Ratatouille

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Un film di Brad Bird, Jan Pinkava. Con Patton Oswalt, Ian Holm, Lou Romano, Brian Dennehy, Peter Sohn.
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Animazione, durata 117 min. - USA 2007. - Buena Vista International Italia uscita mercoledì 17 ottobre 2007. MYMONETRO Ratatouille * * * 1/2 - valutazione media: 3,93 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Pixar a capofitto nell'universo del cibo parigino! Valutazione 4 stelle su cinque

di GreatSteven


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venerdì 7 luglio 2017

 RATATOUILLE (USA, 2007) diretto da BRAD BIRD & JAN PINKAVA.
Rémy è un topolino dall’olfatto sviluppatissimo che vive con la numerosa colonia, di cui fanno parte il padre Django e il fratello émile, nel sottosuolo di Parigi. Grazie alla sua dote naturale nel riconoscere gli odori del cibo, viene eletto assaggiatore ufficiale della colonia. A differenza dei suoi simili, Rémy non ama la spazzatura e preferirebbe nutrirsi con pietanze di miglior qualità. Un pomeriggio piovoso, dopo un incidente nella casa di una combattiva vecchietta in pigiama rosa, la sua colonia viene scoperta e tutti i ratti devono fuggire nelle fogne attraverso delle barchette improvvisate, ma Rémy non riesce a raggiungerli per via del libro di Auguste Gusteau che vuole trascinarsi dietro, e rimane disperso. Questi altri non è che il più celebre chef francese, proprietario e gestore di un ristorante a cinque stelle, il Gusteau’s, declassato a tre stelle in seguito alla morte del cuoco e al gradimento drasticamente calato della critica culinaria della capitale. Il topolino si ritrova proprio all’interno del decaduto ristorante, e il caso vuole che si ritrovi a fare da insegnante ad un giovanissimo e imbranato sguattero di origine italiana, Alfredo Linguini, figlio segreto di Auguste Gusteau e di Renata Linguini (la madre è nota, il padre inizialmente no).  Nascostosi nella  toque del lavapiatti, assunto in tale veste al ristorante, ma poi promosso grazie ad una zuppa improvvisata da Rémy, ma attribuita logicamente allo sguattero, il roditore, tirando i capelli del ragazzo, inizia a fargli da mentore nella preparazione dei piatti, e la loro collaborazione porta entrambi a sfornare specialità gastronomiche di prima qualità, grazie anche all’aiuto dell’affascinante e determinata vice-chef Colette Tatou. In breve Linguini diventa la punta di diamante del Gusteau’s, ancora di più quando se ne scopre la paternità del defunto e intramontabile maestro, ma la cosa fa imbestialire Skinner, erede di Gusteau che ha assunto le redini della direzione del ristorante, il quale capisce fin da subito su quale improbabile aiuto conti l’ex lavapiatti, ora indiscusso genio emergente dell’arte culinaria, per cucinare le sue prelibatezze. Le cose sembrano peggiorare quando la colonia ritrova Rémy e il padre tenta di convincerlo, mostrandogli i veleni e le trappole, di cosa gli esseri umani siano capaci nei confronti degli animali da loro odiati, e specialmente quando Alfredo rivela a tutti i colleghi della cucina chi si celi dietro le squisitezze che prepara. Ma quando il temibile gastronomo Anton Ego si propone di tornare a recensire il ristorante che aveva demolito con infido autocompiacimento e si presenta in qualità di cliente ad ordinare la cena, Rémy e Linguini devono superare il temporaneo allontanamento, rimettersi in squadra e affrontare insieme il suo implacabile giudizio. Con cosa? Ego non fornisce nessuna direzione, proferendo soltanto di aspettarsi prospettiva. Rémy propone un piatto povero, a base di verdure cotte: una ratatouille. L’esperimento ha successo, e il merito va all’intera colonia che decide, su suggerimento di Rémy, di collaborare col neo-chef per l’esito inaspettatamente magnifico dell’impresa. Ottavo lungometraggio animato della Pixar, dedicato all’animatore canadese Dan Lee, creatore di Alla ricerca di Nemo, è una commedia simpatica e vivace sul superamento degli stereotipi e imperniata sull’amicizia quasi impossibile, ma pur sempre benefica e fruttifera, fra un umano timido e inibito che non crede nel suo potenziale e un piccolo, geniale animaletto che utilizza il proprio talento innato per il cibo a vantaggio del successo del suo nuovo amico. Interessante come vengono rese poetiche la cucina e la cantina del Gusteau’s, e anche l’analisi a posteriori del suo ispiratore scomparso di recente e ingiustamente utilizzato, a livello di immagine, per sfruttarne la popolarità allo scopo di promuovere prodotti stranieri fortemente pubblicizzati. Gusteau è l’autore di un libro dal titolo Tout le monde peut cuisiner, e ne esplica il significato affermando che non tutti possono essere bravi cuochi, o meglio, artisti della cucina, ma in chiunque si può annidare un artista che abbia genio creativo in termini gastronomici. Una galleria di personaggi esilaranti, sia nel reparto animalesco (in cui si distinguono, oltre al protagonista splendidamente doppiato da Nanni Baldini, il fratello ghiottone e un po’ ottuso di questi e il padre a lui affezionato malgrado l’algida severità) che in quello dei nostri simili (il giovane rampollo del mondo culinario Alfredo Linguini, dotato effettivamente di un talento fuori dal comune nell’apprendere con velocità in situazioni pericolose; Colette, unica donna nel personale della cucina, che ha ottenuto quella posizione affermandosi con vigore, che diventa la scopritrice ufficiale del suo innamorato protetto; Skinner, capocuoco dall’altezza di un nano, mellifluo e manipolatore, e con una mimica facciale che si adatta con straordinaria efficacia alle sue perfide emozioni; ovviamente Gusteau, che appare come frutto dell’immaginazione di Rémy che lo idolatra addirittura; e infine Anton Ego, altissimo e magrissimo critico culinario, che si ricrede sulle qualità autentiche del ristorante che in passato ha stroncato, ed egli stesso polemico sul suo mestiere in merito ad una compiaciuta autoreferenzialità, ma capace in conclusione di innamorarsi delle portate che giudica con favore o disprezzo), tutti dinamici, nel senso che attraversano una crescita interiore e spirituale ben amalgamata con la vicenda. Una trama ad incastri che funziona dal principio alla fine, privilegiando il movimento e l’azione coordinata per il piacere dei più piccoli, e rompendo ogni sorta di perbenismo e buonismo per il divertimento e la serenità dei grandi. Una serie di immagini ormai lanciate sulla via del perfezionato definitivo, con dei disegni artigianali nei titoli di coda che sprizzano vitalità da ogni poro, e si capisce che ormai la Pixar Animation Studios, malgrado sia trascorso un decennio dall’uscita di questa pellicola, premio Oscar 2008 per il miglior film d’animazione, ha esplorato numerosi territori nella gamma dei cartoni animati. Di più: quello che perde in termini di originalità della storia, lo guadagna lavorando per migliorare la veridicità dell’immagine, curando con attenzione l’impianto e impatto grafici e facendo sì che la loro scorrevolezza sullo schermo risulti credibile e fluida. Un esito raggiunto appieno, considerata l’infinita squadra di animatori assoldati per l’occasione, e il vastissimo lavoro da dietro le quinte per riprodurre nel mondo più veritiero la Parigi odierna. È anche una scampagnata scanzonata e piacevole nei meandri del lavoro del cuoco, intendendo lo chef come un maestro d’armi (o ancora meglio, d’arte) e l’apprendista come un novellino che deve imparare a maneggiare padelle, pentole e posate come fossero strumenti artistici, e fare del proprio mestiere un’arte in cui si sappia tanto improvvisare quanto seguire i regolamenti, ma in cui serve soprattutto stupire. E Ratatouille (stupendo il gioco di parole fra l’inglese rat e il tipico piatto parigino) non manca a tal proposito di sorprendere, dal primo all’ultimo fotogramma di salubre divertimento mai fine a sé stesso, ma sempre educativo, amabile e adeguato a tutti i target. 

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