riesce a plasmare un nuovo personaggio che compirà la vendetta tanto voluta avvicinandosi pian piano alla propria morte,il tutto con la parvenza di un musical.
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Benjamin Barker tornato a Londra sotto il nome di Sweeney Todd dopo aver scontato un esilio durato quindici anni vuole mettere in atto la sua vendetta contro il giudice che ha tolto a lui la moglie e la futura figlia.Trovando intatta la sua vecchia bottega l'affitta per continuare il suo operato di barbiere e si mette in affari con la padrona della locanda sotto la sua bottega,affari molto sporchi.Per perseguire la sua vendetta e eliminare al contempo la feccia del mondo ucciderà qualsiasi cliente in modo raccapricciante.La pellicola macabra ma al contempo dotata di una sua originalità cupa rappresenta in tutto e per tutto l'essenza di Tim Burton che riesce a plasmare un nuovo personaggio che compirà la vendetta tanto voluta avvicinandosi pian piano alla propria morte,il tutto con la parvenza di un musical.La scenografia è perfetta in armonia con l'atmosfera che crea e si è appunto meritata un oscar.E' ormai inutile sottolineare la grande bravura di Johnny Depp che ancora una volta fa coppia con Helena Bonham Carter.Insomma anche questa volta la coppia Burton-Depp non si è smentita.
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giambix
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giovedì 10 febbraio 2011
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il fantastico trio diabolico
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burton.... depp....carter.... tre persone il cui creato non può che essere una vera e propria opera d'arte. il regista ( tim burton ) si ri conferma uno dei migliori, un regista la cui genialità è infinita. Riguardo Johnny Depp ci sarebbero da dire tante cose, ma ve ne dico alcune: uno dei migliori attori in circolazione, entra nel personaggio alla perfezione, ci mette sempre un pizzico di sua personalità nel recitare e che dire, al fianco di Helena Bonham Carter non può che nascere un film di alto livello... :) l'ambientazione è perfettamente, azzeccata e ricostruita alla perfezione questa Londra. il trucco non è stato molto impagnativo, ma efficace.
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burton.... depp....carter.... tre persone il cui creato non può che essere una vera e propria opera d'arte. il regista ( tim burton ) si ri conferma uno dei migliori, un regista la cui genialità è infinita. Riguardo Johnny Depp ci sarebbero da dire tante cose, ma ve ne dico alcune: uno dei migliori attori in circolazione, entra nel personaggio alla perfezione, ci mette sempre un pizzico di sua personalità nel recitare e che dire, al fianco di Helena Bonham Carter non può che nascere un film di alto livello... :) l'ambientazione è perfettamente, azzeccata e ricostruita alla perfezione questa Londra. il trucco non è stato molto impagnativo, ma efficace. in pratica sono 112 minuti di film assolutamente da vedere... :)
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